Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 7


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Stefano avuta la permissione di rispondere, dice molte cose intorno all'alleanza di Dio con Abramo, e co' suoi discendenti; di Mosè, e dell'uscita de' figliuoli d'Israele dall'Egitto, e del tabernacolo, e del tempio edificato da Salomone, riprendendo i Giudei per avere ed essi, e i padri loro resistito allo Spirito Santo. Dicendo poi, che vedeva Gesù sedente alla destra di Dio, egli è lapidato, deponendo i testimoni e le vesti loro ai piedi di Saulo. Egli prega per coloro, che lo lapidavano.

1Disse adunque il principe de' sacerdoti: queste cose stanno elleno così?2Ma egli disse: Uomini fratelli, e padri udite: il Dio della gloria apparì al padre nostro Abramo, mentre era nella Mesopotamia, prima che abitasse in Charran,3E disselli: Parti dalla tua terra, e dalla tua parentela, e vieni in quel paese, che io ti mostrerò.4Allora esci dalla terra de' Caldei, e abitò in Charran. E di là, morto che fu suo padre, trasportollo (Dio) in questo paese, dove ora voi abitate.5E non gli diede di esso in proprietà nemmen tanto da posare il piede: ma gli promise di farne padrone lui, e la sua discendenza dopo di lui, non avendo egli prole.6E Dio gli disse, che la discendenza di lui sarebbe pellegrina in paese altrui, e la avrebbero posta in ischiavitù, e sarebbe maltrattata per quattrocento anni:7E la nazione, di cui sarà stata schiava, la giudicherò io, disse il Signore: e dopo queste cose usciranno, e serviranno a me in questo luogo.8E diedegli l'alleanza della circoncisione: e così egli generò Isacco, e lo circoncise l'ottavo giorno: e Isacco Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi.9I patriarchi poi per invidia venderon Giuseppe, onde fu condotto in Egitto: ma Dio era con lui:10Ed egli lo cavò fuora di tutto le sue tribolazioni: e diedegli grazia, e sapienza dinanzi a Faraone re d'Egitto, onde lo costituì soprintendente dell'Egitto, e di tutta la sua casa.11Venne di poi la fame sopra tutto l'Egitto, e nella Chananea, e miseria grande: e i padri nostri non trovavano da mangiare.12E avendo udito Giacobbe, che vi era del grano in Egitto, mandò da prima i padri nostri:13E la seconda volta fu riconosciuto Giuseppe da' suoi fratelli, e si rese nota a Faraone la stirpe di lui.14E Giuseppe mandò a chiamare il padre suo Giacobbe, e tutta la sua famiglia di settantacinque anime.15E andò Giacobbe in Egitto, e morì egli, e i padri nostri.16E furon trasportati a Sichem, eposti nel sepolcro comperato da Abramo a prezzo di denaro da' figliuoli di Emmor figliuolo di Sichem.17Ma avvicinandosi il tempo della promessa giurata da Dio ad Abramo, crebbe, e multiplicò, il popolo nell'Egitto,18Sino a tantoché venne un altro re dell'Egitto, il quale non sapeva nulla di Giuseppe.19Questi usando astuzie contro la nostra stirpe, maltrattò i padri nostri di modo, cha esponessero i proprj figli, perché non si propagassero.20Nello stesso tempo nacque Mosè, ed era caro a Dio, il quale fu nudrito per tre mesi nella casa di suo padre.21E quando fu esposto, lo raccolse la figliuola di Faraone, e se lo allevò come figliuolo.22E fu addottrinato Mosè in tutta la sapienza degli Egiziani, ed era potente in parole, e in opere.23Compiuta poi che ebbe l'età di quarant' anni, gli entrò in cuore di visitare i suoi fratelli, i figliuoli d'Israello.24E vedutone uno, che veniva maltrattato, prestogli aiuto: e fece le vendette dell'oppresso, avendo ucciso l'Egiziano.25Ed egli si pensava, che i suoi fratelli intenderebbero, come Dio per mano di lui dava loro la salute: ma essi non l'intesero.26Il dì seguente si fece vedere ad essi, mentre altercavano: e gli esortava alla pace, dicendo: O uomini, voi siete fratelli perché vi fate del male l'un all'altro?27Ma colui, che faceva ingiuria al prossimo, lo rispinse, dicendo: Chi ti ha costituito principe, e giudice sopra di noi?28Vuoi tu forse uccidermi, come uccidesti jeri l'Egiziano?29A questa parola fuggì Mosè: e stette pellegrino