Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Ester 16


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA VOLGARE
1 - «Il gran re Artaserse, che regna dall'India sino all'Etiopia, ai principi e capi delle centoventisette province sottoposte al nostro impero, salute.1 Questo è lo esempio della epistola dello re Artaserse, la qual lui mandò in favore degli Giudei a tutte le sue provincie; e non si trova in li libri Ebrei,
Lo grande re Artaserse dall' India insino alla Etiopia, in cento XXVII provincie, a tutti i prìncipi e rettori e vicarii, i quali sono sotto la nostra suggezione, salute (e buono amore).
2 Molti, della bontà de' principi e dell'onore a cui sono stati innalzati, hanno abusato a superbia;2 Per molto amore e stato, che alcuno hae avuto dalla nostra signoria, sono saliti in superbia (tanto che i loro compagni riputavano a nulla).
3 e non solo tentano opprimere i sudditi dei re, ma, non contenti della gloria ricevuta, tendono insidia a quelli stessi che a loro la dettero.3 E non solo cercano di opprimere li sudditi alli re, ma (la sentenza regale per loro consiglio hanno voluto rompere, e) delli loro onori non sono stati conoscenti; e hanno cercato di procurare insidie contro a quelli dalli quali sono stati onorati (e hanno ricevuto questi onori).
4 Nè si contentano di non essere grati de' benefizi, e di violare i diritti dell'umanità, ma si immaginano anche di poter evitare la sentenza di quel Dio che tutto vede.4 E credendo essere d' ogni cosa degni, e contro a coloro, i quali tutti i nostri comandamenti senza alcuno difetto osservano, e nelle loro operazioni sono degni di essere onorati,
5 Ed a tanta insania son giunti, che quelli i quali premurosamente adempiono gli incarichi ricevuti, ed in ogni cosa si comportano in guisa da meritare le lodi di tutti, essi con insinuazioni e menzogne tentano di perderli,5 con loro mentiri proponendo a noi il falso, contra di loro falsa sentenzia hanno fatta dare; e questo è per molte parole false, le quali tutto dì alla nostra presenza riportavano; e perciò che sempre abbiamo loro creduto, imaginando che fossero leali alla corona, sì lo credemmo.
6 ingannando con astuta frode le semplici orecchie de' principi, i quali giudicano gli altri secondo la loro propria natura.6 Onde si de' provvedere che la sentenza data non venga ad effetto, non riputando che dalla nostra parte sia largita; ma fassi per tornare alla veritade e alla giustizia.
7 Ciò viene attestato dalle antiche storie e da quel che avviene ogni giorno si rileva come le buone intenzioni dei re vengono stravolte dalle male suggestioni d'alcuni.7 E sì come tutte le antiche istorie provano, e per le cose che ogni giorno accadono, come per male relazioni d'alcuni li pensieri delli re sono depravali;
8 Laonde, è necessario provvedere alla tranquillità di tutte le province;8 però voglio dare provisione alla pace di tutte le provincie.
9 e non dovete pensare se diamo ordini diversi [da quelli già dati], che ciò provenga da leggerezza dell'animo nostro; ma è che noi dobbiamo giudicare secondo la qualità e necessità dei tempi, e secondo è richiesto dal bene dello stato.9 E anco non dovete pensare, che se noi comandiamo diverse cose, che questo proceda per nostra leggerezza, ma per la condizione e necessità de' tempi, acciò che la utilità della cosa publica possi fare giudicio.
10 Ed affinchè intendiate più chiaramente quel che diciamo, Aman figlio d'Amadati, d'animo e di nazione Macedone, estraneo al sangue de' Persiani, che con la sua crudeltà ha disonorato la nostra clemenza, così straniero fu accolto da noi;10 Ma perciò che lo intendimento mio abbiate più certo, io vi manifesteroe che questo male ha voluto fare Aman figliuolo di Amadati, e dell' animo e della nazione di Macedonia, forestiere alla gente di Persia, occultandosi a noi la sua malizia per la nostra benignità. Venendo a noi forestiere, in grande stato lo ricevemmo.
11 e ci trovò tanto umani verso di lui da essere chiamato nostro padre, e ricevere da tutti l'adorazione, come il secondo dopo il re.11 E intanto lo avemo fatto grande, che di tutta la gente secondo allo re era onorato e adorato.
