Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Giudici 14


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Sansone sposa una Filistea, e nell'andare a vederla fa in pezzi un lione, e trovato di poi del miele nella bocca di esso, ne forma una parabola, e propostala ai compagni, questi per mezzo della moglie ne intesero il significato.

1Sansone dipoi scese a Thamnatha, e avendo ivi veduta una donna Filistea,2Se ne tornò, e parlonne a suo padre, e a sua madre dicendo: Ho veduto a Thamnatha una donna di stirpe Filistea, la quale vi prego di darmi per moglie.3Dissero a lui suo padre, e sua madre: Mancano forse donne nelle case de' tuoi fratelli, e in tutto il nostro popolo, che tu vuoi prendere per moglie una figlia de’ Filistei che sono incirconcisi? Ma Sansone disse a suo padre: Dammi questa che piace agli occhi miei.4Or i suoi genitori non sapevano che questa cosa era fatta dal Signore, e che quegli cercava un'occasione di far del male a' Filistei: perocché in quel tempo i Filistei dominavano Israele.5Scese adunque Sansone con suo padre, e sua madre a Thamnatha. E quando furono arrivati alle vigne della città, se gli fece davanti un giovine lione feroce che ruggiva, e andò incontro a lui.6Ma lo spirito del Signore investì Sansone, ed egli sbranò il lione, e lo fece in pezzi, come un capretto, senza avere niente in mano: e non volle dar parte di tal cosa al padre, nè alla madre.7Andò poi a parlare alla donna, che gli era piaciuta,8E di lì a qualche giorno ritornando per isposarla, uscì di strada per vedere il cadavere del leone, e vide che in bocca al lione v'era uno sciame d'api, e un favo di miele.9E preso in mano il miele, lo mangiava per istrada, e avendo raggiunto il padre e la madre, ne fece loro parte, ed essi pure ne mangiarono: ma nè pure volle loro scoprire, come quel miele lo avea preso dal cadavere del leone.10Andò adunque il padre a trovare la donna; e fece un banchetto pel suo figliuolo Sansone: perocché tal era il costume de' giovani.11I cittadini adunque di quel luogo avendolo veduto, gli diedero trenta compagni, perchè stessero con lui.12A' quali disse Sansone: io vi proporrò un problema: il quale se voi sciorrete dentro i sette dì del banchetto, io vi darò trenta sindoni, e altrettante tonache:13Se poi nol saprete sciorre, voi darete a me trenta sindoni e altrettante tonache. Risposer quelli: Proponi l’enimma, affinchè lo sentiamo.14Ed ei disse loro: Dal divoratore è venuto il cibo, e dal forte è venuto il dolce. Ed essi non poterono sciorlo in tre dì.15Ma quando fu venuto il settimo giorno, dissero a sua moglie: induci colle carezze il tuo sposo a dirti il significato dell'enimma: che se tu nol fai, darem fuoco a te, e alla casa del padre tuo: ci avete voi forse invitati alle nozze col fine di spogliarci?16Ed ella stava piangendo attorno a Sansone, e si lamentava dicendo: Tu mi hai in avversione, e non mi vuoi bene: e per questo non vuoi spiegarmi l’enimma proposto da te ai giovani miei concittadini. Ma egli rispose: Non ho voluto dirlo a mio padre, e a mia madre, e potrò dirlo a te?17Ella adunque pe' sette dì del convito piagnucolava attorno a lui: ma finalmente il settimo giorno non lasciandolo ella ben avere, le diede la spiegazione. Ed ella subito la fè sapere a' suoi concittadini.18E quelli prima che tramontasse il sole, il settimo giorno dissero a lui: Qual cosa è più dolce del miele? che v’ha egli più forte del lione? Ed egli disse loro: Se non aveste arato colla mia giovenca, non avreste dicifrata la mia proposta.19Indi lo spirito del Signore lo investì, e andò ad Ascalone, e ivi uccise trenta uomini: a' quali levò le vesti, e le diede a quelli che aveano sciolto l’enimma. E pieno di grande sdegno andò a casa di suo padre:20E la sua moglie prese per marito uno degli amici di lui, e compagni di nozze.

Note:

14,2:Ho veduto a Thamnatha una donna ec. Thamnatha era stato da principio della tribù di Giuda, e di poi di quella di Dan. Vedesì, che i Filistei ne erano allora padroni. Ella fu di poi ricuperata dagli Ebrei, 2 Paral. XXIX. 18. Sansone chiede per moglie una Filistea contro il divieto espresso di Dio, Deut. VII. 3., Ex. XXXIV. 12. Gl'Interpreti però quasi tutti lo assolvono dal peccato, supponendo, che egli chiese, e sposò questa donna per ispeciale istinto di Dio, come sembra chiaramente indicato, vers. 4. Teodoreto e s. Ambrogio condannano il fatto di Sansone.

