Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 19


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Paolo in Efeso ordina, che alcuni discepoli (che erano stati solamente battezzati col battesimo di Giovanni) siano battezzati nel nome di Gesù, e con l'imposizione delle mani impetra ad essi lo Spirito santo, ed ivi predicando fa molti miracoli. Dei Giudei, i quali non credendo tentavano di cacciare i demonj nel nome di Gesù predicato da Paolo, molti confessando i loro peccati, abbruciano i libri superstiziosi. Demetrio orefice muove gran sedizione contro di Paolo, la quale finalmente sedata con gran pena da Alessandro,

1Or egli avvenne, che mentre Apollo era in Corinto, Paolo, scorse le provincie superiori, giunse ad Efeso, e vi trovò alcuni discepoli:2E disse loro: Avete voi ricevuto lo Spirito santo dopo, che avete creduto? Ma quelli gli dissero: Non abbiamo nemmeno sentito a dire, se siavi lo Spirito santo.3Ed egli gli disse: in (nome di) chi adunque siete stati battezzati? E quelli dissero: Col battesimo di Giovanni.4Ma disse Paolo: Giovanni battezzò con battesimo di penitenza il popolo dicendo, che credessero in quello, il quale dovea venir dopo di lui, cioè in Gesù.5Udite tali cose furono battezzati nel nome del Signore Gesù.6E avendo Paolo imposte loro le mani, venne sopra di essi lo Spirito santo, e parlavan le lingue, e profetavano.7Questi erano in tutto circa dodici uomini.8Ed entrato nella Sinagoga parlava liberamente, disputando per tre mesi, e rendendo ragione delle cose del regno di Dio.9Ma indurandosi alcuni, e non credendo, e dicendo male della via del Signore dinanzi alla moltitudine, ritiratosi da coloro, segregò i discepoli, e disputava ogni di nella scuola di un certo Tiranno.10E ciò fu per due anni, talmente che tutti quelli, che abitavan nell'Asia, udirono la parola del Signore e Giudei, e Greci.11E miracoli non ordinari faceva Dio per mano di Paolo:12Di modo che persino portavansi ai malati i fazzoletti, e le fasce state sul corpo di lui, e partivansi da essi le malattie, e gli spiriti cattivi ne uscivano.13E si provarono anche alcuni di que', che andavano attorno esorcisti Giudei, ad invocare il nome del Signore Gesù sopra coloro, che avevano degli spiriti cattivi, dicendo: Vi scongiuro per quel Gesù predicato da Paolo.14Que', che facevan questo, erano sette figli di Sceva Giudeo principe de' sacerdoti.15Ma il malo spirito rispose, e disse loro: Conosco Gesù, e so chi è Paolo: ma voi chi siete?16E saltato loro adosso quell'uomo, in cui era lo spirito pessimo, e potendone più di loro due, gli strapazzò in guisa, che ignudi, e feriti si partirono da quella casa.17E questa cosa la riseppero e i Giudei tutti, e i Gentili, che abitavano in Efeso: ed entrò in tutti loro timore, e magnificavasi il nome del Signore Gesù.18E molti di quelli, che aveano creduto, venivano a confessare, e manifestare le opere loro.19E molti di quelli, che erano andati dietro a cose vane, portarono a furia i libri, e li bruciarono in presenza di tutti: e calcolato il valore di essi, trovaron la somma di cinquantamila denari.20Cosi cresceva forte, e si stabiliva la parola di Dio.21Terminate queste cose, propose Paolo in ispirito, girata la Macedonia, e l'Alcaja, di andare a Gerusalemme, dicendo: Dopo che io sarò stato là, bisogna, ch'io vegga anche Roma.22E mandati nella Macedonia due di quelli, che lo assistevano, Timoteo, ed Erasto, si rimase egli per un tempo nell'Asia.23E allora nacque non piccol tumulto per cagione della via del Signore.24Imperocché un certo orefice, per nome Demetrio, il quale faceva in argento dei templi di Diana, dava non poco guadagno agli artigiani.25Convocati i quali, e quelli, che di cose simili lavoravano, disse: O uomini, voi sapete, che da questo lavorio vien la nostra ricchezza;26E vedete, e sentite, che non solo in Efeso, ma in quasi tutta l'Asia, questo Paolo con sue persuasioni ha fatto cambiare di sentimento a molta gente, affermando, che non son dei que', che si fan con le mani.27E non solo è pericolo, che questa nostra professione vituperevole divenga, ma di più, il tempio della grande Diana sarà contato per niente, e comincerà a distruggersi la maestà di lei, cui l'Asia tutta, e il mondo adora.28Udito questo, coloro si riempirono di sdegno, e sclamaron, dicendo: Gran Diana degli Efesini.29E si riempiè la città di confusione, e corser tutti daccordo al teatro, strascinando Gaio, e Aristarco Macedoni, compagni di Paolo.30E volendo Paolo affacciarsi al popolo, nol permisero i discepoli.31Alcuni eziandio degli Asiarchi, che erangli amici, mandarono a pregarlo, che non si esponesse al teatro:32E quelli gridavano chi in un modo, e chi in un altro: essendo la adunanza in confusione, e i più non sapevano il perché si fossero adunati.33Fu poi tratto fuor della turba Alessandro, spingendolo avanti i Giudei. E Alessandro fatto segno con mano, che si tacessero, voleva dir sua ragione al popolo.34Ma subito che l'ebber conosciuto per Giudeo, si fecer di tutti una sola voce, che per quasi due ore gridavano: Gran Diana degli Efesini.35E avendo il segretario calmata la turba, disse: Uomini Efesini, e qual è uomo, che non sappia, che la città di Efeso è adoratrice della grande Diana, prole di Giove?36Non potendo adunque contraddirsi a questo, convenevol cosa si o, che voi vi acquietiate, e nulla facciate temerariamente.37Imperocché avete condotti questi uomini né sacrileghi, né bestemmiatori della vostra dea.38Che se Demetrio, e gli artefici, che sono con lui, hanno da dire contro qualcheduno, vi sono i giorni, ne' quali si tien ragione, e vi sono i proconsoli, se la disputino tra di loro.39Che se alcun' altra cosa voi bramate, in una legittima adunanza potrà decidersi.40Imperocché siamo in pericolo di essere accusati di sedizione perle cose di questo giorno: non essendovi chi abbia dato causa (di cui possiam render ragione) a questo sollevamento. E detto questo licenziò l'adunanza.

