Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 15


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Sedizione in Antiochia per cagione de' Giudei, i guati volevano, che si circoncidessero i Gentili. Paolo, e Barnaba danno parte di ciò agli Apostoli, i quali dopo il parere di Pietro, e di Giacomo di comune sentimento scrivono, che le genti convertite non sono astrette alla legge di Mosè. Paolo volendo visitare i luoghi, ne' quali avea predicato, si separa in Antiochia da Barnaba, perche non voleva, che andasse in loro compagnia Giovanni.

1E alcuni che eran venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: se voi non vi circoncidete secondo il rito di Mosè, non potete essere salvi.2Essendovi adunque stato non piccol contrasto di Paolo, e di Barnaba con essi, fu stabilito, che Paolo e Barnaba, e alcuni dell'altra parte andassero per tal questione a Gerusalemme dagli Apostoli, e da' seniori.3Eglino adunque accompagnati dalla Chiesa si partirono, e passarono per la Fenicia, e per la Samaria, raccontando la conversione delle genti, e apportando grande allegrezza a tutti i fratelli.4E arrivati a Gerusalemme furono ricevuti dalla Chiesa, e dagli Apostoli, e da' seniori, e raccontarono, quanto grandi cose avesse Dio fatte con essi.5Ma (dicevano) si sono levati su alcuni della setta de' Farisei, i quali hanno creduto, e dicono, che è necessario, che essi si circoncidano, e si intimi loro l'osservanza della legge di Mosè.6E si adunarono gli Apostoli, e i sacerdoti per disaminar questa cosa.7E dopo matura discussione alzatosi Pietro disse loro: uomini fratelli, voi sapete, come fin da principio Dio fra noi elesse, che per bocca mia udisser i Gentili la parola del Vangelo, credessero.8E Dio, conoscitore de' cuori si dichiarò per essi, dando loro lo Spirito santo, come anche a noi,9E non fece differenza alcuna tra loro e noi, purificando con la fede i loro cuori.10Adesso adunque perché tentate voi Dio per imporre sul collo de' discepoli un giogo, che né i padri nostri, né noi abbiamo potuto portare?11Ma per la grazia del Signore Gesù Cristo crediamo essere salvati nello stesso modo, che essi.12E tutta la moltitudine si tacque: e ascoltavano Barnaba, e Paolo raccontare, quanti segni, e miracoli avesse fatti Dio fra le genti per mezzo di essi.13E dopo che questi ebber fatto silenzio, rispose Giacomo, e disse: uomini fratelli ascoltate me.14Simone ha raccontato, come da principio Dio dispose di prendere dalle genti un popolo pel suo nome.15E con questo vanno d'accordo le parole de' profeti, come sta scritto:16Dopo queste cose io ritornerò, o riedificherò il tabernacolo di Davidde che è caduto: e ristorerò le sue rovine, e lo rimetterò in piedi:17Affinchè cerchino il Signore tutti gli altri uomini, e le genti tutte, sopra le quali è stato invocato il nome mio, dice il Signore, che fa queste cose.18E nota ab eterno a Dio l'opera sua.19Quindi io pudico, che non s' inquietino quelli, che dal gentilesimo si convertono a Dio;20Ma che scrivasi loro, che astengansi dalle immondezze degli idoli, e dalla fornicazione, e dal soffogato, e dal sangue.21Imperocché Mosè fino dagli antichi tempi ha in ciascuna città chi lo predica nelle Sinagoghe, dove vien letto ogni Sabbato.22Allora piacque agli Apostoli, e a' sacerdoti con tutta la Chiesa, che si mandassero persone elette de' loro ad Antiochia con Paolo e Barnaba, cioè Giuda soprannominato Barsaba, e Sita, uomini de' primi tra i fratelli,23Ponendo nelle loro mani questa lettera: gli Apostoli, e i sacerdoti fratelli ai fratelli Gentili, che sono in Antiochia, nella Siria, e nella Cilicia, salute.24Giacché abbiamo udito, che i discorsi di alcuni venuti da noi (a' quali non ne abbiam dato commissione) vi hanno arrecato turbamento, sconvolgendo gli animi vostri:25E partito a noi radunati insieme di eleggere alcuni uomini e mandargli a voi con i carissimi nostri Barnaba e Paolo,26Uomini, che hanno esposte le loro vite pel nome del Signor nostro Gesù Cristo.27Abbiam pertanto mandato Giuda e Sila, i quali vi riferiranno anch' essi a bocca le stesse cose.28Imperocché è paruto allo Spirito santo, e a noi, di non imporre a voi altro peso, fuori di queste cose necessarie:29Che vi astenghiate dalle cose immolate agli idoli, e dal sangue, e dal soffocato, e dalla fornicazione; dalle quali cose guardandovi, ben farete. State sani.30Quegli adunque licenziatisi andarono ad Antiochia: e raunata la moltitudine, consegnaron la lettera.31Letta la quale si rallegrarono della consolazione.32Giuda poi, e Sila, essendo anch'essi profeti, con lunghi ragionamenti consolarono, e confortarono i fratelli.33Ed essendosi ivi trattenuti per qualche tempo furono dai fratelli rimandati in pace a que' che gli avevano inviati.34Piacque però a Sila di restar ivi: e Giuda solo se n' andò a Gerusalemme.35Paolo poi, e Barnaba dimoravano in Antiochia, insegnando, ed evangelizzando con molti altri la parola del Signore.36E dopo alcuni giorni disse Paolo a Barnaba: torniamo a visitare i fratelli in tutte le città, nelle quali abbiam predicato la parola del Signore (per vedere) come se la passino.37Ma Barnaba voleva prender seco anche Giovanni soprannominato Marco.38E Paolo gli metteva in vista, che uno, che si era ritirato da essi nella Panfilia, e non era andato con loro a quella impresa, non doveva riceversi.39E ne segui dissensione, di modo che si separarono l'uno dall'altro; e Barnaba preso seco Marco navigò a Cipro.40E Paolo elettosi Sila si partì raccommandato da' fratelli alla grazia di Dio.41E fece il giro della Siria e della Cilicia, confermando le Chiese: comandando, che si osservassero gli ordini degli Apostoli, e de' sacerdoti.

