Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 6


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Elezione de' sette Diaconi, crescendo di dì in d' il numero de' fedeli. Veemenza di Stefano, e suoi miracoli. Contro di lui insorgono moltisimi Giudei, e non potendo convincerlo, procurano di opprimerlo per mezzo di falsi testimonj.

1Or in que' giorni multiplicandosi i discepoli, si querelavano i Greci contro gli Ebrei, perché nel giornaliere ministero non si facesse caso delle loro vedove.2E i dodici convocata la moltitudini de' discepoli, dissero: non è ben fatto, che noi abbandoniamo la parola di Dio per servire alle mense.3Scegliete adunque, o fratelli, tra voi sette uomini di buona riputazione, pieni di Spirito santo, e di sapienza, a' quali diasi da noi l'incumbenza di tali occorrerne.4Noi poi ci occuperemo totalmente all'orazione, e al ministero della parola.5E piacque questo discorso a tutta la moltitudine. Ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito santo, e Filippo, e Procoro, e Nicanore, e Timone, e Parmena, e Nicolao proseliti Antiocheno.6E li condusser davanti agli Apostoli: i quali fatta orazione imposero loro le mani.7E la parola di Dio fruttificava, e moltiplicavasi forte il numero de' discepoli in Gerusalemme: ed anche gran turba di sacerdoti ubbidiva alla fede.8Stefano poi pieno di grazia, e di fortezza faceva prodigj, e segni grandi tral popolo.9Ma si levaron su dalla Sinagoga detta dei Libertini alcuni e Cirenei, o Alessandrini, e uomini della Cilicia, e dell'Asia a disputare con Stefano:10E non potevan resistere alla sapienza, e allo Spirito, che parlava.11Allora mandaron sottomano alcuni, che dicessero di avergli sentito dire parole di bestemmia contro Mosé, e contro Dio.12Mossero pertanto a tumulto la plebe, e i seniori, e gli scribi: e corrigli sopra lo afferrarono, e lo trassero al consiglio.13E produssero de' falsi testimoni, i quali dissero: Costui non rifina di parlare contro il luogo santo, e la legge:14Imperocché gli abbiam sentito dire, che quel Gesù Nazareno distruggerà questo luogo, e cangerà le tradizioni date a noi da Mosé.15E mirandolo fissamente tutti quei, che sedevano nel consiglio, videro la sua faccia, come faccia di un Angelo.

Note:

6,1:Moltiplicandosi i discepoli. Vale a dire i Cristiani, come furono dipoi chiamati quelli che la fede abbracciavano.
Si querelavano i Greci contro gli Ebrei. Alcuni Interpreti hanno creduto, che questi Greci fossero veri Ebrei di origine, ma che dimorasser trai Greci, e non altra lingua parlassero fuori della Greca; e ciò pretendono significarsi dalla voce Ellenisti, di cui si vale s. Luca nel testo originale. E questo è il sentimento de' PP. Greci. Altri, che per questi Greci abbiansi a intendere uomini Gentili di origine, ma divenuti Ebrei di religione, i quali eran chiamati proseliti; e di questi sappiamo grande essere stato il numero in que' tempi.
Perchè nel giornaliero ministero ec. La più probabile spiegazione di queste parole si è, che deputandosi nella Chiesa nascente delle vedove di matura età, e sperimentata prudenza pei ministeri più bassi, come pel servizio de' malati, pel sostentamento de' poveri, e per provvedere ai comuni e particolari bisogni de' fedeli, a questi ministeri eran fino a quel tempo state deputate le vedove Ebree o più pratiche, o come meglio conosciute dagli Apostoli.

6,2:Per servire alle mense. Intendesi con queste parole tutto ciò, che riguarda la cura, e l'amministrazione delle cose temporali, alla quale dicono gli Apostoli non esser lodevole, che impiegasser eglino un tempo, che a miglior uso aveano destinato. E di qui impararono i santi Vescovi, i Basilii, i Gregori, gli Agostini a sgravarsi interamente della amministrazione de' beni temporali della Chiesa, trasmettendone il governo in persone fidate secondo le diverse usanze nelle loro Chiese introdotte. Molti Padri spiegano queste parole per servire alle mense, non solo dell'amministrazione del temporale, e del cibo corporale da provvedere a tutta la comunità, ma ancora del cibo spirituale, e della distribuzione del Corpo, e Sangue del Signore,la quale continuò lungamente ad essere nella Chiesa uno degli uffizi de' diaconi. E benchè santo fosse, e di vino un tale uffizio, preferivano a questo gli Apostoli la predicazione, come anche al battezzare la preferiva l'Apostolo s. Paolo. Vedi la prima ai Corinti.

