Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Apocalisse 3


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E' ordinato a Giovanni di scrivere alle Chiese di Sardi, di Filadelfia, e di Laodicea: minaccia gli erranti, e gli esorta a penitenza; altri loda, e promette il premio a chi vincerà: dice, che Dio batte alla porta per entrare nella casa di colui, che aprirà.

1Ed all'Angelo della Chiesa di Sardi scrivi: così dice quegli, che ha i sette Spiriti di Dio, e le sette stelle: mi sono note le opere tue, e come hai nome di vivo, e se' morto.2Sii vigilante, e ristora il resto, che stavano per morire. Imperocché non ho trovato le opere tue piene dinanzi al mio Dio.3Abbi adunque in memoria quel, che ricevesti, e udisti, ed osservalo, e fa' penitenza. Che se non veglierai, verrò a te come un ladro, né saprai, in qual ora verrò a te.4Hai però in Sardi alcune poche persone, le quali non hanno macchiate le vesti loro: e verranno con me vestiti di bianco, perché ne sono degni.5Chi sarà vincitore sarà cosi rivestito di bianche vesti, né cancellerò il nome di lui dal libro della vita, e confesserò il nome di lui dinanzi al Padre mio, e dinanzi a' suoi Angeli.6Chi ha orecchio, oda quello, che dica lo Spirito alle Chiese.7Ed all'Angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi: così dice il santo, e il verace, che ha la chiave di David: che apre, e nissuno chiude, che chiude, e nissuno apre:8Mi sono note le opere tue. Ecco,che io ti ho messo davanti una porta aperta, la quale nissuno può chiudere: perché hai poco di virtù, ed hai osservata la mia parola, e non hai negato il mio nome.9Ecco, che io darò della sinagoga di satana quei, che dicono d'esser Giudei, e noi sono, ma dicono il falso: ecco, dir io farò sì, che vengano, e s' incurvino dinanzi a' tuoi piedi: e conosceranno, come io ti ho amato.10Dappoiché hai osservato il precetto della mia pazienza, io ancora ti salverò dall'ora della tentazione, la quale sta per sopravvenire a tutto il mondo, per provare gli abitatori della terra.11Ecco, che io vengo speditamente: conserva quello, che hai, affinchè nissuno prenda la tua corona.12Chi sarà vincitore, farollo colonna del tempio del mio Dio, e non ne uscirà più l'uora: sopra di lui scriverò il nome del mio Dio, e il nome della città del mio Dio (della nuova Gerusalemme,la qual discende dal cielo dal mio Dio) il nuovo mio nome.13E chi ha orecchio, oda quel, che lo Spirito dica alle Chiese.14Ed all'Angelo della Chiesa di Laodicca scrivi: cosi dice l'amen, il testimone fedele, e verace, il principio delle cose da Dio create.15Mi sono note le opere tue: come non sei né freddo, né caloroso: di grazia fossi tu o freddo, o caloroso:16Ma perché sei tiepido, e né freddo, né caloroso, comincerò a vomitarti dalla mia bocca.17Imperocché vai dicendo: son ricco, e dovizioso, e non mi manca niente: e non sai, che tu sei meschino, e miserabile, e povero, e cieco, e ignudo.18Ti consiglio a comperare da me l'oro passato, e provato nel fuoco, onde ti facci ricco, ed a rivestirti delle vesti bianche, affinchè non comparisca la vergogna della tua nudità, e ungi gli occhi tuoi con unguento per vederci.19Io quegli, che amo, li riprendo, e ti gastigo. Abbi adunque zelo, e fa penitenza.20Ecco, che io sto alla porta, e picchio: chi udirà la mia voce, e aprirammi la porta, entrerò da lui, e cenerò con lui, ed egli con me.21Chi sarà vincitore, darogli di sedere con me nel mio trono: come io ancora fui vincitore, e sedei col Padre mio nel suo trono.22Chi ha orecchio, oda quel, che lo Spirito dica alle Chiese.

