Scrutatio

Lunedi, 10 giugno 2024 - Santa Faustina di Cizico ( Letture di oggi)

Ecclesiasticus 23


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Domine, pater et dominator vitæ meæ,
ne derelinquas me in consilio eorum,
nec sinas me cadere in illis.
1 Domenedio, padre e signoreggiatore della vita mia, non mi lasciare nel consiglio (sconsiderato) di coloro, e non mi lasciar cadere in quella vergogna (e improperio).
2 Quis superponet in cogitatu meo flagella,
et in corde meo doctrinam sapientiæ,
ut ignorationibus eorum non parcant mihi,
et non appareant delicta eorum,
2 Or chi darae alli miei pensieri flagelli, e al cuor mio dottrina di sapienza, acciò che non mi risparmino nelle orazioni (d' essere corretto nel pensiero e ammaestrato nel cuore), e non appariscano li peccati loro,
3 et ne adincrescant ignorantiæ meæ,
et multiplicentur delicta mea,
et peccata mea abundent,
et incidam in conspectu adversariorum meorum,
et gaudeat super me inimicus meus ?
3 e non crescano le ignoranze mie, e non moltìplichino li falli miei, e non abbondino li peccati miei, e non caggi nel conspetto delli avversarii miei, e allègrisene lo nimico mio?
4 Domine, pater et Deus vitæ meæ,
ne derelinquas me in cogitatu illorum.
4 Signore, padre e Iddio della vita mia, non mi lasciare nel pensiero loro.
5 Extollentiam oculorum meorum ne dederis mihi,
et omne desiderium averte a me.
5 E non mi dare nello alzamento degli occhi miei, e ogni desiderio isvolgi di me.
6 Aufer a me ventris concupiscentias,
et concubitus concupiscentiæ ne apprehendant me,
et animæ irreverenti et infrunitæ ne tradas me.
6 Togli da me le concupiscenze del ventre, li congiugamenti della concupiscenza non mi piglino, e non mi dare a niuno irridente nè isfrenato.
7 Doctrinam oris audite, filii :
et qui custodierit illam non periet labiis,
nec scandalizabitur in operibus nequissimis.
7 Udite, figliuoli, la dottrina della bocca mia; e chi la osserverà, non perirà per la bocca sua, non sarà scandalizzato nell' opere iniquissime.
8 In vanitate sua apprehenditur peccator :
et superbus et maledicus scandalizabitur in illis.
8 Nella vanitade sua è preso il peccatore; e il superbo e il maldicente si scandalizzerae in quello.
9 Jurationi non assuescat os tuum :
multi enim casus in illa.
9 Non adusare la bocca tua a giurare, però che molto cadimento è in quello.
10 Nominatio vero Dei non sit assidua in ore tuo,
et nominibus sanctorum non admiscearis,
quoniam non erit immunis ab eis.
10 Il nominare Iddio non sia continuo nella bocca tua, e in tutti santi non ti mescolare; però che non sarai sanza pena da loro.
11 Sicut enim servus interrogatus assidue a livore non minuitur,
sic omnis jurans et nominans in toto a peccato non purgabitur.
11 Sì come il servo, richiesto spesso, non è invidiato, così ciascuno che giurerae e nominerae, in tutto non sarae sanza peccato.
12 Vir multum jurans implebitur iniquitate,
et non discedet a domo illius plaga.
12 L'uomo che molto giura, si riempierae di iniquitade; e la piaga non si partirae dalla casa di colui.
13 Et si frustraverit, delictum illius super ipsum erit :
et si dissimulaverit, delinquit dupliciter :
13 E se elli ingannerae (il prossimo), il peccato suo sarae sopra lui; e se egli s' infignerae, peccherà doppiamente.
14 et si in vacuum juraverit, non justificabitur :
replebitur enim retributione domus illius.
14 E se a vòto giurerae, non fia giustificato; la casa sua si riempierae di pessimo merito.
15 Est et alia loquela contraria morti :
non inveniatur in hæreditate Jacob.
15 Ed è un altro parlare contrario (che chi l'userae) nella morte; non si troverà nella eredità di Iacob.
16 Etenim a misericordibus omnia hæc auferentur,
et in delictis non volutabuntur.
16 Però questi parlari tutti si tolgano dalli misericordiosi; e non si convolgano nelli peccati,
17 Indisciplinatæ loquelæ non assuescat os tuum :
est enim in illa verbum peccati.
17 Non adusare al parlare disordinato la bocca tua; però che in quello è parola di peccato.
18 Memento patris et matris tuæ :
in medio enim magnatorum consistis :
18 Ricòrdati del padre e della madre tua, però che nel mezzo stai de' grandi,
19 ne forte obliviscatur te Deus in conspectu illorum,
et assiduitate tua infatuatus, improperium patiaris,
et maluisses non nasci,