nella terra di Madiàn, dove generò due figliuoli.30E passati quaranta anni gli apparì nel deserto del monte Sina l'Angelo nel fuoco fiammante di un roveto.31Veduto ciò si stupì Mosè della apparizione: e accostandosi egli per osservare, udì una voce del Signore, che dissegli:32Io sono il Dio de' padri tuoi, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Atterrito Mosè non ardiva di osservare.33Ma il Signore gli disse: Cavati da' tuoi piedi le scarpe: perché il luogo, dove stai, è terra santa.34Ho veduto, ho veduto l'afflizione del popolo mio, che è in Egitto, e ho uditi i loro gemiti, e sono disceso per liberargli. Ora vieni, e ti manderò in Egitto.35Questo Mosè, cui rifiutarono col dire: Chi ti ha costituito principe, e giudice? questo e principe, e liberatore mandollo Iddio per ministero dell'Angelo, che gli apparì nel roveto.36Questi li trasse fuori, avendo fatto segni, e prodigj nella terra di Egitto, e nel mare rosso, e nel deserto per quaranta anni.37Questi è quel Mosè, che disse a' figliuoli d'Israele: Dio susciterà a voi un profeta del numero de' vostri fratelli, come me, lui ascolterete.38Questi è, che fu colla adunanza del popolo nel deserto coll' Angelo, che gli parlava nel monte Sina, e con i padri nostri: e ricevette le parole di vita per darle a noi,39Al quale non vollero essere ubbidienti i padri nostri: ma lo rigettarono e si rivolsero co' loro cuori all'Egitto,40Dicendo ad Aronne: Fa' a noi degli dei, i quali ci vadano innanzi: perchè di quel Mosè, che ci ha tratti dalla terra di Egitto, non sappiam quel, che ne sia stato.41E fecer di que' giorni un vitello, e offerirono sagrifizio a un simolacro, e si rallegrarono delle opere delle lor mani.42Ma Dio da lor si rivolse, egli diede a servire alla milizia del cielo, come sta scritto nel libro de' profeti: Mi avete voi forse offerto vittime, e ostie per quaranta anni nel deserto o casa d'Israele?43Ma voi avete portato il padiglione di Moloch, e l'astro del vostro Dio Rempham, figure fatte da voi per adorarle. E io vi trasporterò di là da Babilonia.44Ebbero i padri nostri il tabernacolo del testimonio nel deserto, conforme aveva ordinato Dio, dicendo a Mosè, che lo facesse secondo il modello, che avea veduto.45Il quale ricevuto di mano in mano lo condusser seco i padri nostri con Gesù a prender possesso delle nazioni, le quali andò Dio scacciando dal cospetto dei padri nostri sino ai giorni di Davidde.46Il quale trovò grazia davanti a Dio, e pregò di trovare un tabernacolo pel Dio di Giacobbe.47Salomone poi edificò casa per esso.48Ma non abita in templi manofatti l'Eccelso, come dice il profeta:49Il cielo è mio trono: e la terra sgabello a' miei piedi. Qual sorta di casa mi edificherete, dice il Signore? O qual sarà il luogo del mio riposo?50Non ha ella fatto la mano mia tutte queste cose?51Duri di cervice, e incirconcisi di cuore, e di adito, voi sempre resistete allo Spirito santo, come i padri vostri, così anche voi.52Qual de' profeti non perseguitarono i padri vostri? E ucciser coloro, de predicevano la venuta del Giusto, di cui voi siete stati adesso i traditori, e gli omicidi:53I quali avete ricevuto la legge per ministero degli Angeli, e non l'avete osservata.54All'udir tali cose si rodevano nei loro cuori, e digrignavano i denti contro di lui.55Ma egli pieno essendo di Spirito santo, fiso mirando il cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù stante alla destra di Dio. E disse: Ecco che io veggo aperti i cieli, e il Figliuolo dell'uomo stante alla destra di Dio.56Ma quegli alzando le grida, si turaron le orecchie, e tutti riaccordo gli corsero addosso con furia.57E cacciatolo fuora della città lo lapidavano: e i testimoni posarono le loro vesti ai piedi di un giovanotto chiamato Saulo.58E lapidavano Stefano, il quale orava, e diceva: Signore Gesù, ricevi il mio spirito.59E piegate le ginocchia, gridò ad alta voce, dicendo: Signore, non imputar loro questa cosa a peccato. E detto questo si addormentò nel Signore. E Saulo era consenziente alla morte di lui.