Note:

19,1:Scorse le provincie superiori. Vale a dire settentrionali, come il Ponto, la Bitinia, la Galazia, la Frigia.

19,2:Avete voi ricevuto lo Spirito santo ec. Il sagramento della confermazione, il quale si conferiva per lo più im mediatamente dopo il Battesimo. Questi discepoli trovandosi a Gerusalemme, avevano udito la predicazione del Precursore, e ricevuto da lui il suo battesimo, e su la testimonianza del Batista, e per quello che avevano udito, e forse veduto di Gesù Cristo, avevan creduto, che egli era il Messia, ma non erano ancora istruiti abbastanza nella fede; onde ignoravano la necessità del Battesimo istituito da Gesù Cristo.
Non abbiamo nemmeno sentito a dire, ec. Queste parole non vogliono assolutamente intendersi, come se costoro dicessero di non avere idea alcuna dello Spirito santo e di non averne mai sentito parlare, imperocchè di questa persona della SS. Trinità si parla sovente nel vecchio Testamento, e per ispirazione di essa tutti sapevano aver profeti parlato; ma voglion dire, che non solo non hanno ricevuto lo Spirito santo, ma neppur sanno, che siavi nella Chiesa potestà di conferirlo ai credenti; vale a dire non solo non han ricevuto il sagramento di con fermazione, ma neppur sanno, che siavi tal sagramento.

19,4:Giovanni battezzò ec. Vale a dire il battesimo di Giovanni era destinato a preparare il popolo per mezzo della penitenza a ricevere l'annunzio di grazia, e il Battesimo di Gesù Cristo. Infatti egli non predicava quasi altro, nè ad altro esortava, che a credere in colui, che venivagli appresso, cioè in Gesù Cristo, da cui ricever doveano una cognizione più intera, e perfetta del regno di Dio, e i doni celesti, de' quali era venuto a far parte a tutti gli uomini.

19,6:E avendo Paolo imposte loro le mani, ec. Di qui può inferirsi, che il Battesimo non fu amministrato ad essi da Paolo, ma da alcuno de' suoi compagni, de' quali si fa menzione v. 22. 29.

19,9:Segregò i discepoli, e disputava ogni di nella scuola di un certo Tiranno. Nè volle egli andar più nella Sinagoga, nè che vi andassero i suoi neofiti, e andò a insegnare nella scuola di un sofista, o sia retore Gentile, chiamato Tiranno.

19,10:E ciò fu per due anni, ec. In questi due anni non si contano i tre mesi, ne' quali egli frequentò la Sinagoga.
Tutti quelli che abitavan nell'Asia ec. Il lungo soggiorno fatto da Paolo in Efeso, città frequentata da tutta l'Asia a motivo principalmente del tempio di Diana, che quivi era comune a tutti gli Asiatici, questo lungo soggiorno servì a spargere per tutte quelle parti la luce dell'Evangelio.

