Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 17


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Paolo a Tessalonica e a Borea

1Ed essendo passati per Anfipoli e per Apollonia, arrivarono a Tessalonica, ov'era una sinagoga di Giudei.2E Paolo, secondo il suo solito, andò da loro, e per tre sabati disputò con loro sulle Scritture,3dichiarando e dimostrando come il Cristo doveva patire e risuscitare da morte. E questo Cristo, diceva, è Gesù che v'annunzio.4Alcuni credettero e si unirono con Paolo e Sila, come fece pure una gran moltitudine di proseliti e di gentili, e non poche nobili donne.5Ma i Giudei, mossi da zelo, prendendo dal volgo dei cattivi soggetti, e fatta gente, misero a tumulto la città, e, attorniata la casa di Giasone, cercavano di tirarli davanti al popolo.6Ma non avendoli trovati trascinarono Giasone ed alcuni fratelli dai capi della città, gridando: Quei che mettono sottosopra la terra son venuti anche qua,7e Giasone ha dato loro ricetto, e tutti costoro vanno contro gli editti di Cesare, dicendo esservi un altro re, Gesù.8Così incitarono la folla e i magistrati che udivano tali cose.9Ma ricevuta cauzione da Giasone e da altri li lasciarono andare.10I fratelli però, subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea. Questi, appena arrivati, andarono alla sinagoga dei Giudei.11Or questi Giudei erano più nobilmente disposti di quelli di Tessalonica, e ricevettero la parola con tutta avidità, esaminando ogni giorno le Scritture, se le cose stessero così.12E molti di loro credettero e molte nobili donne gentili e uomini non pochi.13Ma com'ebbero inteso i Giudei di Tessalonica che anche in Berea era stata predicata da Paolo la parola di Dio, corsero anche là a suscitare e a muovere a tumulto la popolazione.14E allora i fratelli mandarono via subito Paolo, perchè andasse fino al mare e ci restarono Sila e Timoteo.15Quelli poi che accompagnavano Paolo lo condussero ad Atene, e ricevuto l'incarico di dire a Sila e a Timoteo di raggiungerlo al più presto, partirono.

Paolo in Atene

16E mentre Paolo li attendeva ad Atene, si sentiva l'anima afflitta, nel vedere quella città piena di idoli.17Disputava egli pertanto nella sinagoga coi Giudei e coi proseliti, e nella piazza ogni giorno con chi vi incontrava.18E alcuni filosofi epicurei e stoici disputavano con lui, e alcuni dicevano: Che vuol dire questo ciarlatano? Altri poi: Pare che annunzi nuovi dèi; perchè annunziava loro Gesù e la risurrezione.19Allora lo presero e lo condussero all'Areopago, dicendo: Possiamo noi sapere quello che sia questa nuova dottrina di cui tu parli?20Tu infatti fai suonare certe cose nuove alle nostre orecchie; vorremmo dunque sapere di che si tratta.

Discorso di Paolo all'Areopago

21Or tutti gli Ateniesi e gli ospiti forestieri non badavano ad altro che a dire o ascoltare qualche cosa di nuovo.22E Paolo stando in piedi in mezzo all'Areopago, disse: Ateniesi, io vi trovo per ogni riguardo più che religiosi.23Passeggiando infatti, e considerando i vostri simulacri ho scoperto persino un altare con questa scritta: Al Dio ignoto. Quello dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio.24Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che vi si trova, essendo il Signore del Cielo e della terra, non abita in templi fatti dalle mani,25e non è servito dalle mani degli uomini quasi avesse bisogno di qualche cosa, egli che dà a tutti la vita, il respiro e tutte le cose.26Egli ha derivato da un sol uomo tutta la progenie degli uomini, perchè popolassero tutta la faccia della terra, fissando i tempi determinati ed i confini delle loro dimore,27affinchè cerchino Dio se a sorte, brancolando, lo trovino, quantunque egli non sia lungi da ciascuno di noi;28poichè in lui viviamo, ci moviamo e siamo. Come anche taluni dei vostri poeti han detto: Siamo veramente progenie di lui.29Essendo adunque noi progenie di Dio, non dobbiamo credere che l'essere divino sia simile all'oro o all'argento, o alla pietra scolpita dall'arte e dall'invenzione dell'uomo.30Dio non tollerando più tempi di siffatta ignoranza, intima agli uomini tutti, d'ogni nazione, di pentirsi,31perchè ha fissato un giorno in cui giudicherà il mondo a rigor di giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designatom, come ne ha fatto fede a tutti col risuscitarlo da morte.32Sentita nominare la risurrezione dei morti, alcuni se ne burlarono, e altri poi dissero: Su ciò ti ascolteremo un'altra volta.33Così Paolo si ritirò di mezzo a loro.34Alcuni però, unitisi con lui, credettero, tra i quali Dionigi l'Areopagita, una donna di nome Damaride ed altri con loro.