Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Sapienza 10


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1Ella protesse il padre del mondo, plasmato per primo,
che era stato creato solo,
lo sollevò dalla sua caduta
2e gli diede la forza per dominare tutte le cose.
3Ma un ingiusto, allontanatosi da lei nella sua collera,
si rovinò con il suo furore fratricida.
4La sapienza salvò di nuovo la terra sommersa per propria colpa,
pilotando il giusto su un semplice legno.
5Quando i popoli furono confusi, unanimi nella loro malvagità,
ella riconobbe il giusto,
lo conservò davanti a Dio senza macchia
e lo mantenne forte nonostante la sua tenerezza per il figlio.
6Mentre perivano gli empi, ella liberò un giusto
che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città.
7A testimonianza di quella malvagità
esiste ancora una terra desolata, fumante,
alberi che producono frutti immaturi
e, a memoria di un’anima incredula, s’innalza una colonna di sale.
8Essi infatti, incuranti della sapienza,
non solo subirono il danno di non conoscere il bene,
ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza,
perché nelle cose in cui sbagliarono
non potessero rimanere nascosti.
9La sapienza invece liberò dalle sofferenze
coloro che la servivano.
10Per diritti sentieri ella guidò il giusto
in fuga dall’ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
lo fece prosperare nelle fatiche
e rese fecondo il suo lavoro.
11Lo assistette contro l’ingordigia dei suoi oppressori
e lo rese ricco;
12lo custodì dai nemici,
lo protesse da chi lo insidiava,
gli assegnò la vittoria in una lotta dura,
perché sapesse che più potente di tutto è la pietà.
13Ella non abbandonò il giusto venduto,
ma lo liberò dal peccato.
14Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e l’autorità su coloro che dominavano sopra di lui;
mostrò che i suoi accusatori erano bugiardi
e gli diede una gloria eterna.
15Ella liberò il popolo santo e la stirpe senza macchia
da una nazione di oppressori.
16Entrò nell’anima di un servo del Signore
e con prodigi e segni tenne testa a re terribili.
17Diede ai santi la ricompensa delle loro pene,
li guidò per una strada meravigliosa,
divenne per loro riparo di giorno
e luce di stelle nella notte.
18Fece loro attraversare il Mar Rosso
e li guidò attraverso acque abbondanti;
19sommerse invece i loro nemici
e li rigettò dal fondo dell’abisso.
20Per questo i giusti depredarono gli empi
e celebrarono, o Signore, il tuo nome che è santo,
e lodarono concordi la tua mano che combatteva per loro,
21perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti
e aveva reso chiara la lingua dei bambini.

Note:

Sap 10,1:Adamo è solo nel mondo, come Dio nel cielo. - dalla sua caduta: alcuni mss lat. qui dicono: «ed essa lo trasse dal fango della terra, lo strappò dalla sua colpa». La prima parte di questa var. proviene forse da una glossa esplicativa a «formato per primo». - Il tema del pentimento e della riabilitazione di Adamo (un'opinione ebraica spesso ripresa dai Padri della chiesa) è messo in rapporto con l'influsso misericordioso della sapienza, che permette ad Adamo di conservare, dopo la caduta, il suo dominio sul mondo e gli dà la forza di esercitarlo.

Sap 10,3:un ingiusto: Caino (cf. Gen 4,8-13). - A causa del suo omicidio, o egli stesso si condannò a una esistenza miserabile (terminata in modo tragico secondo alcune leggende ebraiche), o fu la causa dello sterminio della sua razza nel diluvio (v 4), o si consegnò volontariamente alla morte vera (cf. Sap 1,11(d)-12; Sap 1,16).

Sap 10,4s:il giusto: qui è Noè (cf. Gen 6,9); nel v 5 è Abramo (cf. Gen 22).

Sap 10,6:Lot (cf. Gen 19).

Sap 10,10:il giusto: Giacobbe (cf. Gen 27,41-45; Gen 28,5-6). - delle cose sante o «dei santi», cioè degli angeli (Gen 28,12). Le «cose sante» indicano o le rivelazioni concernenti la corte celeste o le promesse fatte a Giacobbe (Gen 28,13-15).

Sap 10,12:Nella sua «lotta con Dio» Giacobbe l'avrebbe spuntata, non per la sua forza, ma per il vigore della sua «pietà». Solo questa può costringere Dio e ottenere la sicurezza della sua benedizione. L'episodio viene interpretato nel senso di una esperienza spirituale.

Sap 10,13:Giuseppe (cf. Gen 39-41).

Sap 10,15:Il popolo dell'esodo è «santo» e «senza macchia» in forza della sua vocazione (Es 19,6; Lv 19,2) e dei valori religiosi che incarna. Nel medesimo tempo l'autore idealizza il passato e continuerà a farlo nella terza parte; il suo scopo è triplice: a) dimostrare con la storia il diverso trattamento dei giusti e degli empi; b) esaltare la superiorità religiosa e morale del giudaismo; c) infine mostrare che il passato prefigura il futuro apocalittico.

Sap 10,16:Terribili re: generalizzazione retorica; si tratta del faraone.

Sap 10,17:L'autore attribuisce alla sapienza ciò che l'Esodo dice della presenza di Dio nella nube.

Sap 10,20:Gli israeliti, secondo la tradizione giudaica, spogliarono delle loro armi gli egiziani morti.

Sap 10,21:Un tempo Dio aveva sciolto la lingua di Mosè perché potesse parlare al faraone (Es 4,10; Es 6,12; Es 6,30). Ora interviene perché tutti gli israeliti senza eccezione possano unirsi nella sua lode. Qui l'autore segue una tradizione giudaica che poi si amplierà nei testi rabbinici.