Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Apocalisse 6


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Aperti quattro sigilli, ne seguono varj avvenimenti contro la terra; e aperto il quinto, le anime de' martiri domandano l'accelerazione del giudizio; e all'aprirsi del sesto si mostrano i segni del giudizio futuro.

1E vidi, come avea l'Agnello aperto uno de' sette sigilli, e sentii mio de' quattro animali, che diceva con voce quasi di tuono: vieni, e vedi.2E mirai: ed ecco un caval bianco, e quegli, che vi era sopra, aveva un arco, e fugli data una corona, e uscì vincitore per vincere.3E avendo aperto il secondo sigillo, udii il secondo animale, che disse: vieni, e vedi.4E usci un altro cavallo rosso: e a colui, che v'era sopra, è stato dato di togliere dalla terra, la pace, affinchè si uccidano gli uni gli altri, e fugli data una grande spada.5E avendo aperto il terzo sigillo, udii il terzo animale, che diceva: vieni, e vedi. Ed ecco un cavai nero: e quegli, che era sopra, aveva in mano la stadera.6E udii come una voce trai quattro animali, che diceva: la chenice di grano un denaro e tre ellenici d'orzo un denaro, e non far male al vino, nè all'olio.7E avendo aperto il quarto sigillo, udii la voce del quarto animale, che diceva: vieni, e vedi.8Ed ecco un cavallo pallido, e quella, che era sopra di esso, ha nome morte, e andavate appresso l'inferno, e fulle data potestà sopra la quarta parte della terra di uccidere per mezzo della spada, della fame, della mortalità, e delle fiere terrestri.9E avendo aperto il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di quegli, che erano stati uccisi per la parola di Dio, e per la testimonianza, che avevano,10E gridavano ad alla voce, dicendo: fino a quando, Signore santo, e verace, non fai giudizio, e non vendi chi il sangue nostro sopra coloro, che abitano la terra?11E fu data ad essi una stola bianca per uno: e fu detto loro, che si dian pace ancor per un poco di tempo, sino a tanto che sia compito il numero de' conservi, e fratelli loro, i quali debbon esser trucidati, com' essi.12E vidi, aperto che ebbe il sesto sigillo: ed ecco, che segni un gran tremuotro, e il sole diventò nero, come un sacco di Cilicia: e la luna diventò tutta sangue:13E le stelle del cielo caddero sulla terra, come il fico butta i fichi acerbi, quand' è scosso da gran vento:14E il cielo si ritirò come un libro, che si ravvolge: e tutti i monti, e le isole furono smosse dalla lor sede.15E i Re della terra, e i Principi, e i tribuni, e i ricchi, e i potenti, e tutti quanti servi, e liberi, si nascosero nelle spelonche, e ne' massi delle montagne:16E dicono alle montagne, ed ai massi: cadete sopra di noi, e nascondeteci dalla faccia di colui, che siede sul trono, e dall'ira dell'Agnello:17Imperocché è venuto il giorno grande dell'ira di essi: e chi potrà reggervi?

Note:

6,2:Ed ecco un caval bianco ec. Al rompersi de' primi quattro sigilli vide il nostro profeta quattro cavalli, il primo bianco, il secondo rosso, il terzo nero, il quarto pallido. Quegli che cavalcava il primo cavallo, era armato d'arco, e gli fu data una corona come a vincitore. In questo cavaliere tutti i Padri riconoscono Cristo, siccome pel caval bianco s'intendono gli Apostoli, ei primi predicatori del Vangelo, secondo l'antica sposizione di s. Ireneo, ed anche di Origene, il quale Hom. 2. in cant dice: il cavallo, e la cavalleria di Dio sono gli Apostoli. L'arco, onde Cristo è armato, è simbolo della divina parola, dalla quale tante partono saette a penetrare i cuori degli uomini, quante sono le sentenze, e le parole di essa. La corona di Cristo è segno della infinita Potenza di lui, e delle vittorie già riportate, e di quelle che riporterà in appreso sino alla fine del mondo.

6,4: Uscì un altro cavallo rosso: e a colui ec. Il colore di questo cavallo, e la spada grande, ond'è armato il cavaliere, che gli sta sopra, e molto più quello che è stato dato (cioè, è stato permesso da Dio) a questo cavaliere di fare nel mondo, dimostra la crudel guerra fatta da Romani Imperadori a Dio, e al suo Cristo. Siccome adunque nel primo cavallo bianco è adombrato il primo stato della Chiesa sotto gli Apostoli, e sotto i primi predicatori della parola di Cristo, nel qual tempo infinite furono le conquiste della medesima Chiesa; così il cavallo rosso significa il secondo stato della medesima Chiesa, il tempo de' martiri, quando fu tolta dalla terra la pace, avverandosi la predizione di Cristo, secondo la quale videsi il fratello dare l'altro fratello ad esso ucciso, e il padre tradire il figliuolo, e i figliuoli armarsi contro de genitori, o l'odio di tutti gli uomini contro de seli cristiani rivolto, Matt. X. 21. 22.