Note:

7,2:Ma egli disse: ec. Stefano era stato accusato e di avere detto male di Mosè, e di aver predetta la distruzione del tempio. Per dimostrare la vanità di tali accuse egli tesse in ristretto una magnifica storia della religione Giudaica, nella quale fa vedere: primo, che egli non ha offeso il rispetto dovuto a Mosè, con predicare Gesù Cristo, mentre questi è quel Profeta promesso dallo stesso Mosè, e aspettato dalla nazione, e di cui lo stesso Mosè avea ordinato, che si ascoltassero, e si eseguissero gl'insegnamenti; in secondo luogo, che la religione non è stata mai ristretta nè al tabernacolo, nè al tempio; e finalmente che gli Ebrei, se con equità, e giustizia disaminano se stessi, e riguardano, quali siano stati verso Dio, e verso lo stesso Mosè, egli altri profeti mandati da Dio, niuna ragione troveranno di preferirsi alle nazioni jdolatre.
Uomini fratelli, e padri, ec. Rivolge il suo discorso in primo luogo a tutto il popolo, e dice fratelli, rammentando loro come egli era unito con essi, non tanto per la comune origine da Abramo, ma molto più per la comunione della stessa legge, e pel culto, e per la fede nello stesso Dio, e per la partecipazione delle medesime promesse. In secondo luogo si indirizza a' senatori, e ai capi della nazione, che li eran dappresso.
Il Dio della gloria. Quel Dio, che è fonte, e cagione di tutta la gloria, che possano avere gli Angeli, e gli uomini. Con queste sole parole distrugge la calunnia appostagli, come se bestemmiato avesse non solo contro Mosè, ma anche contro Dio medesimo, cap. VI. II.
Apparì al padre nostro Abramo. Questa apparizione non è almen così chiaramente registrata nella Genesi (dove si ha l'apparizione di Dio ad Abramo per farlo uscire di Charran dopo la morte di Thare); ma erasi con servata nella tradizione. Comincia s. Stefano da Abramo, perchè questi era stato il primo padre, e patriarca degli Ebrei, e il primo, cui fosse promesso il Cristo che dovea nascere della sua stirpe.
Mentre era nella Mesopotamia, ec. Nella Genesi,Ur patria di Abramo si dice, che era nella Caldea; ma la Caldea stendeasi anche nella Mesopotamia, onde non v' ha discrepanza tra Mosè, e Stefano. Prima che abitasse in Charran. Charran, ovvero Carre città anch'essa della Mesopotamia verso la terra di Chanaan, nella qual città dimorò Abramo alcuni anni, Gen. XI. 32.

7,5:E non gli diede di esso in proprietà ec. Iddio (dice Stefano) non fece padrone Abramo nemmen d'un palmo di questa terra, della quale voi vi gloriate di essere possessori, benchè gliela avesse promessa; e quello, che è più, l'avea promessa a lui, e alla sua discendenza in tempo, che egli non avea figliuoli, e non avea quasi più speranza di averne. Così fece Dio prova della fede di Abramo, il quale credette a Dio, e fu beato non per la possessione di questa terra, ma bensì per la sua fede. Così viene s. Stefano a insinuar di passaggio, che anche i discendenti di Abramo non avranno nè salute, nè felicità se non mediante la fede.

