Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Apocalisse 17


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La meretrice, o sia Babilonia, vestita di varj ornamenti, ebria del sangue de' martiri, siede sopra la bestia a sette teste, e dieci corna: tutte queste cose sono qui dichiarate dall'Angelo.

1Venne uno de' sette Angeli, che aveano le sette ampolle, e parlò meco, dicendo: vieni, farotti vedere la condannazione della gran meretrice, che siede sopra le molte acque,2Con la quale hanno fornicato i Re della terra, e col vino della sua fornicazione si sono ubbriacati gli abitatori della terra.3E mi condusse in ispirito nel deserto. E vidi una donna a cavallo d'una bestia di colore del cocco, piena di nomi di bestemmia, che avea sette capi, e dieci corna.4E la donna era vestita di porpora, e di cocco, e sfoggiante d'oro, e di pietre preziose, e perle, e aveva in mano un bicchiere d'oro pieno di abominazione, e di immondezza della sua fornicazione.5E nella fronte di essa il nome scritto: Misterio: la gran Babilonia, madre delle fornicazioni, e delle abominazioni della terra.6E vidi questa donna ebria del sangue de' santi, e del sangue de' martiri di Gesù. E fui sorpreso da ammirazione grande al vederla.7E dissemi l'Angelo, perché stupisci? Io dirotti il misterio della donna, e della bestia, che la porta, la quale ha sette capi, e dieci corna.8La bestia, che hai veduto, fù, e non è, e salirà dall'abisso, e andrà in perdizione: e resteranno ammirati sii abitatori della terra (quegli, i nomi de' quali non sono scritti nel libro della vita dalla fondazione del mondo) vedendola bestia, che era, e non è.9Qui sta la mente, che ha saggezza. Le sette teste sono i sette monti, sopra de' quali siede la donna, e sette sono Re.10Cinque caddero, uno è, e l'altro non è ancora venuto: e venuto che sia, dee durar poco tempo.11E la bestia, che era, e non è, essa ancora è l'ottavo: ed è di quei sette, e va in perdizione.12E le dieci corna, che hai veduto, son dieci Re: i quali non lutti per anco ricevuto il regno, ma riceveranno la potestà come regi per un'ora dopo la bestia.13Questi son d'un sol sentimento, e porranno la loro potestà, e le loro forze in mano della bestia.14Questi combatteranno coll'Agnello, e l'Agnello li vincerà: perché egli è il Signore de' Signori, e Re de' Regi, e quelli, che sono con lui, chiamati, eletti, e fedeli.15E dissemi: le acque, che hai vedute, dove risiede la meretrice, sono i popoli, le genti, e le lingue.16E le dieci corna, che vedesti alla bestia: questi odieranno la meretrice, e la renderanno desolata, e ignuda, e mangeran le sue carni, e la struggeranno col fuoco.17Imperocché Dio ha posto loro in cuore di fare quello, che è piaciuto a lui: e di dare il loro regno alla bestia, finche le parole di Dio s'adempiano.18E la donna, che vedesti, ella è la città grande, che regna sopra i Re della terra.

Note:

