Vangelo secondo Matteo 18
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NOVA VULGATA | BIBBIA CEI 2008 |
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1 In illa hora accesserunt di scipuli ad Iesum dicentes: “ Quis putasmaior est in regno caelorum? ”. | 1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». |
2 Et advocans parvulum, statuit eum in medioeorum | 2 Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro |
3 et dixit: “ Amen dico vobis: Nisi conversi fueritis et efiiciaminisicut parvuli, non intrabitis in regnum caelorum. | 3 e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. |
4 Quicumque ergo humiliaveritse sicut parvulus iste, hic est maior in regno caelorum. | 4 Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. |
5 Et, qui susceperitunum parvulum talem in nomine meo, me suscipit. | 5 E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. |
6 Qui autem scandalizaverit unum de pusillis istis, qui in me credunt, expeditei, ut suspendatur mola asinaria in collo eius et demergatur in profundum maris. | 6 Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. |
7 Vae mundo ab scandalis! Necesse est enim ut veniant scandala; verumtamen vaehomini, per quem scandalum venit! | 7 Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! |
8 Si autem manus tua vel pes tuus scandalizat te, abscide eum et proice abs te:bonum tibi est ad vitam ingredi debilem vel claudum, quam duas manus vel duospedes habentem mitti in ignem aeternum. | 8 Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. |
9 Et si oculus tuus scandalizat te, erueeum et proice abs te: bonum tibi est unoculum in vitam intrare, quam duos oculoshabentem mitti in gehennam ignis. | 9 E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco. |
10 Videte, ne contemnatis unum ex his pusillis; dico enim vobis quia angelieorum in caelis semper vident faciem Patris mei, qui in caelis est. | 10 Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. |
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12 Quid vobis videtur? Sifuerint alicui centum oves, et erraverit una ex eis, nonne relinquet nonagintanovem in montibus et vadit quaerere eam, quae erravit? | 12 Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? |
13 Et si contigerit utinveniat eam, amen dico vobis quia gaudebit super eam magis quam super nonagintanovem, quae non erraverunt. | 13 In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. |
14 Sic non est voluntas ante Patrem vestrum, qui incaelis est, ut pereat unus de pusillis istis. | 14 Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda. |
15 Si autem peccaverit in te frater tuus, vade, corripe eum inter te et ipsumsolum. Si te audierit, lucratus es fratrem tuum; | 15 Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; |
16 si autem non audierit,adhibe tecum adhuc unum vel duos, ut in ore duorum testium vel trium stet omneverbum; | 16 se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. |
17 quod si noluerit audire eos, dic ecclesiae; si autem et ecclesiamnoluerit audire, sit tibi sicut ethnicus et publicanus. | 17 Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. |
18 Amen dico vobis:Quaecumque alligaveritis super terram, erunt ligata in caelo; et, quaecumquesolveritis super terram, erunt soluta in caelo. | 18 In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. |
19 Iterum dico vobis: Si duo ex vobis consenserint super terram de omni re,quamcumque petierint, fiet illis a Patre meo, qui in caelis est. | 19 In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. |
20 Ubi enimsunt duo vel tres congregati in nomine meo, ibi sum in medio eorum ”. | 20 Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». |
21 Tunc accedens Petrus dixit ei: “ Domine, quotiens peccabit in me fratermeus, et dimittam ei? Usque septies? ”. | 21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». |
22 Dicit illi Iesus: “ Non dico tibiusque septies sed usque septuagies septies. | 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. |
23 Ideo assimilatum est regnum caelorum homini regi, qui voluit rationem ponerecum servis suis. | 23 Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. |
24 Et cum coepisset rationem ponere, oblatus est ei unus, quidebebat decem milia talenta. | 24 Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. |
25 Cum autem non haberet, unde redderet, iussit eumdominus venumdari et uxorem et filios et omnia, quae habebat, et reddi. | 25 Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. |
26 Procidens igitur servus ille adorabat eum dicens: “Patientiam habe in me, etomnia reddam tibi”. | 26 Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. |
27 Misertus autem dominus servi illius dimisit eum etdebitum dimisit ei. | 27 Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. |
28 Egressus autem servus ille invenit unum de conservissuis, qui debebat ei centum denarios, et tenens suffocabat eum dicens: “Redde,quod debes!”. | 28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. |
29 Procidens igitur conservus eius rogabat eum dicens: “Patientiamhabe in me, et reddam tibi”. | 29 Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. |
30 Ille autem noluit, sed abiit et misit eum incarcerem, donec redderet debitum. | 30 Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. |
31 Videntes autem conservi eius, quae fiebant, contristati sunt valde etvenerunt et narraverunt domino suo omnia, quae facta erant. | 31 Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. |
32 Tunc vocavitillum dominus suus et ait illi: “Serve nequam, omne debitum illud dimisi tibi,quoniam rogasti me; | 32 Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. |
33 non oportuit et te misereri conservi tui, sicut et egotui misertus sum?”. | 33 Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. |
34 Et iratus dominus eius tradidit eum tortoribus,quoadusque redderet universum debitum. | 34 Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. |
35 Sic et Pater meus caelestis facietvobis, si non remiseritis unusquisque fratri suo de cordibus vestris ”. | 35 Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». |