Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Ecclesiasticus 30


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Qui diligit filium suum assiduat illi flagella,
ut lætetur in novissimo suo,
et non palpet proximorum ostia.
1 Colui che ama lo figliuolo suo, continua [a lui] le battiture, acciò che finalmente s'allegri, e non vada palpando li usci de' vicini.
2 Qui docet filium suum laudabitur in illo,
et in medio domesticorum in illo gloriabitur.
2 Colui che ammaestra il suo figliuolo, s' allegrerà in lui, e glorierassi in esso in mezzo delli suoi domestici.
3 Qui docet filium suum in zelum mittit inimicum,
et in medio amicorum gloriabitur in illo.
3 Colui che ammaestra il figliuolo suo, in zelo perde il nimico, e in mezzo delli amici si glorierà in colui.
4 Mortuus est pater ejus, et quasi non est mortuus :
similem enim reliquit sibi post se.
4 Morto è il padre suo, ed è sì come egli non fusse morto; però ch' egli lasciò somigliante a sè dopo sè.
5 In vita sua vidit, et lætatus est in illo :
in obitu suo non est contristatus,
nec confusus est coram inimicis :
5 In vita sua cotale il vide, e allegrossi in lui; e nella morte sua non si contristoe, nè si confondeo dinanzi dalli nimici.
6 reliquit enim defensorem domus contra inimicos,
et amicis reddentem gratiam.
6 Egli lasciò il difenditore della sua casa contro alli nimici, e lascioe chi rendesse grazia agli amici.
7 Pro animabus filiorum colligabit vulnera sua,
et super omnem vocem turbabuntur viscera ejus.
7 Egli legherae le ferite sue per l'anime dei figliuoli; e le sue interiore si turberanno sopra ogni voce.
8 Equus indomitus evadit durus,
et filius remissus evadet præceps.
8 Il cavallo non domato riesce duro; il figliuolo non castigato riesce ruinoso.
9 Lacta filium, et paventem te faciet :
lude cum eo, et contristabit te.
9 Latta il figliuolo; ello ti farae pauroso; scherza con lui, ed egli ti contristerae
10 Non corrideas illi, ne doleas,
et in novissimo obstupescent dentes tui.
10 Non ridere insieme con lui, nè anco ti dogli, acciò che nella fine i tuoi denti siano stupefatti.
11 Non des illi potestatem in juventute,
et ne despicias cogitatus illius.
11 E non li dare signoria nella sua gioventudine, e non disprezzare li suoi pensieri.
12 Curva cervicem ejus in juventute,
et tunde latera ejus dum infans est,
ne forte induret, et non credat tibi,
et erit tibi dolor animæ.
12 China il suo collo nella sua giovinezza, e battigli i lati suoi infino ch' egli è fanciullo, acciò che per ventura non induri, e non creda a te, e sia dolore dell' anima tua.
13 Doce filium tuum, et operare in illo,
ne in turpitudinem illius offendas.
13 Ammaestra lo figliuolo tuo, ed esèrcitalo e provalo, acciò che tu non sia offeso nelle sue brutture.
14 Melior est pauper sanus, et fortis viribus,
quam dives imbecillis et flagellatus malitia.
14 Meglio è il povero sano e forte nelle sue forze, che il ricco debile e rotto nella sua malizia.
15 Salus animæ in sanctitate justitiæ
melior est omni auro et argento :
et corpus validum quam census immensus.
15 La salute dell' anima è nella santitade e giustizia, ed è migliore che ogni oro e argento; e il corpo (sano e) vigoroso sì è meglio che ismisurata rendita.
16 Non est census super censum salutis corporis,
et non est oblectamentum super cordis gaudium.
16 E non è rendita sopra la sanitade del corpo; e non è dilettazione sopra il gaudio del cuore.
17 Melior est mors quam vita amara,
et requies æterna quam languor perseverans.
17 Meglio è la morte, che l'amara vita; meglio è lo riposo eterno, che la infermitade perseverante.
18 Bona abscondita in ore clauso,
quasi appositiones epularum circumpositæ sepulchro.
18 Li beni nascosi nella chiusa bocca sono come le vivande messe alla sepoltura.
19 Quid proderit libatio idolo ?
nec enim manducabit, nec odorabit.
19 Che gioverà lo gustare all' idolo? egli non mangia, e non odora.
20 Sic qui effugatur a Domino,
portans mercedes iniquitatis :
20 Così è colui che è cacciato dal Signore, portante seco li meriti della iniquitade;
21 videns oculis et ingemiscens,
sicut spado complectens virginem, et suspirans.
21 che vede cogli occhi e piagne, sì come lo castrato abbracciante vergine, e sospirante.
22 Tristitiam non des animæ tuæ,
et non affligas temetipsum in consilio tuo.
22 Non dare tristizia all' anima tua, e non affligere te nello consiglio tuo.
23 Jucunditas cordis, hæc est vita hominis,
et thesaurus sine defectione sanctitatis :
et exsultatio viri est longævitas.
23 La gioconditade del cuore, questa è la vita dell' uomo, e il tesoro sanza difetto [di santità]; e l'allegrezza dell' uomo si è il lungo vivere.
24 Miserere animæ tuæ placens Deo, et contine :
congrega cor tuum in sanctitate ejus,
et tristitiam longe repelle a te.
24 Abbi misericordia dell' anima tua piacendo a Dio, e contienti; e ricogli il cuore tuo in la sua santitade, e caccia di lunga da te la tristizia.
25 Multos enim occidit tristitia,
et non est utilitas in illa.
25 Però che molti n' ha ucciso la tristizia, e non è utilitade in quella.
26 Zelus et iracundia minuunt dies,
et ante tempus senectam adducet cogitatus.
26 La gelosia e la iracundia diminuiscono lindì, e il pensiero aggiugne vecchiezza inanzi il tempo.
27 Splendidum cor et bonum in epulis est :
epulæ enim illius diligenter fiunt.
27 Il cuore buono e splendente è nelli mangiari a tavola; le vivande sue sono fatte diligentemente.