Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Apocalisse 20


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Legato il dragone, o sia il diavolo, e gettato dall'Angelo nell'abisso per mille anni, nei quali le anime dei martiri regneranno con Cristo nella prima risurrezione: dopo di questo sciolto Satana, muoverà Gog, e Magog, esercito innumerabile contro la città diletta; ma saranno divorati dal fuoco celeste; indi aperti i libri saranno giudicati secondo le opere loro tutti i morti da colui, che siede sul trono.

1E vidi un Angelo scender dal cielo, che aveva la chiave dell'abisso, e una gran catena in mano.2Ed egli afferrò il dragone, quel serpente antico, che è il diavolo, e Satanasso, e lo legò per mille anni:3E cacciollo nell'abisso, e lo chiuse, e sigillò sopra di lui, perché non seduca più le nazioni, sino a tanto che siano compiti i mille anni: dopo i quali debbe egli essere disciolto per poco tempo.4E vidi de' troni, sederono su questi, e fu dato ad essi di giudicare: e le anime di quegli, che furono decollati a causa della testimonianza (renduta) a Gesù, e a causa della parola di Dio, e quegli, i quali non adoraron la bestia, né l'immagine di essa, né il carattere di lei ricevettero nella fronte, o nelle mani loro, e vissero, e regnarono con Cristo per mille anni.5(Gli altri morti poi non vissero, fintantoché siano compiti i mille anni). Questa è la prima risurrezione.6Beato, e santo, chi ha parte nella prima risurrezione: sopra di questi non ha potere la morte seconda: ma saranno sacerdoti di Dio, e di Cristo, e con lui regneranno per mille anni.7E compiti i mille anni, sarà sciolto satana dalla sua prigione, e uscirà, e sedurrà le nazioni, che sono nei quattro angoli della terra, Gog, e Magog, e raguneragli a battaglia, il numero de' quali è come dell'arena del mare.8E si stesero per l'ampiezza della terra,e circonvallarono gli alloggiamenti de' santi, e la città diletta.9E cadde dal cielo un fuoco (spedito) da Dio, il quale gli divorò: e il diavolo, che gli seduceva, fu gittato in uno stagno di fuoco, e di zolfo, dove anche la bestia,10E il falso profeta saran tormentati dì, e notte pe' secoli de' secoli.11E vidi un trono grande, e candida, e uno, che sopra di esso sedeva, dalla vista del quale fuggì la terra, e il cielo, nè più comparirono.12E vidi i morti grandi, e piccoli stare davanti al trono, e si aprirono i libri: e un altro libro fu aperto, che è quel della vita: e furon giudicati i morti sopra di quello, che era scritto ne' libri secondo le opere loro:13E il mare rendette i morti, che riteneva dentro di se: e la morte, e l'inferno rendettero i morti, che avevano: e giudizio si fece di ciascheduno secondo quello, che avevano operato.14E l'inferno, e la morte furono gittati in uno stagno di fuoco. Questa è la seconda morte.15E chi non si trovò scritto nel libro della vita, fu gittato nello stagno di fuoco.

Note:

20,1:Vidi un Angelo... che aveva la chiave dell'abisso. S. Agostino lib. 20. de civ. cap. vi crede, che quest'Angelo sia lo stesso Cristo, il quale ha la chiave dell'abisso, cioè, dell'inferno, e con la sua potenza prese, e legò il demonio.