12 Ma egli si gonfiò di tanta arroganza da macchinare di privarci e del regno e della vita.12 E a tanto era venuto, che desiderava di levarci dalla nostra potenza per possederla a sè.
13 Infatti, con certe sue nuove ed inaudite arti, tentò di mandare alla morte quel Mardocheo per la cui fedeltà e per cui benefizio noi fummo salvi, Ester consorte del nostro regno, e tutta la sua nazione,13 E a Mardocheo il quale è a noi grazioso, e alla regina Ester la quale è nostra donna, e a tutti quelli della gente loro, con suoi inganni sì fece dare sentenza di morte;
14 avendo in mira, morti loro, di tendere insidie a noi rimasti soli, e di trasferire ne' Macedoni il regno de' Persiani.14 imaginando (che) morti costoro (e io rimanendo con poca gente) di volere egli a me resistere, e il regno di Persia fare tornare alla gente di Macedonia.
15 Ma noi abbiamo verificato che quei Giudei dal più scellerato degli uomini destinati alla morte, non avevano colpa alcuna; che anzi, si governavano con giuste leggi,15 E non tanto ch' io disaminando il popolo giudaico, loro trovassi degni di morte, anzi gli trovai.degni d'ogni grazia; imperciò ch' erano osservatori della legge (e di tutti i nostri comandamenti),
16 e sono figli dell'altissimo e massimo e semprevivo Iddio, per benefizio del quale ai padri nostri ed a noi fu dato il regno, e sino ad oggi si custodisce.16 e sempre sono stati figliuoli di Dio altissimo vivente, per lo beneficio del quale n'è stato dato questo reame dal tempo degli antichi nostri, ed ecci stato custodito insino al dì d' oggi.
17 Sappiate perciò, che quelle lettere le quali essi a nome nostro v'indirizzò, son nulle.17 E imperciò le lettere, le quali (quello maledetto) Aman mandoe incontro a questo popolo, io le revoco e facciole vane.
18 Ed in pena di tale scelleratezza, tanto quegli che la macchinò, quanto tutta la sua parentela, furono appiccati al patibolo, davanti alle porte di questa città di Susa, così rendendogli Dio, e non noi, quel che avea meritato.18 Ed egli che diede questo consiglio e la sua gente sono dinanzi alla porta di Susa impiccati per la gola, non per nostra operazione, ma per operazione di Dio rendendogli quello che meritava.
19 Questo editto poi, che ora vi mandiamo, sia pubblicato in tutte le città, onde sia lecito ai giudei seguire le proprie leggi.19 Il comandamento, ch' io ora vi comando, è questo a tutti i Giudei sia lecito osservare la sna legge (senza alcuno impedimento);
20 E voi dovete prestar loro aiuto, acciò al giorno tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar, possano mettere a morte quelli che la morte avevano preparata per loro;20 e che coloro, i quali erano alla loro morte apparecchiati, che loro ne possano prendere vendetta buona e questo si faccia a' XIII dì del mese di Adar.
21 Iddio onnipotente ha infatti cambiato in letizia quel giorno d'afflizione e di lutto.21 E questo giorno hae Iddio a loro dalla tristizia recato in allegrezza.
22 Abbiate dunque anche voi questo giorno come uno degli altri giorni di festa, e celebratelo con tutta allegrezza affinchè anche in avvenire si sappia22 E perciò volemo che questo giorno fra l'altre feste sia nominato, e fattone grande solennitade, acciò che in perpetuo si ricordi,
23 che tutti quelli i quali fedelmente obbediscono ai Persiani ricevono degna mercede della loro fedeltà, e quelli invece che insidiano al loro regno ricevono in cambio della loro scelleratezza la morte.23 che coloro che osservano i comandamenti nostri siano meritati, e che coloro che contra ne fanno siano puniti.
24 Ogni provincia poi o città la quale non volesse prender parte a questa solennità, perisca col ferro e col fuoco e sia distrutta così da essere in perpetuo inabitabile non solo dagli uomini ma anche dalle bestie ad esempio degli sprezzatori e dei disobbedienti».24 E tutte quelle provincie, cittadi, (castella o ville) che non volessero questo osservare, di coltello e di fuoco siano puniti (e giudicati); e non tanto che gli uomini muoiano, ma insino alle bestie siano deradicati, acciò che niuno giammai ardisca di prevaricare i comandamenti nostri in perpetuo.