Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Siracide 11


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1La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa,
gli permetterà di sedere tra i grandi.
2Non lodare un uomo per la sua bellezza
e non detestare un uomo per il suo aspetto.
3L'ape è piccola tra gli esseri alati,
ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori.
4Non ti vantare per le vesti che indossi
e non insuperbirti nel giorno della gloria,
poiché stupende sono le opere del Signore,
eppure sono nascoste agli uomini le opere sue.
5Molti sovrani sedettero sulla polvere
e uno sconosciuto cinse il loro diadema.
6Molti potenti furono umiliati profondamente;
uomini illustri furono consegnati in potere altrui.

7Non biasimare prima di avere indagato,
prima rifletti e quindi condanna.
8Non rispondere prima di avere ascoltato,
in mezzo ai discorsi non intrometterti.
9Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare,
non immischiarti nelle liti dei peccatori.
10Figlio, la tua attività non abbracci troppe cose;
se esageri, non sarai esente da colpa;
anche se corri, non arriverai
e non riuscirai a scampare con la fuga.
11C'è chi lavora, fatica e si affanna:
eppure resta tanto più indietro.

12C'è chi è debole e ha bisogno di soccorso,
chi è privo di beni e ricco di miseria:
eppure il Signore lo guarda con benevolenza,
lo solleva dalla sua bassezza
13e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne sono
stupiti.
14Bene e male, vita e morte,
povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore.
15Sapienza, senno e conoscenza della legge vengono dal
Signore;
carità e rettitudine sono dono del Signore.
16Errore e tenebre sono per gli empi
e il male resta per i malvagi.
17Il dono del Signore è assicurato ai pii
e il suo favore li rende felici per sempre.
18C'è chi è ricco a forza di attenzione e di risparmio;
ed ecco la parte della sua ricompensa:
19mentre dice: "Ho trovato riposo;
ora mi godrò i miei beni",
non sa quanto tempo ancora trascorrerà;
lascerà tutto ad altri e morirà.
20Sta' fermo al tuo impegno e fanne la tua vita,
invecchia compiendo il tuo lavoro.
21Non ammirare le opere del peccatore,
confida nel Signore e persevera nella fatica,
perché è facile per il Signore
arricchire un povero all'improvviso.
22La benedizione del Signore è la ricompensa del pio;
in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.
23Non dire: "Di che cosa ho bisogno
e di quali beni disporrò d'ora innanzi?".
24Non dire: "Ho quanto mi occorre;
che cosa potrà ormai capitarmi di male?".
25Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura;
nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.
26È facile per il Signore nel giorno della morte
rendere all'uomo secondo la sua condotta.
27L'infelicità di un'ora fa dimenticare il benessere;
alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.
28Prima della fine non chiamare nessuno beato;
un uomo si conosce veramente alla fine.

29Non portare in casa qualsiasi persona,
perché sono molte le insidie del fraudolento.
30Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del
superbo;
come una spia egli attende la tua caduta.
31Cambiando il bene in male tende insidie,
troverà difetti anche nelle cose migliori.
32Con una scintilla di fuoco si riempie il braciere,
il peccatore sta in agguato per spargere sangue.
33Guàrdati dal malvagio, poiché egli il male prepara,
che non contamini per sempre anche te.
34Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa
e ti renderà estraneo ai tuoi.

Note:

Sir 11,4:Con volg.; BJ omette 4a; l'ebr. ha: «Non ti burlare del povero, non schernire chi soffre». - le opere del Signore... sono nascoste: cioè invisibili e imprevedibili. Un colpo di destino può capovolgere tutte le situazioni (cf. Sal 113,7s; 1Sam 2,8; Gb 12,17-19). Le massime che seguono illustrano questa affermazione.

Sir 11,5:Si può anche interpretare: «sono stati messi sul selciato» (dopo aver regnato); il parallelismo sarebbe allora antitetico, ma l'ebr. legge: «molte persone di poco conto si sono assise sul trono», appoggiando l'interpretazione proposta.

Sir 11,10:L'ebr. ha: «Se non corri non arriverai, se non cerchi non troverai».

Sir 11,14:Ebr., greco 248, lat. e sir. aggiungono i vv 15-16, non ripresi da BJ.

Sir 11,17:ai pii: così il greco traduce l'ebr. «giusti», come in v 22; Sir 12,2; Sir 13,17 .

Sir 11,19:Ci si domanda se Gesù non si è ispirato a questo versetto per la parabola di Lc 12,16-21 (notare soprattutto il v 19). E' la stessa idea dell'inutilità dei beni accumulati con fatica, il cui proprietario se ne trova privato il giorno della morte.

Sir 11,20:tuo impegno, o alla lettera «tua alleanza»: con gr.; l'ebr. legge: «nel tuo decreto». - fanne la tua vita: conget.; l'ebr. legge: «mettivi la tua gioia» (cf. Qo 2,24; Qo 3,13); BJ traduce: «òccupati in esso».

Sir 11,25:O forse: «Si dimenticano i mali (che possono sopraggiungere)... Non ci si ricorda della felicità (che si può ricevere)». Applicato così all'avvenire, questo versetto è più conforme al contesto. L'interpretazione sembra tuttavia meno probabile.

Sir 11,28:alla fine: con l'ebr.; il gr. ha: «nei suoi figli». - I vv 26-28 esprimono la fiducia con cui l'autore attende, nel giorno della morte, un giudizio nel quale saranno manifestati i meriti e le colpe (cf. Sir 7,36). Ma non si ferma a parlare della retribuzione, né a precisare se sarà eterna.

Sir 11,30:L'ebr. ha: «come un lupo, sta in agguato per dilaniare». Come un uccello, posto quale richiamo in una trappola, il cuore dell'orgoglioso attira il prossimo nei tranelli del peccato.