Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Apocalisse 9


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1Il quinto angelo suonò la tromba: vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso;2egli aprì il pozzo dell’Abisso e dal pozzo salì un fumo come il fumo di una grande fornace, e oscurò il sole e l’atmosfera.3Dal fumo uscirono cavallette, che si sparsero sulla terra, e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra.4E fu detto loro di non danneggiare l’erba della terra, né gli arbusti né gli alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.5E fu concesso loro non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il loro tormento è come il tormento provocato dallo scorpione quando punge un uomo.6In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte fuggirà da loro.
7Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d’oro e il loro aspetto era come quello degli uomini.8Avevano capelli come capelli di donne e i loro denti erano come quelli dei leoni.9Avevano il torace simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali era come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all’assalto.10Avevano code come gli scorpioni e aculei. Nelle loro code c’era il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi.11Il loro re era l’angelo dell’Abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore.
12Il primo «guai» è passato. Dopo queste cose, ecco, vengono ancora due «guai».
13Il sesto angelo suonò la tromba: udii una voce dai lati dell’altare d’oro che si trova dinanzi a Dio.14Diceva al sesto angelo, che aveva la tromba: «Libera i quattro angeli incatenati sul grande fiume Eufrate».15Furono liberati i quattro angeli, pronti per l’ora, il giorno, il mese e l’anno, al fine di sterminare un terzo dell’umanità.16Il numero delle truppe di cavalleria era duecento milioni; ne intesi il numero.17E così vidi nella visione i cavalli e i loro cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo; le teste dei cavalli erano come teste di leoni e dalla loro bocca uscivano fuoco, fumo e zolfo.18Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che uscivano dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell’umanità.19La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro code, perché le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse fanno del male.
20Il resto dell’umanità, che non fu uccisa a causa di questi flagelli, non si convertì dalle opere delle sue mani; non cessò di prestare culto ai demòni e agli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare;21e non si convertì dagli omicidi, né dalle stregonerie, né dalla prostituzione, né dalle ruberie.

Note:

Ap 9,1:un astro caduto dal cielo sulla terra: uno degli angeli decaduti, forse Satana stesso (cf. v 11 e Lc 10,18). - Gli fu data la chiave del pozzo dell'abisso: un angelo apre il luogo dove sono detenuti gli angeli decaduti in attesa del castigo finale (cf. Ap 11,7; Ap 17,8 ; ecc.).

Ap 9,3:L'invasione delle cavallette si ispira a Gl 1-2 che già i giudei, secondo san Girolamo, interpretavano storicamente. I quattro gruppi di cavallette rappresentano quattro invasori successivi: assiri, persiani, greci e romani (cf. Ger 51,27). Qui, le cavallette evocano probabilmente i parti. Poiché le cavallette tormentano gli uomini senza farli morire, si sono visti talvolta nella loro invasione tormenti spirituali causati dai demoni.

Ap 9,4:non danneggiare né erba né arbusti né alberi: che simboleggiano forse i fedeli del Cristo, preservati (cf. Ap 7,1s).

Ap 9,11:in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore: il greco ha «Abaddon» e «Apollyon», che si traducono: distruzione e distruttore.

Ap 9,13:udii una voce dai lati dell'altare d'oro: per significare che il castigo dei pagani segue la preghiera dei martiri descritta in Ap 6,9; Ap 6,10 (cf. Ap 8,2s).

Ap 9,14:sul gran fiume Eufrate: la regione a est dell'Eufrate era occupata dai parti e la loro cavalleria interviene in questo sesto flagello (Ap 6,2+).