Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 14


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Abbracciando in Iconio la fede molti e Giudei, e Gentili, gli Ebrei muovon tumulto contro gli Apostoli, i quali fuggono a Listra, dove Paolo risana un uomo zoppo dall' utero della madre. A mala pena contengono il popolo, che voleva perciò offerire ad essi sagrifizio, come a dei: ma sopraggiunti i Giudei, da questi e mossa a tumulto la moltitudine. Paolo è lapidato, e lasciato per morto. Dopo che si fu riavuto tanto egli, che Barnaba vanno in varj luoghi animando i discepoli, e ordinando de' sacerdoti, e tornano in Antiochia.

1Avvenne similmente in Iconio, che entrarono insieme nella sinagoga de' Giudei, e ragionarono di modo, che una gran moltitudine di Giudei, e di Greci credette.2Ma i Giudei, che si rimasero increduli, miser su, e irritarono gli animi de' Gentili contro de' fratelli.3Si fermaron però molto tempo, predicando liberamente affidati nel Signore, il quale confirmava la parola della sua grazia, concedendo, che segni, e prodigj fossero per le loro mani operati.4E si divise il popolo della città: e alcuni erano pe' Giudei, altri per gli Apostoli.5Ma sollevatisi i Gentili, e Giudei con i loro capi, affine di oltraggiargli, e lapidarli,6Considerata la cosa, si rifugiarono per le città della Licaonia, Listra, e Derbe, e per tutto il paese all'intorno, e quivi si stavano evangelizzando.7Or in Listra trovavasi un uomo impotente nelle gambe, stroppiato fin dall'utero della madre, il quale non si era mai mosso.8Questi stette a sentire i ragionamenti di Paolo. Il quale avendolo mirato, e vedendo che aveva fede d'esser salvato,9Ad alta voce disse: Alzati ritto tu' tuoi piedi. E saltò su, e camminava.10Ma le turbe veduto quello, che avea fatto Paolo, alzaron la voce, dicendo nel linguaggio di Licaonia: Sono, discesi a noi degli dei in sembianza di uomini.11E davano a Barnaba il nome di Giove, e quel di Mercurio a Paolo: perché questi era, che portava la parola,12E di più il sacerdote di Giove, il qual (Giove) era all'entrare della città, condotti de' tori con le corone dinanzi alle porte, voleva insieme con le turbe far sagrifizio.13La qual cosa udita avendo gli Apostoli Barnaba, e Paolo, stracciatesi le tonache, saltarono in mezzo alle turbe, gridando,14E dicendo: O uomini, perché fate voi questo? Anche noi siam uomini mortali simili a voi, che vi predichiamo di rivolgervi da queste vanità a Dio vivo, che fece il cielo, e la terra, e il mare, e tutto quello, che è in essi.15Il quale nelle età passate permise, che tutte le genti camminassero le loro vie.16Sebbene non lasciò se medesimo senza testimonianza, facendo benefizj, dando dal cielo le pioggie, e le stagioni fruttifere, dando in abbondanza il nudrimento, e la letizia a' nostri cuori.17E con dir tali cose appena trattennero il popolo dal fare ad essi sagrifizio.18Ma sopraggiunscro da Antiochia, e da Iconio alcuni Giudei: e svolsero la moltitudine, e lapidato Paolo lo strascinarono fuori della città, giudicando che ei fosse morto.19Ma avendolo attorniato i discepoli, si alzò, ed entrò in città, e il dì seguente si parti con Barnaba per Derbe.20E avendo annunziato il Vangelo a quella città, e fattivi molti discepoli, ritornarono a Listra, e a Iconio, e ad Antiochia,21Confortandole anime de' discepoli, e ammonendogli a star fermi nella fede: e dicendo, come al regno di Dio arrivar dobbiamo per via di molte tribulazioni.22E avendo ordinato (dopo l'orazione, e il digiuno) de' sacerdoti per essi in ciascheduna chiesa, gli raccomandarono al Signore, nel quale avevano creduto.23E scorsa la Pisidia, giunsero nella Panfilia,24E annunziata la parola del Signore in Perge, scesero ad Attalia:25E di li navigarono ad Antiochia, di dove erano stati posti nelle mani della grazia di Dio per l'opera, che avevano compiuta.26E al primo loro arrivo, adunata la Chiesa, raccontarono, quanto grandi cose avesse fatto Dio con essi, e come avesse aperto alle genti la porta della fede.27E si trattener non poco tempo con a discepoli.

