Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 24


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Paolo accusato dinanzi a Felice da Tertullo oratore de' Giudei, risponde negando i delitti, che gli erano apposti, ma confessandosi Cristiano, e di aver detto di essere in giudizio per causa della risurrezione de' morti. Felice con Drusilla sua moglie Giudea ascoltano Paolo sopra la fede di Cristo; ma non essendogli dato denaro da Paolo, lo riserba in catene al suo successore Porzio Festo.

1E di li a cinque giorni arrivò il principe de' sacerdoti Ananìa con i seniori, e con un certo Tertullo oratore, i quali dieder comparsa al preside contro Paolo.2E citato Paolo, cominciò Tertullo l'accusazione, dicendo: Che molta pace noi per te godiamo, e molte cose siano ammendate dalla tua previdenza:3Lo riconosciamo sempre, e in ogni luogo con tutta la gratitudine, o ottimo Felice.4Ma per non disturbarti più lungamente, pregoti, che per brev' ora ci ascolti con la tua umanità.5Abbiam trovato quest' uomo pestilenziale, che istiga a sedizione tutti i Giudei per tutto il mondo, e capo della ribellione della setta de' Nazarei.6Il quale ha tentato eziandio di profanare il tempio, e avendolo noi preso, volemmo secondo la nostra legge giudicarlo.7Ma sopraggiunto il tribuno Lisia, lo tolse con molta violenza dalle nostre mani,8Avendo ordinato, che venisser da te i suoi accusatori: e da lui potrai tu, disaminandolo, esser informato di tutte queste cose, delle quali noi lo accusiamo.9E i Giudei soggiunsero, che le cose stavan cosi.10E Paolo (avendogli il preside fatto segno, che parlasse) rispose: Sapendo, che da molti anni tu governi questa nazione di buon animo darò conto di me.11Imperocché tu puoi venire in chiaro, come non sono più di dodici giorni, che io arrivai a Gerusalemme per far la mia adorazione:12E non mi hanno trovato a disputar con alcuno nel tempio, né a far sollevamento di popolo nelle sinagoghe.13O per la città: né possono addurre dinanzi a te prova delle cose, onde ora mi accusano.14Io però ti confesso, che secondo quella scuola, che essi chiamano eresìa, cosi servo al Padre, e Dio mio, credendo tutte quelle cose, le quali nella legge, e ne' profeti sono scritte:15Avendo speranza in Dio, che verrà quella, che essi medesimi aspettano, risurrezione dei giusti, e degl'iniqui.16Per le quali cose io mi studio di conservar sempre incontaminata la coscienza dinanzi a Dio, e agli uomini.17E dopo vari anni sono venuto a portare delle limosine alla mia nazione, e (presentare) obblazioni, e voti.18E tra queste cose mi hanno trovato purificato nel tempio: senza raunata di gente, e senza tumulto.19E que' certi Giudei dell'Asia, i quali dovean pur comparire davanti a te, e accusarmi, se alcuna cosa avessero contro di me:20Ovvero questi stessi dicano, se hanno trovato in me colpa quando son io stato nel sinedrio,21Eccettuata quella sola voce, onde gridai stando in mezzo di essi: Io sono oggi giudicato da voi sopra la risurrezione de' morti.22Ma Felice informato appieno di quella dottrina, diede loro una proroga dicendo: Venuto, che sia il tribuno Lisia, vi ascolterò.23E diede ordine al centurione, che custodisse Paolo, ma che fosse meglio trattato, né si vietasse ad alcuno de' suoi di prestargli assistenza.24E passati alcuni giorni tornato Felice con Drusilla sua moglie, la quale era Giudea, chiamò Paolo, e lo udì parlare della fede in Gesù Cristo.25E disputando egli della giustizia, della castità, e del giudizio futuro, atterrito Felice disse: Per adesso vattene: e a suo tempo ti chiamerò:26E insieme stava in isperanza, che Paolo gli avrebbe dato del denaro: per la qual cosa frequentemente facendolo a se venire, discorreva con lui.27E uniti i due anni. Felice ebbe per successore Porcio, Pesto. E Felice volendo ingrazianti co' Giudei, lasciò Paolo in catene.