et diem nativitatis tuæ maledicas.
19 acciò che non dimentichi di te Iddio nel conspetto di coloro, e impazzato dalla tua continuanza sostegni rimproperio, e averesti voluto inanzi non essere nato, e maledichi il dì della tua nativitade.
20 Homo assuetus in verbis improperii
in omnibus diebus suis non erudietur.
20 L'uomo accostumato alle parole del rimproperio, in tutti li dì della vita sua non fia ammaestrato.
21 Duo genera abundant in peccatis,
et tertium adducit iram et perditionem.
21 Due generazioni abondano nelli peccati, e la terza generazione adduce ira e perdizione.
22 Anima calida quasi ignis ardens,
non extinguetur donec aliquid glutiat :
22 L'anima maliziosa sì è come fuoco ardente; non si spegne infino a tanto che alcuna cosa inghiottisca.
23 et homo nequam in ore carnis suæ
non desinet donec incendat ignem.
23 E l'uomo malvagio nella bocca della carne sua non cesserà, insino a tanto che accenderà il fuoco.
24 Homini fornicario omnis panis dulcis :
non fatigabitur transgrediens usque ad finem.
24 All' uomo fornicario ogni pane è dolce; e non rincrescerae (infino) ch' elli peccherà infino alla fine.
25 Omnis homo qui transgreditur lectum suum,
contemnens in animam suam, et dicens : Quis me videt ?
25 Ogni uomo che travarica il letto suo, dispregiando nell' anima sua, e dicendo: or chi mi vede?
26 Tenebræ circumdant me, et parietes cooperiunt me,
et nemo circumspicit me : quem vereor ?
delictorum meorum non memorabitur Altissimus.
26 Le tenebre attorniano me, e le pareti mi cuoprono, e niuno mi vede; cui temo? l' Altissimo non si ricorderà de' miei peccati.
27 Et non intelligit quoniam omnia videt oculus illius,
quoniam expellit a se timorem Dei hujusmodi hominis timor,
et oculi hominum timentes illum :
27 E non intende che l'occhio di colui vede tutte le cose, e ch' elli caccia da sè lo timore di Dio: or che paura è questa di quello cotale uomo? e li occhi di colui temono tutti.
28 et non cognovit quoniam oculi Domini
multo plus lucidiores sunt super solem,
circumspicientes omnes vias hominum,
et profundum abyssi, et hominum corda,
intuentes in absconditas partes.
28 E non intese, che gli occhi di Dio sono molto più lucenti sopra il sole, ragguardando tutte le vie degli uomini, il profondo del mare e il cuore dentro delli uomini (i quali guardano tutte le cose) nelle parti secrete.
29 Domino enim Deo antequam crearentur omnia sunt agnita :
sic et post perfectum respicit omnia.
29 Al Signore Iddio, inanzi che le cose fussono create, furono conosciute da lui; e così, poi che furono fatte, vede tutte le cose.
30 Hic in plateis civitatis vindicabitur,
et quasi pullus equinus fugabitur,
et ubi non speravit apprehendetur.
30 Questo sarà giudicato nelle piazze della cittàde; e come puledro sarà cacciato, e dove non spererae sarà preso.
31 Et erit dedecus omnibus,
eo quod non intellexerit timorem Domini.
31 E sarae vituperio di tutti, però che non averae inteso il timore di Dio.
32 Sic et mulier omnis relinquens virum suum,
et statuens hæreditatem ex alieno matrimonio :
32 Così ogni femina che lascerà il marito suo, e ordinerae la ereditade da altro marito,
33 primo enim in lege Altissimi incredibilis fuit :
secundo in virum suum deliquit :
tertio in adulterio fornicata est,
et ex alio viro filios statuit sibi.
33 primamente fu incredibile nella legge dello Altissimo; e appresso lascioe il marito suo; poi fornicò in adulterio, e d' altro marito ordinoe a sè figliuoli.
34 Hæc in ecclesiam adducetur,
et in filios ejus respicietur :
34 Costei fia menata nella chiesa, e nelli suoi figliuoli sarà veduta.
35 non tradent filii ejus radices,
et rami ejus non dabunt fructum :
35 Li figliuoli suoi non faranno radici, e li rami suoi non faranno frutto.
36 derelinquet in maledictum memoriam ejus,
et dedecus illius non delebitur.
36 Ma lasceranno in maledizione (l'anima sua
37 Et agnoscent qui derelicti sunt,
quoniam nihil melius est quam timor Dei,
et nihil dulcius quam respicere in mandatis Domini.
37 E conosceranno coloro che rimarranno, che nulla è meglio che il timore di Dio, e nulla è più dolce che guardare li comandamenti di Dio.
38 Gloria magna est sequi Dominum :
longitudo enim dierum assumetur ab eo.
38 Grande gloria è seguire Iddio; però che lunghezza di dì si riceverà da lui.