Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Qoelet 7


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NOVA VULGATABIBBIA MARTINI
1 Melius est nomen bonum quam unguenta pretiosa,
et dies mortis die nativitatis.
1 Che bisogno ha egli l'uomo di andar cercando quel che è sopra di lui, mentre egli non sa quel che sia per essergli utile nella sua vita pei giorni tutti di suo pellegrinaggio, e per quel tempo, che passa come ombra? E chi potrà far sapere a lui quel, che dopo di lui sia per avvenir sotto del sole?
2 Melius est ire ad domum luctus
quam ad domum convivii;
in illa enim finis cunctorum hominum,
et vivens hoc conferet in corde.
2 Val più il buon nome che i balsami più pregiati, e il di della morte (val più) che il di della nascita.
3 Melior est tristitia risu,
quia per tristitiam vultus corrigitur animus.
3 È meglio andare nella casa dove si fa duolo, che nella casa dove si fa banchetto; perocché in quella si rammemora il fine di tutti gli uomini, e il vivo pensa a quello che deve essere.
4 Cor sapientium in domo luctus,
et cor stultorum in domo laetitiae.
4 Lo sdegno è preferibile al riso; perocché colla severità del volto si corregge l'animo di chi ha peccato.
5 Melius est a sapiente corripi
quam laetari stultorum canticis,
5 Il cuore de' saggi sta dove' è tristezza, e il cuore degli stolti dov'è allegria.
6 quia sicut sonitus spinarum ardentium sub olla,
sic risus stulti.
Sed et hoc vanitas.
6 E meglio l'essere ripreso dai saggi, che ingannato dall'adulazione degli stolti:
7 Quia calumnia stultum facit sapientem,
et munus cor insanire facit.
7 Perocché il riso dello stolto è come lo stridere delle spine, che bruciano sotto il pajuolo: e in questo pure è vanità.
8 “ Melior est finis negotii quam principium,
melior est patiens arrogante ”.
8 La calunnia conturba l'uomo saggio, e abbatte la fortezza del cuore di lui.
9 Ne sis velox in animo ad irascendum, quia ira in sinu stulti requiescit.9 La fine dell'orazione è migliore, che il principio. L'uomo paziente è migliore dell'arrogante.
10 Nedicas: “Quid, putas, causae est quod priora tempora meliora fuere quam nuncsunt? ”. Non enim ex sapientia interrogas de hoc.10 Guardati dall'essere corrivo allo sdegno, perché l'ira posa in seno dello stolto.
11 Bona est sapientia cumdivitiis et prodest videntibus solem.11 Non dire: Chi sa il perché i tempi passati furon migliori, che quelli d'adesso? Imperocché una tale interrogazione è stolta.
12 Sicut enim protegit sapientia, sicprotegit pecunia; hoc autem plus habet eruditio, quod sapientia vitam tribuitpossessori suo.12 La sapienza colle ricchezze è più utile, e giova quel più a quelli, che vivono.
13 Considera opera Dei: quod nemo possit corrigere, quod illecurvum fecerit.13 Perocché siccome protegge la sapienza, così protegge il denaro; ma il sapere, e la sapienza han questo di più, che danno la vita a chi le possiede.
14 In die bona fruere bonis et in die mala considera: sicuthanc, sic et illam fecit Deus, ita ut non inveniat homo quidquam de futuro.
14 Considera le opere di Dio, e come nessuno può correggere chi è riggettato da lui.
15 Cuncta vidi in diebus vanitatis meae: est iustus, qui perit in iustitia sua,et impius, qui multo vivit tempore in malitia sua.
15 Godi del bene nel giorno buono, e armati pel giorno cattivo; perocché questo come quello gli ha fatti Dio,onde non trovi l'uomo da querelarsi con giustizia contro di lui.
16 Noli esse nimis iustus
neque sapiens supra modum!
Cur te perdere vis?
16 Vidi ancor questo cose ne' vani miei giorni. Il giusto perisce nella sua giustizia; e il malvagio vive lungamente nella sua malizia.
17 Ne agas nimis impie
et noli esse stultus!
Cur mori debeas in tempore non tuo?
17 Guardati dal voler essere troppo giusto; e non voler essere più saggio, che non bisogna, affin di non diventar stupido.
18 Bonum est ut, quod habes, teneas, sed et ab illo ne subtrahas manum tuam,quia qui timet Deum, utrumque devitat.18 Guardati dalla molta empietà, e dalla stoltezza, perché tu non abbi a morire prima del tuo tempo.
19 Sapientia confortabit sapientem superdecem principes civitatis.19 Egli è ben fatto, che tu porga aiuto al giusto: ma non ritirar la tua mano neppure da quello; perocché chi teme Dio, non trascura cosa veruna.
20 Nullus enim homo iustus in terra, qui faciat bonumet non peccet.20 La sapienza fa il saggio più forte, che dieci principi della città.
21 Sed et cunctis sermonibus, qui dicuntur, ne accommodes cortuum, ne forte audias servum tuum maledicentem tibi;21 Non vi è certamente sulla terra uomo giusto, il quale faccia il bene, e non pecchi.
22 scit enim conscientiatua, quia et tu crebro maledixisti aliis.
22 Ma tu, non badare minutamente a tutte le parole, che si dicono, affinchè non ti avvenga di sentire il tuo servo dir male di te:
23 Cuncta tentavi in sapientia, dixi: “ Sapiens efficiar ”.23 Perocché è noto alla tua coscienza, che tu pure sovente hai detto male degli altri.
24 Et ipsalongius recessit a me. Longe est, quod fuit; et alta est profunditas. Quisinveniet eam?
24 Tutto io tentai per amore della sapienza: dissi: io farò acquisto della sapienza, ed ella andò lontano da me
25 Lustravi universa animo meo, ut scirem et considerarem et quaereremsapientiam et rationem et ut cognoscerem impietatem esse stultitiam et erroremimprudentiam.25 Anche più, che non era. Ed oh profonda profondità! Chi ne toccherà il fondo.
26 Et invenio amariorem morte mulierem, quae laqueus venatorumest, et sagena cor eius, vincula sunt manus illius. Qui placet Deo, effugieteam; qui autem peccator est, capietur ab illa.26 Mi volsi a considerare coll'animo mio tutte le cose per apparare, e conoscere, e cercare la sapienza, e la ragione; e per ravvisare l'empietà dello stolto, e l'errore degli imprudenti:
27 Ecce hoc inveni, dixitEcclesiastes, unum et alterum, ut invenirem rationem,27 E riconobbi come amara più della morte ell' è la donna, la quale è un laccio di cacciatore, e il suo cuore è una rete, e le sue mani sono catene. Colui, che è caro a Dio, fuggirà da lei, ma il peccatore vi sarà preso.
28 quam adhuc quaeritanima mea, et non inveni:
Hominem de mille unum repperi,
mulierem ex omnibus non inveni.
28 Ecco quel, ch'io trovai (disse l'Ecclesiaste) in paragonando una cosa coll'altra, affin di trovare la ragione,
29 Ecce solummodo hoc inveni:
Quod fecerit Deus hominem rectum,
et ipsi quaesierint infinitas quaestiones.
29 Cui cerca tuttora l'anima mia, e non l'ho trovata. Tra mille trovai un uomo. Tra tutte quante le donne nessuna io ne trovai.
30 Questo solo trovai, che Dio fece diritto l'uomo; ma questi si involse in immense questioni. Chi è che si rassomigli al saggio! E chi è che comprenda lo scioglimento della questione.