Note:

14,1:Entrarono insieme nella sinagoga ec. Paolo, e Barnaba con i compagni; imperocchè è certo, che Timoteo seguiva l'Apostolo Paolo in questo viaggio. 2. Timot. III. 10. II.

14,2:Ma i Giudei.... miser su. Il greco può tradursi corruppero, ovvero indussero con male arti.

14,3:Si fermaron però molto tempo... affidati nel Signore, ec. Lasciandosi guidare da Dio, non pensando a salvare la vita, ma a fare la sua volontà, non ritirandosi per cagione della persecuzione, se non quando Dio faceva loro conoscere, che il trattenersi più lungamente in un luogo non era più utile al bene delle anime, e non ad altro avrebbe servito, che a far loro perdere la vita, la quale potevano altrove impiegare con frutto.

14,8:Vedendo, che avea fede ec. Conoscendo con profetico spirito nel cuore di quest'uomo un vivo desiderio della salute non tanto corporale, quanto dell'anima.

14,10:Nel linguaggio di Licaonia. Probabilmente questo era un dialetto della lingua greca, ma assai corrotto.

14,11:E davano a Barnaba il nome di Giove, ec. Forse perchè era di grande statura, laddove s. Paolo era piccolo, e di poca presenza; onde il Grisostomo lo chiama un uomo di tre cubiti, che sormonta i cieli; e vedevano, che Barnaba se ne stava con gravità tacendo, mentre Paolo faceva quasi da suo messaggero, come fingevano i Gentili, che facesse Mercurio a Giove. Mercurio era anche il dio della eloquenza, e l'eloquenza vera, forte, piena di spirito, e di maestà non mancava a s. Paolo, e ne fanno fede le sue lettere, le quali erano ammirate, come dice il Grisostomo, e dagli Ebrei, e da' Pagani.

14,12:Il qual (Giove) era all'entrar della città. Vuol dire, che avea tempio, e altare ne' sobborghi.
Condotti de' tori con le corone. Tori incoronati secondo il rito de' pagani sacrifizi.
Dinanzi alle porte, ec. Si può intendere benissimo dinanzi alle porte della città, supponendo, che quivi fosser gli Apostoli a predicare; e non fa alcuna difficoltà il dirsi nel versetto 18, che Paolo fu strascinato fuori della città, perchè queste cose non avvennero tutte in un tempo, come potrà riconoscere chiunque consideri tutta la serie della storia, non essendo possibile, che il popolo da un estremo affetto, e riverenza passasse in un punto ad una estrema crudeltà. E certamente s. Luca così parco, e ristretto non a caso ha detto, che un tempio di Giove era fuori di Listra.

14,13:Stracciatisi le tonache, ec. Abbiamo già veduto, che ciò solea farsi dagli Ebrei nell'udire qualche parola di bestemmia; or qui vedevano gli Apostoli l'incredibile cecità degli idolatri, i quali non conoscendo più il loro Creatore, erano pronti ad adorare uomini mortali, e simili a loro.

14,14:A Dio vivo, che fece il cielo, ec. Questo attributo di vivo è dato qui a Dio per contrapporlo agli dei senz'anima, e senza vita, fatti di legno, o di metallo, adorati dagli idolatri; e l'altro attributo di Creatore del cielo, ec. distingue da quelli molto bene ilvero, e solo Dio.

