Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Apocalisse 18


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Rovina, giudizio, piaghe, e vendette di Babilonia, pelle quali i re, e i mercanti della terra, una volta suoi aderenti, piangeranno amaramente; e il cielo, e gli Apostoli, e i profeti esulteranno.

1E dopo di ciò vidi un altro Angelo, che scendeva dal cielo, e aveva potestà grande: e la terra fu illuminata dal suo splendore.2E gridò forte, dicendo: è caduta, è caduta la gran Babilonia: ed è diventata abitazione de' demoni, e carcere di tutti li spiriti impuri, e carcere di tutti i volatili immondi, e odiosi:3Perché del vino della fornicazione di lei, (vino) d'ira bevvero tutte le genti: e i re della terra prevaricarono con essa: e i mercadanti della terra si sono arricchiti dell'abbondanza delle sue delizie.4E udii altra voce dal cielo, che diceva: uscite da lei, popolo mio, per non essere partecipi de' suoi peccati, né percossi dalle sue piaghe:5Imperocché i peccati di lei sono arrivati sino al cielo, e si è ricordato il Signore delle sue iniquità.6Rendete a lei secondo quello, che essa ha renduto a voi: e duplicate l'indoppio secondo le opere di lei: mescetele il doppio nel bicchiere, in cui ha dato da bere.7Quanto si innalzò, e visse nelle delizie, tanto datele di tormento, e di lutto: perché in cuor suo dice: siedo regina, e non sono vedova: né saprò, che sia pianto.8Per questo in un sol giorno verranno le piaghe di lei, la morte, il lutto, e la fame, e sarà arsa col fuoco: perché forte è Dio, il quale la ha giudicata.9E piangeranno, e meneran duolo per lei i re della terra, i quali con essa fornicarono, e visser nelle delizie, allorché vedranno il fumo del suo incendio:10Stando da lungi per tema de' suoi tormenti, dicendo: ahi, ahi, quella città grande Babilonia, quella città forte: in un attimo è venuto il tuo giudizio.11E i mercadanti della terra piagneranno, e gemeranno sopra di lei, perché nissuno compererà più le loro merci:12Le merci d'oro, e d'argento, e le pietre preziose, e le perle, e il bisso, e la porpora, e la seta, e il cocco, e tutti i legni di tino, e tutti i vasi d'avorio, e tutti i vasi di pietra preziosa, e di bronzo, e di ferro, e di marmo,13E il cinnamomo, e gli odori, e l'unguento, e l'incenso, e il vino, e l'olio, e la similagine, e il grano, e i giumenti, e le pecore, e i cavalli, e i cocchi, e i servi, e le anime degli uomini:14E i frutti tanto cari all'anima tua se ne sono iti da te, e tutto il grasso, e tutto lo splendido è perito per te, né più lo ritroveranno.15E quei, che di tali cose faceano negozio, e sono stati da essa arricchiti, e ne staranno alla lontana per tema de' suoi tormenti, piangendo, e gemendo,16E diranno: ahi, ahi,la città grande, che era vestita di bisso, e di porpora, e di cocco, ed era coperta d'oro, e di pietre preziose, e di perle:17Come in un attimo sono state ridotte al nulla tante ricchezze. E tutti i piloti, e tutti quei, che navigano pel lago, e i nocchieri, e quanti trafficano sul mare, se ne stettero alla lontana,18E gridarono, guardando il luogo del suo incendio, dicendo: qual vi fu mai città come questa grande?19E si gittaron sul capo la polvere, e gridaron piagnendo, e gemendo: ahi, ahi, la città grande, delle ricchezze di cui si fecer ricchi quanti avevano navi sul mare: in un attimo è stata ridotta a nulla.20Cielo, esulta sopra di lei, e voi, santi Apostoli, e profeti: perché ha Dio pronunzato sentenza per voi contro di essa.21Allora un Angelo robusto alzò una pietra, come una grossa macine, e la scagliò nel mare, dicendo: con quest'impeto sarà scagliata Babilonia la gran città, e disparirà.22Né più adirassi in te la voce de suonatori di cetra, e de' musici, e da' trombettieri: né ritroverassi più in te alcun' artefice di qualunque arte: e non si udirà più in te romor di mulino:23Né lume di lucerna rilucerà più in te: né voce di sposo, e di sposa si udirà più in te: perché i tuoi mercanti erano i magnati della terra, perché a causa de' tuoi veneficj furon sedotte tutte le nazioni.24E si è trovato in lei il sangue de' profeti, e de' santi, e di tutti quegli, che sono stati scannati sulla terra.

