Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Giovanni 4


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Parla con la donna Samaritana intorno all'acqua viva, e all'adorazione di Dio in ispirito, manifestandosi a lei pel Messia promesso. Dice a' discepoli, che ha un cibo non conosciuto da loro, viene a dire, l'ubbidienza al Padre. Della messe, del mietitore, e del seminatore. Molti Samaritani credono in lui. Risana un figlio di un regolo.

1A quando Gesù ebbe saputo, come a' Farisei era noto, che egli faceva maggior numero di discepoli, e battezzava più di Giovanni,2(Quantunque non Gesù stesso battezzasse, ma bensì i suoi discepoli)3Abbandonò la Giudea, e se n' andò di nuovo nella Galilea:4Dovea perciò passare per la Samaria.5Giunse pertanto a quella città della Samaria, chiamata Sichar, vicino alla tenuta, che fu data da Giacobbe al suo figliuolo Giuseppe.6E quivi era il pozzo di Giacobbe. Onde Gesù stanco dal viaggio si pose così a sedere sul pozzo. Ed era circa l'ora sesta.7Viene una donna Samaritana ad attigner acqua, Gesù le due: Dammi da bere,8(Imperocché i suoi discepoli erano andati in città per comperar da mangiare.)9Risposegli adunque la donna samaritana: Come mai tu essendo Giudeo, chiedi da bere a me, che sono Samaritana? Imperocché non hanno comunione i Giudei coi Samaritani.10Rispose Gesù, e dissele: Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è colui, che ti dice: Dammi da bere: tu ne avresti forse chiesto a lui, ed egli ti avrebbe dato d' un'acqua viva.11Dissegli la donna: Signore,tu non hai con che attignere, e il pozzo è profondo: in che modo adunque hai tu quell'acqua viva?12Se' tu forse da più di Giacobbe nostro Padre, il quale diede a noi questo pozzo, donde bevve esso, e i suoi figliuoli, e il suo bestiame?13Rispose Gesù, e disse: Tutti quelli, che bevono di quest'acqua, torneranno ad aver sete: chi poi beve di quell'acqua, che gli darò io, non avrà più sete in eterno:14Ma l'acqua, che io gli darò, diventerà in esso fontana di acqua, che zampillerà sino alla vita eterna.15Dissegli la donna: Signore, dammi di quest'acqua, affinchè io non abbia mai sete, né abbia a venir qua per attignerne.16Le disse Gesù: Va', chiama tuo marito, e ritorna qua.17Risposegli la donna, e disse: Non ho marito. E Gesù le rispose: Hai detto bene, non ho marito:18Imperocché cinque mariti hai avuti: e quello, che hai adesso, non è tuo marito: in questo hai detto il vero.19Dissegli la donna: Signore, veggo, che tu se' profeta.20I nostri Padri hanno adorato (Dio) su questo monte, e voi dite, che il luogo, dove bisogna adorarlo, è in Gerusalemme.21Gesù le rispose: Credimi, o donna, che è venuto il tempo, in cui né su questo monte, nè in Gerusalemme adorerete il Padre.22Voi adorate quello, che non conoscete: noi adoriamo quello, conosciamo, perché la salute viene da' Giudei.23Ma verrà il tempo, anzi è venuto, in cui adoratori veraci adoreranno il Padre in ispirito, e verità. Imperocché tali il Padre cerca adoratori.24Iddio è spirito: e quei, che l'adorano, adorar lo debbono in Ispirito, e verità.25Disselli la donna: So, che viene il Messia (che vuoi dire il Cristo); quando questi sarà venuto, ci istruirà di tutto.26Dissele Gesù: Son quel desso io, che teco favello.27E in quel mentre arrivarono i suoi discepoli: e si maravigliavano, che discorresse con una donna. Nissuno però gli disse: Che cerchi tu, o di che parli tu con colei?28Ma la donna lasciò la sua secchia, e andossene in città, e disse a quella gente:29Venite a vedere un uomo, il quale, mi ha detto quanto ho mai fatto: E egli forse il Cristo?30Uscirono adunque dalla città, e andarono da lui.31E in quel frattempo lo pregavano i discepoli, e dicevangli: Maestro, prendi un po' di cibo.32Ma egli rispose loro: Io ho un cibo da reficiarmi, che voi non sapete.33I discepoli perciò si dicevano l'uno all'altro: V'egli forse stato qualcheduno, che gli abbia portato da mangiare?34Disse loro Gesù: Il mio cibo è di fare la volontà di colui, che mi ha mandato, e di compiere l'opera sua.35Non dite voi: Vi sono ancor quattro mesi, e poi viene la mietitura? Ecco che io vi dico: Alzate gli occhi vostri, e mirate le campagne, che già biancheggiano per la messe.36È colui, che miete, riceve la mercede, e raguna frutto per la vita eterna: onde insieme ne goda e colui, che semina, e colui, che miete.37Imperocché in questo si verifica quel proverbio: altri semina, e altri miete.38Io vi ho mandati a mietere quello, che voi non avete lavorato: altri hanno lavorato, e voi siete entrati nel lor lavoro.39Or dei Samaritani di quella città molti credettero in lui per le parole di quella donna, la quale attestava: egli mi ha detto tutto quello, che ho fatto.40Portatisi adunque da lui que' Samaritani, lo pregarono a trattenersi in quel luogo. E vi si trattenne due giorni.41E molti più credettero in lui in virtù della sua parola.42E dicevano alla donna: Noi già non crediamo a riflesso della tua parola: imperocché abbiamo noi stessi udito, e abbiam conosciuto, che questi è veramente il Salvatore del mondo.43Passati poi i due giorni si parti di là: e andò nella Galilea.44Imperocché lo stesso Gesù aveva affermato, che non riscuote rispetto un profeta nella sua patria.45Giunto egli pertanto nella Galileo,fu accolto da' Galilei, i quali avean veduto tutto quello, che egli aveva fatto in Gerusalemme nel dì della festa: imperocché essi pure erano andati alla festa.46Andò adunque Gesù di nuovo a Cana di Galilea, dove avea convertito l'acqua in vino. Ed eravi un certo regolo in Cafarnaum, il quale aveva un figliuolo ammalato.47E avendo questi sentito dire, che Gesù era venuto dalla Giudea nella Galilea, andò da lui, e lo pregava, che volesse andare a guarire il suo figliuolo, che era moribondo.48Dissegli adunque Gesù: Voi se non vedete miracoli, e prodigj, non credete.49Risposegli il regolo: Vieni, Signore, prima che il mio figliuolo si muoia.50Gesù gli disse: Va', il tuo figliuolo vive. Quegli prestò fede alle parole dettegli da Gesù, e si partì.51E quando era già verso casa, gli corsero incontro i servi, e gli diedero nuova, come il suo figliuolo vivea.52Dimandò pertanto ad essi, in che ora avesse cominciato a star meglio. E quelli risposero: Ieri all'ora settima lasciollo la febbre.53Riconobbe perciò il Padre, che quella era la stessa ora, in cui Gesù gli aveva detto: Il tuo figliuolo vive: e credette egli, e tutta la sua casa.54Questo fu il secondo miracolo, che fece di nuovo Gesù, dopo che fu ritornato dalla Giudea nella Galilea.

