Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Giudici 9


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Abimelech uccisi i suoi settanta fratelli, usurpa tirannicamente l'impero; parabola di Joatham suo fratello, che si era salvato. Egli vince l'esercito di Goal, e atterra la torre di Sichem, e finalmente è oppresso da una donna con un pezzo di macina.

1Ma Abimelech figliuolo di Jerobaal se n'andò a Sichem dai fratelli di sua madre, parlò con essi e con tutti i parenti della casa del padre di sua madre, dicendo:2Dite a tutti gli uomini di Sichem: Qual cosa è migliore per voi, di essere dominati da settanta uomini figliuoli tutti di Jerobaal, oppure di essere sotto il dominio di un solo? E insieme considerate ch'io sono della stessa carne, e dello stesso sangue con voi.3E i fratelli di sua madre parlarono di lui con tutti gli uomini di Sichem su questo tuono, e caparrarono il loro affetto per Abimelech, dicendo: Egli è nostro fratello.4E gli diedero settanta libbre d'argento del tempio di Baal-berith. Col quale egli assoldò della gente mendica, e vagabonda che lo seguì.5E andò alla casa del padre suo in Ephra, e uccise i settanta figliuoli di Jerobaal suoi fratelli sopra una stessa pietra: e non vi rimase altri che Joatham figliuolo di Jerobaal il più piccolo, che fu nascosto.6E si adunarono tutti gli uomini di Sichem, e tutte le famiglie della città di Mello: e andarono a crear loro re Abimelech presso la quercia ch'era in Sichem.7La qual cosa quando ebbe intesa Joatham, andò a posarsi sulla cima del monte Garizim, e ad alta voce gridò: Ascoltate me, uomini di Sichem: così Dio ascolti voi.8Gli alberi andarono per eleggersi un re, e dissero all’ulivo: Sii tu nostro sovrano.9Ma quegli rispose: Potrò io abbandonare il mio sugo che serve agli dei, e agli uomini, per venire ad essere superiore agli alberi?10E gli alberi dissero al fico: Vieni, e regna sopra di noi.11Ma egli rispose loro: Poss'io lasciare la mia dolcezza, e i soavissimi frutti, per andare ad esser superiore agli altri alberi?12E gli alberi dissero alla vite: Vieni, e sii nostra sovrana.13E quella rispose loro: Poss’io abbandonare il mio vino che letifica Dio, e gli uomini, per esser fatta regina delle piante?14Disser di poi tutte le piante al roveto: Vieni a comandare a noi.15Ed egli rispose loro: Se veramente mi fate vostro re, venite a riposarvi sotto la mia ombra: ma se non volete, esca fuoco dal roveto, e divori i cedri del Libano.16Ora adunque se giustamente, e senza colpa avete eletto per vostro re Abimelech, e se avete trattato bene Jerobaal, e la sua famiglia, e avete data ricompensa a' benefizii di lui, che adoprò la spada per voi,17E pose a repentaglio la propria vita per liberarvi dalle mani del Madianita,18Voi che ve la siete presa contro la casa del padre mio, e avete uccisi i suoi figliuoli, settanta persone sopra una stessa pietra, e avete eletto re degli abitatori di Sichem Abimelech figliuolo di una sua schiava, perchè è vostro fratello:19Se adunque con giustizia, e senza peccato portati vi siete verso Jerobaal, e verso la sua famiglia, fate oggi festa per ragione di Abimelech, ed egli faccia festa per ragion di voi.20Ma se perversamente avete operato, esca fuoco da lui, che divori gli abitanti di Sichem, e la città di Mello: e dagli uomini di Sichem, e dalla città di Mello esca fuoco, il quale divori Abimelech.21Dette le quali cose si fuggì egli, e se n'andò a Bera: e vi abitò per timore di Abimelech suo fratello.22Regnò adunque Abimelech in Israele per tre anni.23E il Signore mandò uno spirito pessimo tra Abimelech, e gli abitanti di Sichem: i quali principiarono ad averlo in esecrazione,24E a gettare sopra Abimelech loro fratello, e sopra tutti gli altri principi di Sichem che lo avean favoreggiato, la scelleraggine dell’uccisione dei settanta figliuoli di Jerobaal, e lo spargimento del loro sangue.25E gli tesero insidie sulla cima dei monti; e in aspettando il suo ritorno commettevano assassinamenti, e svaligiavano i passeggeri, e ne fu avvisato Abimelech.26AIIora Gaal figliuolo di Obed passò a Sichem co' suoi fratelli. E alla venuta di lui inanimati gli abitanti di Sichem,27Uscirono alla campagna dando il guasto alle vigne, e pestando le uve: e fatti de' cori di cantori entraron nel tempio del loro dio, e tra le vivande, e i bicchieri mandavan imprecazioni ad Abimelech.28Gridando Gaal figliuolo di Obed: Chi è egli Abimelech, e che è ella Sichem, onde