Note:

3,1:Della Chiesa di Sardi ec. Città capitale della Lidia. Che ha i sette Spiriti di Dio ec. cap. 1. 4. 16. 20.
Hai nome di vivo, e se morto. So lo stato tuo riguardo all'anima; agli occhi degli uomini tu sembri vivo, a miei se' morto; tanto sono diversi da quelli degli uomini i giudizi di Dio, e tanto è vero, che quello che è grande nel concetto de mortali, è abominazione dinanzi a Dio!

3,2:Sii vigilante, e ristora il resto, che stavano ec. Veglia sopra te stesso, per conoscere i tuoi mancamenti; veglia sopra il tuo gregge, e ristora: e conferma nella fede gli altri, i quali per la tua negligenza erano anch'essi vicini a perire. Le opere tue non sono perfette, o sia meritorie, perchè vuoto dello spirito di carità.

3,3:Abbi adunque in memoria quel che ricevesti ec. Ricordati della dottrina, e degli insegnamenti ricevuti da quelli, dai quali apparasti il Vangelo e e le regole della vita Cristiana.

3,4:Non hanno macchiate le vesti loro. Hanno conservata la innocenza ricevuta insieme con la veste candida nel battesimo; e perciò verran meco vestiti della veste bianca della immortalità, e della gloria. Il color bianco nelle vesti era pei giorni di festa, e di allegrezza.

3,5:Nè cancellerò il nome di lui dal libro della vita ec. Tutti i Cristiani sono scritti nel libro della vita, allorchè nel santo battesimo sono giusti ficati, e santificati; ma possono essere ancora dal libro stesso cancellati, quando non siano perseveranti. Non saran cancellati quelli, a quali avrà dato Dio il dono della perseveranza: chi sarà vincitore ec.
Confesserò il nome di lui ec. Lo riconoscerò per mio vero servo, e come tale l'onorerò. Vedi s. Matt. X. 32. 55.

3,7:Della Chiesa di Filadelfia ec. Città della Frigia, altre volte della Misia, o della Lidia.
Il santo, e il verace, che ha la chiave ec. Nuova descrizione di Cristo. Egli è il santo per eccellenza, l'autore di ogni santità. Egli verace, o sia la stessa verità. Egli ha la chiave della casa di David, cioè della Chiesa, ed anche del cielo. Niuno chiude la porta a quelli, a quali egli l'apre, e niuno l'apre a quelli, a quali egli la chiude. Così viene a dimostrarsi l'assoluta potestà, che na Cristo nella Chiesa, che è la casa di lui. Vedi Isai. XXII. 22. E nella Chiesa, e nel cielo non entrerà alcuno, se Cristo a quello non apre, e vi entreranno tutti coloro, a quali egli aprirà. Queste chiavi, cioè questa potestà tutta celeste, che Cristo ha nella Chiesa, l'ha egli posta nelle mani de' suoi ministri, i quali a nome di lui la esercitano sciogliendo, e legando.

3,8:Io ti ho messo davanti una porta aperta... perché hai poco di virtù ec. Perchè, quanto a te, tu se' infermo, e debole, supplisco io con la mia petenza, e ti apro davanti una gran porta a convertire, e introdurre nella mia Chiesa molti e degli Ebrei, e de Gentili; e questo io so per te a motivo che hai mantenuta la fede mia, e non ti se vergognato del nome mio. Da questo intendiamo, che questo vescovo avea renduta testimonianza pubblica a Gesù Cristo dinanzi ai tribunali.

3,9:Ecco, che io darò della sinagoga di Satana ec. Io convertirò, e farò al pastoral tuo governo soggetti molti di quelli che falsamente si nomano Giudei, ma sono la sinagoga di satana.

3,10:Hai osservato il precetto della mia pazienza ec. Hai ad esempio di me stesso mantenuta costantemente la pazienza nella tribolazione; per questo ti salverò dalla tentazione. E molto probabile, che sia qui predetta la persecu ione, che fu sotto Traiano, intorno alla quale veggasi Eusebio lib. III. 52. 53. Ella diede alla Chiesa un numero grande di martiri. Dio promette, che in ricompensa della virtù del vescovo non sarà la Chiesa di Filadelfia esposta a questa persecuzione.