14,4:Non sapevano, che questa cosa era fatta dal Signore, e che questi cercava ec. Sansone cercava i mezzi di nuocere a' Filistei, e per questo volle chiedere questa donna; e Dio dispose, che egli prendesse questo partito, donde doveano nascere e Sansone le occasioni di far guerra terribile a' medesimi Filistei oppressori d'Israele.

14,5:Se gli fece davanti un giovane lione. Egli dovea essersi discostato da' genitori, quando si trovò in questo cimento.

14,6:Lo spirito del Signore investì Sansone. Da queste parole si dà a vedere, che la straordinaria forza di Sansone era miracolosa e soprannaturale; per la qual cosa eziandio ella dipendeva per volere di Dio da' suoi capelli e dal suo Nazareato.

14,8:Di lì a qualche giorno ritornando per isposarla. Tralle promesse di matrimonio e l'effettuazione del matrimonio gli Ebrei mettevano un assai lungo intervallo, come si è detto altrove; onde queste parole dopo qualche giorno dinotano (come in altri luoghi delle Scritture) uno spazio di tempo considerabile. Gli Ebrei dicono un anno. Ma quando non fosse un anno intero s'intenderà un tempo assai notabile, mentre ucciso il lione, e consunte totalmente le carni, le api aveano già fatto un favo di miele tralle mascelle dello stesso lione. Racconta Erodoto, che le api aveano fatto il loro miele nel vuoto cranio di Onesilo re di Cipro, lib. v. 113.

14,11:Gli diedero trenta compagni, ec. Da molti altri luoghi della Scrittura apparisce, che i giovani sposi aveano un numero di giovani compagni, come le spose un numero di fanciulle ne' giorni delle nozze. Quelli del Vangelo sono chiamati gli amici dello sposo. Alcuni interpreti credono, che Sansone avesse chiesto un certo numero di giovani per fare a lui compagnia, ma che i capi de' Filistei i quali avevano già qualche timore di lui, gliene dessero fino a trenta piuttosto per essere di guardia attorno a lui, che per fargli onore.

14,12:Io vi proporrò un problema, ec. Un enimma. Gli Egiziani nascondevano tutta la loro religione, la morale, la scienza del governo ec. sotto simili enimmi: e lo stesso era in uso tra' Pittagorici. Servivano a esercitare e assottigliare l'ingegno si nel fargli, a si nello sciogliergli; e se ne trovano molti esempi negli scrittori più antichi.
Trenta sindoni e altrettante tonache. Alcuni intendono trenta tonache e trenta mantelli, nelle quali due cosa era compresa tutta la vestitura di un uomo.

14,14:Dal divoratore è venuto il cibo, ec. S. Agostino serm. 107. de temp. spiega molto bene il mistero di queste parole, dicendo, che elle significano Gesù Cristo risorto da morte; dal divoratore adunque, cioè dalla morte che il tutto divora o consuma, venna il cibo, che è l'istesso, che disse: Io sono il pane di vita sceso dal cielo. Egli fu amareggiato dalla iniquità degli uomini, la quale presentò a lui aceto e ostico fiele; ma da lui la moltitudine convertita delle nazioni ricevè la dolcezza della vita, e cosi dalla bocca del morto lione, cioè dalla morte di Cristo (il quale sdrajato si addormì qual lione) ne venne uno sciame di api, cioè i Cristiani.
Non poterono scioglierlo in tre dì. Per l'intelligenza di queste parole, e di quello, che segue, dee supporsi, che i giovani vedendo la difficoltà di spiegar questo enimma pregarono fin da principio la sposa di vedere di cavar qualche cosa di bocca a Sansone, e frattanto vi pensarono sopra per tre interi giorni, dopo i quali non trovando via di uscir d'imbroglio si raccomandarono anche più istantemente a lei; ma al venir del settimo giorno si diedero a minacciarla, ec.

14,18:Se non aveste arato colla mia giovenca ec. La metafora è presa dal rustico lavoro: se nelle vostre ricerche non foste stati ajutatì dalla mia moglie, non sareste venuti a capo giammai. Così Sansone accusa la loro fronde e l'infedeltà della sposa.

14,20:Uno degli amici di lui, ec. Uno di que' Filistei, che egli avea avuti per suoì compagni nella nozze, detti perciò amici dello sposo, come si è osservato di sopra.