Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Giudici 15


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Per mezzo di trecento volpi, e altrettante fiaccole Sansone dà fuoco alle biade de' Filistei. Strappate le funi, colle quali era legato, uccide mille Filistei con una mascella d'asino, e dal dente molare di essa scaturisce acqua a dissetarlo.

1Di lì a qualche tempo, essendo vicini i giorni di mietere il grano, si mosse Sansone, volendo visitare sua moglie, e portolle un capretto: e volendo al solito entrare nella sua camera, lo trattenne il padre di lei, e disse:2Io credetti che tu l'avessi in avversione, e per questo l’ho data ad un tuo amico: ma ella ha una sorella più giovane, e più bella di lei: sia ella tua moglie:3Risposegli Sansone: Da questo dì in poi io sarò senza colpa riguardo a' Filistei, se farò a voi del male.4E andò, e prese trecento volpi, e unille l'una all'altra per la coda, e nel mezzo vi legò de' tizzoni:5Accesi i quali lasciolle in libertà, affinchè scorressero per ogni banda. Ed elle tosto entrarono tra le biade de' Filistei, e vi misero il fuoco, onde i grani già ammassati, e quelli che erano tuttora in piedi furono abbruciati talmente, che e le vigne stesse, e gli oliveti furon consumati dalle fiamme.6E i Filistei dissero: Chi ha fatta tal cosa? E fu detto loro: Sansone, genero di quel cittadino di Thamnatha, ha fatto questo: perchè questi gli ha tolta la sua moglie, e l'ha data a un altro. E i Filistei andarono, e abbruciarono tanto la donna, come il padre di lei.7Ma Sansone disse loro: Quantunque voi abbiate fatte queste cose, nulladimeno io mi prenderò vendetta di voi, e poi mi quieterò.8E fece di essi gran macello, talmente che per lo stupore mettevano le loro gambe sopra le coscie. E partitosi andò a stare nella caverna del masso di Etam.9Ma i Filistei entrarono nella terra di Giuda, e posero il campo in un luogo che poi fu chiamato Lechi, vale a dire Mascella, dove fu messo in fuga il loro esercito.10E quelli della tribù di Giuda disser loro: Per qual motivo vi siete mossi contro di noi? E quelli risposero: Siamo venuti per legare Sansone, e fargli pagare il fio di quel che ci ha fatto.11Andarono adunque tre mila uomini di Giuda alla spelonca del masso di Etam, e dissero a Sansone: Non sai tu che i Filistei comandano a noi? Perché hai tu voluto far tali cose? Disse egli loro: Ho fatto ad essi quello che han fatto a me.12Siam venuti, disser quelli, a legarti, e darti nelle mani de' Filistei. E Sansone ad essi: Giurate (disse), e fatemi promessa di non uccidermi.13Dissero: Non ti ammazzeremo, ma ti daremo legato. E lo legarono con doppia fune nuova, e lo condussero via dal masso di Etam.14E giunto ch'ei fu al luogo della mascella, essendogli andati incontro con grande schiamazzo i Filistei, lo spinto del Signore lo investì: e come suole all’odore del fuoco consumarsi il lino, così le funi, ond'egli era legato, furon rotte, e disciolte.15E trovata una mascella di asino che era per terra, la prese, e uccise con essa mille uomini.16E disse: Colla mascella d'un asino, colla mandibula di un asinello gli ho sconfitti, e ho uccisi mille uomini.17E finito che ebbe di cantar queste parole gettò via di mano la mascella, e diede a quel luogo il nome di Ramathlechi, vale a dire l’elevazione della mascella.18E avendo gran sete sclamò, e disse al Signore: Tu hai operato per la mano del tuo servo questa salute, e vittoria grandissima: ecco ch'io muojo di sete, e cadrò nelle mani degl'incirconcisi.19Il Signore adunque aperse il dente molare della mascella di asino, e ne scaturiron dell'acque: donde egli bevve e ristorò lo spirito, e riprese forza. Quindi fu chiamato quel luogo fino al dì d'oggi Fontana dell'invocante a Lechi.20Ed ei fu giudice d'Israele per venti anni dominando i Filistei.

Note:

15,1:Di lì a qualche tempo, ec. Notisi, che l'Ebreo ha qui la stessa frase, che è nel versetto 8. del capo precedente. Or bisogna pur supporre, che qualche tempo passò prima che la moglie di Sansone prendesse un altro marito, e prima che Sansone calmasse il giusto sdegno concepito contro di lei, onde si risolvesse di tornare a rivederla.

15,3:Da questo di in poi io sarò senza colpa ec. Parrebbe, che Sansone volesse far vendetta del torto privato fatto a lui con torgli la moglie; ma veramente egli avea in vista la causa pubblica e le angherie fatte alla sua nazione, della quale era stato eletto da Dio giudice e liberatore. Ma egli preso questa occasione, perché sapeva, che Dio cosi voleva, affinchè i Filistei non prendessero a far guerra al popolo, ma tutto l'odio rivolgessero contro di lui. Così egli si conduceva non solo con eroica fortezza, ma ancora con prudenza e carità verso la sua nazione. Sansone doveva sol dar principio a liberare Israele, come è detto, cap. XIII. 5.

15,4:Prese trecento volpi. Queste bestie sono in grandissimo numero nella Palestina per relazione anche de' moderni viaggiatori. Sansone faceva un bene al suo paese, togliendone un si gran numero di animali tanto dannosi, e insieme preparava con chi un gran flagello pe' Filistei. Le code delle volpi erano a proposito per mettervi sopra legati i tizzoni di qual che legno resinoso, come l'ulivo, il pino ec. Le Volpi temono il fuoco grandemente, corrono assai, e non vanno mai diritto; cosi erano attissime a portare in pochissimo tempo il luce o per ogni parte.

15,8: Nella tribù di Simeon confinante con quello di Dan, era una città di Etam, in vicinanza della quale doveva essere il masso, dove Sansone si ritirò.

15,13:E lo legarono. S. Agostino osserva in questo luogo la rassomiglianza perfetta tra Sansone e Gesù Cristo: l'uno e l'altro non per necessità, ma di pura elezione si lascia legare dai propri fratelli; affinchè, salvati questi, tutto l'ira de'suoi a lor nemici si rivolga contro di lui solo.

15,19:Il Signore aperse il dente molare ec. Sembrami più verisimile il sentimento di molti, i quali credono, che la fontana scaturì dalla terra pel dente molare della mascella; imperocchè la fontana durò, e si vedea a' tempi di s. Girolamo. Sansone avea gettata per terra la mascella, vers. 17.; trovandosi di poi afflitto dalla sete, ricorre al Signore, e questi premia la sua fede col fare uscire dalla terra questa fonte, la quale zampillava pel dente molare della mascella.
Fontana dell'invocante a Lechi. Ovvero al luogo della mascella. Ho ritenuto la voce Ebrea, affinché s'intendesse, indicarsi qui non la mascella, da cui uscì la fontana, ma il luogo, che da questa mascella ebbe il nome. L'invocante è Sansone, il quale colla sua orazione impetrò da Dio la miracolosa sorgente.