a lui dobbiamo esser servi? Non è egli figliuolo di Jerobaal? Ed egli ha destinato Zebul suo servo qual principe sopra la casa di Emor padre di Sichem. Per qual motivo adunque saremo suoi servi?29Piacesse al Cielo che alcuno desse in mia mano il governo di questo popolo, che leverei di mezzo Abimelech. E fu detto ad Abimelech: Raduna un buon esercito, e vieni:30Imperocchè Zebul principe della città, uditi i discorsi di Gaal figliuolo di Obed, ne prese ira grande,31E mandò per segreti nunzii a dire ad Abimelech: Ecco che Gaal figliuolo di Obed è giunto a Sichem co’ suoi fratelli, e cerca di farsi padrone della città contra di te.32Muoviti adunque colla gente che hai teco, di notte tempo, e statti ascoso nella campagna:33E alla punta del dì levandosi il sole, gettati contro la città: e uscendo egli colla sua gente incontro a te, fa a lui tutto quel che potrai.34Per la qual cosa Abimelech si mosse di notte tempo con tutto il suo esercito, e pose insidie vicino a Sichem in quattro luoghi.35E Gaal figliuolo di Obed uscì fuori, ma si fermò all’ingresso della porta della città. E Abimelech, e tutto il suo esercito uscì d'aguato.36E Gaal vedendo quella gente disse a Zebul: Mira qual moltitudine scende dai monti. E quegli rispose a lui: Quel che tu vedi son l’ombre de' monti che ti paiono teste di uomini, e questo è il tuo inganno.37E ripigliò Gaal: Mira qual turba scende dalle più alte cime, e una schiera s’incammina per la strada che mena alla quercia.38E disse a lui Zebul: Dov'è adesso, la tua audacia, colla quale dicevi: Chi è Abimelech, che dobbiamo servire a lui? Non son eglino costoro quella gente che tu disprezzavi? Va adunque, e combatti contro di lui.39E Gaal andò, e avendo spettatore tutto il popolo di Sichem, attaccò la mischia con Abimelech:40Ma questi messolo in fuga lo inseguì, e lo costrinse a rifuggirsi nella città: e perirono molti de’ suoi fin sotto la porta della città.41E Abimelech sì fermò in Ruma: ma Zebul discacciò dalla città Gaal, e i suoi compagni, nè permise che più vi dimorasse.42Quindi il giorno appresso uscì il popolo alla campagna. Della qual cosa essendo stato recato avviso ad Abimelech,43Prese il suo esercito, e lo divise in tre schiere, ponendo insidie nei campi. E veggendo come il popolo era uscito della città, si mosse, e si scagliò contro di essi44Colla sua schiera, e assediò, e battè la città, e le altre due schiere inseguivano gli avversarii dispersi per la campagna.45Or Abimelech assalì la città per tutto quel giorno, e la prese, e ne uccise gli abitanti, e la distrusse in tal guisa che vi seminò sopra del sale.46La qual cosa udito avendo quelli che abitavano nella torre di Sichem, si ritirarono nel tempio del loro dio Berith, dove avean fatto alleanza con lui, donde quel luogo avea preso il nome, ed era luogo molto forte.47Abimelech poi avendo inteso, come gli uomini della torre di Sichem vi si erano raunati insieme,48Salì con tutta la sua gente al monte Selmon: e presa una scure tagliò un ramo di albero, e portandolo sulle sue spalle disse a’ compagni: Fate subito quello che vedete farsi da me.49Quegli adunque tagliando a gara rami di alberi seguivano il capitano. E avendo con essi circondata la fortezza, vi miser fuoco, e in tal guisa dal fumo e dalle fiamme furono uccise mille persone, uomini insieme, e donne che abitavan la torre di Sichem.50E di là partito Abimelech giunse alla città di Thebes, e la cinse col suo esercito, e la assediò.51Or eravi una torre altissima in mezzo alla città, nella quale si erano rifuggiti i principali della città uomini, e donne, e aveano fortemente inchiavardata la porta, stando sul tetto della torre per far difesa.52E Abimelech stando a piè della torre combatteva valorosamente, e appressatosi alla porta tentava di appiccarle il fuoco:53Quand’ecco che una donna gettò di sopra un pezzo di macina, la quale diede in testa ad Abimelech, e ne sparse le cervella.54Ed egli tosto chiamò il suo scudiere, e gli disse: Tira fuori la tua spada, e uccidimi, affinchè non si dica ch'io sia stato ammazzato da una donna. E quegli eseguendo il comando lo uccise.55E morto ch'ei fu, tutti gli uomini d'Israele che eran con lui, se ne tornarono alle case loro.56E Dio rendette ad Abimelech il male ch'egli avea fatto contro il padre suo avendo uccisi settanta suoi fratelli.57E parimente i Sichimiti pagarono il fio del loro operato, e cadde sopra di essi la maledizione di Joatham figliuolo di Jerobaal.

