Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Prima lettera ai Corinzi 8


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BIBBIA TINTORIBIBBIA MARTINI
1 Riguardo poi alle cose consacrate agli idoli, noi sappiamo d'aver tutti della scienza. Ma la scienza gonfia, mentre la carità edifica.1 Riguardo poi alle cose immolate agli idoli, noi sappiamo, che tutti abbiamo scienza. La scienza gonfia, ma la carità edifica.
2 Se uno poi crede di saper qualche cosa, egli non ha ancora capito come si deve sapere;2 Che se uno si tiene di saper qualche cosa, non ha per anco saputo, come bisogna sapere.
3 ma se uno ama Dio, egli è da Dio riconosciuto.3 Ma chi ama Dio, questi è da lui conosciuto.
4 A proposito dunque del mangiar le vivande consacrate agl'idoli, sappiam bene che l'idolo è un niente nel mondo, e non v'è che un Dio solo.4 Quanto adunque al mangiare delle cose immolate agli idoli, sappiamo, che l'idolo è un niente nel mondo, e non v'ha Dio, se non un solo.
5 E se anche ci sono in cielo o in terra esseri chiamati dèi (e son molti i chiamati dèi e molti chiamati signori),5 Imperocché quantunque sianvi di quelli, che sono chiamati dii, o incielo, o in terra (dappoiché sono molti dii, e molti signori):
6 per noi non c'è che un solo Dio, il Padre, da cui vengono tutte ìe cose e nel quale siamo, e un solo Signore, Gesù Cristo, per cui son tutte le cose ed anche noi per lui.6 Quanto a noi però un solo Dio, il Padre, da cui tutte le cose, e noi per esso: e un solo Signore Gesù Cristo, per cui tutte le cose, e noi per mezzo di lui.
7 Ma non tutti san bene questo. Anzi, alcuni, conservando ancora l'idea dell'idolo, mangiano le vivande come immolate agli idoli, e la loro coscienza, che è debole, ne rimane contaminata.7 Ma non è in tutti la scienza. Ma alcuni con in cuore tuttora l'idea dell'idolo, mangiano una cosa come immolata agli idoli: e la coscienza di essi essendo debole, resta contaminata.
8 Non è il cibo che ci rende cari a Dio: se mangeremo, non avremo nulla di più, e se non mangeremo, nulla avremo di meno.8 Ma un cibo non ci rende commendabili presso Dio. Imperocché né se mangeremo, avrem qualche cosa di più: ne se non mangeremo, avrem qualche cosa di meno.
9 Ma badate che questa vostra libertà non divenga un inciampo per i deboli.9 Ma badate, che per disgrazia questa vostra licenza non divenga inciampo pe' deboli.
10 Infatti se uno vede colui che sa come stanno le cose, a tavola nel luogo degli idoli, la sua coscienza, che è debole, non sarà persuasa a mangiare le cose immolate agli idoli?10 Imperocché se uno vegga colui, che ha scienza, stare a mensa nel luogo degli idoli: non sarà ella la coscienza di lui, che è debole, mossa a mangiare delle cose immolate agli idoli?
11 E perchè tu sai le cose come stanno, perirà il debole fratello per il quale Cristo è morto?11 E per la tua scienza perirà il debole fratello, per cui Cristo è morto?
12 In tal guisa peccando contro i fratelli e offendendo la loro debole coscienza, voi peccate contro Cristo.12 E in tal guisa peccando voi contro i fratelli, e offendendo la loro debole coscienza, contro Cristo peccate.
13 Se dunque un cibo serve di scandalo al mio fratello, non mangerò carne in eterno, per non scandalizzare il mio fratello.13 Per la qual cosa se un cibò serve di scandalo al mio fratello: non mangerò carne in eterno per non dare scandalo al mio fratello.