Note:

4,1:Come a' Farisei era noto, ec. Vuolsi ciò intendere de' Farisei di Gerusalemme, de' quali era per la maggior parte composto il Sinedrio. Questi non potevano senza invidia osservare l'autorità, che Gesù Cristo andava acquistando presso del popolo. Soffrivano con minor pena l'onore di Giovanni, perchè essendo questi nato di famiglia sacerdotale, l'onore che a lui si rendeva, era considerato da essi come fatto al Sacerdozio; ma quanto a Gesù Cristo lo riguardavano come un Galileo, come un uomo della plebe.

4,2:Quantunque non Gesù stesso ec. Questa circostanza doveva accrescer l'invidia ne' Farisei, mentre era segno di maggiore autorità in Cristo il battezzare per mano altrui; io che non avea fatto Giovanni. Di tutte le ragioni, che sogliono addursi, per le quali Gesù Cristo non battezzasse egli stesso, ma facesse battezzare da' suoi discepoli, mi sembra la più verisimile questa, che importava molto per l'istruzione della Chiesa il sapere, che qualunque sia de' ministri eletti, e ordinati nella Chiesa stessa, che o battezzi, o altro Sagramento amministri, Gesùr Cristo è quegli, che battezza, come dice s. Agostino, ed egli è, che pel ministero de' servi suoi anche gli altri Sagramenti amministra.

4,5:Giunse pertanto a quella città ec. Vale a dire, che giunse nel territorio di quella città, la quale l'Evangelista chiama Sichar, ed è più comunemente nelle Scritture detta Sichem.
Vicino alla tenuta, ec. Vedasi la storia della Genesi. cap. XLVIII. 22.

