Scrutatio

Mercoledi, 8 maggio 2024 - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi)

Giuditta 8


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1 Or queste parole furono intese da Giuditta, vedova, figlia di Merari, figlio di Idox, figlio di Giuseppe, figlio di Ozia, figlio di Elai, figlio di Iamnor, figlio di Gedeone, figlio di Rafaim, figlio di Achitob, figlio di Melchia, figlio di Enam, figlio di Natania, figlio di Salatici, figlio di Simeone, figlio di Ruben.1 In quei giorni venne a conoscenza di questi fatti Giuditta, figlia di Merari, figlio di Oks, figlio di Giuseppe, figlio di Oziel, figlio di Elkia, figlio di Anania, figlio di Gedeone, figlio di Rafain, figlio di Achitob, figlio di Elia, figlio di Chelkia, figlio di Eliàb, figlio di Natanaèl, figlio di Salamiel, figlio di Sarasadai, figlio d'Israele.
2 Suo marito fu Manasse il quale morì durante la mietitura dell'orzo,2 Suo marito era stato Manasse, della stessa tribù e della stessa famiglia di lei; egli era morto al tempo della mietitura dell'orzo.
3 mentre sorvegliava quei che legavano i covoni nel campo, colpito al capo dal caldo, morì in Betulia sua città ed ivi fu sepolto coi suoi padri.3 Stava infatti sorvegliando quelli che legavano i covoni nella campagna, quando fu colpito da un'insolazione al capo; dovette adagiarsi sul letto e morì in Betulia, sua città. Lo seppellirono con i suoi padri nel campo tra Dotain e Balamon.
4 Giuditta era vedova di lui già da tre anni e sei mesi,4 Giuditta, rimasta vedova, viveva nella sua casa da tre anni e quattro mesi.
5 e, nella parte superiore della casa, s'era fatta una stanza appartata, dove se ne stava rinchiusa colle sue ancelle,5 Si era fatta costruire una tenda sul terrazzo della propria casa, aveva cinto i suoi fianchi di sacco e portava gli abiti della vedovanza.
6 portando sui suoi fianchi un cilizio, e digiunando tutti i giorni di sua vita, eccetto i sabati, i primi del mese e le feste della casa d'Israele.6 Digiunava tutti i giorni, da quando era vedova, eccettuate le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i noviluni, le feste e i giorni di letizia per il popolo d'Israele.
7 Era bellissima: suo marito le aveva lasciate molte ricchezze, una numerosa famiglia, e dei possessi pieni d'armenti e di greggi di pecore.7 Era bella d'aspetto e molto avvenente a vederla e suo marito Manasse le aveva lasciato oro e argento, servi e ancelle, bestiame e terreni; essa dimorava in mezzo a tutto questo.
8 Era in grandissima stima presso tutti, perchè temeva molto Dio, e non v'era chi potesse dir male di lei.8 Non c'era nessuno che potesse dir male sul suo conto, perché temeva grandemente Dio.
9 Or dunque avendo essa sentito dire come Ozia avesse promesso la resa della città passati cinque giorni, mandò a chiamare gli anziani Cabri e Carmi.9 Ella dunque venne a conoscenza delle esasperate parole che il popolo aveva rivolto ai capi, perché s'erano scoraggiati per la penuria d'acqua, e venne pure a conoscere tutte le risposte che aveva dato loro Ozia, come egli avesse giurato loro di consegnare la città agli Assiri dopo cinque giorni.
10 Andati che furono da lei, disse loro: « Che parola è quella con la quale Ozia ha consentito di consegnare la città agli Assiri, se dentro cinque giorni non vi viene soccorso?10 Allora mandò la sua ancella preposta all'amministrazione di tutte le sue sostanze a chiamare Cabri e Carmi, gli anziani della sua città.