7,6:In paese altrui... per quattrocento anni. E nella terra di Chanaan, e nell'Egitto abitarono e Abramo, e la sua discendenza come forestieri, e pellegrini. Questo numero di 400 anni si ha anche dalla Genesi, cap. XV., 13.; ma nell'Esodo, cap. XII. 41.,e nell'epistola a' Galati, cap. III.17., si notano 430 anni. Questa differenza nasce dalle differenti epoche, che si prendono in questi diversi luoghi per computare gli anni sino all'uscita dall'Egitto. Imperocchè se si comincia a contare dall'ingresso di Abramo nella terra di Chanaan, sono anni 430 sino alla liberazione dall'Egitto; se poi si conti dalla nascita di Isacco (in cui fu stabilita da Dio la discendenza di Abramo, Gen. XXI. 12.), sono anni quattrocento cinque. E questo ci basti di aver detto intorno a una difficoltà, nello scioglimento della quale in diverse opinioni sono divisi gl'Interpreti.

7,7:La giudicherò io. La punirò con flagelli straordinari, inusitati, e tali, che faccian fede e della potenza mia, e della costante protezione, con la quale difendo il mio popolo.

7,8:E diedegli l'alleanza della circoncisione: ec. Perchè non si creda, che l'ubbidienza prestata al patto della circoncisione fosse in qualche modo cagione delle grandiose promesse fatte ad Abramo, e alla sua discendenza, nota Stefano, che la circoncisione fu come il sigillo, e il pegno delle stesse anteriori promesse, in virtù delle quali ancora venne al mondo Isacco, figura della grazia gratuitamente concessa mediante il Vangelo.

7,9:Ma Dio era con lui. Quasi voglia dire s. Stefano, non essere cosa nuova nello stesso popol di Dio la persecuzione, e l'odio delle persone allo stesso Dio più care.

7,14:Di settantacinque anime. Questo numero concorda con la Genesi, cap. XLVI. 27., secondo la versione Greca dei LXX., della quale servendosi in que' tempi comunemente gli Ebrei, non è perciò meraviglia, se secondo la stessa versione conti s. Stefano settantacinque persone. Imperocchè alle 70 del testo Ebreo aggiunge la Greca versione Machir figliuolo di Manasse, Galaad figliuolo di Machir, Sutalaam, e Thaam figliuoli di Ephraim, ed Eden, (ovvero Eren ) figliuolo di Sutalaam, la qual giunta è presa dal cap. XXVI. de' Numeri.

7,16:Nel sepolcro comperato da Abramo ... da' figliuoli di Emmor figliuolo di Sichem. Non volendo mettere la mano, come arditamente (per non dir altro ) fanno taluni, nel testo sagro, e mutare a capriccio quello, che non si intende, bisogna dire, che la compera, della quale si parla in questo luogo, sia quella di cui fassi men zione nella Genesi cap. XXIII., compera fatta da Abramo, e non di quella rammemorata nel cap. XXIII. fatta da Giacobbe, il nome del quale vorrebbero in questo luogo sostituire alcuni in cambio di quello di Abramo. Parla s. Stefano di una compera di sepolcro, e di compera fatta con denaro effettivo. La compera di Giacobbe fu di un campo per alzarvi un altare, e il prezzo fu di cento agnelli. Una difficoltà vi resta da sciogliere, ed è, che Abramo comperò da Ephron figliuolo di Seor, dove Stefano dice, questo sepolcro essere stato comperato da' figliuoli di Emmor. A questo rispondesi che il Padre di Ephron potè avere due nomi, e chiamarsi e Seor, ed Emmor, e quel Sichem, di cui qui si dice, che Emmor era figliuolo, è differente dall'altro Sichem, di cui si parla nella Genesi, cap. XXIII. Ma dicendosi nel libro di Giosuè, cap. XXIV. 32., che le ossa di Giuseppe furono sepolte in Sichem in quel campo, che Giacobbe comperò da' figliuoli di Emmor, converrà dire, che in quel primo luogo comperato da Abramo sepolti fossero i fratelli di Giuseppe, e nell'altro il solo Giuseppe.

