Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Siracide 24


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1La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
2Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
3"Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
4Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
8Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
10Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
11Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
13Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
14Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
15Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
16Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
17Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
18Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
19Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
20Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
21Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà".

22Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio
altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
23Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
24fa traboccare l'intelligenza come l'Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
25espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
26Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l'ultimo la può pienamente indagare.
27Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
28Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
29Ho detto: "Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola".
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
30Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
31Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
32Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.

Note:

Sir 24,1-21:Discorso della sapienza. Si paragoni questo brano agli altri discorsi della sapienza personificata (Pr 1,20-32; Pr 8,1-36; Pr 9,1-6) e agli elogi della sapienza (Gb 28; Bar 3,9-4,4). Questo è il c centrale del libro, dove l'insegnamento della sapienza è presentato nel suo insieme, con numerose reminiscenze di libri biblici anteriori: quello che propone l'autore è una interpretazione del passato. Più ancora che nei Proverbi, si è colpiti da certe espressioni che annunziano una teologia della Trinità: la sapienza è nello stesso tempo unita intimamente a Dio e distinta da lui, caratteristiche che più tardi si applicheranno sia alla persona del Verbo, sia a quella dello Spirito. Questo passo sembra aver ispirato in modo particolare il prologo di san Giovanni, che riferisce al Logos molte attività e caratteristiche della sapienza.

Sir 24,4:La colonna di nube del deserto, che nei testi antichi esprime la manifestazione della presenza di Jahve.

Sir 24,6:ho preso dominio oppure «ho regnato»: con 1 ms gr., sir. e lat. (primatum habui); il gr. ha: «ho acquistato».

Sir 24,10:Per Ben Sira il culto del tempio di Gerusalemme è ancora un'opera della sapienza, sia perché, come l'ordine del mondo, è una espressione della perfezione divina, sia più precisamente perché si trova codificato nella legge, che (Sir 24,22s) si identifica con la sapienza.

Sir 24,14:Engaddi: con 2 mss greci, il textus receptus ha: «sulle rive».

Sir 24,15:La sapienza partecipa al culto (Sir 24,10+). Ben Sira la paragona, dopo i diversi profumi naturali, all'incenso liturgico. - gàlbano e storàce sono gommeresine aromatiche, come il mirto; l'ònice è una secrezione di molluschi, impiegata nella fabbricazione dell'incenso.

Sir 24,17:Greco 248 e lat. aggiungono: «[18]io sono la madre del puro amore, del timore, della conoscenza e della degna speranza»; e greco 248: «Sono data ai miei figli da tutta l'eternità, a coloro che sono stati prescelti da lui». Invece dell'ultima frase, lat. mette: «In me vi è ogni grazia di vita e di verità, in me ogni speranza di vita e di forza», glossa di ispirazione cristiana che allude a Gv 14,6 e presuppone l'identificazione della sapienza con il Cristo.

Sir 24,22-32:In BJ vv 23-34. Il discorso della sapienza è finito. L'autore sviluppa ora il tema dell'identità tra sapienza e legge.

Sir 24,22:Greco 248 aggiunge: «[24]Non cessate di essere forti nel Signore, attaccatevi a lui perché vi fortifichi. Il Signore onnipotente è l'unico Dio e non c'è altro salvatore al di fuori di lui».

Sir 24,23(25):In questo v e ss, l'autore pensa al paradiso terrestre e ai suoi quattro fiumi (Gen 2,10s), simboli di fertilità.

Sir 24,25(27):espande... come il Nilo: je'or, sir.; il gr. ha: «brillare... come una luce», 'or.

Sir 24,28(30):Io: è l'autore che entra in scena, continuando a sfruttare l'immagine dei versetti precedenti. Se la sapienza è un largo corso d'acqua che irriga tutto Israele, egli invece ne è un suo rivolo, che innaffia il proprio modesto giardino.

Sir 24,29(31):Per grazia del Signore le acque diventano sempre più abbondanti. Lo scriba diviene un profeta che si rivolge a tutte le generazioni (v 31). L'autore si ispira probabilmente ad analoghe immagini, come quelle di Ez 47,1-12; Is 11,9 ecc. - Lat. applica tutto questo testo alla sapienza personificata, che identifica sempre con il Cristo, aggiungendo: «Penetrerò in tutti gli abissi della terra, visiterò quelli che dormono, illuminerò coloro che sperano nel Signore».