Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 22


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Paolo per sua difesa racconta per ordine la sua conversione. Gli Ebrei gridano che dee togliersi dal mondo, perchè dice di essere stato mandato da Dio a predicare alle genti. Avendo il tribuno dato ordine, ch'ei fosse flagellato, e messo alla tortura, Paolo si libera col dire, ch'egli è cittadino Romano.

1Uomini fratelli, e padri, udite la mia difesa, la quale io fo adesso dinanzi a voi.2E avendo quelli sentito, che parlava loro in lingua Ebrea, tanto più gli prestaron silenzio.3Ed egli disse: Io sono uomo Giudeo nato in Tarso della Cilicia, ma allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, istruito secondo la verità della paterna legge, zelator della legge, come tutti voi oggi siete:4Il quale ho perseguitato fino a morte questa scuola, legando, e mettendo in prigione uomini, e donne,5Come ne è a me testimone il principe de' sacerdoti, e tutti i seniori, da' quali ricevute lettere per Damasco ai fratelli, io me ne andava per condurli di colà legati in Gerusalemme, perché fosser puniti.6Or avvenne, che, mentre faceva strada, e mi avvicinava a Damasco, di mezzogiorno repentinamente mi folgoreggiò d'intorno una gran luce dal cielo:7E caduto sul suolo, udii una voce, che a me dicea: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?8E io risposi: Chi se' tu, Signore? E dissemi: Io sono Gesù il Nazareno, cui tu perseguiti.9E quelli, che eran meco, vider la luce, ma non sentiron la voce di lui, che meco parlava.10Ed io dissi: Che farò io, o Sgnore? E il Signore mi disse: Alzati, va' in Damasco: e quivi ti sarà parlato di tutto quello, che dei fare.11E non avendo uso degli occhi per cagione del chiarore di quella luce, menato a mano da' compagni giunsi a Damasco.12E un certo Anania, uomo pio secondo la legge, lodato per testimonianza di tutti i Giudei, che ivi dimorano,13Venuto da me, e standomi davanti, disse: Saulo fratello apri gli occhi. E io nello stesso punto lo mirai.14Ed egli disse: il Dio de' padri nostri ti ha preordinato a conoscer la sua volontà, e a vedere il giusto, e a udire la voce della sua bocca:15Conciossiachè sarai testimone a lui presso tutti gli uomini di quelle cose, che hai vedute, e udite.16E ora che aspetti tu? Sorgi, e sii battezzato, e lava i tuoi peccati, invocato il nome di lui.17Ed essendo io ritornato in Gerusalemme mi avvenne, che orando nel tempio, fui rapito fuor di me stesso,18E vidi lui, che a me diceva: spicciati, ed esci presto di Gerusalemme: perché non riceveranno la tua testimonianza riguardo a me.19E io dissi: Signore, eglino sanno, che era io, che metteva in prigione, e batteva per le sinagoghe quelli, che credevano in te:20E mentre spargevasi il sangue di Stefano tuo testimone, io era presente, e consenziente, e custodiva le vesti di coloro, che lo uccidevano.21Ed ei disse a me: va', che io ti spedirò alle nazioni rimote.22E fino a questa parola lo ascoltavano, ma allora alzaron la voce, dicendo: togli dal mondo costui: imperocché non e giusto, ch'ei viva.23E gridando essi, e scagliando via le loro vesti, e gettando la polvere in aria,24Comandò il tribuno, che egli fosse menato negli alloggiamenti, e fosse flagellato, e interrogato affin di scoprire, per qual motivo così gridassero contro di lui.25E legato che l'ebbero con corregge, disse Paolo al centurione, che gli stava davanti: è egli lecito a voi di flagellare un uomo romano non condannato?26La qual cosa avendo udita, il centurione andò dal tribuno, e diegliene avviso, dicendo: che è quello, che tu sei per fare? mentre quest'uomo è cittadino Romano.27E portatosi da lui il tribuno, gii disse: dimmi, sei tu Romano? Ed egli disse: sì veramente.28E il tribuno rispose: io a caro prezzo ho ottenuto questa cittadinanza. E Paolo disse: io poi tale anche sono nato.29Subito adunque si ritiraron da lui quelli, che stavan per batterlo. E lo stesso tribuno ebbe paura, dopo che seppe esser lui cittadino Romano, anche perché lo aveva legato.30E il dì seguente volendo cerziorarsi del motivo, per cui fosse accusato da' Giudei, lo disciolse, e ordinò, che si adunassero i sacerdoti, e tutto il sinedrio, e menato fuora Paolo, lo pose loro dinanzi.

Note:

22,1:Uomini fratelli, e padri. S. Paolo oltre il nome di fratelli aggiunge quello di padri per rispetto de' senatori, dei sacerdoti, e altri, che erano in dignità.

