Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Ester 16


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Editto favore dei Giudei.

1- «Il gran re Artaserse, che regna dall'India sino all'Etiopia, ai principi e capi delle centoventisette province sottoposte al nostro impero, salute.2Molti, della bontà de' principi e dell'onore a cui sono stati innalzati, hanno abusato a superbia;3e non solo tentano opprimere i sudditi dei re, ma, non contenti della gloria ricevuta, tendono insidia a quelli stessi che a loro la dettero.4Nè si contentano di non essere grati de' benefizi, e di violare i diritti dell'umanità, ma si immaginano anche di poter evitare la sentenza di quel Dio che tutto vede.5Ed a tanta insania son giunti, che quelli i quali premurosamente adempiono gli incarichi ricevuti, ed in ogni cosa si comportano in guisa da meritare le lodi di tutti, essi con insinuazioni e menzogne tentano di perderli,6ingannando con astuta frode le semplici orecchie de' principi, i quali giudicano gli altri secondo la loro propria natura.7Ciò viene attestato dalle antiche storie e da quel che avviene ogni giorno si rileva come le buone intenzioni dei re vengono stravolte dalle male suggestioni d'alcuni.8Laonde, è necessario provvedere alla tranquillità di tutte le province;9e non dovete pensare se diamo ordini diversi [da quelli già dati], che ciò provenga da leggerezza dell'animo nostro; ma è che noi dobbiamo giudicare secondo la qualità e necessità dei tempi, e secondo è richiesto dal bene dello stato.10Ed affinchè intendiate più chiaramente quel che diciamo, Aman figlio d'Amadati, d'animo e di nazione Macedone, estraneo al sangue de' Persiani, che con la sua crudeltà ha disonorato la nostra clemenza, così straniero fu accolto da noi;11e ci trovò tanto umani verso di lui da essere chiamato nostro padre, e ricevere da tutti l'adorazione, come il secondo dopo il re.12Ma egli si gonfiò di tanta arroganza da macchinare di privarci e del regno e della vita.13Infatti, con certe sue nuove ed inaudite arti, tentò di mandare alla morte quel Mardocheo per la cui fedeltà e per cui benefizio noi fummo salvi, Ester consorte del nostro regno, e tutta la sua nazione,14avendo in mira, morti loro, di tendere insidie a noi rimasti soli, e di trasferire ne' Macedoni il regno de' Persiani.15Ma noi abbiamo verificato che quei Giudei dal più scellerato degli uomini destinati alla morte, non avevano colpa alcuna; che anzi, si governavano con giuste leggi,16e sono figli dell'altissimo e massimo e semprevivo Iddio, per benefizio del quale ai padri nostri ed a noi fu dato il regno, e sino ad oggi si custodisce.17Sappiate perciò, che quelle lettere le quali essi a nome nostro v'indirizzò, son nulle.18Ed in pena di tale scelleratezza, tanto quegli che la macchinò, quanto tutta la sua parentela, furono appiccati al patibolo, davanti alle porte di questa città di Susa, così rendendogli Dio, e non noi, quel che avea meritato.19Questo editto poi, che ora vi mandiamo, sia pubblicato in tutte le città, onde sia lecito ai giudei seguire le proprie leggi.20E voi dovete prestar loro aiuto, acciò al giorno tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar, possano mettere a morte quelli che la morte avevano preparata per loro;21Iddio onnipotente ha infatti cambiato in letizia quel giorno d'afflizione e di lutto.22Abbiate dunque anche voi questo giorno come uno degli altri giorni di festa, e celebratelo con tutta allegrezza affinchè anche in avvenire si sappia23che tutti quelli i quali fedelmente obbediscono ai Persiani ricevono degna mercede della loro fedeltà, e quelli invece che insidiano al loro regno ricevono in cambio della loro scelleratezza la morte.24Ogni provincia poi o città la quale non volesse prender parte a questa solennità, perisca col ferro e col fuoco e sia distrutta così da essere in perpetuo inabitabile non solo dagli uomini ma anche dalle bestie ad esempio degli sprezzatori e dei disobbedienti».