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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Lettera ai Filippesi 2


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1Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione,2rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.3Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso.4Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
5Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
6egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
7ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
8umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
9Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
10perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
11e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
12Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore.13È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore.14Fate tutto senza mormorare e senza esitare,15per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo,16tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato.17Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi.18Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.
19Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timòteo, per essere anch’io confortato nel ricevere vostre notizie.20Infatti, non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore ciò che vi riguarda:21tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo.22Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre.23Spero quindi di mandarvelo presto, appena avrò visto chiaro nella mia situazione.24Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch’io di persona.
25Ho creduto necessario mandarvi Epafrodìto, fratello mio, mio compagno di lavoro e di lotta e vostro inviato per aiutarmi nelle mie necessità.26Aveva grande desiderio di rivedere voi tutti e si preoccupava perché eravate a conoscenza della sua malattia.27È stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio ha avuto misericordia di lui, e non di lui solo ma anche di me, perché non avessi dolore su dolore.28Lo mando quindi con tanta premura, perché vi rallegriate al vederlo di nuovo e io non sia più preoccupato.29Accoglietelo dunque nel Signore con piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui,30perché ha sfiorato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per supplire a ciò che mancava al vostro servizio verso di me.

Note:

Fil 2,1:qualche consolazione: BJ preferisce tradurre: «appello pressante», specie di scongiuro affettuoso per ciò che c'è di più sacro. - in Cristo... spirito: allusione velata ma probabile alla Trinità, poiché l'amore è dato come caratteristica del Padre (cf. 2Cor 13,13+).

Fil 2,2:l'unione dei vostri spiriti: questa esortazione pressante all'unità lascia supporre che divisioni intestine minacciavano la pace della comunità di Filippi (Vedere Fil 1,15-17; Fil 1,27; Fil 2,14; Fil 4,2 ; e sottolineare l'insistenza messa da Paolo nell'interpellarli «tutti» insieme Fil 1,1; Fil 1,4; Fil 1,7; Fil 1,8; Fil 1,25; Fil 2,17; Fil 2,26; Fil 4,21).

Fil 2,6-11:I vv 6-11 costituiscono un inno che alcuni credono anteriore a Paolo. Le diverse tappe del mistero del Cristo vi sono segnate da tante strofe: la preesistenza divina, l'abbassamento dell'incarnazione, l'abbassamento ulteriore della morte, la glorificazione celeste, l'adorazione dell'universo, il titolo nuovo del Cristo. Si tratta del Cristo storico, Dio e uomo, nell'unità della sua personalità concreta che Paolo non divide mai, sebbene distingua i suoi diversi stati di esistenza (cf. Col 1,13s).

Fil 2,6:pur essendo di natura divina: alla lettera «essendo nella forma di Dio», dove la parola «forma» designa gli attributi essenziali che manifestano al di fuori la «natura»: il Cristo, essendo Dio, ne aveva di diritto tutte le prerogative. - non considerò un tesoro... con Dio: alla lettera «non considerò lo stato di uguaglianza (più precisamente «l'essere ugualmente») con Dio come una preda» (da non mollare o meglio da prendere). Non si tratta dell'uguaglianza di natura supposta dalla «natura divina» e di cui ii Cristo non potrebbe spogliarsi, ma di un'uguaglianza di trattamento, di dignità manifestata e riconosciuta, che Gesù avrebbe potuto rivendicare, anche nella sua esistenza umana. Si può pensare all'atteggiamento opposto di Adamo (Gen 3,5; Gen 3,22).

Fil 2,7:spogliò se stesso: alla lettera «si vuotò di se stesso». Dal verbo greco che significa «vuotare» è venuto il termine «kenosi». Si tratta meno del fatto dell'incarnazione che del suo modo. Ciò di cui il Cristo fatto uomo si è liberamente spogliato, non è la natura divina, ma la gloria che gli spettava di diritto, che possedeva nella sua preesistenza (cf. Gv 17,5), e che avrebbe dovuto rimbalzare sulla sua umanità (cf. la trasfigurazione, Mt 17,18p). Egli ha preferito privarsene per riceverla solo dal Padre (cf. Gv 8,50; Gv 8,54), come ricompensa per il suo sacrificio (vv 9-11). - servo: il termine si oppone al titolo di «Signore» (v 11; cf. Gal 4,1; Col 3,22s): il Cristo fatto uomo ha adottato una via di sottomissione e di umile obbedienza (v 8). E' probabile che Paolo pensi al «servo» di Is 52,13-53,12 ; cf. Is 42,1+ . - divenendo simile agli uomini: dunque non soltanto un vero uomo, ma un uomo «come gli altri», condividendo tutte le debolezze della condizione umana, eccetto il peccato. - apparso in forma umana: alla lettera «trovato come un uomo per il suo aspetto».

Fil 2,9:esaltato: alla lettera «sovresaltato»: con la resurrezione e l'ascensione. La resurrezione è l'opera per eccellenza della potenza di Dio (Rm 1,4+). - gli ha dato il nome: dare un nome è conferire una qualità reale (cf. Ef 1,21; Eb 1,4). Questo nome è quello di «Signore» (v 11); o più profondamente, il nome divino ineffabile che, nel trionfo del Cristo resuscitato, si «esprime» con il titolo di «Signore» (cf. At 2,21+; At 3,16+). - al di sopra di ogni altro nome: in particolare al di sopra delle categorie angeliche (cf. Ef 1,21; Eb 1,4; 1Pt 3,22).

Fil 2,10:Queste tre regioni cosmiche abbracciano tutto l'universo (cf. Ap 5,3; Ap 5,13). - sotto terra: traduzione letterale. Sembra interessare più gli ospiti dello sheol (Nm 16,33+) che i demoni.

Fil 2,11:proclami: secondo una var. «proclamerà». - che Gesù Cristo è il Signore: una var. legge: «che Gesù è il Signore». E' la professione di fede essenziale per il cristianesimo (Rm 10,9; 1Cor 12,3 ; vedere anche Col 2,6; Ap 19,16). Utilizzando Is 45,23 che si applica a Jahve (cf. Rm 14,11), Paolo mostra bene il carattere divino che attribuisce al titolo di «Signore» (cf. anche Gv 20,28 e At 2,36+) . - a gloria di Dio Padre: volg. ha compreso: «che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre». Dio ha esaltato Gesù; ma anche la sua gloria si trova accresciuta per l'obbedienza del Figlio (Fil 2,8).

Fil 2,17:se il mio sangue: Paolo fa, dell'uso (greco e giudaico) delle libazioni versate sulle vittime nei sacrifici, una applicazione metaforica al culto spirituale dei tempi nuovi: il sangue versato nella sua condanna a morte verrebbe ad aggiungersi al sacrificio che costituisce presso i cristiani il servizio della fede (cf. Fil 3,3; Fil 4,18; Rm 1,9+).

Fil 2,30:per la causa di Cristo: alcuni leggono: «per la causa di Dio»; altri hanno: «per la causa».