7,17:Il tempo della promessa ec. Il termine dei 400 anni, dopo i quali gli Ebrei dovevano entrare nella terra di Chanaan secondo le promesse fatte da Dio ad Abramo, e confermate con giuramento. Vedi Gen. XXII.

7,19:Usando astuzie contro la nostra stirpe. Stefano ha in vista le parole di Faraone: Venite, opprimiamo costoro con saviezza, Exod. I. 10.
Di modo, che esponessero ec. Facendo finalmente questo tiranno guerra manifesta agli Ebrei, li costrinse ad e sporre i propri figliuoli, per sottrargli alle spade de' carnefici, con che a poco a poco dovea venire ad estinguersi la nazione.

7,22:Fu addottrinato Mosè in tutta la sapienza degli Egiziani, ec. Fu grande per molti secoli la riputazione degli Egiziani nelle scienze, e nelle arti.

7,23:Gli entrò in cuore di visitare ec. Mosè sapeva la sua origine, ma era stato allevato tra le grandezze, e le de lizie della corte: tra' suoi fratelli non vedeva se non oggetti di afflizione, e di dolore. Con tutto questo (dice l'Apostolo) ricusando di essere figliuolo della figlia di Faraone, volle piuttosto aver parte all'afflizione del popol di Dio, maggior ricchezza stimando gli obbrobri di Cristo, che i tesori dell'Egitto; conciossiachè avea in vista la ricompensa, Heb. XI. 24. 25. 26.

7,24:Fece le vendette ec. Mosè in questo fatto fu condotto da particolar movimento dello Spirito del Signore, come osserva s. Agost. q. II. in Exod. Dio avea destinato Mosè ad essere il liberatore del suo popolo dalla tirannia degli Egiziani, e s. Stefano nel versetto seguente insinua chiaramente, che Dio infondendo nel cuor di Mosè l'ar dire di spargere con tanto suo risico il sangue dell'Egiziano per salvare uno dei suoi fratelli, avea voluto far intendere agli Ebrei, come per mano di lui voleva dar salute al suo popolo, avvicinandosi già il tempo prefisso alla loro liberazione; ed essendo probabilmente non ignoto agli stessi Ebrei, in qual modo avea Dio non solamente salvato quest'uomo dalle acque, ma condottolo nella stessa corte di Faraone, avea disposto, che fosse per mezzo di una educazione nobile, e generosa renduto idoneo alle grandi cose, che dovevan per lui eseguirsi. Mosè adunque in quest'atto cominciò a esercitare la missione impostagli da Dio, e a far vendetta dell'ingiusta oppressione, sotto la quale da tanto tempo gemevano i suoi fratelli.

7,27:Chi ti ha costituito principe, ec. In tutto questo discorso s. Stefano ponendo in bella veduta la virtù di Mosè, e sopra tutto la sua carità, rappresenta ancora, quanto male fu egli in ogni tempo corrisposto dagli Ebrei; e con questo fa vedere, che egli sa rendere a Mosè l'onore, che gli è dovuto, e distrugge la calunnia di chi lo accusava di far poca stima di quel gran legislatore, e l'accusa ritorce contro gli stessi avversari.

7,29:Nella terra di Madian. Il paese di Madian, dove fuggi Mosè, è quello che è situato sul lido orientale del mar rosso, e non l'altro, che trovasi a levante del mare morto.

7,30:Nel deserto del monte Sina. Il Sina, monte nei deserti di Arabia, quello stesso, dove fu poi data la legge.
L'Angelo. Dicendo Mosè nell'Esodo, che il Signore gli parlò dal roveto, quindi è, che molti Padri e Greci, e anche Latini hanno creduto, che quest' Angelo fosse Gesù Cristo medesimo, cui si dà nella Scrittura il nome di Angelo del gran consiglio. Altri Padri, come s. Agostino, lnanno creduto, che la voce udita da Mosè fosse d'un Angelo spedito da Dio per significare a Mosè la sua volontà.