11 Chi siete voi da tentare Dio?11 Giunti che furono presso di lei, disse loro: "Ascoltatemi, o capi degli abitanti di Betulia! Non è stato opportuno il discorso che avete fatto oggi davanti al popolo, interponendo questo giuramento pronunciato tra Dio e voi di consegnare la città ai nostri nemici, se nel frattempo il Signore non vi viene in aiuto.
12 Questa non è una parola che ecciti la misericordia: provoca piuttosto l'ira ed accende il furore.12 Ora, chi siete voi, che avete tentato Dio in mezzo ai figli degli uomini?
13 Voi avete fissato un termine alla misericordia del Signore, a vostro arbitrio le avete fissato un giorno.13 Ora voi volete mettere alla prova il Signore onnipotente, ma non comprenderete nulla mai.
14 Ma ora, giacché il Signore è paziente, facciamo penitenza anche di questo, e imploriamo con abbondanza di lacrime la sua indulgenza;14 Se non siete capaci di scrutare la profondità del cuore dell'uomo né di afferrare i pensieri della sua mente, come potreste scandagliare Dio, che ha fatto tutto ciò, conoscere la sua mente e comprendere i suoi disegni? No, fratelli, non provocate a ira il Signore nostro Dio.
15 chè Dio non minaccia come l'uomo, e non si accende di sdegno come il figlio dell'uomo.15 Se egli non vuole soccorrerci nel periodo di cinque giorni, egli ha il potere di difenderci nei giorni che vuole, come anche di distruggerci in faccia ai nostri nemici.
16 Or dunque umiliamo dinanzi a lui le nostre anime, e, servendo a lui collo spirito umiliato,16 Voi però non vogliate ipotecare i disegni del Signore, nostro Dio, perché Dio non è come un uomo cui si possano fare delle minacce, o un figlio d'uomo sul quale si possano esercitare delle pressioni.
17 diciamo colle lacrime al Signore che ci usi misericordia in quel modo che gli piace, in modo che, come abbiamo agitato il cuore per l'orgoglio degli (Assiri), così possiamo gloriarci della nostra umiliazione,17 Perciò, attendendo con costanza la salvezza che viene da lui, invochiamolo in nostro aiuto ed esaudirà il nostro grido, se a lui piacerà.
18 noi, che non abbiamo imitato i peccati dei nostri padri, i quali abbandonarono il loro Dio per adorare gli dèi stranieri,18 Invero, nella nostra generazione non c'è stata né esiste oggi tribù o famiglia o popolo o città tra noi che adori gli dèi fatti da mano d'uomo, come avvenne nei tempi passati.
19 e per questo furono abbandonati alla spada, al saccheggio, alla confusione tra i loro nemici; noi, che fuori di lui non conosciamo altro Dio.19 Per questo i nostri padri furono abbandonati alla spada e alla devastazione e caddero miseramente al cospetto dei loro nemici.
20 Aspettiamo umilmente la sua consolazione, ed egli vendicherà il nostro sangue dalle oppressioni dei nostri nemici, egli umilierà tutte le nazioni che insorgono contro di noi: il Signore Dio nostro le riricoprirà di confusione.20 Noi invece non riconosciamo altro Dio all'infuori di lui, onde speriamo che non vorrà disdegnare noi né la nostra nazione.
21 Ed ora, fratelli, giacché voi siete gli anziani del popolo di Dio e da voi dipende la loro vita, rialzate colle vostre parole i loro cuori, e fate loro ricordare che i nostri padri furon tentati, perchè dessero a conoscere se veramente onorassero il loro Dio.21 Se noi saremo presi, sarà presa anche l'intera Giudea, sarà saccheggiato il nostro santuario e Dio chiederà conto al nostro sangue di quella profanazione.
22 Dovrebbero ricordare come il nostro padre Abramo fu tentato e che attravèrso alla prova di molte tribolazioni divenne l'amico di Dio.22 L'uccisione dei nostri fratelli, la deportazione del paese, la devastazione della nostra eredità, Dio la farà ricadere sul nostro capo in mezzo alle nazioni pagane, tra le quali diventeremo schiavi; saremo allora motivo di scandalo e di derisione di fronte ai nostri padroni.