20,2: E lo legò per mille anni. Questi mille anni significano tutto il tempo dalla passione di Cristo sino alla fine de secoli. Vedi s. Agostino lib. 20. de civ. cap. VII., et seg., s. Gregorio Moral. lib. 4. cap. 1., lib. 9 cap. 1. lab. 35. cap. XX., Andrea Cesar., Beda. Da questo luogo dell'Apocalisse può credersi, che avesse origine l'opinione dei Millenari così chiamati, perchè credettero, che Gesù Cristo dovesse regnare per mille anni sopra la terra dopo la sconfitta dell'Anticristo, e con Cristo i santi: vers. 4. S. Agostino seguì un tempo egli stesso quest'opinione, com'ei racconta de cio. lib. 20. cap. CII., e benchè dipoi la rigettasse, non ebbe però ardire di condannarla come eretica per rispetto ai santi uomini dell'antichità, da quali fu sostenuta; e la stessa ritenutezza osservò s. Girolamo, il quale di ciò parlando sopra il capo XX. di Geremia scrive cosi:Noi non la seguitiamo; ma non abbiamo ardire di condannarla, perchè molti uomini della Chiesa, e martiri così dissero, e ciascheduno abbondi nel proprio senso, e riserbisi il tutto al giudizio del Signore. Fino però da primi secoli questa opinione fu combattuta da uomini di somma dottrina, come s. Dionigi d'Alessandria, Cajo prete della Chiesa Romana, ed altri. Vedi Eusebio hist. lib 3. XXVIII., XXIX., lib. 7. XXIV. E certamente questo regno di mille anni sopra la terra non ha fondamento alcuno in questo libro, ed è apertamente contrario alla dottrina del Vangelo, e di Paolo. Vedi Matth. XXV.24, 1. Thess. IV. 16. Quindi a gran ragione fu abbandonato questo regno da tutti gli scrittori cattolici, come condannato almeno implicitamente nel Concilio di Firenze.
I mille anni adunque, pe' quali sarà legato nell'inferno il demonio, significano tutti i secoli, che scorreranno da Cristo fino all'Anticristo. Il demonio in tutto questo tempo essendo legato, e affrenato da Cristo, non potrà sfogare il suo maltalento contro i fedeli, e la Chiesa; sarà sciolto alla fine del mondo per poco tempo, e allora uscirà fuori con ira grande, come dice s. Giovanni, perchè Isaprà d'aver poco tempo. Vedi s. Agostino serm. 179 de temp.

20,3:E lo chiuse, e sigillò sopra di lui. Nella stessa guisa, che il tempio di Bel fu sigillato con l'anello del re, così qui l'inferno dalla potestà di Cristo Dara. XIV. 15.

20,4:E vidi del troni, e sederono su questi, e fu dato ec. L'ordine di queste parole sembra, che debba esser questo: vidi dei troni, e le anime di quel che furon decollati... e sederono, e vissero, e regnarono ec. queste anime erano i santi, i quali avevano fin da quel tempo già sofferta la morte per la causa di Cristo, e per la predicazione della parola di vita. A questi vede giovanni andar uniti coloro, i quali da indi in poi, e fino alla fine del mondo si manterranno fedeli a Cristo, e non adoreranno la bestia, nè l'immagine di essa ec. I primi seggono già sopra i troni, che son mostrati a Giovanni; gli altri sederanno a suo tempo in quelli che sono lor preparati, e a questi ancora sarà data la potestà di giudicare con Cristo tutti gli uomini, come fu data ai primi; la qual potestà eserciteranno nell'ultimo giorno.

20,5:Gli altri morti poi non vissero, fintantochè ec. Gli altri morti sono i reprobi. Questi partendo da questo mondo non ebbero vita, ma caddero nella prima morte, che è la dannazione dell'anima, nella quale dureranno per tutto il tempo, che durerà questo secolo, finito il quale passeranno alla seconda morte, viene a dire, riunite le anime a loro corpi nella universale risurrezione, andranno i reprobi nella dannazione dell'anima, e del corpo, come i giusti passeranno alla seconda risurrezione, cioè ad essere beati e nell'anima, e nel Corpo.
Altri danno un altro senso a queste parole, e le spiegano del privilegio, che è dato a martiri di entrare immediatamente dopo la morte nel gaudio del Signore, perchè il martirio è la perfezione della carità. Gli altri giusti, i quali pell'ardore della loro carità non siano uguali a martiri, ed abbian reato da scontare, hanno bisogno di essere purificati col fuoco del purgatorio per quel tempo, che è prescritto dalla giustizia di Dio, onde non così subito passano allo stato di gloria. Così di questi propriamente non è la prima risurrezione.
Fintantochè: donec: non vuol dire, che costoro siano per aver vita in appresso; ma che non ebber la vita, che ebbero i santi. Così il donec Matt. n. 25.
Questa è la prima risurrezione. La prima risurrezione consiste nella glorificazione dell'anima separata dal corpo; la seconda nella piena beatitudine dell'anima riunita al corpo nella generale risurrezione, conforme abbiam detto: quindi pel contrario la prima morte de' reprobi è la dannazione dell'anima sola; la seconda è la dannazione dell'anima, e del corpo nella stessa generale risurrezione. E notisi, che queste ultime parole hanno relazione al versetto precedente, e perciò abbiamo chiuse in parentesi le altre parole di queste versetto. Vedi Perer. lib. VIII. in Dan., Ribera ec.