Note:

15,1:E alcuni, che eran venuti ec. S. Epifanio dice, che questi erano e Cerinto, e i discepoli di questo eresiarca. È però vero, che quanto alla circoncisione, la questione, che nasceva adesso rispetto ai Gentili convertiti al Vangelo, era agitata di lunga mano tra gli Ebrei rispetto a'Gentili convertiti al Giudaismo, tenendo alcuni, che alla circoncisione non fosser tenuti se non i discendenti di Abramo; altri poi pretendendo di obbligare ad essa chiunque volesse abbracciare la vera religione.

15,3:Accompagnati dalla Chiesa ec. Accompagnati per onore dai fedeli, almeno dai principali, e probabilmente da tutti i ministri della Chiesa per un tratto di strada. Alcuni intendono ciò dei deputati della Chiesa Antiochena, i quali accompagnarono gli Apostoli sino a Gerusalemme; ma la prima spiegazione è più conforme alla lettera e del Greco, e della Volgata.

15,5:Si sono levati su ec. Queste parole sono di Paolo, e di Barnaba, i quali espongono alla Chiesa di Gerusalemme la cagione della loro venuta.

15,7:Voi sapete, come fin da principio Dio... elesse, ec. Vuol dire, che sino da' primi giorni (per così dire) della Chiesa Dio con particolare rivelazione lo aveva mandato a dar principio alla conversione de' Gentili, come dimostra il fatto di Cornelio succeduto sedici anni prima.

15,8:Si dichiarò per essi ec. Dimostrò evidentemente, che anche i Gentili appartengono al regno di Cristo, mentre fe' loro parte del suo spirito non meno, che ai circoncisi ubbidienti alla legge di Mosè.

15,9:Purificando con la fede i loro cuori. Adunque non sono più immondi, nè hanno bisogno oramai della circoncisione, o delle cerimonie della legge per essere mondati.

15,10:Adesso adunque perchè tentate voi Dio per imporre ec. Poste tali cose note omai a tutta la Chiesa, donde viene, che, quasi la cosa fosse ancor dubbia, e come se Dio stesso non avesse manifestamente dimostro, non essere i Gentili obbligati al peso della circoncisione, e della legge, voi tentando Dio, non solo ne disputate, ma vorreste ancora, che la Chiesa tutta concorresse ad approvare le vostre pretensioni?
Un giogo, che nè i padri nostri, nè noi ec. Vale a dire un giogo, che a mala pena abbiamo potuto portare noi nati, e cresciuti sotto di esso giogo difficilissimo a portarsi non tanto per la gravezza, quanto pel gran numero, e per la varietà de' precetti. Si parla sempre della sola legge ceremoniale.