Note:

18,1:Vidi un altro Angelo, che ... aveva potestà ec. Quest'Angelo ve aiva a far vendetta della gran meretrice, e perciò viene armato di potere, a di sortezza, e di maestà.

18,2: È caduta, è caduta ec. Questa repetizione o serve ad esprimere la letizia grande del cielo, e de santi nella ruina dell'infame città, o (come scrive un antico interprete ) indica la doppia punizione de' reprobi tormentati nell'anima, e nel corpo. Ed è da notare, che nella rovina della mistica Babilonia si serve il nostro profeta quasi delle stesse parole, e delle stesse figure, colle quali predisse Isaia lo sterminio della caldaica Babilonia, cap. XXI. 9.
E' diventata abitazione del demoni, e carcere ec. Vedi Isaia XIII. 20. La desolazione di questa città vivamente dipingesi, dicendo, che ella è tanto deserta, che è divenuta abitazione dei demoni, e luogo, ove volentieri si ascondono gli uccelli di cattivo augurio. Notisi però, che per nna stessa cosa sono presi in squesto luogo i demoni, e gli uccelli immondi e odiosi, essendo i primi figurati pei secondi. I luoghi disabitati sono comunemente creduti albergo de' mali spiriti, degli spettri ec. Vedi Areta. E di più nello stesso modo, che dicesi co si sovente nelle scritture, che Dio, e il suo spirito abita ne' santi, così ne' reprobi dicesi abitare il demonio, e lo spirito del demonio. Ecco a qual nudità, e a qual orribile degradazione condannata vedrassi questa donna, la quale nel tempo d'adesso apparisce sì grande, cinta di superbia, e di fasto.

18,3: E i re della terra ec. Il profeta avendo voluto descriverci tutto il regno dell'iniquità sotto la figura di una donna, e di una città, persistendo nella sua figura, ci rappresenta i disordini, de quali ella è cagione tra gli uomini, dicendo, che ella ha indotti a seco peccare e grandi, e piccioli; e siccome l'eccessivo lusso, e la delicatezza è effetto insieme, e cagion principale della corruzione degli uomini, così il lusso strabocchevole di questa città adombrando, dice, che tanta era in lei la passione per tutte non solo le comodità, ma per tutte ancor le delizie, che ella ha arricchiti i mercatanti, i quali dalle parti più rimote portavano a lei materie da contentar tutti i suoi desideri, come più diffusamente spiegherà in appresso.

18,4: Uscite da lei, popolo mio. Tenera esortazione a fedeli di separarsi non tanto corporalmente, quanto coll'animo dalla compagnia de' cattivi, per non seguirne gli esempi, e non meritarne i gastighi.

18,5: I peccati di lei sono arrivati sino al cielo. I peccati di lei accumulati gli uni sopra gli altri (cosi il gr.) arrivano in un certo modo fino al cielo, e sforzano Dio a non ritardare più lungamente le sue vendette.

18,6:Rendete a lei ec. I santi in questo secolo non rendon male per male, anzi fan del bene a nemici, e pregano pe' persecutori. Ma nel futuro, allorchè nissuno potrà più passare dalla sinistra alla destra, renderanno i santi a Babilonia secondo quello che ella ha dato ad essi. Si allegrerà il giusto, allorchè vedrà la vendetta, Ps. LVII. Parla adunque qui Iddio a suoi santi, i quali vuole, che faccian festa della punizione dell'empia città, e godano, che siccome i peccati di lei non ad essi soli furon d'oltraggio, ma anche a lui, così il doppio sia dato a lei della pena, che ella ha fatto soffrire altrni. A nome vostro (dice Dio a suoi santi) io punirò Babilonia, e l'esterminio di lei è in certo modo opera vostra.
Duplicate l'indoppio ec. il doppio s'intende in comparazione di quello che ella ha fatto patire ai santi.

