Scrutatio

Martedi, 7 maggio 2024 - Santa Flavia ( Letture di oggi)

Giuditta 8


font
BIBBIA TINTORIBIBBIA MARTINI
1 Or queste parole furono intese da Giuditta, vedova, figlia di Merari, figlio di Idox, figlio di Giuseppe, figlio di Ozia, figlio di Elai, figlio di Iamnor, figlio di Gedeone, figlio di Rafaim, figlio di Achitob, figlio di Melchia, figlio di Enam, figlio di Natania, figlio di Salatici, figlio di Simeone, figlio di Ruben.1 Or quelle parole furono intese da Giuditta vedova, la quale era figlivola di Merari, figliuolo di Idox,figliuolo di Joseph figliuolo di Ozia, figliuolo di Elai, figliuolo di Jamnor,figliuolo di Gedeon, figliuolo di Raphaim, figliuolo di Achitob, figliuolo di Melchia, figliuolo di Enan, figliuolo di Natania, figliuolo di Salathiel, figliuolo di Simeon: figliuolo di Ruben:
2 Suo marito fu Manasse il quale morì durante la mietitura dell'orzo,2 E marito di lei fu Manasse, il quale morì in tempo della mietitura dell'orzo:
3 mentre sorvegliava quei che legavano i covoni nel campo, colpito al capo dal caldo, morì in Betulia sua città ed ivi fu sepolto coi suoi padri.3 Perocchè mentre si sollecitava quei, che legavano i covoni nel campo, il caldo lo prese al capo, e si morì in Betulia sua patria, e ivi fu sepolto co padri suoi.
4 Giuditta era vedova di lui già da tre anni e sei mesi,4 Ed erano già tre anni e sei mesi che Giuditta era rimasa vedova di lui.
5 e, nella parte superiore della casa, s'era fatta una stanza appartata, dove se ne stava rinchiusa colle sue ancelle,5 Ed ella si era fatta nella parte superiore della casa una stanza appartata dove se ne stava rinchiusa colle sue ancelle,
6 portando sui suoi fianchi un cilizio, e digiunando tutti i giorni di sua vita, eccetto i sabati, i primi del mese e le feste della casa d'Israele.6 E portando a suoi fianchi il cilicio, digiunava tutti i giorni di sua vita, toltine i sabati, e i novilumi, e i dì festivi della casa d'Israello.
7 Era bellissima: suo marito le aveva lasciate molte ricchezze, una numerosa famiglia, e dei possessi pieni d'armenti e di greggi di pecore.7 Or ella era di bellissimo aspetto, e suo marito le avea lasciate molte ricchezze, e una numerosa famiglia, e delle possessioni, dov'erano molti armenti di bovi, e branchi di pecore.
8 Era in grandissima stima presso tutti, perchè temeva molto Dio, e non v'era chi potesse dir male di lei.8 Ed ella era in grandissimo concetto presso di tutti, perchè molto temeva Dio; e non v'era chi dicesse una mala parola di essa.
9 Or dunque avendo essa sentito dire come Ozia avesse promesso la resa della città passati cinque giorni, mandò a chiamare gli anziani Cabri e Carmi.9 Avendo adunque ella sentito,come Ozia avea promesso, che passati cinque giorni avrebbe renduta la città, mandò a chiamare Chabri, e Charmi seniori.
10 Andati che furono da lei, disse loro: « Che parola è quella con la quale Ozia ha consentito di consegnare la città agli Assiri, se dentro cinque giorni non vi viene soccorso?10 E questi andarono a lei, ed ella disse loro: Che discorso è mai quello fatto da Ozia di render la città agli Assiri, se dentro cinque giorni non viene a voi soccorso?
11 Chi siete voi da tentare Dio?11 E chi siete voi, che tentate il Signore?
12 Questa non è una parola che ecciti la misericordia: provoca piuttosto l'ira ed accende il furore.12 Non è questo un fare, che inviti la misericordia, ma che provoca l'ira, ed accende il furore.
13 Voi avete fissato un termine alla misericordia del Signore, a vostro arbitrio le avete fissato un giorno.13 Voi avete fissato il tempo alla misericordia del Signore, e ad arbitrio vostro le avete prescritto il giorno.
14 Ma ora, giacché il Signore è paziente, facciamo penitenza anche di questo, e imploriamo con abbondanza di lacrime la sua indulgenza;14 Ma da che il Signore è paziente, facciam penitenza ancora di questo, ed imploriamo con abbondanza di lagrime la sua indulgenza:
15 chè Dio non minaccia come l'uomo, e non si accende di sdegno come il figlio dell'uomo.15 Perocchè le minacce di Dio non sono come quelle degli uomini, ed ei non si accende di sdegno, come i figliuoli degli uomini.
16 Or dunque umiliamo dinanzi a lui le nostre anime, e, servendo a lui collo spirito umiliato,16 Per la qual cosa umiliamo dinanzi a lui le anime nostre, e in ispirito di umiliazione, come suoi servi,
17 diciamo colle lacrime al Signore che ci usi misericordia in quel modo che gli piace, in modo che, come abbiamo agitato il cuore per l'orgoglio degli (Assiri), così possiamo gloriarci della nostra umiliazione,17 Diciamo con lacrime al Signore, che in quel modo, che a lui piace usi con noi di sua misericordia, onde come per la superbia di coloro è rimaso sbigottito il cuor nostro; così pure della umiliazione nostra abbiamo a gloriarci:
