Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Giovanni 8


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Scrivendo sulla terra, libera da' suoi accusatori la donna colta in adulterio. Dice se essere luce del mondo, e che i Farisei morranno nel loro peccato. Chi siano i suoi veri discepoli: chi siano i servi, e i liberi. Che non sono figliuoli ne di Dio, ne di Abramo, ma del Diavolo quelli, che non credevano a uno, che lor diceva la verità. A chi lo bestemmiava, risponde, che egli non era posseduto dal Demonio, ma onorava il Padre, ed era, prima che fosse fatto Abramo: e sottraendosi a coloro, che voleano lapidarlo, esce dal Tempio.

1E Gesù se ne andò al monte Uliveto.2E di gran mattino tornò nuovamente al Tempio, e tutto il popolo andò da lui, e stando a sedere insegnava.3E gli Scribi, e i Farisei condusser a lui una donna colta in adulterio: e postala in mezzo,4Gli dissero: Maestro, questa Donna or ora è stata colta, che commetteva adulterio.5Or Mosé nella legge ha comandato a noi, che queste tali sieno lapidate. Tu però che dici?6E ciò essi dicevano per tentarlo, e per aver, onde accusarlo. Ma Gesù àabbassato in giù il volto scriveva col dito su la terra.7Continuando però quelli ad interrogarlo, si alzò, e disse loro: Quegli che è tra voi senza peccato, scagli il primo la pietra contro di lei.8E di nuovo chinatosi, scriveva sopra la terra.9Ma coloro, udito che ebber questo, uno dopo l'altro se n' andarono, principiando da' più vecchi: e rimase solo Gesù, e la donna, che si stava nel mezzo.10E Gesù alzatosi, le disse: Donna, dove sono coloro, che ti accusavano? Nissuno ti ha condannata?11Ed ella: Nissuno, o Signore. E Gesù le disse: Nemmen io ti condannerò: vattene, e non peccar più.12Altra volta poi Gesù parlò ad essi, dicendo: Io sono la luce del mondo: chi mi segue, non camminerà al bujo, ma avrà luce di vita.13Gli disser perciò i Farisei: Tu rendi testimonianza di te stesso: la tua testimonianza non è idonea.14Rispose Gesù, e disse loro: Quantunque io renda testimonianza di me medesimo, è idonea la mia testimonianza: perché so, donde io son venuto, e dove vado: ma voi non sapete, donde io venga, e dove io vada.15Voi giudicate secondo la carne: io non giudico nissuno:16E quand'anche io giudicassi, il mio giudizio è sicuro, perché io non son solo: ma io, ed il Padre, che mi ha mandato.17E nella vostra legge sta scritto, che la testimonianza di due persone è idonea.18Sono io, che rendo testimonianza di me stesso: e testimonianza rende di me il Padre, che mi ha mandato.19Gli disser però: Dov'è tuo Padre? Rispose Gesù: Non conoscete né me, né il Padre mio: se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio.20Tali parole disse Gesù nel gazofilacio, insegnando nel Tempio: e nissuno lo arrestò, perché non era per anco giunta la sua ora.21Altra volta disse loro Gesù: Io me ne vo, e mi cercherete, e morrete nel vostro peccato. Dove vado io, non potete venir voi.22Dicevan perciò i Giudei: Si darà egli da se stesso la morte, dappoiché dice: Dove vado io, non potete venir voi?23Ed egli diceva loro: Voi siete di quaggiù, io sono di lassù. Voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.24Vi ho detto pertanto, che morrete ne' vostri peccati: perché, se non crederete, che io sono, morrete ne' vostri peccati.25Gli dissero perciò: Chi se tu? Gesù disse loro: Il Principio, io, che a voi parlo.26Molte cose ho da dire, e da condannare riguardo a voi: ma colui, che mi ha mandato, è verace: ed io quello, che udii da lui, quello dico al mondo.27Ed essi non intesero, che Padre suo diceva essere