4,6:Gesù stanco dal viaggio. Vuole con questo l'Evangelista e indicare, che Gesù Cristo faceva a piede i suoi viaggi, e insieme dimostrare, com'egli aveva assunta l'umana natura con tutte le sue debolezze, e infermità, eccettuato il peccato.

4,8:Imperocchè i suoi discepoli ec. Non erano con lui i discepoli, i quali potessero trovargli in qualche modo un vaso da attigner acqua, e con questo provvide alla verecondia di quella donna, la quale volea convertire principalmente con metterle dinanzi agli occhi le occulte sue piaghe.

4,9:Essendo Giudeo. Potè la donna riconoscer Cristo per Giudeo sì alla favella, e sì ancora alla foggia del vestire.
Non hanno comunione i Giudei ec. Queste sono (se condo alcuni Interpreti) parole del s. Evangelista, il quale rende ragione del maravigliarsi, che facea la Samaritana, sentendosi chieder da bere da Gesù Cristo. L'alienazione de' Giudei da' Samaritani nasceva da motivi di religione assai noti, e questa avversione era tale, che quantunque fosse lecito a un Giudeo di comperar nel bisogno da mangiare, o da bere da un Samaritano, non gli era però lecito di ricevere il cibo, o la bevanda in dono. E la parola Greca può significare questa proibizione inventata da' Farisei. V' ha chi crede, che queste paro le possano essere della donna stessa, che dimostri il motivo di sua ammirazione per la domanda fattale da Gesù Cristo.

4,10:Se tu conoscessi il dono. Questo dono è quello, che fece il Padre al mondo, dandogli il suo Unigenito, il quale si offeriva adesso a salute di questa donna.
Ti avrebbe dato d'un'acqua viva. Quest'acqua può significare egualmente e la dottrina del Vangelo, e la grazia offerta, e recata al mondo da Cristo, e anche lo Spirito santo, il quale si comunica mediante il Battesimo.

4,13:Non avrà più sete in eterno. L'acqua materiale di sua natura non può dissetare, e rinfrescare se non per un tempo. L'acqua viva, e spirituale è per essenza sua tale, che quando l'uomo l'abbia in sè ricevuta una volta, è atta, e sufficiente a conservarlo, e sostentarlo fino all'eternita, senza che d'altro abbia sete, o bisogno. Può ben egli rigettarla, ma non può tale acqua o consumarsi, o corrompersi da se medesima, come l'acqua materiale.

4,14:Diventerà in esso fontana ec. L'origine, e la sorgiva di quest'acqua è nel cielo; onde maraviglia non è, se diffusa che sia dall'alto ne' cuori degli uomini, torni poi a innalzarsi sino a Dio, e alla eterna vita. Imperocchè tale è il fine, per cui è dato agli uomini lo Spirito santo, e tale è l'effetto di questa divina acqua immortale, e inesauribile.

4,16:Va', chiama tuo marito. Potè Gesù Cristo coman darle di far venire il suo marito, o per avere occasione di illuminare anch'esso, o (come pensano alcuni Padri) per valersi di lui a istruire la donna, secondo quello che insegnò dipoi l'Apostolo I. Cor. XIV.35., o finalmente per cavar di bocca alla donna il suo peccato, e correggerla, e sanarla.

4,18:Cinque mariti hai avuti: ec. Secondo la legge il ripudio era permesso al marito, ma non alla donna; ma negli ultimi tempi le donne ancora si arrogarono tal facoltà, separandosi da' mariti, come racconta Giuseppe Ebreo. Questa donna adunque avea contro la legge di Mosè ripudiati uno dopo l'altro cinque mariti; onde quello, col quale vivea, non era veramente, nè poteva essere suo marito, essendosi data a lui, quando era di un altro.

4,20:I nostri Padri. I Samaritani volevano essere considerati come Ebrei; onde è probabile, che con queste parole voglia la donna significare Abramo, e Giacobbe, i quali vicino a Sichem eressero altari in onore di Dio, come abbiamo dalla Genesi XII. 6. 7. XXXIII. 18. E tale è il sentimento di molti Padri. Contuttociò potrebbe anche senza pericolo di errore credersi, che dicendo i padri nostri, volesse la donna intendere gli antichi Samaritani, da' quali era stato stabilito il culto di Dio sopra quel monte.
Su questo monte. Mostra col dito il monte Garizim vicino a Sichem.

4,21:Nè su questo monte, ec. È venuto il tempo, in cui l'adorazione, e il culto di Dio non sarà ristretto a questo, o a quel luogo, come nè pure sarà ristretto a questa, o a quella nazione.