23 Così Isacco, cosi Giacobbe, così Mosè. Tutti quelli che piacquero a Dio passarono per molte tribolazioni, restando fedeli;23 La nostra schiavitù non si volgerà in benevolenza, ma il Signore Dio nostro la volgerà a nostro disonore.
24 quelli poi che invece di accettare col timor del Signore la tentazione, proruppero in impazienze e in vergognose mormorazioni contro il Signore,24 Ora pertanto, fratelli, dimostriamo ai nostri fratelli che da noi dipende la loro vita e che le cose sante, il tempio e l'altare riposano su di noi.
25 Furono sterminati dallo sterminatore e perirono morsi dai serpenti.25 Oltre tutto ringraziamo il Signore, nostro Dio, che ci mette alla prova, come già i nostri padri.
26 Or dunque noi non andiamo in escandescenze per quel che soffriamo,26 Ricordate quanto fece con Abramo, a quante prove sottopose Isacco e quanto avvenne a Giacobbe in Mesopotamia di Siria, quando pascolava le greggi di Labano, suo zio materno.
27 ripensiamo invece che questi supplizi sono minori dei nostri peccati, e stiamo sicuri che i flagelli del Signore, coi quali siamo castigati come servi, ci son mandati per nostra emenda e non per nostra rovina ».27 Come li fece passare al crogiolo per scrutare i loro cuori, così non è che vuole vendicarsi di noi, ma è a scopo di correzione che il Signore castiga quelli che gli sono vicino".
28 Allora Ozia e gli anziani le dissero: « Tutto quello che hai detto è vero, e non c'è che ridire nelle tue parole.28 Ozia le rispose: "Tutto ciò che hai detto, l'hai proferito con cuore retto e nessuno può contraddire le tue parole.
29 Or dunque prega per noi; chè sei una santa e temi Dio ».29 Perché non da oggi è palese la tua sapienza, ma dall'inizio dei tuoi giorni tutto il popolo riconosce la tua prudenza, così come è nobile l'indole del tuo cuore.
30 Giuditta disse loro: « Come avete riconosciuto che ciò che ho potuto dire viene da Dio,30 Ma il popolo soffre tremendamente la sete e ci ha costretto ad agire come noi abbiamo loro promesso e a prendere sopra di noi la responsabilità di un giuramento che non potremo violare.
31 ora provate se vien da Dio quello che ho risoluto di fare, e pregate che Dio confermi la mia risoluzione.31 Ma ora, prega per noi, perché sei una donna pia, e il Signore invierà la pioggia a riempire le nostre cisterne e noi non verremo meno".
32 Voi questa notte starete alla porta, ed io uscirò colla mia serva. Pregate perchè, come avete detto, entro cinque giorni il Signore rivolga lo sguardo sopra il suo popolo d'Israele.32 Giuditta rispose loro: "Ascoltatemi! Compirò un'azione che passerà di generazione in generazione ai figli del nostro popolo.
33 Però voglio che non cerchiate di sapere i fatti miei e che, fino a tanto che non ve ne porti notizie, non si faccia altro che pregare per me il Signore Dio nostro ».33 Questa notte voi vi troverete alla porta della città e io uscirò con la mia ancella ed entro i giorni, dopo i quali voi avete promesso di consegnare la città ai nostri nemici, il Signore per mano mia visiterà Israele.
34 Allora Ozia, principe di Giuda, le disse: « Va in pace, e il Signore sia teco a far vendetta dei nostri nemici ». Poi, lasciatala, se ne andarono.34 Voi però non andate indagando sulla mia impresa, non vi dirò nulla, fino a quando non sarà compiuto ciò che ho in mente di fare".
35 Ozia e i capi le risposero: "Va' in pace e il Signore Dio sia con te per far vendetta dei nostri nemici".
36 E ritiratisi dalla tenda di lei, se ne andarono ai loro posti.