Note:

24,1:E di li a cinque giorni. Cinque giorni dopo l'arrivo di Paolo a Cesarea.
Con un certo Tertullo oratore, ec. Questo Tertullo era un avvocato Romano, e per conseguenza pratico della maniera di trattare le cause nel foro Romano meglio, che i Giudei, e per questo lo condussero questi seco a Cesarea per accusar Paolo dinanzi a Felice.

24,2:Che molta pace noi per te godiamo, ec. Felice benchè fosse un governatore avaro, e crudele, nulladimeno avea procurata la quiete, e la tranquillità del paese, liberandolo da una turba di assassini, de' quali era capo un certo Eleazaro, e dall'Egiziano, di cui si fa menzione in questo libro , cap. XXI. 38.

24,5:Capo della ribellione della setta de' Nazarei. Cosi chiamavansi per ischerno i Cristiani da' Giudei, e da' Mao mettani. Tertullo dice, che Paolo era capo della ribel lione della setta (ovvero della setta ribelle) de' Nazarei, quasi volendo dare a intendere, non altro essere il cristianesimo, che una setta di Giudei ribelli alla legge di Mosè, e alla potestà, e al governo Giudaico.

24,6: Ha tentato eziandio di profanare il tempio, ec. Introducendo de' Gentili nell'atrio de' Giudei; lo che era delitto capitale, come racconta Giuseppe de bello lib, 6. Tertullo dice, che avendo Paolo commesso simil delitto, avean voluto i Giudei farne giudizio secondo la legge; ma ne erano stati impediti dal tribuno. Abbiamo però veduto, cap. XXI. 31., come sopra un semplice, e falso sospetto cercavano non di condurlo dinanzi a' giudici, ma di ucciderlo. Questo solo sia detto sopra questa accusa, la qual'altro non è, che una serie di menzogne, e di falsità troppo facili a confutarsi, e troppo ben confutate da Paolo.

24,8: E da lui potrai tu, disaminandolo, ec. Si può anche tradurre, mettendolo a' tormenti, ovvero dandogli la tortura.

24,10:Sapendo, che da molti anni ec. Queste cose avvennero alla fine del governo di Felice, il quale fu preside per otto, o nove anni. Vuol dire adunque l'Apostolo, che di buon animo si difenderà dinanzi a lui contro le accuse dategli di sedizioso, e di ribelle, perchè egli ha ben potuto sapere, se in tutti quegli anni addietro vi fosse traccia, che egli macchinato avesse contro il governo, o contro lo stato degli Ebrei.

24,11: Tu puoi venire in chiaro, ec. Tu ben puoi per mezzo di testimoni verificare, da quanto tempo io sia arrivato a Gerusalemme. Pare, che Tertullo voglia far credere, che da lungo tempo io sia qua a ordir cabale, e sedizioni; ma tu puoi facilmente informarti, e sapere, che non sono che dodici giorni, dei quali sette gli ho passati in catene. È egli possibile, o verisimile, che in cinque giorni un uomo solo senza partigiani, senza aderenze possa avere potuto far tanto da concitare una sedizione?
Per far la mia adorazione. Motivo ben differente da quello, per cui si dice esser io andato nel tempio, motivo però, di cui si hanno le prove, perchè appunto mentre alle cose di pietà, e di religione io era inteso nello stesso tempio, fui preso da' Giudei, Vedi v. 18.

24,12: E non mi hanno trovato a disputar ec. Non dice questo, perchè fosse proibito il disputare nel tempio intorno alle cose spettanti alla legge, ma per far meglio conoscere essere lui stato lontano anche da ogni apparenza di volere per alcuna via insinuarsi col popolo, o far adunanza.
Nelle sinagoghe. Le quali eranò in gran numero in Gerusalemme, e piene di gente, la quale vi concorreva per lo studio della legge.

24,14: Secondo quella scuola... servo al Padre ... credendo tutte quelle ec. Apparteneva all'onore di Gesù Cristo questa confessione dell'Apostolo, nella quale consisteva però tutto il suo reato. Confessa adunque di esser Cristiano, checchè di questo nome, e di questa setta di cano gli Ebrei, setta, la quale professa di onorare, e credere tutto quello, che delle cose di Dio sta scritto nella legge, e ne' profeti, o sia in tutto il vecchio testamento.