Note:

9,4:Settanta libbre d'argento nel tempio di Baal-berith. Baul-berith è il dio de' patti, delle alleanze, o delle confederazioni, come i Romani aveano Giove Pistio, o Fidio, che presedeva alle stesse alleanze. La libbra d'argento conteneva ventiquattro sicli, mezz' oncia per siclo. Vedesi qui l'antichissimo uso di tenere depositato ne' templi il pubblico denaro. A Roma il pubblico tesoro era nel tempio di Saturno.

9,5:Uccise i settanta figliuoli ec. Ne uccise sessanta nove; perocchè uno si salvò; ma la Scrittura mette il numero rotondo.

9,6:E tutte le famiglie della città di Mello presso la quercia, ec. Questa città, che non è altronde nota, dovea essere vicino a Sichem. La quercia credesi quella stessa, sotto di cui Giosuè alzò un monumento. Vedi Joe. XXIV. 26.

9,7:Andò a posarsi sulla cima del monte Garazim. Giuseppe dice, che ciò egli fece in tempo che era una testa grande a Sichem.

9,8:Gli alberi andarono per eleggersi un re, ec. Joatham per dimostrare a' Sichimiti l'ingiustizia, che aveano commessa nell'eleggere il tiranno Abimelech, si serve di un elegante apologo. Pel fico, l'olivo e la vite, che ricusano il principato, alcuni intendono Othoniel, Debora e Gedeone, i quali furono ottimi giudici, ma non per loro volontà entrarono nel principato, ma di male voglio e per non disobbedire al comando di Dio, ben sapendo, come un uomo assunto al governo non è più padrone di se, ma dee consacrarsi tutto al bene del popolo, onde per procurare l'altrui vantaggio e felicità perde sovente la sua tranquillità e il suo proprio bene. Ciò e significato nelle scuse, che adduconsi dal fico, dall'ulivo e dalla vite per non accettare il principato sopra gli alberi.

