Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Apocalisse 4


font

Aperta in cielo una porta, vede uno sedente nel trono, e intorno a questo trono venti quattro seniori a sedere, e quattro animali (i quali egli descrive) che insieme coi ventiquattro seniori glorificavano colui, che siede sul trono.

1Dopo di ciò guardai: ed ecco una porta nel cielo aperta: e la prima voce, che udii, come di tromba, che meco parlava, dicendo: sali qua, e farotti vedere le cose, che debbon accadere in appresso.2E subito fui rapito in ispirito: ed ecco, che un trono era alzato nel cielo, e sopra del trono uno stava a sedere.3E quegli, che stava a sedere, era all'aspetto simile alla pietra Iaspide, e alla Sardia: e intorno al trono era un'iride, simile, a vedersi allo smeraldo.4E intorno al trono ventiquattro sedie: e sopra le sedie ventiquattro seniori sedevano, vestiti di bianche vesti, e sulle loro toste corone d'oro.5E dal trono partivano folgori, e voci, e tuoni, e dinanzi al trono sette lampane accese, le quali sono i sette spiriti di Dio.6E in faccia al trono come un mare di vetro somigliante al cristallo: e in mezzo al trono, e d'intorno al trono, quattro animali pieni d'occhi davanti, e di dietro.7E il primo animale somigliante a leone, e il secondo animale simile a vitello, e il terzo animale avente la faccia come d'uomo, ed il quarto animale simile ad aquila volante.8E i quattro animali avean ciascheduno sei ale: e all'intorno, e di dentro son pieni d'occhi: e di dì, e, di notte, senza darsi posa, dicono: santo, santo, santo, il Signore, il Dio onnipotente, il quale era, il quale è, e il quale verrà.9E mentre quegli animali davano gloria, e onore, e rendimenti di grazie a lui, che sedeva sul trono, che vive ne' secoli de' secoli,10Prostravansi i ventiquattro seniori dinanzi a lui, che siede nel trono, e lui adoravano, che vive ne' secoli de' secoli, e gittavano le loro corone dinanzi al trono, dicendo:11Degno se' tu. Signore, Dìo nostro, di ricevere la gloria, l'onore, e la virtù: attesoché tu creasti le cose tutte, e per volere tuo elle sussistono, e furon create.

Note:

4,1:Ecco una porta nel cielo aperta: ec. Questa porta in aperta, affinchè potesse il nostro Profeta veder le cose, che in appresso descrive. Giovanni adunque chiamato da una gran voce slmlle al suono di una tromba salì con la mente, e con lo spirito al ciclo dove vide i combattimenti che dovea soffrire, e vincer la Chiesa di Gesù Cristo sino alla fine del mondo, prima che riunita tutto nel cielo, l'eterno inno di laude canti al suo celeste liberatore.

4,2:Un trono era alzato nel cielo, e sopra del trono ec. Questo trono è simile a quello vedute da Isaia cap. VI., e da Ezechiele cap. 1. Su questo trono era Dio.

4,3:Era all'aspetto simile alla pietra Iaspide, e alla Sardia. L'Iaspide è di colore verdognolo, la Sardia è rossa. Dalla faccia del Signore usciva uno splendore simile a quello di queste due pietre preziose. L'Iaspide assai lucente (come dice Plinio lib. XXX.VIII 8 ) e durissima pietra significa lo splendore, e la immensa bellezza della divinità sempre verde, e immutabile. La Sardia di color di sangue acceso indica la giustizia, e i terrori delle divine vendette contro degli empi; persecutori della Chiesa (And. Ar.)
E intorno al trono era un'Iride ec. Quest'Iride, che circonda il trono di Dio, significa la misericordia, come ella fu a tempo di Noè il segnale della riconciliazione di Dio con gli uomini. Il colore, che dominava in quest'Iride, era il verde, quale è lo smeraldo: con che adombravasi, che questa misericordia non invecchia, ma è sempre nuova.

4,4:Ventiquattro seniori ec. Per questi seniori s'intendono i primari santi del vecchio, e del nuovo Testamento, viene a dire, i dodici Apostoli, ponendo Paolo in luogo di Giovanni tuttor vivente, e con questi, dodici antichi patriarchi, e profeti, come sarebbero Abele, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Samuele, Davidde, Isaia, Geremia, Ezechiello, Daniele. Sono vestiti di bianco, come essendo in continua festa, ed hanno la corona come Regi, e come illustri vincitori, Haym. Mal. Riber. Anche in questo si allude ai ventiquattro capi, e principi delle famiglie sacerdotali, ed alle ventiquattro classi de Leviti, le quali servivano ognuna al suo turno nel tempio.