6,3:Scegliete adunque, ec. Quantunque potesser gli Apostoli di loro autorità scegliere i sette diaconi, ne lasciano alla moltitudine l'elezione, riserbandosi l'autorità di ordinargli, e di assegnare ad essi la parte del ministero, per cui erano creati. In questa forma furono per molti secoli nella Chiesa eletti non solo i primari ministri, ma anche i sacerdoti, e i cherici inferiori, l'approvazione del popolo avendosi in que' tempi per molto conveniente, non solamente secondo la piacevolezza del governo Ecclesiastico, ma anche per onore del ministero, e per una certa caparra della ubbidienza dello stesso popolo. Questa lodevole usanza non fu cangiata, se non dopo che raffredidatasi la carità, e risvegliatasi l'ambizione, e lo spirito di partito, la necessità de' tempi, e il timore dei mali provenienti dalla discordia indussero la Chiesa a cangiar di sistema in questo punto di disciplina.
Sette uomini ec. Questo numero dovea essere bastante per provvedere alle occorrenze della Chiesa di Gerusalemme; nondimeno anche in molte delle più grandi, e antiche Chiese rimase fermo, e invariabile; e la prima di tutte, la Romana, non ebbe più di sette diaconi.
Di buona riputazione, pieni di Spirito santo, e di sapienza, ec. Le doti, che gli Apostoli richiedono in coloro, che debbono essere prescelti pel diaconato, danno insieme un'altissima idea di tal ministero, e della virtù grande, che è necessaria per la santa, e retta, e fedele dispensazione de' beni Ecclesiastici.

6,4:Noi poi ci occuperemo.... all'orazione, e al ministero della parola. Col nome di orazione intendesi qui, primo quello che in oggi da noi si dice l'uffizio di vino, o sia l'orazione pubblica, alla quale adunavasi tutto il popolo, presedendo gli Apostoli, e offerendo essi il sagrifizio: in secondo luogo anche la privata orazione, nella quale impiegavano il tempo, che potevano aver libero dalle laboriose funzioni dell'apostolato, seguitando anche in questo l'esempio del divino loro Maestro, e ad imitazione di lui ritraendosi di tanto in tanto dalla distrazione delle azioni esteriori, benchè lodevoli e sante, nella solitudine del cuore per trattare con Dio e de' propri bisogni, e de' pubblici interessi della sua Chiesa.

6,5:Elessero Stefano, uomo pieno di fede ec. Non si sa, se Stefano, e gli altri, che furono eletti diaconi, fosser del numero dei discepoli di Gesù Cristo, oppur convertiti al Vangelo dagli Apostoli, essendo su questo punto diversi i sentimenti degli antichi Padri. L'istoria del martirio di Stefano ci farà conoscere fino a qual segno egli fosse pieno (come qui si dice) di fede, e di Spirito santo. Di Filippo si fa menzione nel capo ottavo di questa storia, e nel capo ventuno. Eali era di Cesarea della Palestina. Di Procoro, Nicanore, Timone, e Parmena molte cose sono state scritte da autori Greci de' bassi secoli, alle quali come non appoggiate a nissun antico documento non possiamo prestare sicura fede. La Chiesa Latina, e la Chiesa Greca conven gono nell'onorargli col titolo di Martiri. Quanto al diacono Nicolao dalle parole di s. Luca veggiamo, come egli era di origine Gentile, ma avea poi abbracciata la religione Giudaica, e finalmente si era fatto Cristiano; e non ordinaria convien dire, che fosse la sua virtù, mentre per giudizio di tanti Santi ebbe luogo sì onorato nella Chiesa di Dio. Ma se prestisi fede a s. Epifanio, a sì bei principii il fine non corrispose; imperocchè dopo essersi per amor della castità volontariamente separato dalla sua mo glie, tornò dipoi a ripigliarla, e per l'ostinazione di di fendere il proprio errore diede in istrane, e abbominevoli dottrine, le quali furono poi il patrimonio degli Eretici detti Gnostici, e anche Nicolaiti dal nome di questo diacono. Ma s. Clemente d'Alessandria, e s. Agostino dicono, che del nome di Nicolao abusarono indegnamente questi Eretici per dar corso e riputazione alle loro oscenissime, e mostruose invenzioni, sinistramente interpretando qual che suo detto, quantunque ed egli, e un suo figliuolo, e le figlie risplendessero singolarmente per la loro castità.