17,1:Vieni. Con questo modo di parlare non si vuol già far passare il profeta da un luogo all'altro, ma risvegliare sempre più l'attenzione di lui, o piuttosto del leggitori di questo libro, mostrando, che grandi sono le cose, che debbon ora rappresentarsi.
Farotti vedere la condannazione ec. Farotti vedere l'esecuzione dei de creti di Dio, il quale prenderà finalmente giusta e terribil vendetta della gran meretrice. Chi ella sia questa gran meretrice, non è tanto chiaro, che luogo non siavi a varie opinioni. Ella è chiamata (Vers. 5. ) la gran Babilonia; ma questo nome dee prendersi figuratamente, come ci avvisa lo stesso Giovanni, dicendo: mistero; la gran Babilonia; e non v'ha dubbio, che in simil senso, cioè figuratamente si debba intendere anche il nome di meretrice secondo l'uso de profeti, presso de quali la fornicazione significa l'idolatria, e l'allontanamento da Dio, e dalla osservanza de' suoi precetti. Senza diffondermi di soverchio a riportare le diverse sposizioni di questo luogo, antiche, e moderne, dirò, che varj antichi interpreti per questa donna intesero Roma pagana, persecutrice del vero Dio, e del suo Cristo. Le crudeltà esercitate da questa contro i fedeli, la formidabil possanza, le eccessive ricchezze, l'immenso lusso, la depravazione massima de costumi, le empietà, e le superstizioni della città regina del mondo, parve, che molto bene si confacessero al ritratto delineatoci da Giovanni della sua Babilonia. Altri poi, tra quali s. Agostino e narrat. secunda in ps. XXVI., e s. Prospero in dim. temp., per questa meretrice intesero significarsi la uni versal massa di tutti gli empi di tutti i luoghi, e di tutti i tempi. Questa opinione mi è paruto a proposito di seguitare, non solo perchè, come benissimo osserva un dotto interprete, non tutto quello che qui sta scritto, può ad una sola città convenire, ma anche per le seguenti ragioni. Primo, questa donna siede sopra sette monti, i quali son sette regi, come si spiega il nostro profeta vers. 9,10, e de quali il settimo certamente è l'Anticristo, donde fo ragione, che lo sterminio di questa Babilonia infedele, possente, nemica di Dio, e dei santi, questo sterminio è legato indissolubilmente col tempo dell'Anticristo. Secondo, questa donna è contrapposta visibilmente da Giovanni a quella descritta nel cap. XII.; se adunque in quella vien figurata la congregazione degli eletti, in questa dee credersi adombrata la massa de' reprobi. Terzo, l'allegrezza somma, che si fa in cielo sopra la rovina di questa Babilonia, inolto meglio conviene al generale sterminio di tutti gli empi, che alla caduta di una sola città. Concludo adunque coll'Estio, che se nel ritratto, che qui veggiamo, è rappre sentata Roma idolatra, ella lo è però in tal modo, e con tal fine, che in figura di lei descritta intendasi tutta la città del demonio, il corpo tutto degli empi, e la rovina di lui. Roma infatti prima della sua conversione alla fede, servente, come dice s. Leone, agli errori di tutte le nazioni, albergatrice di tutte le brutture, e di tutti i vizi; Roma, la quale fin dove stendea l'autorità dell'im menso suo impero, per ogni parte estese il suo furore contro il vero Dio, e contro gli amici di Dio; Roma finalmente data da Dio in preda a barbari, sac cheggiata, e con ogni maniera di gastighi, e di pene percossa, quella Roma era degna di essere un compendioso ritratto di tutti i cattivi, e di esser portata per esempio a fedeli di quel che sia tutta l'umana grandezza, e felicità, ove appoggiata non sia alla vera pietà, e all'amore della virtù, Che siede sopra le molte acque. Ha esteso il suo dominio sopra molti popoli, viene a dire, per tutte le nazioni del mondo. Imperocché le acque significano i popoli, vers. 15.

17,2: Con la quale hanno fornicato i re della terra ec. Al calice di lei hanno bevuto e regi, e sudditi, e i magnati, e il volgo. Il vino, che ella mesce, toglie il senno, e la ragione, ed ogni timore di Dio, e ogni pensiero dei beni, e dei mali avvenire. Di questo vino dice Isaia XVIII. 7. il vino gli fe ignoranti, l'ubbriachezza gli strascinò nell'errore.

17,3: Mi condusse in ispirito nel deserto. Lungi da ogni rumore, e da ogni oggetto, che potesse distrarlo.
Vidi una donna a cavallo d'una bestia ec. Questa bestia alcuni credono essere il demonio, altri l'Anticristo. Il colore di questa bestia può essere indizio delle crudeltà esercitate dal diavolo per mezzo de' suoi ministri, i persecutori idolatri, e di quelle che eserciterà l'Anticristo contro la Chiesa. Questa bestia è coperta di nomi di bestemmia, perchè o colle parole, e coi fatti Dio bestemmiano tutti coloro, i quali nell'amore dell'empia donna sono invescati.

