Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Ecclesiasticus 23


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 Domine, pater et dominator vitæ meæ,
ne derelinquas me in consilio eorum,
nec sinas me cadere in illis.
1 Signore, padre, e padrone della mia vita non mi abbandonare alle suggestioni delle mie labbia, e non permettere, che per cagione di esse io cada.
2 Quis superponet in cogitatu meo flagella,
et in corde meo doctrinam sapientiæ,
ut ignorationibus eorum non parcant mihi,
et non appareant delicta eorum,
2 Chi adoprerà su' miei pensieri la sferza, e sul mio cuore la disciplina della sapienza? Talmente che non siano (da lei) risparmiati gli errori di quelli, e non ne spuntino fuora i peccati,
3 et ne adincrescant ignorantiæ meæ,
et multiplicentur delicta mea,
et peccata mea abundent,
et incidam in conspectu adversariorum meorum,
et gaudeat super me inimicus meus ?
3 Affinchè non si moltiplichi la mia ignoranza, e non crescan di numero i miei mancamenti, e non si aumentino i miei peccati, ond'io cada per terra in faccia a' miei avversari, e di me rida il mio nimico?
4 Domine, pater et Deus vitæ meæ,
ne derelinquas me in cogitatu illorum.
4 Signore, Padre, e Dio della mia vita non mi abbandonare al pensiero di que' peccati.
5 Extollentiam oculorum meorum ne dederis mihi,
et omne desiderium averte a me.
5 Non dare a me l'altura degli occhi, e tien lungi da me ogni concupiscenza.
6 Aufer a me ventris concupiscentias,
et concubitus concupiscentiæ ne apprehendant me,
et animæ irreverenti et infrunitæ ne tradas me.
6 Togli da me le intemperanze del ventre, e i desiderj della libidine non abbian potere sopra di me, e non lasciarmi in balìa di un'anima invereconda, e imprudente.
7 Doctrinam oris audite, filii :
et qui custodierit illam non periet labiis,
nec scandalizabitur in operibus nequissimis.
7 Udite, o figliuoli, i documenti per governare la lingua, e chi li osserverà, non perirà per colpa delle sue labbra, e non inciamperà in opere malvage.
8 In vanitate sua apprehenditur peccator :
et superbus et maledicus scandalizabitur in illis.
8 Nella sua stoltezza riman preso il peccatore, e il superbo; e il maldicente ne trarrà la sua rovina.
9 Jurationi non assuescat os tuum :
multi enim casus in illa.
9 Non avvezzarti al giuramento, perché frequenti per esso son le cadute.
10 Nominatio vero Dei non sit assidua in ore tuo,
et nominibus sanctorum non admiscearis,
quoniam non erit immunis ab eis.
10 Il nome di Dio non sia di continuo nella tua bocca, e non mescolare col discorso i nomi de' santi; perocché non ne anderai impunito.
11 Sicut enim servus interrogatus assidue a livore non minuitur,
sic omnis jurans et nominans in toto a peccato non purgabitur.
11 Conciossiachè siccome il servo messo ogni po' alla tortura ne porta sempre le lividure; così uno, che giura, e ripete quel nome, non sarà mai purgato interamente da colpa.
12 Vir multum jurans implebitur iniquitate,
et non discedet a domo illius plaga.
12 L'uomo, che giura molto si empierà di peccati, e non partirà dalla casa di lui il flagello.
13 Et si frustraverit, delictum illius super ipsum erit :
et si dissimulaverit, delinquit dupliciter :
13 E se non adempie il giuramento, il suo delitto sarà sopra di lui, e se non ne farà conto, avrà doppio peccato:
14 et si in vacuum juraverit, non justificabitur :
replebitur enim retributione domus illius.
14 E se ha giurato invano, non sarà tenuto per giusto; perocché sopra la casa di lui pioveranno i gastighi.
15 Est et alia loquela contraria morti :
non inveniatur in hæreditate Jacob.
15 Havvi ancora un altro linguaggio, che confina colla morte: non siane esempio tragli eredi di Giacobbe.
16 Etenim a misericordibus omnia hæc auferentur,
et in delictis non volutabuntur.
16 Imperocché tutte queste cose staran lungi dagli uomini religiosi, che non si immergono in tali delitti.
17 Indisciplinatæ loquelæ non assuescat os tuum :
est enim in illa verbum peccati.
17 Non si avvezzi la tua bocca alla temerità del parlare, perché in essa si trova il peccato.
18 Memento patris et matris tuæ :
in medio enim magnatorum consistis :
18 Ricordati di tuo padre, e di tua madre quando siedi in mezzo dei grandi;
19 ne forte obliviscatur te Deus in conspectu illorum,
et assiduitate tua infatuatus, improperium patiaris,
et maluisses non nasci,
et diem nativitatis tuæ maledicas.
