Geremia 10
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BIBBIA CEI 2008 | NOVA VULGATA |
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1 Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa di Israele. | 1 Audite verbum, quod locutus est Dominus super vos, domus Israel. |
2 Così dice il Signore: «Non imparate la condotta delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo, poiché di essi hanno paura le nazioni. | 2 Haecdicit Dominus: “ Iuxta vias gentium nolite discere et a signis caeli nolite metuere, quae timent gentes, |
3 Perché ciò che provoca la paura dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di un intagliatore. | 3 quia leges populorum vanae sunt. Quia lignum de saltu praecidit opus manuum artificis in ascia, |
4 Li abbelliscono di argento e di oro, li fissano con chiodi e con martelli, perché non traballino. | 4 argento et auro decoravit illud, clavis et malleis firmavit, ut non moveatur; |
5 Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cetrioli: non sanno parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non temeteli: non fanno alcun male, come non possono neppure fare del bene». | 5 sicut formido in cucumerario sunt et non loquentur, portantur, quia incedere non valent: nolite ergo timere ea, quia nec male possunt facere nec bene ”. |
6 Nessuno è come te, Signore; tu sei grande e grande è la potenza del tuo nome. | 6 Non est similis tui, Domine; magnus es tu, et magnum nomen tuum in fortitudine. |
7 Chi non temerà te, o re delle nazioni? A te solo questo è dovuto: fra tutti i sapienti delle nazioni e in tutti i loro regni nessuno è simile a te. | 7 Quis non timebit te, o rex gentium? Te enim decet, quoniam inter cunctos sapientes gentium et in universis regnis earum nullus est similis tui. |
8 Tutti sono stolti e sciocchi, vana la loro dottrina, come un pezzo di legno. | 8 Pariter insipientes et fatui sunt; doctrina vanitatis eorum lignum est. |
9 Sono fatti d’argento battuto e laminato, portato da Tarsis, e oro di Ufaz, opera di artisti e di orafi; sono rivestiti di porpora e di scarlatto, lavoro di sapienti artigiani. | 9 Argentum involutum, quod de Tharsis affertur, et aurum de Ophaz, opus artificis et manuum aurificis, hyacinthus et purpura indumentum eorum; opus artificum universa haec. |
10 Il Signore, invece, è veramente Dio, egli è Dio vivente e re eterno; al suo sdegno trema la terra, le nazioni non resistono al suo furore. | 10 Dominus autem Deus verus est, ipse Deus vivens et rex sempiternus; ab indignatione eius commovebitur terra, et non sustinebunt gentes comminationem eius. |
11 Direte loro: «Quegli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra spariranno dalla faccia della terra e da sotto il cielo». | 11 Sic ergo dicetis eis: “ Dii, qui caelos et terram non fecerunt, pereant deterra et de his, quae sub caelis sunt ”. |
12 Il Signore ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza, con la sua intelligenza ha dispiegato i cieli. | 12 Qui fecit terram in fortitudine sua, firmavit orbem in sapientia sua et prudentia sua extendit caelos. |
13 Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Fa salire le nubi dall’estremità della terra, produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera il vento. | 13 Ad vocem suam dat multitudinem aquarum in caelo et elevat nebulas ab extremitatibus terrae; fulgura in pluviam facit et educit ventum de thesauris suis. |
14 Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere; resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale. | 14 Stultus factus est omnis homo absque scientia; confusus est omnis artifex in sculptili, quoniam falsum est, quod conflavit, et non est spiritus in eis. |
15 Sono oggetti inutili, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno. | 15 Vana sunt et opus risu dignum; in tempore visitationis suae peribunt. |
16 Non è così l’eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome. | 16 Non est his similis pars Iacob: qui enim formavit omnia, ipse est, et Israel tribus hereditatis eius, Dominus exercituum nomen illi. |
17 Raccogli da terra il tuo fardello, tu che sei cinta d’assedio, | 17 Congrega de terra sarcinam tuam, quae habitas in obsidione, |
18 poiché dice il Signore: «Ecco, questa volta caccerò fuori gli abitanti del paese; li ridurrò alle strette, perché non mi sfuggano». | 18 quia haec dicit Dominus: “ Ecce ego longe proiciam habitatores terrae in hac vice et tribulabo eos, ita ut inveniant me ”. |
19 Guai a me per la mia ferita; la mia piaga è incurabile. Eppure avevo pensato: «È un dolore sopportabile». | 19 Vae mihi super contritione mea, pessima plaga mea! Ego autem dixi: “ Plane haec infirmitas mea est, et portabo illam ”. |
20 La mia tenda è sfasciata tutte le corde sono rotte. I miei figli si sono allontanati da me e più non sono. Nessuno pianta i paletti della mia tenda e stende i teli. | 20 Tabernaculum meum vastatum est, omnes funiculi mei dirupti sunt; filii mei exierunt a me et non subsistunt, non est qui extendat ultra tentorium meum et erigat pelles meas. |
21 I pastori sono divenuti insensati, non hanno più ricercato il Signore; per questo non hanno avuto successo, anzi è disperso tutto il loro gregge. | 21 Quia stulte egerunt pastores et Dominum non quaesierunt; propterea non prosperati sunt, et omnis grex eorum dispersus est. |
22 Si ode un rumore che avanza e un grande frastuono dal settentrione, per ridurre le città di Giuda a un deserto, a un rifugio di sciacalli. | 22 Vox auditionis ecce venit et commotio magna de terra aquilonis, ut ponat civitates Iudae solitudinem et habitaculum thoum. |
23 «Lo so, Signore: l’uomo non è padrone della sua via, chi cammina non è in grado di dirigere i suoi passi. | 23 “ Scio, Domine, quia non est hominis via eius, nec viri est, ut ambulet et dirigat gressus suos. |
24 Correggimi, Signore, ma con giusta misura, non secondo la tua ira, per non farmi venir meno». | 24 Corripe me, Domine, verumtamen in iudicio et non in furore tuo, ne forte ad nihilum redigas me ”. |
25 Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono e sulle stirpi che non invocano il tuo nome, perché hanno divorato Giacobbe, l’hanno divorato e consumato, e hanno devastato la sua dimora. | 25 Effunde indignationem tuam super gentes, quae non cognoverunt te, et super cognationes, quae nomen tuum non invocaverunt; quia comederunt Iacob et devoraverunt eum et consumpserunt illum et pascua eius dissipaverunt. |