18,9: E piangeranno, e meneran duolo ec. Il simile in Ezechielle, cap. XXVII. 29., nella presa, e rovina di Tiro.

18,12: I legni di tino. Alcuni intendono qualunque legno odoroso, altri un legno così propriamente chiamato, il quale veniva dall'Africa, e da Romani diceasi citra, Plinio XII. 16.

18,13: I servi, e le anime degli uomini. Il greco dice: i corpi, e le anime degli uomini. Il Grozio crede, che per le anime degli uomini s'intendano gli schiavi, come in Ezechielle XXVII. 15., e pe' corpi degli uomini sian indicati gli uomini liberi, i quali si prostituivano, o si vendevano per combattere co' gladiatori nell'anfiteatro. Ma la voce corpo è usata in Tobia cap. X. 12. nel testo greco a significare gli schiavi, e così pure presso vari scrittori greci. Si descrive in somma in questo luogo un lusso disordinato, e pieno di ogni sorta d'iniquità.

18,14: E i frutti tanto cari all'anima tua ec. Invece di queste parole Areta lesse: e il tempo (o sia l'opportunità del tempo) è andato lungi da te: il tempo di ravvedimeno è finito per te.

18,15: Se ne staranno alla lontana per tema ec. Un antico spositore è di parere, che le querele, ed i gemiti sopra la distruzione di Babilonia descritti dal vers. 9. fino al 19. siano effetti di ravvedimento, e di compunzione di molti di coloro, i quali si erano lasciati sedurre dall'empia donna, e dagli allettamenti della sua vanità, onde intender si debba, che al primo scoppio de' gastighi, che Dio pioverà sopra di lei, faran penitenza del loro peccati, Primas.

18,20: Ha Dio pronunziato sentenza ec. Dio ha prese le vostre parti, ha fatto vendetta degli oltraggi, degli strapazzi, e del trattamenti cattivi, che sono stati a voi fatti dagli empi. Il mondo (come osservò più volte s. Agostino ) è composto di due popoli, il popol di Dio, e il popolo di Babilonia, o sia del diavolo. Questo secondo co' suoi scandali, colle sue prepotenze, e con ogni maniera di strapazzi affligge, e tenta d'opprimere il popolo del Signore. A gran ragione perciò qui si dice, che questo popolo esulti, e festeggi per la ruina di Babilonia, e particolarmente perchè senza la distruzione della città del diavolo non può arrivare al pieno suo perfezionamente la città del cielo, la Gerusalemme celeste.

18,21: Con quest'impeto sarà scagliata ec. Con quell'impeto, con quel fragore, col quale una macina da mulino gettata da braccio forte piomba nel mare, piomberà nell'inferno la gran città, viene a dire, il popolo di lei, nè più rimarrà vestigio di lei sopra la terra. Quindi ne due versetti seguenti la orrenda solitudine si descrive, a cui la città stessa sarà ridotta.

18,23: I tuoi mercanti erano i magnati ec. Non solo i tuoi principi, e i nobili, ma i tuoi mercatanti vivevano nel fasto, e nelle delizie come i più gran signori del mondo.
A causa de tuoi venefici ec. Chiama venifici gli allettamenti del mal fare, i pregiudizj, e le massime storte, che hanno voga nel mondo corrotto.

18,24: Il sangue de profeti, e de santi, e di tutti quelli ec. Beda, ed altri interpreti da questo passo principalmente inferirono, che non di una sola città debbe intendersi tutto quello che è scritto di Babilonia in questi due capi tali XVII., e XVIII., ma bensi del corpo di tutti i reprobi, i quali dal principio del mondo han perseguitati i giusti, e gli perseguiteranno sino alla fine de' tempi, onde a questo corpo con ragione rinfacciasi lo spargimento del sangue di tutti i profeti, di tutti i santi, e di tutti coloro, i quali per la causa della verità, e della virtù sono stati, e saranno uccisi sino all'ultimo giorno.