Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 14


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Idropico guarito di sabato

1- In giorno di sabato entrò in casa di uno dei capi dei Farisei per prendere cibo, e mentre questi gli tenevan gli occhi addosso2venne a porglisi innanzi un uomo idropico.3Gesù prese a dire ai dottori della legge e ai Farisei: «È lecito o no guarire alcuno in giorno di sabato?».4Ma quelli stavan zitti. Allora egli, preso colui per la mano, lo guarì e lo congedò.5Poi soggiunse: «Chi di voi, se di sabato gli cade l'asino o il bue nel fosso, non lo tira fuori subito?».6Ed essi non gli potevano opporre nulla.

Lezione di umiltà

7Notando poi che gl'invitati sceglievano i primi posti, raccontò loro questa parabola:8«Quando sarai invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perchè non accada che tra gl'invitati vi sia un uomo più ragguardevole di te,9e chi ha invitato te e lui venga a dirti: - Cedigli il posto -; e allora tu debba con vergogna cominciare a metterti all'ultimo posto.10Ma quando sarai invitato, vai a metterti all'ultimo posto, affinchè venendo colui che ti ha invitato, possa dirti: - Amico, vieni più in su. - E allora ne avrai onore presso tutti i commensali.11Perchè chiunque si inalza sarà abbassato e chiunque s'abbassa sarà inalzato».

Lezioni di carità

12Poi disse a colui che lo aveva invitato: «Quando fai un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici o i tuoi fratelli, nè i tuoi parenti, nè i vicini ricchi, perchè non avvenga che anch'essi t'invitino e ti sia reso il contraccambio.13Ma quando fai un convito, chiama poveri, storpi, zoppi e ciechi;14e sarai fortunato che non abbian modo di contraccambiarti, perchè il contraccambio ti sarà dato certamente alla resurrezione dei giusti».

Parabola del convito

15Uno dei commensali, sentito questo discorso, esclamò: «Beato chi avrà parte al banchetto nel regno di Dio».16Gesù gli rispose: «Un uomo fece una gran cena e invitò molti.17All'ora della cena mandò il suo servo a dire ai convitati: - Venite, tutto è all'ordine. -18Ma tutti presero a scusarsi. Il primo gli disse: - Ho comprato un podere e bisogna che vada a vederlo; abbimi, ti prego, per iscusato. -19E un altro disse: - Ho comperato cinque paia di buoi e vado a provarli; abbimi, ti prego, per iscusato. -20Un altro ancora disse: - Ho preso moglie e quindi non posso venire. -21Tornato, il servo riferì queste cose al padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: - Presto, va' per le piazze e per le contrade della città e conduci qua i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi. -22Poi il servo disse: - Signore, è stato fatto come hai ordinato, e ancora c'è del posto. -23Il padrone ordinò al servo: - Va' per le strade e lungo le siepi e costringi la gente a entrare, affinchè la mia casa si riempia.24Perchè io vi dico che nessuno di coloro ch'erano stati invitati, assaggerà la mia cena -».

Come seguire Gesù

25Siccome una gran folla camminava con lui, egli si voltò e disse loro:26«Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre e la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle e perfino la sua vita, non può essere mio discepolo.27E chi non porta la sua croce e non mi segue, non può essere mio discepolo.28Infatti chi di voi, volendo inalzare una torre, dapprima non si siede a calcolare la spesa per vedere se ha da poterla finire?29Perchè non avvenga che, gettate le fondamenta, nè potendo terminarla, tutti quelli che stanno a vedere comincino a burlarsi di lui,30dicendo: - Costui ha cominciato a fabbricare e non ha potuto finire. -31Oppure qual è quel re, che partendo per muovere guerra a un altro re, non si raccolga prima a esaminare se possa con diecimila uomini affrontare l'altro che gli vien contro con ventimila?32Altrimenti quando l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasciata a chiedere di trattar la pace.33Così, chiunque di voi non rinunzia a tutto quanto possiede, non può essere mio discepolo.34Certo, il sale è buono; ma se il sale diventa scipito, con che gli si darà sapore?35Non è buono nè per la terra, nè per il concime e lo si butta via. Chi ha orecchi da udire, oda».