7,33:Cavati da' tuoi piedi le scarpe: ec. Nella stessa guisa l'Angelo, che apparì a Giosuè, cap. v. 15., gli ordinò di scalzarsi in segno di rispetto, e di umiltà. E quindi venne, che poi stabilito fosse nell'antica legge, che i sacerdoti facesser nel tempio le loro funzioni a piedi scalzi; e siccome era proprio degli schiavi l'andar così scalzi, quindi è, che questo rito veniva a indicare, qual debba essere lo spirito di riverenza, di soggezione, e di timore, e tremore, con cui dee starsi dinanzi al gran Padrone dell'universo, nelle mani del quale sta la vita, e la morte di tutti gli uomini.

7,35:Questo Mosè, cui rifiutarono ... e principe, e liberatore ec. Seguita ad esaltare i benefizi fatti al popolo da Mosè, e la gloria alla quale Dio innalzò questo liberatore, onde più insoffribile apparisca l'ingratitudine degli Ebrei, e viepiu ferma, e infallibile la testimonianza di questo sommo profeta a favore di Gesù Cristo, e finalmente s'intenda, non essere da maravigliarsi, se i figliuoli di coloro, che rigettaron Mosè, rigettino ancora, e per seguitino Gesù Gristo.

7,39:Si rivolsero co' loro cuori all'Egitto. Bramarono di ritornare nell'Egitto, e lontani di là col corpo tenevano i loro cuori rivolti agli dei di quel paese, di mentichi oramai della durissima schiavitù, nella quale aveano dovuto vivere, e ribelli non meno a Dio, che a Mosè.

7,41:E fecero ... un vitello. A imitazione degli Egiziani, i quali aveano per principale divinità il dio Apide.

7,42:Ma Dio da lor si rivolse, e gli diede a servire alla milizia ec. Dio gli abbandonò, e mutatosi di Padre benefico in giudice rigoroso, lasciolli condurre dalle prave lor inclinazioni ad adorare quai numi la milizia del cielo, cioè il sole, la luna, le stelle, vale a dire, che dal culto di un falso dio al culto di molti altri si avanzarono non meno falsi, e bugiardi. Vedi Deut. XVII. 3.
Mi avete voi forse offerto ec. Queste parole del profeta Amos sono simili a quelle del Deuteronomio, cap. XXVII. Immolarono ostie ai demoni, e non a Dio, agli dei, che non conoscevano; come se dicesse Dio agli Ebrei: il vostro cuore essendo tutto rivolto agli dei dell'Egitto, i sacrifizi, che offeriste nel deserto, non erano offerti a me, ma agli idoli, che occultamente adoravate. Imperocchè se il culto di Dio nell'amore di Dio consiste, secondo il detto di Agostino, come mai può avere Dio per offerto a sè quello, che da un cuore procede avverso da lui, e da altro reo amore occupato?

7,43:Avete portato il padiglione di Moloch. Era cosa usitata tra gli idolatri il portare intorno i simulacri dei loro di sotto magnifici padiglioni. Moloch, giusta il sentimento di molti Interpreti, è lo stesso, che Baal. Si dice adunque, che finalmente precipitò Israele in pubblica, e infame idolatria.
E l'astro del vostro dio Rempham. Sopra questo Dio Rempham molte sono, e diverse le opinioni degli Interpreti. La più probabile si è che si intenda Saturno, il di cui pianeta fu adorato dagli Egiziani, e lo adoraro no anche gli Ebrei.

7,44:Ebbero ... il tabernacolo del testimonio. Chiamato anche tabernacolo (ovvero tenda) dell'adunanza, dove Dio soleva parlare al popolo, e fargli intendere la stha volonta, come egli dice nell'Esodo XXX. 42. 43. In esso portavasi l'arca dell'alleanza, così detta, perchè conteneva le tavole della legge. S. Stefano viene qui all'altra parte del suo ragionamento, che risguarda il luogo del pubblico culto; e dimostra, che questo luogo variò senza che la religione variasse, donde ne segue, che ella non è a un certo luogo ristretta.