15,11:Ma per la grazia del Signore Gesù Cristo ec. Queste parole possono avere tanto l'uno, che l'altro di questi due sensi: Noi crediamo, che noi stessi Giudei abbiamo salute non dalla legge, ma dalla grazia di Gesù Cristo nello stesso modo, che i Gentili; ovvero: Noi crediamo, che per la grazia del Signore Gesù Cristo siano salvati i Gentili nello stesso modo, che quelli, cioè i padri nostri. Questa seconda spiegazione è di s. Agostino. Ma e nell'una e nell'altra viene qui a insinuare san Pietro, che le cerimonie saranno abolite; perchè non solamente non sono più necessarie, ma sono anche inutili.

15,15:E con questo vanno daccordo le parole de' profeti, ec. S. Pietro avea provato la libertà de' Gentili con i miracoli, per mezzo de' quali avea Dio approvato, che i Gentili fosser ammessi nella Chiesa, senza farli prima in certo modo Giudei, cioè senza soggettarli alla circoncisione, e alla legge di Mosè. S. Giacomo dimostra la stessa verità per mezzo delle profezie, nelle quali era pre detta la vocazione delle genti.

15,16:Dopo queste cose riedificherò il tabernacolo di Davidde. Queste parole del profeta Amos, cap. IX. II., sono citate secondo la versione dei LXX. Il tabernacolo di Davidde è lo stesso che la casa di Davidde, o sia il regno di Davidde, il quale dovea rimettersi in piede dal Messia; ei essere ingrandito, e nobilitato con l'aggregazione di tutti i popoli della terra, i quali vinti per mezzo della sola spada della parola divina, e soggettati alla fede adorano il lor Vincitore, e da lui hanno nome.

15,17:Dice il Signore, che fa queste cose. Lo stesso Dio, che le farà, egli stesso le predice per bocca mia, dice il profeta.

15,20:Che astengansi dalle immondezze degli idoli, e dalla fornicazione, ec. È da notarsi, che tutto quello che fu ordinato in questo concilio di Gerusalemme, riguarla solamente i Gentili, a' quali, dopo averli dichiarati liberi dalle cerimonie della legge, si ordinò di astenersi da alcune cose, parte assolutamente necessarie, perchè appartenenti alla legge de' costumi, parte non necessarie, ma tali, che avrebbero potuto offendere, e disgustare gli Ebrei, e impedire l'unione di cuore, e di sentimenti tra questi, e i Gentili. Non fu parlato adunque in quel tempo di quello che potesse ancora permettersi agli Ebrei riguardo all'osservanza della legge cerimoniale, la quale non era ancora tempo di abolire interamente; ma di quello, che per riguardo agli stessi Ebrei, e per non offendere le inferme loro coscienze, dovessero schivare i Gentili, e perciò fu prescritta l'astinenza dal soffogato, e dal sangue. Quanto alle cose necessarie, non si pre scrive nè l'adorazione di un solo Dio, nè di fuggire l'omicidio, l'adulterio, le rapine, perchè tali cose erano già note a que' nuovi Cristiani, ma due soli punti si toccano; primo le immondezze degli idoli, secondo la fornicazione. Quanto al primo si vieta il mangiar delle carni offerte agli idoli. Ne' sagrifizi de' Gentili una parte delle carni immolate era riserbata pel banchetto, che ordinariamente facevasi dopo il sagrifizio. Quindi è, che il martire s. Giustino nel suo dialogo con Trifone dice, che i cristiani qualunque pena sopportano, e anche la morte per non idolatrare, e per non mangiar cose agli idoli offerte. La semplice fornicazione non era considerata come un peccato presso di molti Pagani. Confessavano bensì, che le donne di mala vita fossero degne di biasimo, e di ignominia; ma non credevano che dalla legge naturale proibito fosse di aver commercio con tali donne. Fino a questo segno era giunta la corruzione del cuore umano, e l'accecamento dell'intelletto anche ne' piu' celebri, e illustri filosofi del paganesimo. Fu perciò necessario, af fine di unire più facilmente gli Ebrei co' Gentili, di far intendere, che questi dovevano rigorosamente osservare la purità dei costumi prescritta anche nella legge di Mosè. Havvi chi crede, che le due proibizioni delle carni immolate agli idoli, e della fornicazione siano state fatte per distruggere l'eresia de' Nicolaiti, i quali l'una, e l'altra cosa credevano permessa. Dal soffogato, e dal sangue. L'uso del sangue o tratto dai corpi degli animali, o lasciato nei medesimi corpi era stato vietato da Dio primieramente a Noè (Gen. IX. 4. 5.), e dipoi nella legge, Levit. VII. 26. 27.; perchè il sangue era destinato alla espiazione del peccato, Levit. XVII. II.; e con tal proibizione volle anche il Signore ispirare agli uomini un certo orrore dal sangue, e per conseguenza dall'omicidio. E questa regola di disciplina fu lungo tempo osservata dalla Chiesa dove più, dove meno severamente. S. Agostino (cont. Faust. II. 13.) racconta, che a'suoi tempi non era generale l'uso di astenersi dal sangue lasciato nelle carni degli animali, o sia dal soffogato. Siccome questo comandamento degli Apostoli era diretto solamente a togliere l'impedimento gravissimo, che si opponeva alla unione degli Ebrei con i Gentili, perchè i primi non si sarebbero giammai indotti a vivere, e conversare con chi si fosse fatto lecito di violare un rito chiaramente, e replicatamente ordinato da Dio, e osservato per tanti secoli con sommo rigore dalla Sinagoga, siccome, dico, il comandamento degli Apostoli non ebbe altro fine, che questo di guadagnare più facilmente gli Ebrei, quindi è, che tolto di mezzo un tal fine, potè la Chiesa non più esigere una tale osservanza, e rimettere i cristiani nella loro naturale libertà, sopra di che vedremo quello che insegnasse l'Apostolo Paolo in più d'una delle sue epistole.

