Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Siracide 14


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1Beato l'uomo che non ha peccato con le parole
e non è tormentato dal rimorso dei peccati.
2Beato chi non ha nulla da rimproverarsi
e chi non ha perduto la sua speranza.
3A un uomo gretto non conviene la ricchezza,
a che servono gli averi a un uomo avaro?
4Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri,
con i suoi beni faran festa gli estranei.
5Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono?
Non sa godere delle sue ricchezze.
6Nessuno è peggiore di chi tormenta se stesso;
questa è la ricompensa della sua malizia.
7Se fa il bene, lo fa per distrazione;
ma alla fine mostrerà la sua malizia.
8È malvagio l'uomo dall'occhio invidioso;
volge altrove lo sguardo e disprezza la vita altrui.
9L'occhio dell'avaro non si accontenta di una parte,
l'insana cupidigia inaridisce l'anima sua.
10Un occhio cattivo è invidioso anche del pane
e sulla sua tavola esso manca.
11Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene
e presenta al Signore le offerte dovute.
12Ricòrdati che la morte non tarderà
e il decreto degli inferi non t'è stato rivelato.
13Prima di morire fa' del bene all'amico,
secondo le tue possibilità sii con lui generoso.
14Non privarti di un giorno felice;
non ti sfugga alcuna parte di un buon desiderio.
15Forse non lascerai a un altro le tue sostanze
e le tue fatiche per esser divise fra gli eredi?
16Regala e accetta regali, distrai l'anima tua,
perché negli inferi non c'è gioia da ricercare.
17Ogni corpo invecchia come un abito,
è una legge da sempre: "Certo si muore!".
18Come foglie verdi su un albero frondoso:
le une lascia cadere, altre ne fa spuntare,
lo stesso avviene per le generazioni di carne e di sangue:
le une muoiono, altre ne nascono.
19Ogni opera corruttibile scompare;
chi la compie se ne andrà con essa.

20Beato l'uomo che medita sulla sapienza
e ragiona con l'intelligenza,
21e considera nel cuore le sue vie:
ne penetrerà con la mente i segreti.
22La insegue come uno che segue una pista,
si apposta sui suoi sentieri.
23Egli spia alle sue finestre
e starà ad ascoltare alla sua porta.
24Fa sosta vicino alla sua casa
e fisserà un chiodo nelle sue pareti;
25alzerà la propria tenda presso di essa
e si riparerà in un rifugio di benessere;
26metterà i propri figli sotto la sua protezione
e sotto i suoi rami soggiornerà;
27da essa sarà protetto contro il caldo,
egli abiterà all'ombra della sua gloria.

Note:

Sir 14,1:che non ha peccato, lett.: «che non ha inciampato». - Molti salmi cantano così la felicità dei cuori puri (cf. Sal 1; Sal 32; Sal 41; Sal 119; Sal 128), in opposizione ai «felici» di questo mondo. E' già l'annunzio delle beatitudini evangeliche (Mt 5,1-12).

Sir 14,8:Non guarda coloro che hanno bisogno del suo aiuto.

Sir 14,9:cupidigia: conget.; alla lettera «l'occhio cattivo»; il gr. ha: «l'iniquità malvagia» (confusione tra `ajin e `awon, ma il testo ebr. che noi abbiamo è diverso).

Sir 14,12:il decreto degli inferi: probabilmente quello che fissa la data della morte (cf. Is 28,15; Is 28,18).

Sir 14,19:L'ebr. legge: «Tutte le azioni dell'uomo sono votate alla corruzione e l'opera delle sue mani lo seguirà», cioè lo seguirà nella corruzione. Ap 14,13 traspone questa idea: le opere seguono l'uomo nello splendore della nuova vita. Riflessioni per Qoèlet motivo di meraviglia e anche di scandalo, ma Ben Sira non vi vede che una lezione di distacco.

Sir 14,21:Cf. Sal 119 , in particolare i vv 15.23.148 sulla felicità che dà la meditazione della legge. Qui l'oggetto di studio è la sapienza, che si scopre soprattutto nei proverbi e nei detti dei saggi.

Sir 14,24:Per fissarvi anche la sua tenda. - Diverse immagini sono usate per caratterizzare la ricerca della sapienza: quella del cacciatore che la insegue, della spia che cerca di carpire le sue parole, del viandante che si accampa alla sua ombra.

Sir 14,27:Questa gloria (ebr. «rifugio») indica forse la nube che manifestava la presenza di Jahve (cf. Es 16,10; Es 24,16+). E la shekinah («presenza») della letteratura rabbinica.