Scrutatio

Mercoledi, 8 maggio 2024 - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi)

Sapienza 14


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA TINTORI
1 Cosi un altro, che s’accinge a navigare ed è sul punto di traversare i flutti furenti, rivolge invocazione a un pezzo di legno più fragile ancora della nave che lo porta!1 Parimente un altro che pensa a navigare, in procinto di attra­versare i furibondi flutti, invoca un legno più fragile di quello che lo porta.
2 Perchè questa l'inventò l’amor del lucro e un artefice la fabbricò con la sua abilità.2 Infatti questo l'ha in­ventato la bramosia del guada­gno, e l'ha costruito l'artefice col­ la sua perizia,
3 E la tua provvidenza, o Padre, [la] governa; poiché anche sul mare hai aperto una strada, e un sentiero sicuro tra i flutti,3 ma è la tua Prov­videnza, o Padre, che lo governa, perchè sei tu che hai tracciato an­che nel mare la via e il sentiero sicuro in mezzo ai flutti.
4 mostrando come da ogni pericolo tu puoi salvare, anche se inesperto uno [s’ imbarchi ed] entri in mare.4 Mostrando che tu puoi salvare da ogni pericolo, anche dato che uno ignaro dell'arte si metta in mare.
5 [Tu vuoi] che non restino inutili le opere della tua sapienza; perciò anche ad un minuscolo legno affidano gli uomini le loro vite, e traversando i marosi sur una chiatta si salvano.5 Ma affinchè non restassero inuti­li le opere di tua sapienza, per questo anche a fragile legno gli uomini affidano le loro vite e, passando il mare su una barca, si salvano.
6 E giù da principio, periti i superbi giganti, la speranza del mondo si rifugiò in una chiatta, che guidata dalla tua mano, lasciò al secolo il seme d’una generazione [novella].6 Ed anche da princi­pio, quando perirono i superbi giganti, la speranza del mondo si rifugiò in una nave, che, guida­ta dalla tua mano, lasciò al mon­do il seme delle generazioni.
7 E' benedetto invero il legno che produce giustizia.7 Benedetto il legno pel quale è fatta la giustizia;
8 Ma [il legno] manufatto, l’idolo, è maledetto esso e chi l’ha fatto: questi perchè l'ha lavorato, quello perchè, essendo corruttibile, ebbe il nome di Dio.8 ma maledet­to il legno ridotto a idolo, esso e chi l'ha fatto: questi, perchè l'ha lavorato, quello, perchè, essendo corruttibile, ebbe il nome di Dio.
9 Ugualmente odiosi infatti sono a Dio l’empio e la sua empietà9 Ugualmente sono odiosi a Dio e l'empio e la sua empietà
10 l’opera insieme con l’artefice subiranno la pena!10 e sarà punita l'opera con chi la fece.
11 Perciò anche per gl’idoli delle genti non ci sarà riguardo, perchè, creature di Dio, si tramutarono in abominazione e in scandalo per le anime degli uomini e in laccio per i piedi degl'insensati.11 Per questo gli idoli delle nazioni non saran risparmiati, perchè, creature di Dio, servirono all'abbominazione, divennero tenta­zione per le anime degli uomini e laccio ai piedi degli stolti.
12 Principio invero di fornicazione [fu] l’idea degli idoli e la loro intenzione [fu] la rovina della vita.12 Infatti l'invenzione degli ido­li è principio di fornicazione, e l'averli introdotti fu corrompere la vita.
13 Giacché non eran da principio nè dureranno in eterno;13 Essi non furono da prin­cipio, nè dureranno per sempre;
14 ma dalla sciocca vanità degli uomini furono introdotti nel mondo, e perciò la rapida lor fine è stabilita.14 per un vaneggiamento degli uo­mini furono introdotti nel mon­do, e quindi sarà presto trovato il modo di finirli.
15 Un padre invero, oppresso da acerbo lutto, si fece l’immagine del figliuolo a un tratto rapitogli, e quel [figliuolo], morto allora da uomo, egli prese poi a onorar come un dìo, e tra i suoi sottoposti ordinò riti e sacrifizi.15 Un padre, pieno di acerbo do­lore, si fece il ritratto del figlio rapitogli sì presto, e quello che allora era morto come uomo, onorò qual dio e gli assegnò tra i suoi dipendenti culto e sacrifizi.
16 Indi, radicatasi col tempo, l’empia costumanza, tale aberrazione venne ad essere osservata come legge, e per ordine de, sovrani furono venerate le sculture.16 Poi coll'andar del tempo, raf­forzatosi l'empio costume, ta­le errore fu osservato qual leg­ge e per ordine dei sovrani fu­rono adorate le statue;
