Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Prima lettera ai Corinzi 9


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BIBBIA TINTORINOVA VULGATA
1 Non son io libero? Non sono apostolo? Non ho io veduto Gesù Cristo Signor nostro? Non siete pvoi opera mia nel Signore?1 Non sum liber? Non sum apo stolus? Nonne Iesum Dominum nostrum vidi? Nonopus meum vos estis in Domino?
2 E se per altri non sono apostolo, per voi lo sono certamente, perchè voi siete il sigillo del mio apostoalato nel Signore.2 Si aliis non sum apostolus, sed tamen vobissum; nam signaculum apostolatus mei vos estis in Domino.
3 Ecco la mia difesa di fronte a quelli che fan delle inchieste sul mio conto.3 Mea defensio apudeos, qui me interrogant, haec est.
4 Non abbiamo noi il diritto di mangiare e di bere?4 Numquid non habemus potestatem manducandiet bibendi?
5 Non abbiamo diritto di portare con noi una donna sorella, come fan gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?5 Numquid non habemus potestatem sororem mulierem circumducendi,sicut et ceteri apostoli et fratres Domini et Cephas?
6 Soltanto dunque io e Barnaba non abbiamo diritto di far queste cose?6 Aut solus ego etBarnabas non habemus potestatem non operandi?
7 Chi è mai che militi a proprie spese? Chi è che pianti una vigna e non ne mangi i frutti? Chi pasce il gregge senza cibarsi del latte di esso?7 Quis militat suis stipendiis umquam? Quis plantat vineam et fructum eius nonedit? Aut quis pascit gregem et de lacte gregis non manducat?
8 Forse in questo parlo da uomo? Non lo dice forse anche la legge?8 Numquid secundumhominem haec dico? An et lex haec non dicit?
9 Sta scritto infatti nella legge di Mosè: Non metter la muserola al bove che trebbia il grano. Che forse Dio si dà pena dei bovi?9 Scriptum est enim in Lege Moysis:“ Non alligabis os bovi trituranti ”. Numquid de bobus cura est Deo?
10 O, senza forse, dice questo proprio per noi? Sì, proprio per noi sono state scritte queste cose, perchè chi ara deve arare con speranza, e chi trebbia il grano, colla speranza di averne la sua parte.10 Anpropter nos utique dicit? Nam propter nos scripta sunt, quoniam debet in spe,qui arat, arare; et, qui triturat, in spe fructus percipiendi.
11 Or se noi abbiamo seminato per voi dei beni spirituali, sarebbe un gran che se mietessimo dei beni materiali?11 Si nos vobisspiritalia seminavimus, magnum est, si nos carnalia vestra metamus?
12 E se altri godono di questo diritto, perchè, e con più ragione, non possiamo goderne anche noi? Noi però non abbiamo fatto uso di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non creare ostacoli al Vangelo di Gesù Cristo.12 Si aliipotestatis vestrae participes sunt, non potius nos? Sed non usi sumus hacpotestate, sed omnia sustinemus, ne quod offendiculum demus evangelio Christi.
13 Non sapete voi che i ministri del tempio vivono del tempio, e che quelli i quali servono all'altare hanno parte all'altare?13 Nescitis quoniam, qui sacra operantur, quae de sacrario sunt, edunt; quialtari deserviunt, cum altari participantur?
14 Così pure ha ordinato il Signore a quelli che annunziano il Vangelo, di vivere del Vangelo.14 Ita et Dominus ordinavit his,qui evangelium annuntiant, de evangelio vivere.
15 Io però ho mai fatto uso di uno di questi diritti, nè ho scritto queste cose per farli valere in mio favore, perchè bramerei piuttosto morire che perdere questo vanto.15 Ego autem nullo horum usus sum. Non scripsi autem haec, ut ita fiant in me;bonum est enim mihi magis mori quam ut gloriam meam quis evacuet.
16 Infatti l'annunziare il Vangelo non è per me una gloria, perchè ne ho l'obbligo, e guai a me se non avrò annunziato il Vangelo.16 Nam sievangelizavero, non est mihi gloria; necessitas enim mihi incumbit. Vae enimmihi est, si non evangelizavero!
17 Se lo facessi di mio genio, meriterei una ricompensa; ma se lo faccio perchè mi è comandato, vuol dire che è un incarico affidatomi.17 Si enim volens hoc ago, mercedem habeo; siautem invitus, dispensatio mihi credita est.
18 Qual'è dunque la mia ricompensa? Questa: di offrire gratuitamente il Vangelo quando l'annunzio, senza abusare dei miei diritti nel predicarlo.18 Quae est ergo merces mea? Utevangelium praedicans sine sumptu ponam evangelium, ut non abutar potestate meain evangelio.
19 Infatti, essendo io libero da tutti, mi son fatto servo di tutti, per guadagnarne maggior numero.19 Nam cum liber essem ex omnibus, omnium me servum feci, ut plures lucrifacerem.
20 Coi Giudei mi son fatto Giudeo, per guadagnare i Giudei;20 Et factus sum Iudaeis tamquam Iudaeus, ut Iudaeos lucrarer; his, quisub lege sunt, quasi sub lege essem, cum ipse non essem sub lege, ut eos, quisub lege erant, lucri facerem;
21 con quelli sottoposti alla legge son diventato come soggetto alla legge (quantunque non ci sia sottoposto) per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che erano senza legge, mi son fatto come se fossi senza legge (sebbene io non sia senza la legge di Dio, anzi sia sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che erano senza legge.21 his, qui sine lege erant, tamquam sine legeessem, cum sine lege Dei non essem, sed in lege essem Christi, ut lucri faceremeos, qui sine lege erant;
22 Mi son fatto debole coi deboli, per guadagnare i deboli. Mi son fatto tutto a tutti per salvare tutti.22 factus sum infirmis infirmus, ut infirmos lucrifacerem; omnibus omnia factus sum, ut aliquos utique facerem salvos.
23 E tutto faccio pel Vangelo, per averci parte.23 Omniaautem facio propter evangelium, ut comparticeps eius efficiar.
24 Non sapete voi che nelle cor­se dello stadio corrono sì tutti, ma uno solo ottiene il premio? Anche voi correte in modo da ottenerlo.24 Nescitis quod hi, qui in stadio currunt, omnes quidem currunt, sed unusaccipit bravium? Sic currite, ut comprehendatis.
25 Tutti i lottatori si sottopongono ad ogni sorta di astinenze, e lo fanno per una corona corruttibile; ma noi lo facciamo per ottenere una corona eterna.25 Omnis autem, qui in agonecontendit, ab omnibus se abstinet; et illi quidem, ut corruptibilem coronamaccipiant, nos autem incorruptam.
26 Io poi corro in questa maniera e non come a caso, così combatto, e non come chi batte l'aria;26 Ego igitur sic curro non quasi in incertum,sic pugno non quasi aerem verberans;
27 ma tratto duramente il mio corpo e lo costringo a servire, affinchè, dopo aver predicato agli altri, non diventi reprobo io stesso.27 sed castigo corpus meum et in servitutemredigo, ne forte, cum aliis praedicaverim, ipse reprobus efficiar.