4,5:E dal trono partivano folgori, e voci, e tuoni. Questi sono tutti simboli della potenza, della maestà, e grandezza di Dio, come si vide nel Sina, quando diede Dio la legge a Mosè, Exod. XIX. 16.; ma significano ancora in questo luogo l'ira di Dio, la quale si farà massimamente vedere alla fine del mondo.
E dinanzi al trono sette lampane accese, le quali ec. Allude ai sette lumi del candelliere del tabernacolo di Mosè, e del tempio di Salomone, il qual tabernacolo, ed il qual tempio eran figura del cielo. Queste lampane indicavano i sette spiriti ministri principali, ed esecutori dei voleri di Dio, i setto Arcangeli, a quali è imposta la special cura della Chiesa.

4,6:E in faccia al trono come un mare di vetro ec. Questo mare trasparente, e diafano, come il vetro, significa il cielo empireo sede di Dio, e degli Angeli, e de' beati. Alcuni credono, che si alluda a que grandi vasi d'acqua, che eran nel tempio, e particolarmente a quello che era detto il maro di Salomone.
E in mezzo al trono, e d'intorno al trono, quattro animali ec. In mezzo allo spazio, dove era il trono, e d'intorno al trono stavano questi quattro animali, che erano tutti occhi. Alcuni credono, che questi quattro animali stando ai quattro angoli del trono, lo sostenessero, come i quattro cherubini, o quali portavano il cocchio del Signore in Ezechiele I.4.

4,7:Il primo animale somigliante al leone ec. Secondo alcuni Interpreti questo leone avea e capo, e petto, e chioma, e piedi di leone, e così degli altri animali. Altri credono, che ognuno di questi fosse un composto di differenti figure, con questo però, che la più spiccata fosse quella, onde ciascuno di questi prendeva il nome. Vedi il libro dell'Esodo cap. XVI.
La comune degl'interpreti con s. Atanasio, Ireneo, Agostino, per questi quattro animali intendono i quattro evangelisti; ma non convengono nell'asseegnare la ragione di somiglianza tra questi nostri sagri scrittori, e gli stessi. Mi sembra assai plausibile l'opinion di coloro, i quali questa somiglianza prendono dai titoli, o sia dal cominciamento de loro vangeli, onde dicono: che s. Matteo è raffigurato nell'uomo, perchè l'umana natività di Cristo prende a descrivere, dicendo: libro della generazione di Gesù Cristo; s. Marco nel leone, perchè dalla predicazione di Giovanni diede principio alla storia con quelle parole, voce di un, che grida nel deserto; s.Luca nel vitello, animale attissimo a significare il sacerdozio, perchè dalla visione di Zaccaria esercitante nel tempio le funzioni del suo ministero si fe' strada al racconto delle gesta di Cristo; s. Giovanni nell'aquila per ragione dell'altissimo suo esordio: Nel principio era il Verbo ec.

4,8:Avean ciascheduno sei ale: e all'intorno, e di dentro son pieni d'occhi. Vedi Isaia VI.2. Il greco: Aveano sei ale all'intorno (viene a dire, dall'uno e dall'altro lato), e dentro son pieni d'occhi; la qual lezione è più chiara, e facilmente può essere stato da copisti intruso quell'et superfluo.
Le ale possono significare o la elevazione della mente dei sagri evangelisti all'intelligenza de misteri del Salvatore, ovvero la celerità dei progressi della predicazione evangelica. Gli occhi dinotano la luce celeste; onde questi santi scrittori furon da Dio illustrati a conoscere tutti i misteri e della vecchia, e della nuova alleanza; la qual cosa è significata dall'essere questi occhi posti e davanti, e di dietro. Nondimeno può tenersi la lezione della Volgata, la quale può significare: e fuori, e dentro son pieni d'occhi, anzi assolutamente mi sembra da preferir la Volgata, la quale aggiunge al vers. 6., perchè laddove ivi si dice, che questi animali son pieni d'occhi dinanzi, e di dietro, qui si aggiunge, che questi occhi non gli hanno solamente al di fuori, ma anche al di dentro; con che viene a significarsi la interiore assistenza dello Spirito, e la divinità, che dentro move i divini scrittori dell'Evangelio.
Santo, santo, santo ec. Colla trina ripetizione lodano la santissima Trinità, così pure in Isaia VI. 3.

4,10:Gittavano le laro corone dinanzi al trono ec. Significando, come delle loro vittorie, e del regno ottenuto nel cielo, sono debitori alla misericordia di Dio. Osservisi a questo passo la umiltà, e la venerazione di questi santi verso l'Altissimo. Si prostrano dinanzi a lui, lo adorano profondamente, de pongono a piedi di lui le loro corone; tutta la lor dignità hanno per un niente dinanzi a colui, che solo è grande, e solo potente; a lui tutto attribuiscono quello che sono, e quello che han meritato; tutto quello che hanno di virtù, e di gloria, a lui con eterni incessabili ringraziamenti offeriscono.

4,11:Degno se tu, Signore Dio nostro, di ricevere ec. A te solo appartiene la gloria, la lode, la potenza infinita, come a Creatore, e conservatore di tutte le cose.