24,15:Che verrà quella che essi medesimi aspettano, ec. La risurrezione è l'oggetto principalissimo della fede, e come tale era riguardata anche da' Giudei

24,16:Per le quali cose io mi studio ec. La intima per suasione di questa importantissima verità mi tiene in una grande attenzione di fuggir tutto quello, che possa offendere Dio, o dispiacere agli uomini. Questo è infatti il naturale effetto, che dee produrre la viva fede della risurrezione, e della vita avvenire.

24,17: E dopo vari anni. Vuol dire dopo vari anni di assenza da Gerusalemme.
Sono venuto a portare delle limosine.... e (presentare) oblazioni, e voti. Quasi dicesse: in tutto questo v'ha egli cosa, che sia contraria o alla carità, che debbo alla mia nazione, o alla legge, ovvero al rispetto, e alla ve nerazione dovuta al tempio?

24,18: E tra queste cose mi hanno trovato purificato ec. Paolo era stato preso, mentre con i Nazarei era inteso ad ufizi di pietà, cap. XXI. 26. 27. Rifiuta qui invincibilmente le due accuse. La prima di profanazione del tempio, mostrando, che non vi è entrato se non dopo essersi purificato secondo la legge, e per fini di religione. La seconda di sedizione, perchè era con sole quattro persone occupato a tutt'altro, che a far combriccole, raunar della gente.

24,19-20: E que' certi Giudei dell'Asia, ec. Bisogna unire questi due versetti per intendere il sentimento dell'Apostolo. Dice egli adunque: che sto io a difendermi nel ribattere i delitti appostimi dai miei nemici? Dicano que' certi Giudei Asiatici, che mossero a rumore e tumulto la città tutta contro di me, dicano essi; ma giacchè quelli, che avrebbero pur dovuto comparire alla tua presenza a sostenere le loro accuse, non sono venuti, dicano almeno questi stessi Giudei, che sono qui presenti, se allorchè fui presentato al loro sinedrio fu recata prova di alcun delitto da me commesso.

24,21:Eccettuata quella sola voce, ec. Se pure (aggiunge l'Apostolo) non è un delitto l'aver io ad alta voce professato di credere la risurrezione, e l'aver detto, che per cagione di questa io era stato condotto in giudizio. Queste parole ferivano e Anania, e gli altri Sadducei.

24,22:Ma Felice informato appieno di quella dottrina, diede loro una proroga, ec. Felice dopo un governo di otto o nove anni nella Giudea dovea ben sapere, che il cristianesimo non era una scuola d'uomini inquieti, e sediziosi. Con tutto questo, e con tutta la evidente innocenza dell'Apostolo non lo liberò. Le ragioni si vedranno v. 26. 27.: solamente ordinò, che fosse trattato meno male.

24,24:Tornato Felice con Drusilla ec. Tornato da qualche breve viaggio. Drusilla era figlia di Agrippa I. re de' Giudei, sorella di Agrippa il giovine, donna di pessimi costumi, la quale per isposar Felice avea abbandonato il suo primo marito, Aziz re degli Emeseni.

24,25:Della giustizia, della castità, e del giudizio futuro, ec. Felice era ingiusto, e avaro, ed egli, e la sua moglie erano adulteri, e Paolo come un altro Giovanni parla liberamente di queste due virtù, fondamento della vita cristiana, e finalmente gli atterrisce con la minaccia de' gastighi eterni inevitabili pergli empi.

24,27:Finiti i due anni, ec. Intendesi secondo l'opinion comune i due anni di prigionia di s. Paolo in Cesarea.
Porcio Festo. Questi andò al governo della Giudea l'anno di Cristo sessanta.
Felice volendo ingrazionirsi co' Giudei, ec. Pensò colla pena di un innocente di poter placare le strida dei Giudei contro il governo ingiusto, e crudele; ma non l'ottenne, perchè i Giudei l'accusaron davanti a Nerone, e non salvò la vita, se non pel favore del fratello Pallante accreditatissimo nella corte di Nerone.