Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Jó 6


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VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Respondens autem Job, dixit :1 Giobbe prese a dire:
2 Utinam appenderentur peccata mea quibus iram merui,
et calamitas quam patior, in statera !
2 «Se ben si pesasse la mia angoscia
e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura,
3 Quasi arena maris hæc gravior appareret ;
unde et verba mea dolore sunt plena :
3 certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
Per questo le mie parole sono così avventate,
4 quia sagittæ Domini in me sunt,
quarum indignatio ebibit spiritum meum ;
et terrores Domini militant contra me.
4 perché le saette dell’Onnipotente mi stanno infitte,
sicché il mio spirito ne beve il veleno
e i terrori di Dio mi si schierano contro!
5 Numquid rugiet onager cum habuerit herbam ?
aut mugiet bos cum ante præsepe plenum steterit ?
5 Raglia forse l’asino selvatico con l’erba davanti
o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
6 aut poterit comedi insulsum, quod non est sale conditum ?
aut potest aliquis gustare quod gustatum affert mortem ?
6 Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
O che gusto c’è nel succo di malva?
7 Quæ prius nolebat tangere anima mea,
nunc, præ angustia, cibi mei sunt.
7 Ciò che io ricusavo di toccare
ora è il mio cibo nauseante!
8 Quis det ut veniat petitio mea,
et quod expecto tribuat mihi Deus ?
8 Oh, mi accadesse quello che invoco
e Dio mi concedesse quello che spero!
9 et qui cœpit, ipse me conterat ;
solvat manum suam, et succidat me ?
9 Volesse Dio schiacciarmi,
stendere la mano e sopprimermi!
10 Et hæc mihi sit consolatio, ut affligens me dolore, non parcat,
nec contradicam sermonibus Sancti.
10 Questo sarebbe il mio conforto,
e io gioirei, pur nell’angoscia senza pietà,
perché non ho rinnegato i decreti del Santo.
11 Quæ est enim fortitudo mea, ut sustineam ?
aut quis finis meus, ut patienter agam ?
11 Qual è la mia forza, perché io possa aspettare,
o qual è la mia fine, perché io debba pazientare?
12 Nec fortitudo lapidum fortitudo mea,
nec caro mea ænea est.
12 La mia forza è forse quella dei macigni?
E la mia carne è forse di bronzo?
13 Ecce non est auxilium mihi in me,
et necessarii quoque mei recesserunt a me.
13 Nulla c’è in me che mi sia di aiuto?
Ogni successo mi è precluso?
14 Qui tollit ab amico suo misericordiam,
timorem Domini derelinquit.
14 A chi è sfinito dal dolore è dovuto l’affetto degli amici,
anche se ha abbandonato il timore di Dio.
15 Fratres mei præterierunt me,
sicut torrens qui raptim transit in convallibus.
15 I miei fratelli sono incostanti come un torrente,
come l’alveo dei torrenti che scompaiono:
16 Qui timent pruinam,
irruet super eos nix.
16 sono torbidi per il disgelo,
si gonfiano allo sciogliersi della neve,
17 Tempore quo fuerint dissipati, peribunt ;
et ut incaluerit, solventur de loco suo.
17 ma al tempo della siccità svaniscono
e all’arsura scompaiono dai loro letti.
18 Involutæ sunt semitæ gressuum eorum ;
ambulabunt in vacuum, et peribunt.
18 Le carovane deviano dalle loro piste,
avanzano nel deserto e vi si perdono;
19 Considerate semitas Thema, itinera Saba,
et expectate paulisper.
19 le carovane di Tema li cercano con lo sguardo,
i viandanti di Saba sperano in essi:
20 Confusi sunt, quia speravi :
venerunt quoque usque ad me, et pudore cooperti sunt.
20 ma rimangono delusi d’aver sperato,
giunti fin là, ne restano confusi.
21 Nunc venistis ;
et modo videntes plagam meam, timetis.
21 Così ora voi non valete niente:
vedete una cosa che fa paura e vi spaventate.
22 Numquid dixi : Afferte mihi,
et de substantia vestra donate mihi ?
22 Vi ho detto forse: “Datemi qualcosa”,
o “Con i vostri beni pagate il mio riscatto”,
23 vel : Liberate me de manu hostis,
et de manu robustorum eruite me ?
23 o “Liberatemi dalle mani di un nemico”,
o “Salvatemi dalle mani dei violenti”?
24 Docete me, et ego tacebo :
et si quid forte ignoravi, instruite me.
24 Istruitemi e allora io tacerò,
fatemi capire in che cosa ho sbagliato.
25 Quare detraxistis sermonibus veritatis,
cum e vobis nullus sit qui possit arguere me ?
25 Che hanno di offensivo le mie sincere parole
e che cosa dimostrano le vostre accuse?
26 Ad increpandum tantum eloquia concinnatis,
et in ventum verba profertis.
26 Voi pretendete di confutare le mie ragioni,
e buttate al vento i detti di un disperato.
27 Super pupillum irruitis,
et subvertere nitimini amicum vestrum.
27 Persino su un orfano gettereste la sorte
e fareste affari a spese di un vostro amico.
28 Verumtamen quod cœpistis explete :
præbete aurem, et videte an mentiar.
28 Ma ora degnatevi di volgervi verso di me:
davanti a voi non mentirò.
29 Respondete, obsecro, absque contentione ;
et loquentes id quod justum est, judicate.
29 Su, ricredetevi: non siate ingiusti!
Ricredetevi: io sono nel giusto!
30 Et non invenietis in lingua mea iniquitatem,
nec in faucibus meis stultitia personabit.
30 C’è forse iniquità sulla mia lingua
o il mio palato non sa distinguere il male?