7,46:E pregò di trovare un tabernacolo. Chiese al Signore di poter edificare una abitazione, e una casa al Dio di Israele.

7,48:Ma non abita ec. La presenza di Dio, che ha per suo proprio attributo l'immensità, non può esser compresa da un tempio materiale. I profeti più volte avean avvertiti gli Ebrei di non porre, come faceano, una eccessiva, e vana fidanza nel loro tempio, e più volte ancora ne avevano predetta la distruzione. Vedi Hierem. cap. VII.

7,51:Duri di cervice, e incirconcisi di cuore ec. Pieno il santo Diacono di uno zelo ardentissimo della salute della sua gente, vedendo, che in vece di umiliarsi, e compungersi de' loro errori si accendevano sempre più d'ira, e di furore contro di lui, lasciata da parte la sua dolcezza, dimostrando, quanto poco caso facesse delle loro minacce, rimprovera loro le antiche, e le nuove scelleratezze, toglie loro la gloria della circoncisione, di cui tanto andavan superbi, mostrando, che se sono circoncisi nella carne, sono incirconcisi di cuore, e di spirito, come tante volte Iddio avea rinfacciato ad essi nelle Scritture (vedi Levit. XXVI. 41. Hie rem. IX. 26. ); nè solamente li confonde cogli idolatri, ma li dichiara peggiori di essi per l'enorme abuso delle grazie divine, e per la loro crudeltà verso i profeti mandati da Dio per la loro conversione e salute; e finalmente per l'orrendo misfatto commesso nella persona del Giusto tradito, e ucciso da essi.
Voi sempre resistete allo Spirito santo. Voi v'opponete, e contraddite allo Spirito del Signore, il quale in tante guise alla penitenza vi invita, e alla conversione. Peggiori figliuoli di genitori perversi.

7,55:Vide la gloria di Dio: ovvero il Dio della gloria. vide Dio nella sua gloria, quanto può vedersi da uomo mortale.
Ecco che io veggo aperti i cieli, e il Figliuolo dell'uomo, stante ec. Vide Gesù Cristo non sedente alla destra della virtù di Dio; ma stante in piedi, quasi per animare, e soccorrere il suo martire nel combattimento.

7,56:Gli corsero addosso. Ne' tempi della loro liberta gli Ebrei avevano un giudizio, che dicevasi giudizio di zelo, e consisteva in lapidare a furia di popolo chiunque sollecitasse la gente alla idolatria. Stefano non era certamente reo di simil delitto, e perciò non senza somma ingiustizia potevano gli Ebrei prendere questa strada per toglierselo davanti, e tanto più, che in questi tempi il diritto di vita, e di morte era stato lor tolto dai Romani; anzi l'audacia, e la tracotanza di questi falsi, e furiosi zelatori fu quella che finalmente stancò la pazienza dei Romani, e fu cagione della rovina della città e del tempio.

7,57:E' cacciatolo fuora della città ec. Quasi temendo, che la città non venisse a contaminarsi collo spargimento del sangue del preteso bestemmiatore. E secondo l'uso la lapidazione facevasi fuori di città.
E i testimoni posarono le loro vesti ec. Quantunque il martirio di Stefano fosse effetto di sollevazione sediziosa, con tutto questo vollero osservare l'antico rito, che i testimoni fossero i primi a scagliar la pietra contro del reo. Vedasi Deuteron. XVII. 7. XIII. 0.
A' piedi di un giovanotto. Si crede, che allora Saulo avesse circa trenta anni. Egli, come dice s. Agostino, stando a custodire le vesti di coloro, che lapidavano s. Stefano, faceva di più, che se avesse tirato de' sassi al santo Martire.

7,59:E' piegate le ginocchia, gridò ad alta voce, ec. Che grandezza d'animo superiore a tutte le forze della natura! Si inginocchia per orare con intenzione ed affetto maggiore, alza la voce per sempre più dimostrare l'ardente affetto di carità e di compassione verso dei suoi inumani fratelli, pe' quali domanda la grazia di conversione; grazia, che egli impetrò per Saulo, e forse anche per altri, non potendo Dio niuna cosa negare a una tal carità.