6,5: Un caval nero: e quegli che v'era sopra, aveva in mano la stadera. Questo terzo cavallo di color nero significa gli eretici suscitati a muover guerra alla Chiesa dal diavolo, il quale vedendo, come le persecuzioni de Gentili non ad altro servivano, che a rendere vieppiù glorioso il nome di Cristo, e ad accrescere il numero de cristiani, con questi nuovi nemici tentò di abbattere il cristianesimo. Secondo questa sposizione colui, che siede sopra il cavallo, egli o un eresiarca, per esempio Ario; la stadera, che egli ha in mano, ella è la divina scrittura, con la quale l'eretico pretende di regolare la sua sede, e l'altrui, volgendo a suo talento questa stadera, e servendosene indegnamente ad autorizzar l'errore, e la falsità. Si può anche per questa stadera in man dell'eretico intendere l'affettato amore della giustizia, sotto del quale sogliono gli autori delle eresie, e degli scismi nascondere la cieca ambizione, la superbia, e gli altri vizi, da quali sono sospinti a far guerra alla Chiesa.

6,6: La chenice di grano un denaro, e tre chenici d'orzo un denaro. Ho ritenuto la greca parola chenice, perchè noi non abbiamo una misura, che corrisponda al bilibre dei latini. Prendendo adunque con la Volgata la chenice per due libbre di peso, e supposto, che il denaro sia tutto quello che potrà guadagnare in un giorno un bracciante, come apparisce da s. Matteo XX. 2., si verrà con queste parole a descrivere una gran carestia, mentre col frutto del giornaliero lavoro potrà appena un uomo aver tanto di grano, o di orzo, quanto a sostentare per quel giorno la propria vita può bisognargli; onde ricavando il solo pane per se medesimo, non solo non è in istato di provvedere alla propria famiglia, quando ne abbia, ma neppur di avere, onde vestirsi, e stare al coperto. S'indica adunque gran carestia e fame, ma fame spirituale, viene a dire, la mancanza della divina parola, della qual fame fa menzione il profeta Amos VIII. II.
E non far male al vino, nè all'olio. Queste parole sono dette da Dio al cavaliere, che sta sul caval nero; ed esse significano, come in questa gran fame non lascerà Dio senza consolazione, e senza aiuto la sua Chiesa. L'olio, e il vino sono la medicina del pietoso nostro Samaritano. Vedi s. Luca X. 54 E certamente non male a proposito vari dotti interpreti per questo tempo di fame intendone l'Arianismo trionfante, quale si vide principalmente dopo il Concilio di Rimini, quando o ingannati, o atterriti pella massima parte i Vescovi Cattolici si accordarono coi nemici della fede a condannare la dottrina dei Padri Niceni, e la parola consustanziale, e il mondo tutto, come scrive s. Girolamo, con suo grande stupore, e con gemiti riconobbe di essere diventato Ariano. Dio però in sì terribili circostanze non lasciò senza soccorso la Chiesa, e sebben rari fossero i predicatori della santa dottrina, sostenne però i fedeli con la celeste sue grazia, e con la interiore virtù dello Spirito santo significata nel vino, e nell'olio,

6,8: Ed ecco un cavallo pallido ec. Dopo i persecutori idolatri, e gli eretici, per mezzo de' quali procurò il demonio di atterrare la Chiesa, un altro nuovo nemico verrà a combatterla, e questo, secondo vari interpreti, è il Maomettismo. A questo è dato il nome di morte, perchè mediante la sola forza dell'armi, coll'aiuto dell'inferno, e del demonio si dilaterà per una gran parte della terra, la quale con ogni sorta di crudeltà renderà quasi vota di Cristiani, contro de' quali questo nuovo mostro nutrirà un odio implacabile.

6,9: Vidi sotto l'altare le anime ec. Si allude qui all'altare degli olocausti. I martiri, i quali come olocausti degni di Dio diedero la loro vita in confermazione della parola, e per la confessione della fede, di cui portavano espressa testimonianza questi martiri, gli vede Giovanni sepolti sotto il medesimo altare.
Anime degli uccisi è qui detto in vece di uomini uccisi, come Gen. XIVI. si dice, che settanta anime, cioè settanta uomini erano nati di Giacobbe. Antichissimo è nella Chiesa il costume di seppellire i martiri sotto l'altare. Così fece s. Ambrogio delle reliquie de santi Gervasio, e Protasio, che egli per ispeciale rivelazione scoperse. Ecco le parole del santo, le quali a questo luogo alludono, e gli dan luce: passino le vittime trionfali a quel luogo, dov'è vittima Cristo; ma sopra l'altare stia egli, il quale per tutti patì: questi sotto l'altare, i quali colla passione di lui furon redenti. Questo luogo io lo aveva destinato per me, sendo cosa convenevole, che ivi sia sepolto il sacerdote, dove fu solito di offerire il sagrifizio; ma cedo alle sagre vittime la destra parte; questo luogo era dovuto ai martiri, Ep. 54. ad Marcellam sororem. E per questo altare terreno viene a significarsi l'altare del cielo, dove pienamente riposano le anime de martiri. Vedasi cop. vir. 9., VIII. 3.

