Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Deuteronomio 22


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1Perciò chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose.2Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità.3Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio?4O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?5Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio,6che renderà a ciascuno secondo le sue opere:7la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità;8ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia.9Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco;10gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco:11Dio infatti non fa preferenza di persone.
12Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati.13Infatti, non quelli che ascoltano la Legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la Legge saranno giustificati.14Quando i pagani, che non hanno la Legge, per natura agiscono secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono legge a se stessi.15Essi dimostrano che quanto la Legge esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono.16Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini, secondo il mio Vangelo, per mezzo di Cristo Gesù.
17Ma se tu ti chiami Giudeo e ti riposi sicuro sulla Legge e metti il tuo vanto in Dio,18ne conosci la volontà e, istruito dalla Legge, sai discernere ciò che è meglio,19e sei convinto di essere guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre,20educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché nella Legge possiedi l’espressione della conoscenza e della verità...21Ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi?22Tu che dici di non commettere adulterio, commetti adulterio? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi?23Tu che ti vanti della Legge, offendi Dio trasgredendo la Legge!24Infatti sta scritto: Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra le genti.
25Certo, la circoncisione è utile se osservi la Legge; ma, se trasgredisci la Legge, con la tua circoncisione sei un non circonciso.26Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della Legge, la sua incirconcisione non sarà forse considerata come circoncisione?27E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la Legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della Legge e la circoncisione, sei trasgressore della Legge.28Giudeo, infatti, non è chi appare tale all’esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne;29ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, non nella lettera; la sua lode non viene dagli uomini, ma da Dio.

Note:

Rm 2:Ora Paolo si rivolge al giudeo, dapprima tacitamente (vv 1-16), poi apertamente (Rm 2,17-3,20). Pur facendosi censore degli altri, egli non sarà per questo risparmiato, se si comporta come loro (vv 1-5; 17-24). Né la legge (vv 12-16), né la circoncisione (vv 25-29), né il deposito delle Scritture (Rm 3,1-8) potrebbero dispensarlo dalla rettitudine interiore. Giudeo e pagano sono ugualmente soggetti al tribunale di Dio (Rm 2,6-11); di fatto tutti e due sono ugualmente sottomessi al peccato (Rm 3,9-20).

Rm 2,6:secondo le sue opere: il «giorno di Jahve», annunziato dai profeti come giorno di ira e di salvezza (Am 5,18+), troverà la piena realizzazione escatologica nel «giorno del Signore», al tempo del ritorno glorioso del Cristo (1Cor 1,8+). In questo «giorno del giudizio» (cf. Mt 10,15; Mt 11,22; Mt 11,24; Mt 12,36; 2Pt 2,9; 2Pt 3,7; 1Gv 4,17), i morti resusciteranno (1Ts 4,13-18; 1Cor 15,12-23; 1Cor 15,51s) e tutti gli uomini compariranno davanti al tribunale di Dio (Rm 14,10) e del Cristo (2Cor 5,10 ; cf. Mt 25,31s). Giudizio inevitabile (Rm 2,3; Gal 5,10; 1Ts 5,3) e imparziale (v 11; Col 3,25 ; cf. 1Pt 1,17), che appartiene soltanto a Dio (Rm 12,19; Rm 14,10; 1Cor 4,5 ; cf. Mt 7,1p). Dio per mezzo del suo Cristo (v 16; 2Tm 4,1 ; cf. Gv 5,22; At 17,31) giudicherà i vivi e i morti (2Tm 4,1 ; cf. At 10,42; 1Pt 4,5). Egli che scruta i cuori (v 16; Ger 11,20+; 1Cor 4,5 ; cf. Ap 2,23) e prova con il fuoco (1Cor 3,13-15) renderà a ciascuno secondo le sue opere (1Cor 3,8; 1Cor 3,13-15; 2Cor 5,10; 2Cor 11,15; Ef 6,8 ; cf. Mt 16,27; 1Pt 1,17; Ap 2,23; Ap 20,12; Ap 22,12). Si mieterà ciò che si sarà seminato (Gal 6,7-9 ; cf. Mt 13,39; Ap 14,15). Ira e perdizione (Rm 9,22) per le potenze del male (1Cor 15,24-26; 2Ts 2,8) e gli empi (2Ts 1,7-10 ; cf. Mt 13,41; Ef 5,6; 2Pt 3,7; Ap 6,17; Ap 11,18). Per gli eletti, che avranno compiuto il bene, liberazione (Ef 4,30; Rm 8,23), consolazione (At 3,20; 2Ts 1,7; Eb 4,5-11), ricompensa (cf. Mt 5,12; Ap 11,18), salvezza (1Pt 1,5), esaltazione (1Pt 5,6), lode (1Cor 4,5) e gloria (Rm 8,18s; 1Cor 15,43; Col 3,4 ; cf. Mt 13,43).

Rm 2,14:sono legge a se stessi: cioè agiscono secondo la loro coscienza (1Cor 4,4+), senza l'aiuto di una legge positivamente rivelata. La legge non è un principio di salvezza, ma una guida: a questo titolo, la legge naturale, scritta nel cuore di ogni uomo, può tenerne il posto.

Rm 2,15:ragionamenti che ora li accusano ora li difendono: BJ traduce: «giudizi di biasimo o di elogio che portano gli uni sugli altri»; oppure «che portano sulle loro proprie azioni».

Rm 2,16:Così avverrà: aggiunta per attutire l'anacoluto: il v 16 continua grammaticalmente il v 13. Altra traduzione: «in questo tribunale dove Dio giudica...» (cf. 1Cor 4,3).