9,9:Il mio sugo, che serve agli dei e agli uomini. L'uso dell'olio nel tabernacolo del Signore era continuo non solo per accendere le lampane del candelabro, ma anche per ispanderlo sulla farina, ogni volta, che offerivasi olocausto, o vittima pacifica. Riguardo agli uomini l'olio è di uso infinito. Notisi, che Joatham parla co' Sichemiti già idolatri; onde non è miracolo, se ci parli di dei nel numero plurale, oltre di che, come abbiam detto altre volte, il plurale può essere benissimo posto poi singolare.

9,13:Letifica Dio e gli uomini. Nello stesso senso, in cui dicesi che la vittima è di soave odore a Dio, si dice, che il vino offerto a Dio cogli olocausti e colle vittime pacifiche letifica il Signore.

9,14-15:Dissero al roveto: ec. Il roveto è Abimelech: il roveto non ha nulla, che possa allettare, e ha molte cose, che possano offendere e disgustare; così egli è altissimo a significare un uomo crudele, un ampio, un tiranno: e in ciò si dimostra l'imprudenza grande dei Sichemiti. Contuttociò questo re inutile ad ogni bene, incapace di proteggere e difendere altrui, comanda, che tutti e grandi e piccoli stiano sotto di lui; altrimenti minaccia il fuoco, che divorerà i principi e i capi del popolo anche prima degli altri.

9,22:Regno in Israele per tre anni. Regnò sopra i Sichimiti, sopra quelli di Ephra, e forse sopra altre vicine città; ma non hassi argomento per credere, ch'ei regnasse mai sopratutto Israele.

9,23:Il Signore mandò uno spirito pessimo. Dio fece, che i Sichimiti ripensando a quello, che avean fatto, si pentissero della propria iniquità, e cominciassero ad avere orrore del tiranno; indi affin di punirlo permise che lo spirito di discordia si mettesse tra lui e gli stessi Sichimiti.

9,25:E in aspettando il suo ritorno ec. Forse egli per lo più faceva dimora ad Ephra nella sua casa.

9,26:Gaal figliuolo di Obed passò a Sichem ec. Questo Gaal emolo di Abimelech vedesi, che era venuto a Sichem in ajuto della città, e la sua venuta accrebbe il coraggio de' Sichimiti; onde cominciarono a fare e dir tutto il mal, che potevano contro Abimelech, dando il guasto alle vigne e suo e de' suoi parenti e amici.

9,28:Non è egli figliuolo di Jerobaal? Di Gedeone, che distrusse l'altare del vostro dio, e atterrò il boschetto?
Ha destinata Zebul suo servo ec. Vedesì, che Abimelech tenendosi in Ephra avea dato a questo Zebul il governo di Sichem, città illustre, ( dice Gaal ) fondata da Emor; onde meritava certamente la preferenza sopra di Ephra.

9,41:Zebul discacciò dalla città Gaal, ec. Bisogna credere, che il popolo reggendo Abimelech vincitore si voltasse di nuovo in suo lavoro; lo che diede a Zebul il modo di cacciare Gaal co' suoi compagni. Non si vede però che Zebul si mantenesse in autorità, mentre il dì seguente i Sichimtti si mossero di nuovo contro Abimelech, il quale dopo averli messi in fuga dovette assalire la città.

9,45:Vi seminò sopra del sale. Per mostrare, che questa città ( secondo il suo desiderio ) dovea essere inabitata per sempre e sterile e maledetta: Sichem nondimeno fu ripopolala di nuovo.

9,54:Chiamò il suo scudiere, ec. Vedasi l'antichissimo uso dei guerrieri di avere uno, il quale li seguitava, e portava lo scudo e l'armi loro, quando non erano in fazione.
Tira fuori la tua spada. Esempi simili si hanno non pochi nelle storie profana. La religione condanna egualmente e chi a un simil barbaro uffizio ricorre, e chi lo presta.