22,3:Allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, istruito secondo ec. Tutte queste particolarità della sua vita importavano moltissimo alla causa dell'Apostolo, perchè fanno conoscere, che non poteva senza qualche grande ragione essere avvenuta la mutazione, che in lui scorgevano. Dice di essere stato allevato in Gerusalemme, sede della religione non meno, che degli studi; di avere avuto per maestro Gamaliele, uomo celebratissimo, e notissimo a tutti i Giudei; che non solamente ha studiato da lui la legge, ma la ha studiata secondo i principi e le massime di quella scuola, che era riputata come la più esatta, e la più scrupolosa nella interpretazione della medesima legge: vale a dire della scuola de' Farisei: finalmente dice di essere stato zelator della legge, come crede che fossero tutti quelli, a' quali parlava, e non meno di alcun di loro; della qual cosa porta in appresso evidenti riprove.

22,9:Ma non sentiron la voce ec. Vedi Act. IX. 7.

22,14:Ed egli disse: ec. Quello che segue, lo disse Anamia, riportando a Paolo la visione avuta da Dio.
Ti ha preordinato ... a vedere il giusto, ec. Sta negli eterni suoi consigli stabilito, che fosse a te concesso di vedere con gli occhi anche del corpo il Giusto, cioè Gesù Cristo, e udir la sua voce.

22,17:Ed essendo io ritornato in Gerusalemme, mi avvenne, che orando nel tempio, ec. Questa è una di quelle rivelazioni straordinarie rammemorate nella II. ai Cor. cap. XII. Questa si crede, che accadesse la prima volta che egli andò a Gerusalemme dopo la sua conversione; e pare, che le parole dell'Apostolo, e la serie del racconto non permettano di rapportarla ad alcun altro dei viaggi fatti da Paolo a quella città.

22,19:Signore, eglino sanno, ec. Paolo, come un altro Mosè, combatte con la sua carità la irritata giustizia del Signore, mostrando esservi pur ancora speranza, che i suoi fratelli si ravvedano, e si convertano, ove considerino il miracolo della propria sua conversione. Con questo racconto fa conoscere ai Giudei il desiderio, che egli aveva avuto di restare con essi, e che a predicare alle genti era andato non per sua elezione, ma per divino comando.

22,22:E fino a questa parola lo ascoltavano, ec. Non lo interruppero sino a tanto che venne a dichiarare la missione ingiuntagli da Dio presso le genti, ma udito questo non furono più capaci di trattenere l'ira, perchè non pote van patire,che si dicesse, che anche i Gentili potessero giungere alla salute, e fossero anche preferiti al popolo di Dio.

22,23:E scagliando via le loro vesti. Forse non avendo pietre alle mani per lapidarlo qual bestemmiatore, molti de' più furiosi vollero indicare il gastigo, di cui lo credevano meritevole, con lo scagliare le loro vesti, o sia i mantelli verso il luogo, dove stava Paolo.
E gettando la polvere in aria. Ovvero facendo volar in aria la polvere col pestar de' piedi, e col battere furiosa mente la terra, segni tutti di estremo furore.

22,24:E fosse flagellato, e interrogato, affin di scoprire, ec. Il tribuno vedendo tanta escandescenza, e tanta rabbia nel popolo, credette, che Paolo potesse aver maltrattato la nazione nel suo discorso da lui non inteso, perchè l'Apostolo parlava ebreo; e per essere informato di quel, che egli avesse detto, ordina, che a forza di battiture lo costringano a confessare il motivo, che egli avesse dato al popolo di gridare come faceva. Ma era egli giusto di punire l'Apostolo per li soli insensati clamori di un popolaccio infuriato? E si apparteneva egli all'Apostolo di indovinare i motivi delle loro strida? Il testo Greco dice: e che fosse co' flagelli interrogato. Così non sono due pene la flagellazione, e la tortura, ma una sola, volendo il tribuno a forza di battiture ricavare da Paolo quel, che egli avesse detto al popolo di offensivo.

22,25:E legato che l'ebbero con corregge. Il Greco porta: E disteso che l'ebbero con corregge di bue, disteso cioè per terra, tenendolo legato per la testa, e pe' piedi con le dette corregge, affinchè i soldati potessero batterlo per tutto il corpo.
Al centurione, che gli stava davanti. Per assistere alla tortura ordinata dal tribuno.
È egli lecito a voi. Vedi cap. XVI. 37.

22,29:Ebbe paura ... anche perchè lo aveva legato. Imperocchè era delitto di lesa maestà anche il solo legare un cittadino Romano. Vedi cap. XVI. Ma con tutto questo il tribuno non disciolse l'Apostolo, come si vede da tutto quello che siegue.