Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Sapienza 11


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1La sapienza favorì le loro imprese
per mezzo di un santo profeta.
2Attraversarono un deserto inospitale,
fissarono le tende in terreni impraticabili,
3resistettero agli avversari, respinsero i nemici.
4Ebbero sete e ti invocarono
e fu data loro acqua da una rupe scoscesa,
rimedio alla sete da una dura roccia.
5Ciò che era servito a punire i loro nemici,
per loro, nel bisogno, fu strumento di favori.
6Invece dello sgorgare perenne di un fiume,
reso torbido da putrido sangue
7in punizione di un decreto infanticida,
contro ogni speranza tu desti loro acqua abbondante,
8mostrando attraverso la sete di allora
come avevi punito i loro avversari.
9Difatti, messi alla prova,
sebbene puniti con misericordia,
compresero come gli empi, giudicati nella collera,
erano stati tormentati;
10perché tu provasti gli uni come un padre che corregge,
mentre vagliasti gli altri come un re severo che condanna.
11Lontani o vicini erano ugualmente tribolati,
12perché li colse un duplice dolore
e un sospiro per i ricordi del passato.
13Quando infatti seppero che dal loro castigo quelli erano beneficati,
si accorsero della presenza del Signore;
14poiché colui che prima avevano esposto e poi deriso,
al termine degli avvenimenti dovettero ammirarlo,
dopo aver patito una sete ben diversa da quella dei giusti.
15In cambio dei ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
in cui, errando, rendevano onori divini
a rettili senza parola e a bestie spregevoli,
tu inviasti contro di loro come punizione
una moltitudine di animali irragionevoli,
16perché capissero che con le cose con cui uno pecca,
con quelle viene punito.
17Non era certo in difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi o leoni feroci
18o bestie molto feroci, prima sconosciute e create da poco,
che esalano un alito infuocato
o emettono un crepitìo di vapore
o sprizzano terribili scintille dagli occhi,
19delle quali non solo l’assalto poteva sterminarli,
ma lo stesso aspetto terrificante poteva annientarli.
20Anche senza queste potevano cadere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dal tuo soffio potente,
ma tu hai disposto ogni cosa con misura, calcolo e peso.
21Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi si opporrà alla potenza del tuo braccio?
22Tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
24Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
25Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
26Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.

Note:

Sap 11,1:Mosè (cf. Nm 12,7+; Dt 18,15).

Sap 11,2:La lunga marcia nel deserto è riassunta in poche frasi per preparare uno sviluppo distinto. La sapienza non viene più ricordata, eccetto in Sap 14,2; Sap 14,5 , e l'autore si rivolge a Dio in una specie di meditazione sugli avvenimenti dell'esodo. Oppone continuamente, pur con lunghe digressioni (Sap 12,2-22; Sap 13,1-15,13), il trattamento degli israeliti, considerati un popolo di giusti (cf. Sap 10,15), e quello degli egiziani, divenuti il simbolo dell'indurimento degli empi. Per la sua libertà nei confronti delle fonti bibliche anteriori, tutto questo sviluppo si avvicina al midrash o commentario rabbinico della Scrittura.

Sap 11,4-14:L'autore, a proposito del miracolo dell'acqua nel deserto, opera un confronto complesso, il cui principio si trova enunciato nel v 5. Nello stesso tempo si sforza di giustificare i relativi castighi con una specie di «taglione divino», enunciato nel v 16. Più avanti seguiranno altre antitesi (cf. Sap 16,1; Sap 16,5; Sap 16,15; Sap 17,1; Sap 18,5; Sap 19,1), ma non c'è accordo sul loro numero preciso e spesso è difficile determinarle chiaramente.

Sap 11,7:Secondo Es 7,14-25 è per costringere il faraone a lasciar partire gli israeliti che Jahve cambiò le acque del Nilo in sangue, qui è il castigo del decreto infanticida di Es 1,15s .

Sap 11,9:La sete, e forse anche le altre sofferenze che gli israeliti patirono nel deserto, dovevano far loro comprendere la punizione inflitta agli egiziani.

Sap 11,12:per i ricordi del passato: correzione secondo alcuni mss; textus receptus ha: «dei ricordi passati».

Sap 11,13b:L'acqua ritirata agli egiziani, miracolosamente data agli israeliti (Sap 11,4).

Sap 11,13c:Numerosi mss latini alla fine del v 13 aggiungono: «pieni di meraviglia per l'esito degli eventi», aggiunta che deriva dal v 14b.

Sap 11,14:Mosè esposto sulle acque (Es 1,22; Es 2,3), respinto dal faraone (Es 5,2-5; Es 7,13; Es 7,22 ; ecc.).

Sap 11,15b:Il culto degli animali, rettili (il coccodrillo, il serpente, la lucertola, la rana), vili bestiole (lo scarabeo), era molto in onore nell'Egitto dei Tolomei.

Sap 11,15c:Rane, zanzare, tafani, cavallette (Es 8,1-2; Es 8,13-14; Es 8,20; Es 10,12-15).

Sap 11,16:Cf. Sap 12,23; Sap 16,1; Sap 18,4; Gen 9,6; Gdc 1,6-7; 1Sam 15,23; 2Mac 4,26; 2Mac 13,8; Pr 5,22 ; ecc.

Sap 11,17:materia senza forma: espressione filosofica ispirata parzialmente a Platone (Timeo 51 A) e divenuta allora usuale per indicare lo stato indifferenziato della materia, ritenuta eterna. L'autore non ha alcun motivo di sottrarre la materia all'attività creatrice e pensa forse all'organizzazione del mondo a partire dalla massa caotica (Gen 1,1).

Sap 11,18:vapori pestiferi: alla lettera «una puzza di fumo»; mss, versioni: «puzza»; textus receptus: «rombo».

Sap 11,22:come polvere sulla bilancia: BJ traduce: «come ciò che fa pendere la bilancia»; si può anche intendere «che non fa pendere la bilancia».

Sap 11,23:L'idea dei vv 23s non è nuova in Israele; mai però si era espressa con tanta forza e in forma di ragionamento l'universalità della misericordia di Dio per i peccatori (cf. Gn 3-4) e il ruolo determinante dell'amore nella creazione e conservazione degli esseri.