Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Giosuè 24


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1Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio.2Giosuè disse a tutto il popolo:
«Così dice il Signore, Dio d’Israele:
“Nei tempi antichi i vostri padri, tra cui Terach, padre di Abramo e padre di Nacor, abitavano oltre il Fiume. Essi servivano altri dèi.
3Io presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume e gli feci percorrere tutta la terra di Canaan. Moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco.4A Isacco diedi Giacobbe ed Esaù; assegnai a Esaù il possesso della zona montuosa di Seir, mentre Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto.
5In seguito mandai Mosè e Aronne e colpii l’Egitto con le mie azioni in mezzo a esso, e poi vi feci uscire.6Feci uscire dall’Egitto i vostri padri e voi arrivaste al mare. Gli Egiziani inseguirono i vostri padri con carri e cavalieri fino al Mar Rosso,7ma essi gridarono al Signore, che pose fitte tenebre fra voi e gli Egiziani; sospinsi sopra di loro il mare, che li sommerse: i vostri occhi hanno visto quanto feci in Egitto. Poi dimoraste lungo tempo nel deserto.8Vi feci entrare nella terra degli Amorrei, che abitavano ad occidente del Giordano. Vi attaccarono, ma io li consegnai in mano vostra; voi prendeste possesso della loro terra e io li distrussi dinanzi a voi.9In seguito Balak, figlio di Sippor, re di Moab, si levò e attaccò Israele. Mandò a chiamare Balaam, figlio di Beor, perché vi maledicesse.10Ma io non volli ascoltare Balaam ed egli dovette benedirvi. Così vi liberai dalle sue mani.
11Attraversaste il Giordano e arrivaste a Gerico. Vi attaccarono i signori di Gerico, gli Amorrei, i Perizziti, i Cananei, gli Ittiti, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei, ma io li consegnai in mano vostra.12Mandai i calabroni davanti a voi, per sgominare i due re amorrei non con la tua spada né con il tuo arco.13Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato”.
14Ora, dunque, temete il Signore e servitelo con integrità e fedeltà. Eliminate gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume e in Egitto e servite il Signore.15Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».
16Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi!17Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati.18Il Signore ha scacciato dinanzi a noi tutti questi popoli e gli Amorrei che abitavano la terra. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio».
19Giosuè disse al popolo: «Voi non potete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso; egli non perdonerà le vostre trasgressioni e i vostri peccati.20Se abbandonerete il Signore e servirete dèi stranieri, egli vi si volterà contro e, dopo avervi fatto tanto bene, vi farà del male e vi annienterà».
21Il popolo rispose a Giosuè: «No! Noi serviremo il Signore».
22Giosuè disse allora al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelti il Signore per servirlo!».
Risposero: «Siamo testimoni!».
23«Eliminate allora gli dèi degli stranieri, che sono in mezzo a voi, e rivolgete il vostro cuore al Signore, Dio d’Israele!».
24Il popolo rispose a Giosuè: «Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!».
25Giosuè in quel giorno concluse un’alleanza per il popolo e gli diede uno statuto e una legge a Sichem.26Scrisse queste parole nel libro della legge di Dio. Prese una grande pietra e la rizzò là, sotto la quercia che era nel santuario del Signore.27Infine, Giosuè disse a tutto il popolo: «Ecco: questa pietra sarà una testimonianza per noi, perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha detto; essa servirà quindi da testimonianza per voi, perché non rinneghiate il vostro Dio».
28Poi Giosuè congedò il popolo, ciascuno alla sua eredità.
29Dopo questi fatti, Giosuè figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni30e lo seppellirono nel territorio della sua eredità, a Timnat-Serach, sulle montagne di Èfraim, a settentrione del monte Gaas.31Israele servì il Signore in tutti i giorni di Giosuè e degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che conoscevano tutte le opere che il Signore aveva compiuto per Israele.
32Gli Israeliti seppellirono le ossa di Giuseppe, che avevano portato dall’Egitto, a Sichem, in una parte della campagna che Giacobbe aveva acquistato dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d’argento e che i figli di Giuseppe avevano ricevuto in eredità.
33Morì anche Eleàzaro, figlio di Aronne. Lo seppellirono a Gàbaa, che apparteneva a Fineès, suo figlio, in quanto era stata assegnata a lui, nella zona montuosa di Èfraim