4,22:Voi adorate quello, che non conoscete. La cognizione di Dio, e dell'essere divino era molto offuscata, e corrotta presso i Samaritani, particolarmente dopo che si erano mescolati tra di loro tanti Gentili, come abbiamo altrove osservato.
Noi adoriamo quello, che conosciamo. Abbiamo e maggior cognizione di Dio, e le regole del culto, che gli prestiamo, date a noi da Mose, e dai profeti. Quando dice noi, è lo stesso, che se dicesse: gli Ebrei adorano quello, ec.
Perchè la salute viene da' Giudei. Questa salute è il Cristo, il Messia autore della salute non solo de' Giudei, ma di tutti i popoli del mondo, il qual Cristo dovea nascere dagli Ebrei, a' quali principalmente era stato promesso, ed era, dice Gesù Cristo, molto conveniente, che maggior cognizione delle cose divine fosse data agli Ebrei, che era quel popolo, dal quale doveva uscire il Salvatore; imperocchè in grazia di questo furono conferiti da Dio a quello stesso popolo tanti insigni benefizi, de' quali sono piene le Scritture.

4,23:Adoratori veraci adoreranno il Padre in ispirito, e verità. Adoratori veraci vuol dire sinceri, schietti, degni del nome di adoratori del vero Dio. Adorano Dio in ispirito i Cristiani, perchè il culto di Dio non restringono a un luogo determinato, come i Samaritani al monte Garizim, e gli Ebrei al tempio di Gerusalemme. Adorano Dio in verità, o con verità, perchè il culto, che a Dio rendono non consiste nelle cerimonie, e nei sagrifizi legali, i quali erano sole, e nude ombre, e figure delle cose future, ma nelle cose stesse consiste, le quali per tali ombre, e figure venivano significate. Così alla circoncisione della carne, alle purificazioni legali, ai sagrifizi degli animali è sostituita la circoncisione, la purificazione, e il sagrifizio del cuore, offerendo a Dio, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, i corpi nostri come ostia viva, santa, accettevele. Tutto il culto legale non per altro era grato a Dio, se non in quanto per esso rappresentavasi il Cristo, i suoi misteri, e la chiesa, che da lui dovea fondarsi; il culto cristiano ha per fondamento la fede in Gesù Cristo disvelatogià al mondo, e dive nuto giustizia, santificazione, e redenzione per gli uomini.

4,25:So, che viene il Messia. Anche da queste parole della Samaritana si ricava, che comune era in quel tempo l'opinione, che non dovesse più tardare a venire il Messia, come abbiamo notato altrove.
Che vuol dire il Cristo. È una giunta dell'Evangelista, che ha voluto spiegare la parola ebrea detta dalla donna con un'altra voce più usitata.

4,26:Son quel desso io. Così senza oscurità, e senza giro di parole Gesù Cristo manifesta il suo essere a questa donna, ed ella è la prima a conoscere colui, che è l'espettazione, e la salute di tutte le genti.

4,27:E si maravigliavano. Nè era costume di Gesù di trattenersi a discorrere con donne, nè i discepoli sapevamo indovinare, di che potesse egli parlare con una Samaritana, non essendo i suoi discorsi se non di cose del cielo, delle quali non concepivano, che potesse avere gran premura una tal donna.

4,28:Lasciò la sua secchia. Questa particolarità fa vedere, che il cuore della Samaritana in tal guisa si accese di amore delle cose celesti, che si dimenticò intieramente d'ogni altra cosa, e fin di quello, che l'avea condotta a quel pozzo, dove era stata con tanta carità illuminata da Cristo. Ella è tutta occupata nel pensiero del gran bene, che ha ritrovato, e non ha pace, fino a tanto che dello stesso bene faccia altri partecipi.

4,32:Io ho un cibo ....... che voi non sapete. Da l'esempio a' suoi discepoli di preferire in ogni occasione lo spirituale al temporale, l'anima al corpo, e perciò sebben bisognoso di ristoro differisce il mangiare per istruire i Sichimiti, la conversione de' quali non potean prevedere gli Apostoli.