19,12:I fazzoletti e le fasce ec. La voce sudaria significa certamente fazzoletti da asciugare il sudore; l'altra parola semicinctia può significare e le fasce, che all'uso orientale si avvolgevano alla testa, e anche i grembiuli o di lino, o di pelle, de' quali si servono gli artigiani nel lavorare; ma senza entrare in più lunga discussione intorno al senso di queste due parole, osserviamo piutto sto, che non a caso il Signore ha voluto, che in un libro dettato dallo Spirito santo fosse scritto l'uso, che facevano i fedeli di cose in apparenza, sì vili, ma santificate in certo modo dal toccamento del corpo dell'Apostolo per operare guarigioni di malati, e liberazioni di ossessi. Conciossiachè erano pervenire un giorno degli uomini, i quali vantandosi continuamente della scienza delle Scritture, e a piena bocca gloriandosi di non avere altra regola della lor fede, che i sacri libri, dovevano giungere a tanto di temerità e di arroganza, che non dubitassero di accusare la Chiesa loro madre di superstizione nel rispetto, e nell'onore, che ella professa di rendere alle reliquie de' Santi. Accusino adunque costoro anche i fedeli dei primi giorni del cristianesimo di superstizione, perchè i fazzoletti, e le fasce usate da Paolo custodivano per valersene a prode' malati, e, se crediamo al Grisostomo, anche a risuscitare dei morti.

19,13:Alcuni di que', che andavano attorno esorcisti Giudei, ec. Da s. Matteo ancora, cap. XII. 27., apparisce, che eranvi tali esorcisti presso i Giudei, e da s. Luca impariamo, che alcuni di questi non riuscendo loro, come prima, di scacciare i demoni nel modo usato, si valevano con felice successo del nome di Gesù Cristo, Luc. IX. 49.

19,14:Di Sceva Giudeo principe de' sacerdoti. Vale a dire capo di una delle famiglie sacerdotali; imperocchè non abbiamo fondamento alcuno per credere, che egli fosse stato sommo pontefice.

19,15:Conosco Gesù, e so chi è Paolo: ec. Tutta la storia della Chiesa è piena di illustri esempi della autorità esercitata da' Cristiani contro il Demonio, e del potere degli esorcismi nel nome di Gesù Cristo; ma qui il Demonio con ragione domanda a costoro, onde abbiano ricevuto l'autorità di comandare a lui, mentre, quantunque il nome di Gesù invochino, non credono però in lui, e nulla hanno di comune co' suoi discepoli.

19,16:E potendone più di loro due. Due soli de' figliuoli di Sceva si trovarono a questo fatto.

19,18:E molti di quelli, che avevan creduto, venivano a confessare, e manifestare le opere loro. A gran ragione gli Interpreti Greci, e dopo di essi i Teologi ravvisano in queste parole una confessione sagramentale fatta dopo il Battesimo da' fedeli di Efeso. E infatti non può restringersi il senso di questo versetto a una generica e pubblica protesta di aver peccato.

19,19:E molti di quelli, che erano andati dietro a cose vane, ec. Vuolsi intendere la magia, e le arti che con questa confinano, l'astrologia giudiciaria, e la genetliaca. Di tutte queste cose facevasi studio in Efeso più che in qualunque altro luogo. Testimoni que' caratteri magici conosciuti col nome di lettere Efesine, e rammentati da molti scrittori. È da credere, che i libri di queste diaboliche scienze, che furono portati a bruciare, fossero nelle mani non dei già battezzati fedeli, ma dei semplici catecumeni.
Trovaron la somma di cinquantamila denari. Verisimile essendo, che s. Luca abbia fatto questo computo piuttosto a moneta Ebrea, che Romana, o Greca, o Asiatica: prendendo la parola denaro per il siclo di argento, questa somma ascenderebbe a più di quattordici mila scudi Romani, la qual somma, grandissima in que' tempi ne'quali il danaro era tanto più raro che nei nostri, viene a manifestare la grandezza della vittoria riportata dall'Apostolo in Efeso sopra l'inferno.

19,22:E mandati nella Macedonia due ec. Questi furono mandati e a preparargli la strada alla predicazione della parola, e a farvi una colletta per sovvenire la Chiesa di Gerusalemme, I. Cor. IV. 17., 2. Cor. IX. 3. 4. Di Erasto si fa menzione 2. Tim. IV. 20.