20,6: Saranno sacerdoti di Dio, e di Cristo ec. Offeriranno a Dio sagrifizi di lode, e di ringraziamento, e intercederanno come sacerdoti di Dio, e di Cristo a pro de' fedeli, e della Chiesa, e saranno esauditi. Da queste parole sacerdoti di Dio, e di Cristo ne inferiva s. Agostino contro gli Ariani, che Cristo è Dio, perchè a Dio si conviene di avere sacerdoti, e tempi, e di riceve re sagrifizj. E ... regneranno per mille anni. Sino alla fine del mondo.

20,7: Sedurrà le nazioni, che sono nei quattro angoli della terra, dog, e Magog ec. Verso la fine del tempo fissato da Dio per la fine del mondo, Dio permetterà di nuovo al demonio d'imperversare contro la Chiesa. Egli se darrà in gran parte tutte le nazioni del mondo, ed anche Gog, e Magog, che sono due nazioni, le quali avranno il loro re, come si dice in EzechielleXXXVIII.2. Il demonio raunerà tutta questa gente per far guerra alla Chiesa.

20,8: E la città diletta. La Chiesa di Gesù Cristo, come spiega s. Agostino,

20,9:E cadde dal cielo un fuoco... il quale gli divorò. Gog, e Magog, e tutto quanto l'esercito dell'Anticristo sarà consunto dal fuoco del cielo.

20,10: Saran tormentati dì e notte pe secoli dei secoli. Saran tormentati incessantemente per tutta quanta l'eternità.

20,11: E vidi un trono grande ec. Passa il nostro profeta alla descrizione dell'universale giudizio. E vede in primo luogo un gran trono bianco: cioè ricoperto di luce, e sopra di questo vede il Giudice dei vivi, e de morti Gesù Cristo, al cospetto del quale il cielo, e la terra spariscono, con che vuol dinotare il cangiamento grande, che seguirà allora nello stato del cielo, e della terra, dappoichè allora saranno que nuovi cieli, e quella nuova terra, la quale noi aspettiamo (come dice s. Pietro ep. 2. XIII. ) secondo le promesse di Cristo. S. Agostino crede, che questo gran cambiamento sarà dopo il giudizio. Do civ. lib. 20. XIV.

20,12: E si aprirono i libri. Questi libri contengono le opere di tutti gli uomini, delle quali nissuna è posta in dimenticanza davanti a Dio; questo (dice s. Agostino) per divina potenza saranno con maravigliosa celerità o dute da tutti gli uomini. Vedi Dan. VII. 10.

20,13: E il mare rendette i morti... e la morte, e l'inferno ec. I morti del mare, secondo s. Agostino, saran quelli che si troveranno vivi, quando verrà Cristo al giudizio; i morti della morte, e dell'inferno sono quelli che sono ramente morti, ma morti di due maniere; imperocchè i morti della morte sono i buoni, i morti dell'inferno sono i cattivi. Tutto questo dinota, che generale sarà la risurrezione degli uomini, e buoni, e cattivi. Notisi, che posta, questa sposizione di s. Agostino parrebbe, che dovesse inserirsi, che quelli che si troveranno al dì del giudizio sopra la terra, moriranno, e poi risorgeranno: dappoichè s. Giovanni gli dice morti. Nondimeno s. Agostino nello stesso luogo tie ne, che quali saranno, si presenteranno al giudice eterno. Vedi la nostra sposizione dell'ep. 2. a Tessal.

20,14:L'inferno e la morte furono gittati, ec. Il diavolo principe della morte. e dell'interno sarà gettato nel grande stagno di luoco. dove sarà punito eternamente con tutti coloro. che a lui si sono soggettati. Così s. Agostino.