Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Primo libro di Samuele 11


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1Nacas l’Ammonita si mosse e pose il campo contro Iabes di Gàlaad. Tutti i cittadini di Iabes di Gàlaad dissero allora a Nacas: «Fa’ un patto con noi e ti saremo sudditi».2Rispose loro Nacas l’Ammonita: «A queste condizioni farò un patto con voi: possa io cavare a tutti voi l’occhio destro e porre tale gesto a oltraggio di tutto Israele».3Di nuovo chiesero gli anziani di Iabes: «Lasciaci sette giorni per inviare messaggeri in tutto il territorio d’Israele. Se nessuno verrà a salvarci, usciremo incontro a te».4I messaggeri arrivarono a Gàbaa di Saul e riferirono quelle parole davanti al popolo, e tutto il popolo levò la voce e pianse.5Ma ecco che Saul veniva dalla campagna dietro l’armento. Chiese dunque Saul: «Che ha il popolo da piangere?». Riferirono a lui le parole degli uomini di Iabes.6Lo spirito di Dio irruppe allora su Saul ed egli, appena udite quelle parole, si irritò molto.7Prese un paio di buoi, li fece a pezzi e li inviò in tutto il territorio d’Israele per mezzo di messaggeri con questo proclama: «A chi non uscirà dietro Saul e dietro Samuele, così sarà fatto dei suoi buoi». Cadde il terrore del Signore sul popolo e si mossero come un sol uomo.8Saul li passò in rassegna a Bezek e risultarono trecentomila Israeliti e trentamila di Giuda.9Dissero allora ai messaggeri che erano giunti: «Direte ai cittadini di Iabes di Gàlaad: “Domani, quando il sole comincerà a scaldare, sarete salvi”».
I messaggeri partirono e riferirono agli uomini di Iabes, che ne ebbero grande gioia.
10Allora gli uomini di Iabes dissero a Nacas: «Domani usciremo incontro a voi e ci farete quanto sembrerà bene ai vostri occhi».11Il giorno dopo Saul divise il popolo in tre schiere e irruppe in mezzo al campo sul far del mattino; batterono gli Ammoniti finché il giorno si fece caldo. Quelli che scamparono furono dispersi: non ne rimasero due insieme.
12Il popolo allora disse a Samuele: «Chi ha detto: “Dovrà forse regnare Saul su di noi?”. Consegnaci costoro e li faremo morire».13Ma Saul disse: «Oggi non si deve far morire nessuno, perché in questo giorno il Signore ha operato la salvezza in Israele».14Samuele ordinò al popolo: «Su, andiamo a Gàlgala: là inaugureremo il regno».15Tutto il popolo andò a Gàlgala, e là davanti al Signore a Gàlgala, riconobbero Saul come re; qui offrirono anche sacrifici di comunione davanti al Signore con grande gioia, Saul e tutti gli Israeliti.

Note:

1Sam 11,1-11:Tradizione di Gàlgala, indipendente dalle precedenti: niente indica che Saul sia già stato unto re, né acclamato re dal popolo. Il racconto richiama quelli dei «grandi» Giudici. La differenza è che, dopo la vittoria, Saul non è riconosciuto come giudice, ma è proclamato re; la differenza è considerevole.

1Sam 11,1:circa un mese dopo: kemehodesh, con le versioni, da premettere a 1Sam 11,1 ; il TM ha: «ed egli fu come silenzioso», kemaharish, alla fine di 1Sam 10,27 .

1Sam 11,7:e dietro Samuele: glossa nello spirito del c 1Sam 7 , secondo BJ che omette.

1Sam 11,8:trecentomila Israeliti e trentamila di Giuda: l'enormità delle cifre e la distinzione tra Israele e Giuda tradiscono una mano tardiva.

1Sam 11,10:A Nacas: aggiunto per il senso. - usciremo incontro a voi: il popolo di Iabes gioca sulla parola che può significare «attaccare» o «arrendersi» (come nel v 3).

1Sam 11,12-15:Il seguito originale del v 11 è al v 15; l'indomani della vittoria, il popolo acclama Saul come re. Ma, secondo il racconto parallelo, Saul è già stato proclamato re a Mizpa (1Sam 10,24). I vv 12-14 tentano di mettere d'accordo i due racconti: Saul non è stato riconosciuto da tutti (cf. 1Sam 10,27), bisogna «rinnovare» la sua intronizzazione. Osea, ostile alla monarchia, sembra condannare questa proclamazione come un peccato (Os 8,4; Os 9,15)