Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 19


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1Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando,2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia.7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo.10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.12Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare.13Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”.14Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”.15Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.16Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”.17Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.18Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”.19Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.20Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto;21avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”.22Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato:23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”.24Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”.25Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”.26“Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.27E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
28Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli30dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui.31E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».32Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto.33Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?».34Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù.36Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.
37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto,38dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
39Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli».40Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
41Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa42dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.43Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte;44distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
45Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano,46dicendo loro: «Sta scritto:
La mia casa sarà casa di preghiera.
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
47Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo;48ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Note:

Lc 19,8:La legge giudaica non prevedeva che in un caso la restituzione del quadruplo (Es 21,37); la legge romana l'imponeva per tutti i furta manifesta. Zaccheo applica a sé quest'obbligo per tutti i torti che ha potuto causare.

Lc 19,9:Nonostante la professione disprezzata che esercita. Nessuna condizione è incompatibile con la «salvezza» (cf. Lc 3,12-14). - Era la qualità di «figli di Abramo» che conferiva ai giudei tutti i loro privilegi (cf. Lc 3,8; Rm 4,11s; Gal 3,7s).

Lc 19,11-27:Malgrado le considerevoli divergenze che separano la parabola delle mine da quella dei talenti (Mt 25,14-30), la maggior parte degli esegeti è per l'identità, ritenendo che ciascun evangelista abbia liberamente modificato e sviluppato il tema iniziale. Sembra inoltre che si debbano distinguere in Luca due parabole fuse in una sola, quella delle mine (vv 12-13.15-26) e quella del pretendente al regno (vv 12.14.17.19.27).

Lc 19,12:un titolo regale: probabile allusione al viaggio che fece Archelao a Roma nel 4 a.C., per far confermare in suo favore il testamento di Erode il Grande.Alcuni giudei l'avevano ivi seguito per far arenare la sua richiesta (cf. v 14).

Lc 19,42:la via della pace: si tratta della pace messianica (cf. Is 11,6+; Os 2,20+).

Lc 19,42-44:Questo oracolo completamente intessuto di reminiscenze bibliche (notevoli specialmente nel testo greco: v 43: cf. Is 29,3; Is 37,33; Ger 52,4-5; Ez 4,1-3; Ez 21,27(22) ; - v 44: Os 10,14; Os 14,1; Na 3,10; Sal 137,9) richiama la rovina di Gerusalemme del 587 (o 586?) a.C. e molto più quella del 70 d.C., di cui peraltro non descrive nessuno dei tratti caratteristici. Da questo testo non si può dunque concludere che essa fosse già avvenuta (cf. Lc 17,22+; Lc 21,20+).