3,11:Ecco, che io vengo ec. Sembra, che annunzi a questo vescovo la vicina sua morte. Quindi gli dice: conserva quello che hai, viene a dire, la carità, affinchè tu non venga a cadere, e la corona della gloria (che è tua, se perseveri ) sia data ad un altro.

3,12:Farollo colonna del tempia ec. Colui, che starà saldo nella virtù, e vincerà tutte le tentazioni, sarà come una colonna della casa, cioè della Chiesa di Dio in terra, e sarà grande e glorioso anche nel cielo. Allude alle due colonne del tempio di Gerusalemme 3. Reg. vir. Ei non uscirà più fuora della Chiesa, perchè mediante il dono della perseveranza sarà confermato nella fede, e nella virtù, onde quasi immobil colonna non potrà essere smosso; ovvero: lo metterò in fermo e immutabil possesso della eterna felicità, e non potrà esser tolto giammai da quel posto di onore, che io darogli nella città de santi.
E sopra di lui scriverò il nome ec. Sopra le colonne, le quali si erigevano in onore dei vincitori, solevano scriversi i titoli loro, e i loro nomi. Qui dice Cristo, che sopra questa colonna ei scriverà il nome del Padre suo, di cui questo vincitore è figliuolo per adozione, e vi scriverà il nome della celeste Gerusalemme, della quale lo stesso vincitore è cittadino; il nome nuovo del medesimo Cristo, che è il nome di Gesù, o sia Salvatore, affinchè apparisca, come per Gesù le sue vittorie, ed ogni bene ha ottenuto il vincitore. Tre volte in questo versetto ripete Cristo il nome del suo Dio, viene a dire del celeste suo Padre, per significare l'estrema riverenza, ed amore, che egli porta al Padre a motivo de benefizi immensi conferiti dallo stesso suo Padre a lui in quanto uomo, e per mezzo di lui ai suoi fedeli.

3,14:Della Chiesa di Laodicea ec. Città della Lidia sul fiume Lico Vedi l'epistola ai Coloss. 11. 1. 4. ec.
Così dice l'amen... il principio delle cose ec. Colui, che è la verità per essenza; colui, che è il primo martire, o sia testimone della verità; colui, che è il principio di tutte le cose create, le quali per lui furon fatte, e nulla cosa fu fatta senza di lui. Egli è però in modo particolare principio della nuova creatura, viene a dire degli uomini da lui riparati, e redenti con o sua morte. Vedi Gal. VI. 15., Ephes. v1. 10., Coloss. III. 10.

3,15-16:Non sei nè freddo, nè caloroso: di grazia ec. Tiepido chiamasi, colui, il quale sta ondeggiando tra la virtù, ed il vizio; vorrebbe vio santamente, e fuggir i peccati; ma non si risolve a combattere generosamente e teme la fatica della virtù. Questo stato è sommamente pericoloso, perchè o Cassiano, degli uomini freddi, e carnali... ne abbiam frequente veduti giungere al feroore dello spirito; de' tiepidi non ne abbiamo veduti, Coll. 4. cap. XIX. Or Dio, che è fuoco ardente, odia la tiepidezza particolarmente o suoi ministri, e in tutte le persone, che a lui per ispecial maniera consagrate, e unendosi insieme quindi la negghiezza dell'anima tiepida, e la fa tranquillità, in cui alla viva; quindi la sottrazione delle speciali grazie, che lo niega a quest'anima, che è sì poco sollecita di meritarle, agevol cosa o è, che da tal sonnolenza in un mortale letargo trabocchi; che è quello che vuoi significare Gesù Cristo, dicendo: di grazia fossi tu freddo, o caloroso; o che lo stato di freddezza peggior non sia, assolutamente parlando, dello stato d'un'anima tiepida, ma con minor difficoltà si alza talor dal suo fango un'anima peccatrice, che un'anima tiepida dal suo torpore. E a questo si aggiunga che lo stato di tiepidezza può talvolta essere anche peggiore in se stesso: che l'assoluta freddezza, a motivo della vanità, e della falsa fidanza, onde sia accompagnato, come lo era in questo vescovo.
Comincierò a vomitarti ec. Il greco: sto per vomitarti. Non differirò il tuo gastigo, ti rigetterò da me, e perirai.