17 Chè quando gli uomini non potevano onorarli di presenza, perché dimoravan lontano, riprodotta da lungi la loro fisionomia, si fecero un’ immagine visibile del re venerato, per tributare all’assente, quasi a presente, omaggio nel lor zelo.17 e di quelli che gli uomini non potevano onorare in faccia, perchè lontani, fu fatta venire da lontano l'imagine. Esposero l'imagine del re che volevano onorare, per osse­quiarlo, nel loro zelo, assente co­me se fosse presente.
18 Ad Incremento poi del culto, anche quelli che nulla sapevan [del sovrano] ci furon spinti dalla solerte premura dell’artista.18 A tal cul­to furono spinti anche gli igno­ranti dalla finissima diligenza dell'artefice.
19 Perchè questi, volendo piacere a chi l'aveva impegnato, sforzò con l'arte la somiglianza, maggiormente abbellendola;19 Egli infatti, per piacere al suo padrone, adoperò tutta la sua arte per farne più bella l'imagine.
20 e la folla, rapita dall'eleganza dell’opera, venne a considerar come una divinità quegli che poc’anzi era onorato come uomo.20 Così la folla, attratta dalla bellezza del lavoro, giunse a considerare come un Dio colui che prima era onorato come uomo.
21 E questa fu l’insidia per l’umana vita, che gli uomini [cioè], o cedendo al proprio affetto o alla tirannia imposero alle pietre e al legno l'incommunlcablle nome [di Dio].21 E questo fu un inganno per la vita umana, in quanto gli uo­mini, assecondando l'affetto o i tiranni, diedero alla pietra e al legno il nome incomunicabile.
22 E non bastò loro di sbagliare circa la nozione di Dio! Ma vivendo in gran guerre [per via] dell’ignoranza, tanti e così gran mali essi chiamano pace!22 Nè bastò avere sbagliato nella cognizione di Dio, ma, viven­do nella grande guerra dell'igno­ranza, a sì grandi mali dànno il nome di pace.
23 Sacrificando invero i propri figliuoli o celebrando misteri clandestini o tenendo veglie forsennate [nelle orge di riti stranieri],23 Ora immolano i propri figlioli, or fanno tenebrosi sacrifizi, or passan la notte in orgie infami.
24 non la vita, non i matrimoni essi ormai conservano puri; ma l’un l'altro e per invidia s’uccidono o con adulterii si contristano:24 Non conservano puri nè la vita nè le nozze; ma l'uno uccide l'altro per invidia o lo contrista con adulterii.
25 e dappertutto si mescola sangue [e] strage, furto e frode, corruzione e infedeltà, tumulto e spergiuro, trepidazione dei buoni,25 E tutto è sottosopra: sangue, omi­cidi, furti, frodi, corruzioni, in­ fedeltà, tumulti, spergiuri, vessa­zione dei buoni,
26 oblio di riconoscenza, contaminazione delle anime, invertimento [delle leggi] della generazione, instabilità de’ matrimoni, adulterio e impudicizia.26 dimenticanza di Dio, contaminazione delle anime, inversione dei sessi, incostanza nei matrimoni, adulterii, impudicizie;
27 Il culto degli idoli nefandi è causa, principio e fine d’ogni male.27 perchè l'abomine­vole culto degli idoli è causa, prin­cipio e fine d'ogni male.
28 Perchè, o gavazzando folleggiano, o profetano il falso, o vivono ingiustamente o alla leggera spergiurano.28 Essi o folleggiano in gozzoviglie, o va­ticinano il falso, o vivon nell'in­giustizia e senza esitazione sper­giurano,
29 Chè avendo fede in idoli senz'anima, nessun danno s'attendono dal loro malvagio giurare.29 perchè, fidando in ido­li inanimati, non temono alcun pregiudizio pei loro spergiuri.
30 Ma per l’una o l’altra colpa verrà su loro il giusto castigo: perchè, dediti agl'idoli, ebbero un’idea perversa di Dio, e perchè ingiustamente giurano, disprezzando nella frode la santità.30 Ma avranno la ben meritata punizione, e per l'uno e per l'al­tro motivo, e perchè, dediti ai loro idoli, mal pensarono di Dio, e perchè ingiustamente spergiu­rarono, con fraudolento disprez­zo della giustizia.
31 Non la potenza invero degli [idoli] per cui giurarono, ma il castigo di quei che peccano insegue sempre la trasgressione degli ingiusti!31 Non la poten­za di quelli pei quali giurano, ma il castigo dovuto ai peccatori sem­pre incalza le prevaricazioni degli empi.