14,15:Permise, che tutte le genti camminassero ec. Le abbandonò ai desideri del corrotto lor cuore; la qual cosa non vuole intendersi, come se Dio le avesse lasciate prive di ogni aiuto per rivolgersi alla verità, e alla virtù; imperocchè dimostrerà ben l'Apostolo nella epistola a' Romani, che quantunque Iddio non desse alle nazioni nè legge scritta, nè profeti, nè molte altre grazie, delle quali fu liberale col popolo Ebreo, nulla di meno sono elleno inescusabili, perchè ebber da lui la legge naturale, e il sentimento interiore, col quale distinguere il bene dal male; e il male seguirono volontariamente, e liberamente: e soprattutto, perchè dalle stesse cose create potendo facilmente comprendere l'esistenza del Creatore, e i propri doveri inverso di lui, trasportarono l'onore di lui alla creatura, irritando Dio con le loro vituperevoli superstizioni.

14,16:Sebbene non lasciò se medesimo senza testimonianza. Non ho stimato di dover cambiare nella traduzione questa frase sommamente espressiva, e piena di energia. Lo scrittore dell'opera della vocazione delle genti mirabilmente illustra il detto dell'Apostolo, dicendo: Abbenchè con ispecial cura, e indulgenza di Dio sia stato eletto Israele... nulladimeno a niun genere di uomini sottrasse Dio i doni di sua bontà in guisa, che con qualche significanza non gli avvisasse a conoscerlo, e a temerlo .... Fu data mai sempre a tutti gli uomini una certa misura della dottrina celeste, la quale benchè di più parca, e occulta grazia, bastava però secondo i giudizi del Signore ad alcuni per rimedio, a tutti per testimonianza.

14,18:Lapidato Paolo. Parla di questo fatto l'Apostolo, 2. Cor. XI.25.

14,19:Si alzò, ed entrò in città, ec. Rendendogli Dio in un punto la sanità, e le forze per poter continuare a ope rare, e patire per lui. I discepoli, che lo coprirono dal furore del popolo, sono i Giudei e i proseliti da lui convertiti a Listra.
Per Derbe. Città anch'essa della Licaonia.

14,21:Come al regno di Dio arrivar dobbiamo ec. Questo è tutto quello che promettevano gli Apostoli a coloro, a' quali annunziavano il Vangelo, e la cosa parlava da sè in que' tempi, ne' quali l'esser cristiano era lo stesso, che viver sempre o sofferendo, o temendo la persecuzione. Ma col cangiarsi de' tempi non si è cangiata questa verità, perchè sarà sempre vero (dice s. Agostino), che chiunque vorrà vivere santamente in Cristo Gesù, patirà la persecuzione, secondo la parola del medesimo Apostolo.

14,22:E avendo ordinato... de' sacerdoti ec. La voce Presbiteri si prende per significare anche i Vescovi, e lo stesso è della voce sacerdoti in Latino; ed è credibile, che e de' Vescovi, e de' sacerdoti eleggessero in queste città, i quali coltivassero nella fede i nuovi cristiani, e arricchis sero la Chiesa di nuove conquiste.

14,24:Ad Attalia. Città marittima della Panfilia.

14,25:Ad Antiochia, di dove erano stati posti ec. Intende cum discipulis. Antiochia della Siria, di dove aveano cominciato il loro viaggio, essendo stati prima con digiuni, e orazioni raccomandati alla providenza del Signore, per cui intrapren devano un'opera piena di fatiche, e di pericoli, opera, che essi avevano sì ben fornita. Vedi Act. XIII. 3.

14,26:Quanto grandi cose avesse fatto Dio con essi, ec. Non ritengono per sè la gloria dell'avere introdotto nella Chiesa tanti Gentili; ma la rifondono in Dio, dalla grazia del quale riconoscono tutto quello che ha operato di bene la loro predicazione, perchè sapevano, che se il Signore non edifica la casa, invano si affaticano quelli che l'edificano. Ps. 126.