6,6:Fatta orazione imposer loro le mani. Gli ordinarono pel servizio dell'altare, mediante l'orazione, e la imposizione delle mani, con la quale imposizione davasi ad essi lo Spirito santo, e la grazia per degnamente adempire le funzioni del ministero. Con questo rito venuto a noi sino dagli Apostoli sono stati sempre ordinati nella Chiesa i diaconi. E queste parole di s. Luca dimostrano evidentemente, che i sette diaconi non furono eletti solamente per l'amministrazione del temporale, ma anche pel ministero spirituale, e particolarmente per assistere al sagrifizio dell'altare, e per dispensare il Corpo, e il Sangue del Signore a' fedeli adunati, e anche per portarlo nelle case a quelli che per malattia, o altro non aveano potuto inter venire alla celebrazione de' sagri misteri, come racconta s. Giustino martire apolog. II.

6,7:Gran turba di sacerdoti ubbidiva alla fede. I sacerdoti Giudei erano in grandissimo numero, come si può vedere da Esdra, lib. I. cap. II. 36.; e non vi ha dubbio, che da' tempi di Esdra in poi fossero grandemente moltiplicati.

6,9:Della Sinagoga detta dei Libertini, alcuni e Cirenei, ec. Si parla di una sola Sinagoga frequentata da' Libertini tanto Cirenei, che Alessandrini, e della Cilicia, e dell'Asia. Libertini dicevansi generalmente in questo tempo gli schiavi rimessi in libertà, la condizione dei quali si riputava inferiore a quella di chi non era mai stato in servitù; onde meraviglia non è, se tra le diverse sinagoghe di Gerusalemme una ve n'avea destinata pei Libertini Giudei, i quali erano in grandissimo numero in questi tempi, dopo che i Romani e dalla Palestina, e dall'altre parti dell'oriente condotto aveano a Roma un grandissimo numero di Ebrei fatti schiavi nella guerra, molti de' quali aveano dipoi ricuperata la loro libertà, come vediamo da quello che racconta Tacito nei suoi annali, dove dice, che Tiberio cacciar volendo di Roma la superstizione de' Giudei, quattro mila Libertini di questa nazione mandò in esilio nella Sardegna, e gli altri discacciò dall'Italia. Notisi, che in Gerusalemme non tanto per l'ampiezza della città, ma anche pel concorso degli Ebrei da tutte le parti del mondo, era un grandissimo numero di sinagoghe, cioè fino a 480, volendo ogni nazione avervi la sua. Vedi Lightfoot Hora Hebr. in Matth. proem. XXXVI.

6,10:Non potevan resistere alla sapienza, e allo Spirito, che parlava. Vedesi qui l'adempimento della promessa di Gesù Cristo, il quale detto avea, che darebbe a' predicatori del suo Vangelo lo Spirito del Padre, il quale per bocca di essi parlerebbe con forza tale, che non saprebber resistervi i loro avversari. Vedi Matth. X. 20.

6,11:Parole di bestemmia contro Mosè, e contro Dio. Non vi voleva nulla di più a concitare la moltitudine contro del santo Diacono, che farlo apparir reo di mancanza di rispetto riguardo a Mosè, di cui si vantavano tanto di essere discepoli, e tutto quello che pretendevano aver lui detto contro Mosè, tendeva a ingiuria di Dio medesimo, del quale era Mosè ministro, e ambasciadore. Con tali calunnie procurano di trarre la plebe a opprimere per impeto di falso zelo l'innocente, cui non avrebbero potuto per le ordinarie vie di ragione togliere la vita.

6,14:Distruggerà questo luogo, e cangerà le tradizioni ec. Se è un' empietà il dire, che il tempio debba essere distrutto, Daniele ha predetto la stessa cosa, cap. IX.Vers. 26, e Geremia, cap. XXVI. 6. Quanto alle tradizioni, forse Stefano avea citato il luogo di Malachia, cap. I. 1.I., e altri simili, dove si dice, che in luogo di tanti sagrifizi sarebbesi offerta pel mondo tutto una oblazione monda non da un solo popolo, ma da tutte le genti, le quali dovevano conoscere, e adorare il Signore.

6,15:Come faccia d'un Angelo. Comparve nel volto di lui uno splendore sovrumano e celeste, lampeggiando anche all'esterno qualche raggio della grazia interiore, ond'egli era ripieno.