3,17:Vai dicendo: son ricco ec. Questi vantamenti seno ordinariamente propri dell'anime tiepide, le quali siccome dalle cose più gravi, per quanto pare ad esse, si astengono, una grande idea si formano della loro virtù, perchè non col Vangelo, nè colla dottrina, e coll'esempio de' santi si paragonano, ma coi mondani. I veri giusti vivamente persuasi della propria miseria, e dell'info bisogno, che hanno dell'aiuto divino, operano nel timore e tremore la loro salute.
Non sai, che tu sei meschino ec. Tu se' meschino, e miserabile, perchè se povero, e cieco, e ignudo. Povero (dice a Gregorio) perchè non ha le ricchezze della virtù; cieco, perchè neppur conosce la povertà, in cui si ritrova; ignudo, perchè ha perduto la prima stola, e quel che è peggio a neppur sa d'averla perduta, Moral. XXXIV. 3.

3,18:Ti consiglio a comperare da me l'oro passato ec. Ti consiglio a comprare da me la carità accesa, e purgata dall'ipocrisia e da ogni mescolamento di passione terrena. Quest'oro si compera col buon desiderio; imperocchè a come dice il Nazianzeno Orat. in s. Baptisma, questo bene ti è proposto da comperarsi al solo prezzo della volontà; la brama stessa la tiene Dio in luogo di prezzo grande o egli ha sete, che si abbia sete di lui, e dà da bere a chi di bere desidera: Si allude qui al luogo d'Isaia LV.1.
A rivestirti delle vesti bianche ec. Queste vesti sono l'innocenza, la purità della vita, le buone opere.
E ungi gli occhi tuoi con unguento ec. Quest'unguento da occhi è l'umiltà, la quale fa manifesti all'uomo i suoi mali, e il bisogno dell'aiuto divino, e la necessità di meritarsi questo aiuto per mezzo di una vita santa, e fervente.

3,19:Io quelli che amo, li riprendo ec. Diciamo con Tertulliano de patientia II.: beato quel servo, all'emendazione del quale è tutto in tento il padrone, e col quale si degna egli di adirarsi.

3,20:Ecco, che io sto alla porta, e picchio. Dio ci proviene colla immensa sua carità, e misericordia, e picchia alla porta del nostro cuore per risvegliarci dal sonno della negligenza, ovver del peccato.
Chi udirà... e aprirammi ec. L'uomo può sempre o acconsentire, o non acconsentire, resistere, o non resistere alla grazia, ma da se stesso, e colle sole forze della natura non può giungere a fare alcun bene utile per la salute senza il soccorso delle grazia celeste. Vedi il Concilio di Trento sess. 6. cap. V.VI.
E cenerò con lui, ed egli con me. Tratterò familiarmente con lui, sarò a lui ospite amico. Ecco fino a qual segno ami Dio, ed apprezzi la corrispondenza dell'uomo.

3,21:Darogli di sedere con me nel mio trono: come io ec. Lo metterò a parte del celeste mio regno. Questo regno (come tutti gli altri distintivi di onore, nei quali ha qui Gesù Cristo adombrata l'eterna felicità ) non è serbato se non pe' vincitori, viene a dire, per coloro, i quali le cupidità, e le passioni vinceranno per mezzo della mortificazione di Gesù Cristo, per coloro che trionferanno del mondo, e di tutto quello che il mondo o teme, od ama. Gesù Cristo dice, che in questa vittoria egli ci ha preceduti, nè sole questo, ma prece e vincer la Chiesa di Gesù Cristo sino alla fine del mondo, prima che riunita tutta nel cielo l'eterno inno di laude canti al suo celeste liberatore.