19 Affinchè non avvenga, che Dio si scordi di te dinanzi a coloro, onde tu infatuato per la tua familiarità con essi, abbi a soffrirne obbrobrio talmente, che desideri piuttosto non essere venuto al mondo, e mandi imprecazioni al giorno della tua natività.
20 Homo assuetus in verbis improperii
in omnibus diebus suis non erudietur.
20 Un uomo, che si è avvezzato a dire degli improperj, non si correggerà per tutto il tempo di sua vita.
21 Duo genera abundant in peccatis,
et tertium adducit iram et perditionem.
21 Due generi di persone abbondano di peccati, e il terzo chiama l'ira, e la perdizione.
22 Anima calida quasi ignis ardens,
non extinguetur donec aliquid glutiat :
22 L'animo focoso come una ardente fiamma; il quale non si calma prima di aver divorato qualche cosa;
23 et homo nequam in ore carnis suæ
non desinet donec incendat ignem.
23 E l'uomo, che è schiavo degli appetiti della sua carne, non avrà posa, fino che abbia comunicato il suo fuoco.
24 Homini fornicario omnis panis dulcis :
non fatigabitur transgrediens usque ad finem.
24 Tutto il pane è dolce al fornicatore, e non si stanca di mal fare sino al fine.
25 Omnis homo qui transgreditur lectum suum,
contemnens in animam suam, et dicens : Quis me videt ?
25 Ogni uomo, che disonora il talamo conjugale, sprezzatore dell'anima propria, va dicendo: chi è, che mi vegga?
26 Tenebræ circumdant me, et parietes cooperiunt me,
et nemo circumspicit me : quem vereor ?
delictorum meorum non memorabitur Altissimus.
26 Le tenebre mi stanno attorno, e le pareti mi nascondono, e nissuno bada a me: di chi ho da aver paura? non si prende pensiero de' miei delitti l'Altissimo.
27 Et non intelligit quoniam omnia videt oculus illius,
quoniam expellit a se timorem Dei hujusmodi hominis timor,
et oculi hominum timentes illum :
27 Ed ei non riflette, che l'occhio di Dio vede tutte le cose; perocché questa umano timore, la paura degli occhi degli uomini discacciala lui il timore di Dio:
28 et non cognovit quoniam oculi Domini
multo plus lucidiores sunt super solem,
circumspicientes omnes vias hominum,
et profundum abyssi, et hominum corda,
intuentes in absconditas partes.
28 Ed ei non sa, che gli occhi del Signore sono più luminosi assai del sole; e tutte mirano attorno le vie degli uomini, e l'abisso profondo, e veggono i cuori umani fino ne' luoghi più riposti.
29 Domino enim Deo antequam crearentur omnia sunt agnita :
sic et post perfectum respicit omnia.
29 Perocché a Dio Signore furono note le cose tutte prima che fosser create, e anche dopo che furon fatte egli tutte le mira.
30 Hic in plateis civitatis vindicabitur,
et quasi pullus equinus fugabitur,
et ubi non speravit apprehendetur.
30 Costui pertanto sarà punito nella piazza della città; ed ei qual puledro si darà alla fuga, ma sarà sorpreso dove men si pensava.
31 Et erit dedecus omnibus,
eo quod non intellexerit timorem Domini.
31 E sarà disonorato nel cospetto di tutti; perché non conobbe il timor dei Signore.
32 Sic et mulier omnis relinquens virum suum,
et statuens hæreditatem ex alieno matrimonio :
32 Lo stesso sarà di qualunque donna, che lascia il proprio marito, a cui da un erede dal marito d'un'altra:
33 primo enim in lege Altissimi incredibilis fuit :
secundo in virum suum deliquit :
tertio in adulterio fornicata est,
et ex alio viro filios statuit sibi.
33 Perocché ella in primo luogo non erede alla legge dell'Altissimo; in secondo luogo oltraggia il proprio marito; in terzo luogo si contamina coll'adulterio, e si fa de' figliuoli da un altro marito.
34 Hæc in ecclesiam adducetur,
et in filios ejus respicietur :
34 Ella sarà condotta nella pubblica adunanza, e si farà inquisizione sopra de' suoi figliuoli.
35 non tradent filii ejus radices,
et rami ejus non dabunt fructum :
35 Que' suoi figliuoli non metteranno radici, e i rami di lei non daran frutto.
36 derelinquet in maledictum memoriam ejus,
et dedecus illius non delebitur.
36 Ella lascerà sua memoria in maledizione, e il suo vituperio non sarà cancellato.
37 Et agnoscent qui derelicti sunt,
quoniam nihil melius est quam timor Dei,
et nihil dulcius quam respicere in mandatis Domini.
37 E quelli, che verran dopo, conosceranno come nulla havvi di meglio, che temere Dio, e nulla di più soave, che il tener l'occhio a' comandamenti del Signore.
38 Gloria magna est sequi Dominum :
longitudo enim dierum assumetur ab eo.
38 Ella è gloria grande il seguire il Signore; perocché da lui si riceverà lunghezza di giorni.