Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Tobia 1


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA CEI 2008
1 - Tobia, della tribù e della città di Neftali (che è nell'alta Galilea sopra Naasson, dopo la via che conduce ad occidente, ed ha a sinistra la città di Sefet),1 Libro della storia di Tobi, figlio di Tobièl, figlio di Ananièl, figlio di Aduèl, figlio di Gabaèl, figlio di Raffaele, figlio di Raguele, della discendenza di Asièl, della tribù di Nèftali.
2 fu fatto prigioniero al tempo di Salmanasar re degli Assiri. Ma pure essendo in schiavitù non lasciò la via della verità,2 Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu deportato dalla città di Tisbe, che sta a sud di Kedes di Nèftali, nell’alta Galilea, sopra Asor, verso occidente, a nord di Sefet.
3 tanto che di tutto quel che poteva avere faceva parte ogni giorno ai fratelli compagni d'esilio della sua tribù.3 Io, Tobi, passavo tutti i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine.
4 Anche quand'era de' più giovani della tribù di Neftali, in tutte le sue azioni non si comportò mai da ragazzo.4 Mi trovavo ancora al mio paese, la terra d’Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribù del mio antenato Nèftali abbandonò la casa di Davide e si staccò da Gerusalemme, la sola città fra tutte le tribù d’Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato consacrato il tempio, dove abita Dio, ed era stato edificato per tutte le generazioni future.
5 Quando tutti andavano [a prestar culto] ai vitelli d'oro fatti fare da Geroboamo re d'Israele, egli solo fuggiva il consorzio degli altri;5 Tutti i miei fratelli e quelli della tribù del mio antenato Nèftali facevano sacrifici su tutti i monti della Galilea al vitello che Geroboamo, re d’Israele, aveva fabbricato a Dan.
6 se n'andava in Gerusalemme al tempio del Signore, ed ivi adorava il Signore Dio d'Israele, offrendo fedelmente tutte le sue primizie e decime,6 Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste, per obbedienza a una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame e con la prima lana che tosavo alle mie pecore.
7 tanto che ogni tre anni distribuiva ai proseliti ed ai forestieri tutta la loro decima.7 Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli di Aronne, per l’altare. Davo anche ai leviti, che prestavano servizio a Gerusalemme, le decime del grano, del vino, dell’olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in denaro la seconda decima ogni anno e andavo a spenderla a Gerusalemme.
8 Queste e le altre simili prescrizioni egli aveva osservate sin da fanciullo, secondo la legge di Dio.8 La terza decima poi era per gli orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mosè e secondo le raccomandazioni di Dèbora, moglie di Ananièl, la madre di nostro padre, poiché mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano.
9 Fatto poi uomo, aveva preso per moglie Anna, della sua tribù, e generato da lei un figlio, al quale aveva messo il suo stesso nome,9 Quando divenni adulto, sposai Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia.
10 insegnandogli fin dall'infanzia a temere Dio, ed a fuggire ogni peccato.10 Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani;
11 Quando fu condotto in schiavitù con la moglie ed il figlio nella città di Ninive, insieme a tutta la sua tribù,11 ma io mi guardai bene dal farlo.
12 mentre gli altri mangiavano degli alimenti de' gentili, egli serbò pura la sua anima, e mai si contaminò co' loro cibi.12 Poiché restai fedele a Dio con tutto il cuore,
13 Ed essendo con tutto il suo cuore rimasto fedele a Dio, Dio gli fece trovar favore presso il re Salmanasar,13 l’Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli affari.
14 il quale gli dette facoltà d'andare ovunque volesse, e libertà di far tutto quel che voleva.14 Venni così nella Media, dove, finché egli visse, conclusi affari per conto suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabaèl, fratello di Gabri, depositai in sacchetti la somma di dieci talenti d’argento.
15 Si recava dunque da quelli ch'erano prigionieri, e dava a loro ammonimenti salutari.15 Quando Salmanàssar morì, gli successe il figlio Sennàcherib. Allora le strade della Media divennero impraticabili e non potei più tornarvi.
16 Venuto poi in Rages, città de' Medi, avendo dieci talenti d'argento de' quali era stato regalato dal re,16 Al tempo di Salmanàssar facevo spesso l’elemosina a quelli della mia gente;
17 visto tra i molti suoi connazionali Gabelo, della sua tribù, in bisogno, dette a lui quella somma d'argento, dietro ricevuta in scritto.17 davo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo.
18 Dopo poi molto tempo, morto il re Salmanasar, regnando in sua vece Sennacherib suo figlio il quale aveva in odio i figli d'Israele,18 Seppellii anche quelli che aveva ucciso Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli uccise molti Israeliti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava.
19 Tobia ogni giorno andava a visitare quei della sua parentela, li consolava, e soccorreva ciascuno, come poteva, delle proprie sostanze,19 Ma un cittadino di Ninive andò a informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a morte, colto da paura mi diedi alla fuga.
20 Dava da mangiare agli affamati, vestiva gl'ignudi, seppelliva i morti, e gli uccisi.20 I miei beni furono confiscati e passarono tutti al tesoro del re. Mi restò solo la moglie, Anna, con il figlio Tobia.
21 Quando li re Sennacherib fu tornato dalla Giudea fuggendo il flagello che su di lui per la sua bestemmia aveva inviato il Signore, uccidendo egli per ira molti de' figli d'Israele, Tobia ne seppelliva i cadaveri.21 Neanche quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui monti dell’Araràt. Gli successe allora il figlio Assarhàddon. Egli diede ad Achikàr, figlio di mio fratello Anaèl, l’incarico della contabilità del regno: egli ebbe così la direzione generale degli affari.
22 Come ciò fu annunziato al re, comandò che egli fosse ucciso, e confiscò tutte le sue sostanze.22 Allora Achikàr prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib, re degli Assiri, Achikàr era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhàddon l’aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela.
23 Tobia però col figlio e con la moglie, spogliato di tutto, fuggi, e potè nascondersi, perchè era amato da molti.
24 Ma quarantacinque giorni dopo, il re fu ucciso da' suoi propri figli;
25 e Tobia rientrò nella sua casa, e tutti i suoi averi gli furono restituiti.