Note:

Gs 24:Questo c si divide in tre parti: 1. Giosuè propone alla fede dei presenti gli interventi di Jahve in favore di Israele (vv 2-13; cf. Ie professioni di fede di Dt 6,21-24 e Dt 26,5-9); 2. l'assemblea sceglie Jahve come Dio e rifiuta gli dèi stranieri (vv 14-24); 3. si conclude l'alleanza e viene messa in iscritto la sua legge (vv 25-28). Questo c è stato aggiunto durante o dopo l'esilio. Ma la tradizione che esso trasmette è antica. La fede in Jahve, propria del gruppo guidato da Giosuè, è proposta da lui ad altri gruppi che non ne avevano ancora sentito parlare. Essi non sono stati in Egitto e non hanno goduto delle meraviglie dell'esodo e della rivelazione del Sinai; tuttavia non sono cananei e hanno un'origine comune con il gruppo di Giosuè: si tratta delle tribù del nord che, con questo patto, accettano la fede in Jahve e diventano così parte integrante del popolo di Dio.

Gs 24,1:Sichem (cf. Gs 8,30-35): Sichem era, a causa della sua posizione centrale un luogo favorevole alle assemblee delle tribù (cf. inoltre 1Re 12) e, a causa del suo passato, un luogo predestinato alla stipulazione di questo patto religioso: Abramo vi aveva edificato un altare (Gen 12,6-7), Giacobbe vi aveva acquistato dei diritti (Gen 33,18-20) e sotterrato gli idoli portati dalla Mesopotamia (Gen 35,2-4).

Gs 24,5:i prodigi che feci: secondo mss greci, sir., volg.; il TM ha: «quello che io feci».

Gs 24,27:da testimonio: confrontare il mucchio di pietre «testimonio» in Gen 31,48; Gen 31,52 ; l'altare «testimonio» in Gs 22,26s ; la stele «testimonio» in Is 19,19-20 .

Gs 24,28-31:I vv 28-31 sono ripresi quasi alla lettera all'inizio della seconda introduzione al libro dei Giudici (Gs 2,6-10). Questo sottolinea l'unità redazionale dei due libri.

Gs 24,29:servo del Signore: lo stesso titolo fu dato a Mosè (Es 14,31; Gs 1,1 ; cf. Dt 34,5), e sarà dato a Davide (Sal 18,1; Sal 89,4; Sal 89,21), prefigurazione del «servo di Jahve» (Is 42,1+).

Gs 24,30:Gaas: i LXX aggiungono: «là (a Timnat-Serach) deposero con lui nella tomba, dove lo avevano sepolto, i coltelli di silice con i quali aveva circonciso gli israeliti a Gàlgala dopo averli fatti uscire dall'Egitto, come il Signore gli aveva comandato, e sono ancora là fino ad oggi». In realtà, ancor oggi un gran numero di silici taglienti preistoriche si trova nelle vicinanze del villaggio che sorge sul posto di Timnat-Serach.

Gs 24,32:che... in eredità: BJ con le versioni ha: «che era divenuta»; il TM legge: «esse (le ossa) erano divenute».

Gs 24,33:morì anche Eleazaro: Giosuè ed Eleazaro sono morti nella terra promessa, contrariamente a Mosè e Aronne morti prima di passare il Giordano. Anche le ossa di Giusèppe sono portate nella terra già data ai patriarchi. E' così che con Giosuè si completa il ritorno dall'Egitto. - Efraim: i LXX aggiungono: «allora gli israeliti se ne andarono ciascuno nella propria casa e ciascuno nella propria città. Gli israeliti adorarono Astarte, Astarot e gli dèi delle nazioni che li circondavano, così il Signore li abbandonò in potere d'Eglon, re di Moab, che li oppresse per diciotto anni» (cf. Gdc 3,14).