15,21:Imperocchè Mosè fino dagli antichi tempi ec. In varie maniere si spiegano dagli Interpreti e antichi, e moderni le parole di questo versetto. Il senso più ovvio parmi, che sia questo: non esservi occasione, nè motivo di raccomandare a' Giudei l'osservanza di quello che erasi stabilito; perchè questi di tali cose erano stati di lunga mano istruiti da Mosè, e dalla lettura, che ogni sabato si faceva della legge, erano continuamente stimo lati a praticarle.

15,22:De'primi tra' fratelli. Da questa maniera di parlare vogliono alcuni inferirne, che e Giuda e Sila fossero del numero dei settantadue discepoli del Signore; ma checchè siasi di questo, pare almeno indubitato, che ambedue fossero del ceto Ecclesiastico.

15,24:Vi hanno arrecato turbamento. Vale a dire, vi hanno ripieni di timori, e di ansietà, facendo il possibile per persuadere a voi, che non basti la professione del Cristianesimo sola per la salute.

15,28:E paruto allo Spirito santo, e a noi. Questo concilio di Gerusalemme è stato il modello, secondo il quale si sono nella Chiesa adunati i concili generali, per decidere le controversie nate nel popolo cristiano intorno alle cose della fede, e della disciplina Ecclesiastica. A questi concili presiedono i successori di Pietro, i romani pontefici. Vi intervengono i vescovi, e que' sacerdoti, i quali secondo i canoni vi hanno voto: si disamina con le Scritture, e con la tradizione alla mano la materia, sopra la quale debbono formarsi le decisioni; e queste decisioni sono rivestite di una autorita non umana, ma divina. E paruto allo Spirito santo, e a noi; così parlano gli Apostoli in questo primo concilio, e nella stessa guisa può sempre parlare la Chiesa adunata ne' generali concili, mercè di lui, che tra promesso di essere con essa fino alla consumazione de' secoli; e che, dovunque ella sia congregata nel nome di lui, ivi egli sarà in mezzo della medesima Chiesa.

15,31:Si rallegrarono della consolazione. Vale a dire della consolazione, che questa lettera arrecava ai Gentili, mentre faceali certi di poter conseguire la salute senza soggettarsi alla circoncisione, e alla osservanza delle cerimonie della legge.

15,32:Essendo anch'essi profeti. Essendo ripieni dello Spirito del Signore, e avendo il dono di interpretare, e spiegar nella Chiesa le divine Scritture.

15,33:Furono dai fratelli rimandati ec. Furono licenziati, ovvero fu loro permesso di ritornare cola, donde erano stati inviati, benchè poi il solo Giuda n'andasse a Gerusalemme.

15,38:Che uno, che si era ritirato. Atterrito dalle fatiche, e dai pericoli.

15,39:E ne segui dissensione, di modo ec. Paolo parlava per giustizia, Barnaba per indulgenza, e compassione; ma la diversa maniera di pensare in questo fatto fu senza alterare tra' due Apostoli la carità, e fu ordinata dalla Provvidenza, primo, alla dilatazione del Vangelo; perchè separatisi Barnaba, e Paolo scorsero maggior numero di provincie, portando a tutte la luce del Vangelo. Secondo,fu ancora ordinata a provare la virtù di Marco, e a fortificarlo nella fede; onde meritò di poi di essere ricevuto nuovamente da Paolo in sua compagnia, e di essere lodato da lui, come utile operaio nel ministero del Signore, 2. Tim. IV. II. Parla ancora di lui lo stesso Apostolo, Coloss. IV. 10. Philem. 24. Egli è onorato nella Chiesa a' ventisette di settembre.