Proverbi 30
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BIBBIA CEI 2008 | BIBBIA TINTORI |
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1 Detti di Agur, figlio di Iakè, da Massa. Dice quest’uomo: Sono stanco, o Dio, sono stanco, o Dio, e vengo meno, | 1 Parole di colui che aduna, del figlio di colui che spande verità. Visione raccontata da uno col quale è Dio, e che, confortato dalla presenza di Dio in lui, dice: |
2 perché io sono il più stupido degli uomini e non ho intelligenza umana; | 2 « Io sono il più ignorante tra gli uomini, e la sapienza umana è lungi da me. |
3 non ho imparato la sapienza e la scienza del Santo non l’ho conosciuta. | 3 Io non ho imparato la sapienza, io non conosco la scienza dei santi. |
4 Chi è salito al cielo e ne è sceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello? Chi ha fissato tutti i confini della terra? Come si chiama? Qual è il nome di suo figlio, se lo sai? | 4 Chi è salito al cielo e ne è poi disceso? Chi chiuse nelle sue mani il vento? Chi ha ristrette le acque nella sua veste? Chi ha stabiliti tutti i confini della terra? Qual è il suo nome? Qual è il nome del suo figliolo? Lo sai? |
5 Ogni parola di Dio è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. | 5 Ogni parola di Dio è purificata col fuoco: Egli è uno scudo per quelli che sperano in lui. |
6 Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo. | 6 Non aggiunger nulla alle sue parole, per non esser ripreso e sbugiardato. |
7 Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: | 7 Due cose ti ho chieste, non me le negare prima che io muoia: |
8 tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, | 8 tien lungi da me la vanità e le parole di menzogna, non mi dare nè povertà, nè ricchezze, ma concedimi soltanto il necessario al mio sostentamento; |
9 perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: «Chi è il Signore?», oppure, ridotto all’indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio. | 9 affìnchè, saziato, non sia tentato a rinnegarti e dica: Chi è il Signore? ovvero, spinto dalla necessità, non rubi e non bestemmi il nome del mio Dio. |
10 Non calunniare lo schiavo presso il padrone, perché egli non ti maledica e tu non venga punito. | 10 Non accusare il servo presso il suo padrone, chè forse non ti maledica e tu vada in perdizione. |
11 C’è gente che maledice suo padre e non benedice sua madre. | 11 C'è una genìa di uomini che maledice il padre e non benedice la madre. |
12 C’è gente che si crede pura, ma non si è lavata della sua lordura. | 12 C'è una genìa d'uomini che si credon puri, eppure non son lavati dalle loro immondezze. |
13 C’è gente dagli occhi così alteri e dalle ciglia così altezzose! | 13 V'è una genìa d'uomini dagli occhi alteri e dalle ciglia superbamente alzate. |
14 C’è gente i cui denti sono spade e le cui mascelle sono coltelli, per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e togliere i poveri di mezzo agli uomini. | 14 V'è una genìa d'uomini che invece di denti ha spade, che maciulla coi suoi molari, per divorare i poveri della terra e i miserabili tra gli uomini. |
15 La sanguisuga ha due figlie: «Dammi! Dammi!». Tre cose non si saziano mai, anzi quattro non dicono mai: «Basta!»: | 15 La mignatta ha due figliole che dicono: Dammi, dammi. Tre cose sono insaziabili e la quarta non dice mai basta: |
16 il regno dei morti, il grembo sterile, la terra mai sazia d’acqua e il fuoco che mai dice: «Basta!». | 16 L'inferno, la bocca della matrice, la terra, che non si sazia di acque: il fuoco poi non dice mai: basta. |
17 L’occhio che guarda con scherno il padre e si rifiuta di ubbidire alla madre sia cavato dai corvi della valle e divorato dagli aquilotti. | 17 L'occhio che schernisce il padre e disprezza il parto di sua madre, lo cavino i corvi del torrente, lo divorino i figli dell'aquila. |
18 Tre cose sono troppo ardue per me, anzi quattro, che non comprendo affatto: | 18 Tre cose mi restan difficili, e la quarta la ignoro affatto: |
19 la via dell’aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare, la via dell’uomo in una giovane donna. | 19 la traccia dell'aquila nell'aria, la traccia del serpente sulla pietra, la traccia d'una nave in mezzo al mare, e la traccia dell'uomo nell'adolescenza. |
20 Così si comporta la donna adultera: mangia e si pulisce la bocca e dice: «Non ho fatto nulla di male!». | 20 Tal è della donna adultera: essa mangia, si ripulisce la bocca, e dice: Non ho fatto alcun malo. |
21 Per tre cose freme la terra, anzi quattro non può sopportare: | 21 Per tre cose è messa sottosopra la terra, e la quarta non la può sopportare: |
22 uno schiavo che diventa re e uno stolto che si sazia di pane, | 22 per lo schiavo che arriva a regnare, per lo stolto pieno di cibo, |
23 una donna già trascurata da tutti che trova marito e una schiava che prende il posto della padrona. | 23 per una donna odiosa che trova marito, e per una serva che diventa erede della padrona. |
24 Quattro esseri sono fra le cose più piccole della terra, eppure sono più saggi dei saggi: | 24 Vi sono quattro cose piccolissime sulla terra, e superano in sapienza i sapienti: |
25 le formiche sono un popolo senza forza, eppure si provvedono il cibo durante l’estate; | 25 le formiche, popolo debole, che al tempo della messe prepara il suo vitto; |
26 gli iràci sono un popolo imbelle, eppure hanno la tana sulle rupi; | 26 le piccole lepri, razza paurosa, che fanno la loro tana nelle rocce; |
27 le cavallette non hanno un re, eppure marciano tutte ben schierate; | 27 le cavallette non hanno re, eppure si muovon tutte divise in schiere; |
28 la lucertola si può prendere con le mani, eppure penetra anche nei palazzi dei re. | 28 la lucertola, che si regge sulle mani, e abita nei palazzi dei re. |
29 Tre cose hanno un portamento magnifico, anzi quattro hanno un’andatura maestosa: | 29 Tre cose han bella andatura, e la quarta va magnificamente: |
30 il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia davanti a nessuno; | 30 il leone, il più forte degli animali, non ha paura, chiunque incontri; |
31 il gallo pettoruto e il caprone e un re alla testa del suo popolo. | 31 il gallo, dai fianchi serrati, il capro, e il re, a cui nessuno resiste. |
32 Se stoltamente ti sei esaltato e se poi hai riflettuto, mettiti una mano sulla bocca, | 32 Vi è chi è stato riconosciuto per stolto, innalzato a posto sublime: se avesse capito qualche cosa, si sarebbe messa la mano alla bocca. |
33 poiché, sbattendo il latte ne esce la panna, premendo il naso ne esce il sangue e spremendo la collera ne esce la lite. | 33 Chi preme con forza le mammelle per trarne il latte, ne fa uscire del burro, chi si soffia troppo forte il naso, ne fa uscire il sangue, e chi provoca sdegni produce discordie». |