4,35:Non dite voi: Vi sono ancor quattro mesi, e poi ec. Nella Giudea tra la sementa, e la mietitura vi era lo spazio di circa quattro mesi. È solito tra voi, dice Cristo, che vi rallegriate nelle fatiche del seminare con dire: tra quattro mesi saremo a raccolta. Ma io vi dico di una raccolta, la quale debbe ancor più rallegrarvi, che ella è già adesso matura. Alzate gli occhi e della mente, e del corpo, e mirate le campagne coperte dalle numerose turbe, che concorrono a udire la mia parola: mirate il popolo, che in gran folla esce di Sichem mosso dall'efficacia delle parole di una donna, con la quale non senza motivo io mi son trattenuto in lunghi ragionamenti. Ecco la messe, ecco la raccolta, per la quale basterà appena un gran numero di operai eletti, destinati a radunarla. Siccome nel Vers. 32. dal cibo corporale fece passaggio al cibo spirituale; nello stesso modo dalla messe temporale far adesso passaggio alla messe spirituale, alla vocazione non solo degli Ebrei, e de' Samaritani, ma anche de' Gentili.

4,36:E colui, che miete, ec. I mietitori sono gli Apostoli e tutti gli operai Evangelici. Questi ricevono la mercede e il frutto delle loro fatiche dal padron della messe nella vita eterna.
Colui che semina. Quelli, che seminarono prima degli Apostoli, furono i patriarchi, e i profeti, i quali sparsero i primi semi del Vangelo, e predicarono il Cristo, che dovea venire, e dopo di essi Giovanni Batista, e Cristo medesimo: dice pertanto, che una stessa gloria, e uno stesso gaudio avranno i Santi di tutti due i testamenti.

4,38:Altri hanno lavorato, ec. Il campo fu coltivato da' profeti, e dai santi, che sono stati sotto la legge, i quali non solamente colla voce, ma anche coi loro scritti hanno risuscitata tra' Gentili la notizia del vero Dio in tutte quelle parti del mondo, dove mediante la dispersione degli Ebrei è passata con essi la vera religione, e la sacra Scrittura tradotta ultimamente nella Greca lingua comune a quasi tutte le nazioni. Voi (dice Cristo agli Apostoli) succedete alle loro fatiche, delle quali il frutto sarà per la maggior parte da voi raccolto.

4,39:Molti credettero in lui. Ecco una prova che la messe era già matura, i Samaritani pronti ad abbracciare la fede. L'aver Cristo rivelato alla donna tutta la occulta stia vita, era certamente un miracolo, molto però inferiore a tanti altri operati da lui tra gli Ebrei. La docilità de' Samaritani presagiva, quel che dovea succedere tra' Gentili.

4,40:Vi si trattenne due giorni. Volle insieme esaudire le preghiere de' Samaritani, e non esacerbare gli Ebrei, e per questo non più di due giorni si trattenne a Sichem.

4,42:Noi già non crediamo ec. Non vuol dire, che non avesser creduto per le parole della donna, ma che molto più credevano per quel che veduto avevano, e udito essi stessi. E infatti tutti i Padri hanno ravvisato in questa donna una figura della Chiesa, alla testimonianza della quale noi crediamo, perchè ella è, come dice l'Apostolo, colonna, e base immobile della verità. Ella è, che a Cristo ci guida, e da lei riceviamo le Scritture medesime, che di lui parlano, e del suo regno, e da lei siamo introdotti a penetrare nel vero senso delle stesse Scritture, alle quali, come dice s. Agostino, noi non presteremmo quella fede, che pur prestiamo, se ella medesima non ci insegnasse a venerarle.
Questi è veramente il Salvatore del mondo. Gesù Cristo non aveva trovato tanta fede presso i Giudei, quanta ne trova in questi Samaritani, da' quali è riconosciuto non solamente come Messia, ma anche come Salvatore del mondo, che vuol dire di tutti gli uomini, Ebrei, e Gentili.

4,44:Imperocchè.... aveva affermato, che non riscuote ec. Alcuni Interpreti credono, che abbia voluto il s. Evangelista addurre la causa, per la quale Cristo, partendosi da' Samaritani non andò adirittura a Nazareth sua patria; perchè sapeva, che quivi poco conto si faceva della sua dottrina. Altri vogliono, che patria di Gesù debba in questo luogo intendersi la Giudea, dove era venuto al mondo (in Betlehem), lasciata la quale, perchè quivi il suo ministero era men rispettato, se ne andò nella Galilea.

4,46:Un certo regolo. Può anche tradursi un cortigiano del re; intendendosi di Erode Antipa tetrarca della Galilea, chiamato re per adulazione da' Galilei.

4,48-49:Se non vedete ... non credete ec. Vedeva Gesù nel cuore di questo regolo una fede debole, e vacillante, e certamente non aveva egli una giusta idea dell'essere di Cristo, quando non credeva, che potesse sanare il figliuolo, se non andava a visitarlo, nè che risuscitar lo potesse, quando fosse morto.

4,50:Il tuo figliuolo vive. È sano, e salvo.