Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Jó 12


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VULGATADIODATI
1 Respondens autem Job, dixit :1 E GIOBBE rispose, e disse:
2 Ergo vos estis soli homines,
et vobiscum morietur sapientia ?
2 Sì, veramente voi siete tutt’un popolo, E la sapienza morrà con voi.
3 Et mihi est cor sicut et vobis, nec inferior vestri sum ;
quis enim hæc quæ nostis ignorat ?
3 Anch’io ho senno come voi; Io non sono da men di voi; Ed appo cui non sono cotali cose?
4 Qui deridetur ab amico suo, sicut ego,
invocabit Deum, et exaudiet eum :
deridetur enim justi simplicitas.
4 Io son quell’uomo ch’è schernito dal suo amico; Ma un tale invoca Iddio, ed egli gli risponderà; L’uomo giusto ed intiero è schernito.
5 Lampas contempta apud cogitationes divitum
parata ad tempus statutum.
5 Colui che sta per isdrucciolare col piè, E, per estimazione di chi è felice, un tizzone sprezzato
6 Abundant tabernacula prædonum,
et audacter provocant Deum,
cum ipse dederit omnia in manus eorum.
6 I tabernacoli de’ ladroni prosperano, E v’è ogni sicurtà per quelli che dispettano Iddio, Nelle cui mani egli fa cadere ciò che desiderano.
7 Nimirum interroga jumenta, et docebunt te ;
et volatilia cæli, et indicabunt tibi.
7 E in vero, domandane pur le bestie, ed esse tu l’insegneranno; E gli uccelli del cielo, ed essi te lo dichiareranno;
8 Loquere terræ, et respondebit tibi,
et narrabunt pisces maris.
8 Ovvero, ragionane con la terra, ed essa te l’insegnerà; I pesci del mare eziandio te lo racconteranno.
9 Quis ignorat quod omnia hæc manus Domini fecerit ?
9 Fra tutte queste creature, Quale è quella che non sappia che la mano del Signore fa questo?
10 In cujus manu anima omnis viventis,
et spiritus universæ carnis hominis.
10 Nella cui mano è l’anima d’ogni uomo vivente, E lo spirito d’ogni carne umana.
11 Nonne auris verba dijudicat ?
et fauces comedentis, saporem ?
11 L’orecchio non prova egli le parole, Come il palato assapora le vivande?
12 In antiquis est sapientia,
et in multo tempore prudentia.
12 Ne’ vecchi è la sapienza, E nella grande età è la prudenza.
13 Apud ipsum est sapientia et fortitudo ;
ipse habet consilium et intelligentiam.
13 Appo lui è la sapienza e la forza; A lui appartiene il consiglio e l’intelligenza.
14 Si destruxerit, nemo est qui ædificet ;
si incluserit hominem, nullus est qui aperiat.
14 Ecco, se egli ruina, la cosa non può esser riedificata; Se serra alcuno, non gli può essere aperto.
15 Si continuerit aquas, omnia siccabuntur ;
et si emiserit eas, subvertent terram.
15 Ecco, se egli rattiene le acque, elle si seccano; E se le lascia scorrere, rivoltano la terra sottosopra.
16 Apud ipsum est fortitudo et sapientia ;
ipse novit et decipientem, et eum qui decipitur.
16 Appo lui è forza e ragione; A lui appartiene chi erra, e chi fa errare.
17 Adducit consiliarios in stultum finem,
et judices in stuporem.
17 Egli ne mena i consiglieri spogliati, E fa impazzare i giudici.
18 Balteum regum dissolvit,
et præcingit fune renes eorum.
18 Egli scioglie il legame dei re, E stringe la cinghia sopra i lor propri lombi.
19 Ducit sacerdotes inglorios,
et optimates supplantat :
19 Egli ne mena i rettori spogliati, E sovverte i possenti.
20 commutans labium veracium,
et doctrinam senum auferens.
20 Egli toglie la favella agli eloquenti, E leva il senno a’ vecchi.
21 Effundit despectionem super principes,
eos qui oppressi fuerant relevans.
21 Egli spande lo sprezzo sopra i nobili, E rallenta la cintura de’ possenti.
22 Qui revelat profunda de tenebris,
et producit in lucem umbram mortis.
22 Egli rivela le cose profonde, traendole fuor delle tenebre; E mette fuori alla luce l’ombra della morte.
23 Qui multiplicat gentes, et perdit eas,
et subversas in integrum restituit.
23 Egli accresce le nazioni, ed altesì le distrugge; Egli sparge le genti, ed altresì le riduce insieme.
24 Qui immutat cor principum populi terræ,
et decipit eos ut frustra incedant per invium :
24 Egli toglie il senno a’ capi de’ popoli della terra, E li fa andar vagando per luoghi deserti, ove non ha via alcuna.
25 palpabunt quasi in tenebris, et non in luce,
et errare eos faciet quasi ebrios.
25 Vanno a tentone per le tenebre, senza luce alcuna: Ed egli li fa andare errando come un uomo ebbro