18 noi, che non abbiamo imitato i peccati dei nostri padri, i quali abbandonarono il loro Dio per adorare gli dèi stranieri,18 Perocchè noi non abbiamo imitati i falli de padri nostri, i quali abbandonarono il loro Dio, ed onorarono gli dei stranieri:
19 e per questo furono abbandonati alla spada, al saccheggio, alla confusione tra i loro nemici; noi, che fuori di lui non conosciamo altro Dio.19 Scelleraggine, per cui furon essi abbandonati alla spada, alle rapine, agli scherni de lor nemici: ma noi altro Dio non conosciamo fuori di lui.
20 Aspettiamo umilmente la sua consolazione, ed egli vendicherà il nostro sangue dalle oppressioni dei nostri nemici, egli umilierà tutte le nazioni che insorgono contro di noi: il Signore Dio nostro le riricoprirà di confusione.20 Aspettiamo con umiltà le sue consolazioni, ed egli vendicherà il nostro sangue dalle oppressioni de'nostri nemici, e umilierà le nazioni tutte, che si levano contro di noi, e le svergognerà il signore Dio nostro.
21 Ed ora, fratelli, giacché voi siete gli anziani del popolo di Dio e da voi dipende la loro vita, rialzate colle vostre parole i loro cuori, e fate loro ricordare che i nostri padri furon tentati, perchè dessero a conoscere se veramente onorassero il loro Dio.21 Or adunque, o fratelli, giacchè voi siete gli anziani del popolo di Dio, e da voi pendono gli animi loro, ravvivate i loro cuori colle vostre parole, rammentando loro, come furon tentati i padri nostri, affinchè apparisse, se veracemente onorassero il Dio loro.
22 Dovrebbero ricordare come il nostro padre Abramo fu tentato e che attravèrso alla prova di molte tribolazioni divenne l'amico di Dio.22 Debbon essi avere in memoria, come fu tentato Abramo,padre nostro, e dopo la prova di molte tribolazioni divenne l'amico di Dio.
23 Così Isacco, cosi Giacobbe, così Mosè. Tutti quelli che piacquero a Dio passarono per molte tribolazioni, restando fedeli;23 Così Isacco, così Giacobbe, così Mosè, e tutti quelli, che piacquero a Dio, mantenendo la fede passaron per molte tribolazioni.
24 quelli poi che invece di accettare col timor del Signore la tentazione, proruppero in impazienze e in vergognose mormorazioni contro il Signore,24 Quelli poi, i quali non nel timor del Signore incontraron le tentazioni, ma si versaron in impazienze, e in vergognose mormorazioni contro il Signore.
25 Furono sterminati dallo sterminatore e perirono morsi dai serpenti.25 Dallo sterminatore furono sterminati, e morsi dai serpenti perirono,
26 Or dunque noi non andiamo in escandescenze per quel che soffriamo,26 Noi pure adunque non cerchiam di sfogarci, per quel, che soffriamo,
27 ripensiamo invece che questi supplizi sono minori dei nostri peccati, e stiamo sicuri che i flagelli del Signore, coi quali siamo castigati come servi, ci son mandati per nostra emenda e non per nostra rovina ».27 Ma ripensando, che minori de' nostri peccati son questi supplizi, crediamo, che i flagelli del Signore, coi quali siam gastigati quali servi, sono mandati per emendazione nostra, non per rovina.
28 Allora Ozia e gli anziani le dissero: « Tutto quello che hai detto è vero, e non c'è che ridire nelle tue parole.28 E Ozìa,e gli anziani le dissero: Tutto quel che hai detto è verità, e nelle tue parole nulla è da riprendere.
29 Or dunque prega per noi; chè sei una santa e temi Dio ».29 Ora pertanto prega (il Signore) per noi giacchè tu se una santa donna, e temi Iddio.
30 Giuditta disse loro: « Come avete riconosciuto che ciò che ho potuto dire viene da Dio,30 E Giuditta disse loro: Siccome voi conoscete, che di Dio è quello, che ho potuto dire;
31 ora provate se vien da Dio quello che ho risoluto di fare, e pregate che Dio confermi la mia risoluzione.31 Così fate prova, se da Dio è quello, che ho risoluto di fare, e pregate Dio, che ratifichi il mio disegno,
32 Voi questa notte starete alla porta, ed io uscirò colla mia serva. Pregate perchè, come avete detto, entro cinque giorni il Signore rivolga lo sguardo sopra il suo popolo d'Israele.32 Voi questa notte starete alla porta, e io uscirà colla mia serva; e voi fate orazione, affinchè dentro i cinque giorni, come avete promesso, volga il Signore lo sguardo verso il popolo suo d'Israele.
33 Però voglio che non cerchiate di sapere i fatti miei e che, fino a tanto che non ve ne porti notizie, non si faccia altro che pregare per me il Signore Dio nostro ».33 Non voglio però che si indaghi da voi quel che io sia per fare, e sino a tanto ch'io ve ne porti novella, non altro si faccia, se non pregare il Signore Dio nostro per me.
34 Allora Ozia, principe di Giuda, le disse: « Va in pace, e il Signore sia teco a far vendetta dei nostri nemici ». Poi, lasciatala, se ne andarono.34 E Ozia principe di Giuda le disse: Va in pace e siate co il Signore a far vendetta de nostri nemici, e quelli si ritirarono.