17,4:Era vestita di porpora ec. Descrivesi la vanità, e la pompa mondana nel suo trionfo. Al carattere di meretrice si confà melto bene questo calice d'oro, col quale ella inebbria, e dementa i suoi seguaci, e per esso s'intende e l'affluenza dei piaceri, e delle delizie, ovvero le storte e impure dottrine, colle quali questa donna perverte i cuori, e le menti degli uomini, onde dicesi, che questo calice è pieno di abbominazione, e d'immondezza, intendendo per abbomirazione le dottrine contrarie alla verità della fede, e per l'immondezza i pravi insegnamenti, che si oppongono alla purità del costumi. Il calice è d'oro, ma gli stupidi amatori ad esso non leono altro, che immondezza, e abbomina zione, Ambrog. in ps. 1.

17,5:Misterio: la gran Babilonia. Ella non è effettivamente Babilonia, ma è simile all'antica Babilonia, potente, com'essa, nemica, come quella di Dio, e del popol di Dio, condannata, come quella, a tremendi gastighi per le sue empietà. Ella è madre, cioè maestra alle anime de' più infami vizj, e disordini. Vedi Areta.

17,6: E vidi questa donna ebbria ec. Non potea più vivamente dipingersi il furor de' tiranni idolatri, e degli emp; di tutti i secoli contro i santi, e gli amici di Dio, di quel che faccia Giovanni, dicendo, che sitibondi di sangue, di sangue si riempirono fino all'ubbriachezza.
E fui sorpreso da ammirazione ec. Mi stupii al vedere donna di genio sr erudo, e ferale, innalzata a tanta grandezza, nuotante nelle delizie, corteggiata da tanti amatori.

17,8:La bestia, che hai veduto ec. Il diavolo, cioè il regno del diavolo fu grande avanti la venuta di Cristo. Venne Cristo, e il principe del mondo fu cacciato fuora dell'impero usurpato Jo. XII.15. Alla fine dei secoli alzerà più che mai la sua testa, e tornerà a dominare, e a sfogare l'ira grande, che si nutre contro degli uomini, ma di breve durata sarà il suo potere, e ben presto sarà insieme col suo primario ministro l'Anticristo cacciato nell'inferno. Vedi Areta, Beda ec. Ove ciò intendasi dell'Anticristo, si dirà, che questa bestia fu già ne suoi ministri, de quali parlasi 1. Jo. II. 18., e ancora 2. Thessal. 11. Non è ancor venuto in persona, ma verrà su dall'abisso, cioè apparirà al mondo piuttosto come un vero demonio uscito dall'inferno, che come un uomo; ma dopo tre anni, e mezzo andrà in perdizione.
E resteranno ammirati ec. Gli uomini carnali resteranno stupiti in vedendo la bestia uscir fuori con tanta possanza, ma non i figliuoli di Dio, a quali è dato d'intendere, per quali altissimi fini lo permetta il Signore.

17,9-10:Qui sta la mente. Dimostra il profeta, come altissimi sono i sensi nascosi in questa parte principalmente della sua profezia; onde gli stessi sapienti han bisogno di molta attenzione, e meditazione per ben capire tali misteri.
Le sette teste sono i sette monti ec. Spiega l'Angelo quel che siano queste sette teste della bestia, e dice, che sono sette monti, e quello che significhino i sette monti, da quali dice indicarsi sette re, i quali per l'altezza della loro dignità son detti monti. Così una sola cosa è rappresentata con due diverse figure secondo l'uso de profeti.
E sette sono i Re. Cinque caddero ec. Varj dotti interpreti, antichi, e moderni, per questi sette Re intendono tutti i tiranni, e i mali uomini, i quali perseguitarono, e perseguiteranno i giusti sino alla fine del mondo, e dividendo la durazione di questo in sette parti, o sia etadi, osservano, che nella prima età, che fu da Adamo fino a Noè, i giusti furono maltrattati da Caino, e dai giganti; nella seconda da Noè ad Abramo trovano Nemrod cou li fabbricatori della torre di Babilonia; nella terza da Abramo a Mosè, i re di Sodoma, e i Faraoni d'Egitto; nella quarta da Mosè fino alla schiavitùdine di Babilonia, gli empj re d'Israele, e di Giuda; nella quinta dalla schiavitùdine di Babilonia sino a Cristo, i re Caldei, e quei dell'Asia, e della Siria. Questi cinque erano gia caduti, quando scriveva il nostro profeta. Nella sesta età s'includono gl'imperatori di Roma idolatri, e dopo di essi i Saraceni, e i Turchi, e tutti gli altri nemici della Chiesa, che saranno sino alla fine de secoli, quando per settimo tiranno uscirà fuor l'Anticristo, il potere di cui non sarà di lunga durata.