19,24:Faceva in argento dei templi di Diana. Faceva in argento la figura del tempio di Diana per soddisfare la curiosità, e la divozione de' pellegrini, i quali concor rendo da tutte le parti del mondo ad ammirare quella ricchissima, e vastissima mole, amavano di riportarne, e averne seco una memoria. Plinio racconta, che la fabbrica di quel tempio, contato tra i sette miracoli della terra, costò dugento vent'anni di tempo.

19,25:Convocati i quali, e quelli, che di cose simili lavoravano. Raunati non solo quegli, a' quali dava egli da lavorare per le figure del tempio, ma anche gli altri orefici, scultori, pittori, ec. i quali si impiegavano similmente in lavori riguardanti il culto degli dei; imperocchè, come dice lo stesso Demetrio, v. 26., s. Paolo non solamente screditava Diana, e il suo tempio, ma anche di tutti gli dei si faceva beffe, dicendo non potere essere dei que', che si facevano con le mani.

19,27:Cui l'Asia tutta, e il mondo adora. Era talmente universale nel mondo il culto di Diana Efesina, che Ul piano giureconsulto osserva, che tra i pochi dei, i quali era permesso a' Romani di istituire suoi eredi, era Diana Efesina.

19,28:Gran Diana degli Efesini. Quasi volessero dire: non perirà; ma durerà in eterno la gran Diana, checchè di casi Paolo, e i suoi discepoli.

19,29:Al teatro. Nelle città della Grecia il popolo soleva adunarsi nel teatro per trattare i pubblici affari; onde Giovenale parlando di Demostene dice, che egli con la sua eloquenza affrenava il pieno teatro.
Gaio e Aristarco, ec. Gaio era di Tessalonica, ma originario di Derbe, cap. XX. 4. Di Aristarco si parla cap. XX. 4., e più volte nelle epistole di Paolo.

19,30:E volendo Paolo ec. L'Apostolo voleva farsi vedere al teatro o per acquietare il popolo, o per morire per Cristo.

19,31:Alcuni eziandio degli Asiarchi. Questi erano i principali sacerdoti dell'Asia, eletti dalle più ricche, e potenti famiglie, i quali facevano la spesa de' giuochi pubblici, a' quali presiedevano, ed erano anche primi magistrati del paese. Lo stesso era delle altre provincie; onde troviamo i Bitiniarchi, i Cappadociarchi, ec., principali sacerdoti della Bitinia, della Cappadocia, ec.

19,33:Fu poi tratto fuor della turba Alessandro, ec. È verisimile, che i Giudei temendo per loro stessi, nota essendo la loro avversione all'idolatria, vollero separare causa propria da quella de' cristiani, e a questo fine misero innanzi questo Alessandro, il quale doveva essere uomo eloquente, e ben visto dal popolo, affinchè discolpasse la sua nazione, e mostrasse, che non i Giudei ma Cristiani, e Paolo loro maestro erano cagione, che Diana, e il suo tempio cadesse in disprezzo. Ma il popolo non volle ricevere le scuse di un Giudeo, nè lasciargli proferire parola, sapendo, che come tale non poteva essere nemmen egli adoratore di Diana, nè del suo tempio.

19,35:E avendo il segretario ec. La Volgata dice lo scriba. Si crede, che questo fosse uno degli uffiziali, che prese devano ai giuochi pubblici, eletto dal popolo, e a lui si appartenesse lo scrivere i nomi dei vincitori, e i premi, che questi avean riportato.
Prole di Giove? Il Greco dà piuttosto un altro senso, ed è: E del simulacro disceso da Giove. Imperocchè la statua di Diana Efesina, come molte di altri celebri templi pagani, si diceva esser venuta dal cielo.

19,37:Nè sacrileghi, nè bestemmiatori della vostra dea. Può essere, che questo segretario non facesse difficoltà di dir bugia, affine di sedare il popolo; e può anch'essere, che s. Paolo, e gli altri contentandosi dimostrare l'assurdità dell'idolatria, si astenessero dal nominare Diana, o altro dio in particolare.

19,38:E vi sono i proconsoli. Vale a dire il proconsole, e il legato, o sia vicario del proconsole.

19,39:In una legittima adunanza. Convocata da' magistrati secondo le leggi, senza, confusione, e senza tumulto.

19,40:Imperocchè siamo in pericolo ec. Atterrisce i sediziosi col timore dell'Imperadore, e del proconsole; imperocchè a tenore della legge Romana chiunque avesse fatto raunata di gente, o mosso il popolo a tumulto, era reo di delitto capitale.