Scrutatio

Domenica, 5 maggio 2024 - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi)

Sapienza 13


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA TINTORI
1 - Vani [per natura] son tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio, e che dal beni visibili non sepper conoscere Colui che è, nè dalla considerazione delle opere riconobbero l'artefice.1 Vani son tutti gli uomini che non han cognizione di Dio, e dai beni visibili non han saputo co­ noscere colui che è, e dalla consi­derazione delle opere non han saputo conoscere chi ne fosse l'ar­tefice.
2 Ma o il fuoco o il vento o l’aer mobile o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque o il sole e la luna credetter dèi, governatori del mondo,2 Ma il fuoco, il vento e la mobile aria o il giro delle stelle o l'onda impetuosa, o il sole o la luna presero come dèi reggitori del mondo.
3 Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dèi, sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore; giacché l'autore della bellezza creò tutte quelle cose.3 Che se, rapiti dalla loro bellezza, li credettero dèi argomentino quanto più bello debba essere il loro Signore, es­sendo tutte queste cose fatte dall'autore della bellezza.
4 Se furon colpiti invece dalla loro potenza ed energia, intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse.4 Se poi sono colpiti dal loro potere e dalla loro influenza, da ciò dovreb­bero capire che chi l'ha fatte de­ve sorpassarle in potenza.
5 Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature si può conoscere, per analogia, il loro creatore.5 Infatti dalla grandezza e dalla bel­lezza delle creature si può giun­gere a vedere in modo da ricono­scerlo il loro creatore.
6 Tuttavia un minor biasimo grava su costoro; perchè erran forse, cercando Dio e bramando trovarlo.6 Eppure questi sono i meno biasimevoli, perchè sbagliano per caso, ma cercano Dio e bramano di trovar­lo.
7 Occupandosi infatti delle sue opere essi fanno ricerche, e si lascian persuadere [dall’apparenza], poiché son belle le cose visibili.7 Mentre però lo cercano, in­vestigandone le opere, rimango­no presi da queste, perchè son belle e visibili,
8 D'altra parte neppure essi non son da perdonare.8 però non sono scusabili,
9 Perchè se tanta scienza riuscirono ad avere, da poter scrutare il mondo, come mal, non trovaron più prontamente il Signore di esso?9 perchè se giunsero a saperne tanto da potersi fare un'i­dea dell'universo, come non tro­vare più facilmente il Signore di esso?
10 Ma infelici sono e su cose morte fondan le loro speranze, quel che chiaman dèi le opere delle mani degli uomini, l'oro e l’argento lavorati con arte e raffiguranti animali, o un inutile sasso, opera di mano antica.10 Ma sciagurati, colla speran­za in cose morte, son quelli che danno il nome di dèi agli ogget­ti fatti dall'uomo, all'oro, all'ar­gento lavorato con arte, a ritrat­ti d'animali, ad un vil sasso ope­ra d'antica mano.
11 Così, un mastro legnaiuolo, tagliato un albero ritto, ne rade intorno abilmente tutta la corteccia, e usando acconciamente dell’arte sua, un utile mobile ne forma per il servizio della vita;11 Ecco: un abile legnatolo sega nel bosco una dritta pianta, e, come si deve, ne toglie tutta la scorza; poi col­ la sua arte ne forma un mobile per gli usi della vita.
12 gli avanzi poi del lavoro adopera a preparare il cibo [e sfamarsi];12 Degli avanzi di tal lavoro ne usa per pre­pararsi da mangiare.
13 ma l’ultimo resto di essi, buono a nulla, un pezzo di legno torto e tutto nodi, [lo piglia e] lo scolpisce con cura nelle ore d’ozio, e con intelligenza d'arte gli dà figure, e lo fa rappresentare un uomo13 L'avanzo poi di tutte queste cose, buono a nulla, pezzo di legno sbilenco e pieno di nodi, a tempo avanzato lo digrossa diligentemente, e, se­ condo le regole dell'arte sua, gli dà una figura: lo fa simile all'imagine d'un uomo,
14 o rassomigliare a qualche [vile] animale, dandogli una mano di minio e arrossando con belletto la sua pelle, e facendo scomparir con la tinta ogni macchia;14 oppure gli dà la figura di qualche animale. Poi lo tinge col minio e col bel­ letto fa rubicondo il suo colore, dopo averne coperta ogni maga­gna.
15 e preparatagli una degna dimora, lo affigge alla parete, assicurandolo con ferro.15 In seguito gli fa un'edico­ la conveniente, lo mette al muro e ve lo assicura con un ferro;
16 Perchè [cioè] non cada si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da sè, poiché altro non è che un'immagine e ha bisogno d’aiuto.16 cosi perchè non caschi si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da se stesso, perchè è una statua ed ha bisogno d'aiuto.
17 Ma pregando per le sue sostanze, per i suoi figliuoli, per i suoi matrimoni, non si vergogna di rivolger la parola a quella cosa senz’anima.17 E poi a lui fa voti e lo consulta sui suoi beni, sui suoi figli, sui ma­trimoni, e non si vergogna di par­lare ad un oggetto inanimato.
18 E per [ottener] la sanità invoca ciò ch'è privo di forza, e per la vita Implora un morto; e per aiuto supplica un impotente,18 Per la sanità prega un infer­mo, per la vita si raccomanda ad un morto, e chiama in suo aiu­to uno che non è buono a nulla.
19 e per un viaggio si raccomanda a ciò che neppur può servirsi de, piedi; e per il guadagno, le imprese, il buon successo d’ogni cosa, chiede [capacità] a quanto v’ha di più inerte.19 Per fare un viaggio si racco­manda a chi non può muoversi, per fare acquisti o lavori e pel felice esito di qualsiasi cosa si raccomanda a chi non è buono a niente.