17,11:E la bestia... essa ancora è l'ottavo: ed è di quei sette. Ella è l'ottavo persecutore, ed è ancora in un certo modo del numero dei sette persecutori, sebben distinto dagli altri, perchè il demonio, che vien significato per questa bestia, abita negli altri sette, e gli anima, e gli governa come suoi ministri ed esecutori pe suoi iniqui disegni. Ma egli pure dopo di aver imperversato, quanto Dio gli permetterà (prostrato, che sia il settimo nemico, cioè l'Anticristo ) spogliato di ogni poter di far male, e legato con eterne catene sarà rinchiuso nel terribil suo carcere, donde mai più uscirà.

17,12:Dieci re: i quali non han per anco ec. Di questi dieci re, che saranno a tempo dell'Anticristo, tre saran vinti da lui; gli altri sette a lui si soggetteranno volontariamente, ed ei diverrà solo re, e monarca assoluto. Vers. 17. Vedi Daniel. VII. 24., ed ivi s. Girolamo. La potenza, che avranno que' re, sarà per brevissimo tempo, e l'avranno insieme colla bestia, perchè a questa saranno ubbidienti, e della stessa loro potenza faranno uso secondo il voler della bestia.

17,14: Combatteranno coll'Agnello ec. Viene a dire, contro i servi dell'Agnello, contro i fedeli; ma l'Agnello, Signor de signori, e Re de' regi, li vincerà, e gli sperderà insieme col loro capo, cioè il diavolo, e l'Anticristo, Quanto grande spettacolo per nn cuore cristiano, e quanto pieno di utilissima scienza! Venne l'Agnello (dice s. Agostino Tract. VII. in Jo.) e quale Agnello? L'Agnello, che è il terrore dei lupi. Quale Agnello è egli questo? Egli e quell'Agnello, il quale messo a morte, uccise il lione; imperocchè lione e detto il diavolo, lion, che rugge, e va in volta cercando chi divorare, col sangue dell'Agnello fu vinto questo lione. E quantunque del solo Agnello sia la vittoria, perchè della grazia di lui armati i santi trionfano di tutto il furore di tai possenti nemici, il frutto però di questa vittoria sarà di coloro, i quali sono uniti a lui per la fede, e per l'amore, e sono chiamati eletti, e fedeli .

17,15:Le acque... sono i popoli ec. La stessa donna, la quale nel Vers. 5. si disse seder sopra la bestia, e nel Vers. 9. sopra sette monti, che son sette Re, dicesi adesso sedente sopra le acque, per le quali (ceme espone il profeta) son significati i popoli, e le genti di vario linguaggio, tra le quali ella stende il suo regno.

17,16-17: E le dieci corna ec. S. Giovanni ci ha rappresentato tutta la turba degli empi sotto la figura di questa donna, e sotto la figura della bestia il demonio, e il suo regno. Le dieci corna della bestia, o sia i dieci Re ministri di lei, dice egli adesso, che odieranno la meretrice fino a sbranar le carni di lei, e di esse pascersi, e gittarla ad ardere nel fuoco. Gran novità ella è questa, che quel medesimi, i quali furon così ardenti nell'amarla, di tal furore si accendano contro di lei. Ma con questo viene a significarsi (come notò un antico interprete) che i reprobi stessi vicini veggendosi ad essere giudicati e condannati, d'immenso odio si riempiranno contro di lor medesimi, e contro gli oggetti del loro amori. Vedi Aimone, Riccardo da s. Vittore ec. Si servirà adunque Dio del furor dalla bestia, e dei Re, che ad essa ubbidiscono, per condurre a fine i suoi giustissimi disegni, a far vendetta dei cattivi non meno, che a compiere la salvazione degli eletti,