6,10:Sino a quando... non fai giudizio, e non vendichi ec. Quelli che desiderano primieramente le anime dei martiri, si è, come dice s. Gregorio, la risurrezione degli estinti loro corpi, lib. 2. Moral. 11. 4., e se bramano la vendetta de loro iniqui persecutori, con quello stesso spirito la domandano a col quale il profeta chiede a Dio, che d'ignominia ricopra la faccia de' suoi nemici (Ps. 82. ) viene a dire, perchè umiliati non più opprimano gl'innocenti, nè ardiscano più di far guerra a Dio,

6,11: E fu data ad essi una stola bianca per uno. Ebbero una stola bianca per uno, viene a dire, la gloria, e la felicità dell'anima; riceveranno l'altra stola, quando alla felicità dell'anima si aggiungerà anche quella del corpo nella risurrezione. Vedi s. Agostino serm. XI. de sanct., s. Gregorio Moral. 11. 4.
Che si dian pace ancor per un poco di tempo. Mirabilmente s. Agostino nel luogo citato: parla Dio ai santi, come farebbe qualsisia padre di famiglia, che abbia molti figliuoli, i quali ritornando un dopo l'altro dal campo, e chiedendogli da mangiare, risponde: la refezione è in ordine, ma aspettate i vostri fratelli, affinché quando sarete tutti insieme, mangiate tutti in comune. Così la pienezza della gloria è promessa ai martiri nella universale risurrezione, quando riuniti co' giusti di tutti i secoli maltrattati similmente dal mondo, saranno di doppia stola vestiti.

6,12: Aperto che ebbe il sesto sigillo... segni un gran tremuoto ec. Fa maggior parte degl'interpreti riferisce tutta questa terribile descrizione allo vendetta, che Dio farà de' suoi santi alla fine del mondo; ed è giuocoforza di confessare, che ella troppo bene si accorda con quello che Cristo medesimo ne predice Matt. XXIV. Si rappresentano adunque i segni precedenti il dì del giudizio, e che saranno parte avanti, e parte dopo la venuta dell'Anticristo.
Il sole diventò nero ec. Il sole si oscurerà, e farassi nero come uno di que sacchi di pelo nero, che eran ordinariamente il vestito de profeti, e si la voravano nella Cilicia, e la luna sarà tinta di color di sangue. Vedi Joel. II.10, dove sono noverati questi segni come precedenti la seconda venuta di Cristo. E l'oscuramento del sole, e il sanguigno colore della luna indicano la imminente vendetta, che Dio vuol fare de' suoi nemici. Vedi ancora s. Matteo XXIV.

6,13: E le stelle del cielo caddero sulla terra. Comunemente s'intero dono meteore accese, fulmini, e masse di fuoco, le quali diserteranno la terra, ponendo l'ira di Dio in universale scompiglio il mondo in tempo, che avrei be ancora naturalmente potuto durare, come un gagliardo vento fa cadere dalla lor pianta i fichi non ancora maturi.

6,14: Il cielo si ritirò, come un libro, che si ravvolge. Siccome un libro piegato intorno al suo cilindro più non può vedersi, nè leggersi, così i cielo di atri vapori coperto non potrà più vedersi; e vuol dire, che il noto uso de' cieli finirà, e saranno alterati i movimenti de' corpi celesti. Vedi Isaia XXXIV.4.
E tutti i monti, e le isole furono smosse ec. Nello scompiglio di tutto le parti del mondo non è mirabile, che i monti, e le isole cangino di sito, o quelli si rovescino nelle valli, e queste siano traportate dalle antiche loro sedi.

6,15: E i re della terra, e i principi ec. Dipinge l'universale sparso degli uomini in sì terribil frangente. Vedi Osea X. 8., e Isaia II. 19. Nella stessa maniera Gesù Cristo (come osserva Tertulliano de Resurr. cap. XXII. ) nel capo XXIV. di s. Matteo dopo la predizione della rovina di Gerusalemme predica contro il mondo, ed il secolo, secondo Gioele, e Daniele, e tutto il concilio de profeti. La somiglianza, che passa tra questa del nostro profeta, e le descrizioni, che ci danno gli antichi profeti del dì del Signore, sembra, non permetta che d'altro tempo s'intenda tutto questo luogo dell'Apocalisse.