Iddio.28Disse perciò loro Gesù: Quando avrete levato da terra il Figliuolo dell'uomo, allora conoscerete, ch'io son quell'io, e che nulla fo da me, ma parlo secondo quello, che il Padre mi ha insegnato:29E colui, che mi ha mandato è con me, e non mi ha lasciato solo: perché io fo sempre quello, che è di suo piacimento.30A questo suo ragionamento molti credettero in lui.31Disse adunque Gesù a que' Giudei, che aveano creduto in lui: Sarete veramente miei discepoli, se persevererete ne' miei insegnamenti:32E conoscerete la verità, e la verità, vi farà liberi.33Gli risposer essi: Siamo discendenti di Abramo, e non siamo stati mai servi di nissuno: come dunque dici tu: Sarete liberi?34Rispose loro Gesù: In verità, in verità ti dico, che chiunque fa il peccato, è servo del peccato.35Or il servo non istà per sempre, nella casa: il figliuolo sta per sempre nella casa.36Per la qual cosa se il figliuolo vi libererà, sarete veramente liberi.37So, che siete figliuoli di Abramo ma cercate di uccidermi, perché non cape in voi la mia parola.38Io dico quello, che ho veduto appresso al Padre mio: e voi parimente fate quello, che avete imparato appresso al vostro padre.39Gli risposero, e dissero: Il padre nostro è Abramo. Disse loro Gesù: Se siete figliuoli di Abramo, fate le opere, di Abramo.40Ma adesso cercate di uccider me, uomo, che vi ho detto la verità, la quale ho udita da Dio: simil cosa non fece Abramo.41Voi fate quello, che fece il Padre, vostro. Gli risposer essi pertanto: Noi non siamo di razza di fornicatori: abbiamo un solo Padre, Dio.42Ma Gesù disse loro: Se Dio fosse il vostro Padre, certamente amereste, e me: imperocché da Dio sono uscito, e sono venuto: dappoiché non sono venuto da me stesso: ma egli mi ha mandato?43Per qual cagione non intendete voi il mio linguaggio? Perché non potete soffrire le mie parole.44Voi avete per padre il Diavolo, e volete soddisfare ai desiderj del padre, vostro: quegli fu omicida fin da principio, e non perseverò nella verità: conciossiachè verità non è in lui: quando parla con bugìa, parla da suo pari, pero ché egli è bugiardo, e padre della bugia.45A me poi non credete, perché vi dico la verità.46Chi di voi mi convincerà di peccato? Se vi dico la verità, per quel cagione non mi credete?47Chi è da Dio, le parole di Dio ascolta. Voi per questo non le ascoltate, perché non siete da Dio.48Gli risposer però i Giudei, e dissero: Non diciamo noi con ragione, che tu sei un Samaritano, e un indemoniato?49Rispose Gesù: Io non sono indemoniato: ma onoro il Padre mio, e voi mi avete vituperato.50Ma io non mi prendo pensiero della mia gloria: v'ha chi cura ne prende, e faranne vendetta,51In verità, in verità vi dico: chi custodirà i miei insegnamenti, non vedrà morte in eterno.52Gli disser pertanto i Giudei: Adesso riconosciamo, che tu se' un indemoniato. Abramo morì, e i Profeti: e tu dici: Chi custodirà i miei insegnamenti, non gusterà morte in eterno.53Se' tu forse da più del padre nostro Abramo il quale morì? Ed i Profeti morirono. Chi pretendi tu di essere?54Rispose Gesù: Se io glorifico me stesso, la mia gloria è un niente: o il Padre mio quello, che mi glorifica, il quale voi dite, che è vostro Dio.55Ma non l'avete conosciuto: io si, che lo conosco: e se dicessi, che noi conosco, sarei bugiardo come voi. Ma lo conosco, e osservo le sue parole.56Abramo il padre vostro sospirò di vedere questo mio giorno: lo vide, e ne tripudiò.57Gli disser però i Giudei: Tu non hai ancora cinquant' anni, e bai veduto Abramo?58Disse loro Gesù: in verità, in verità vi dico: Prima che fosse fatto Abramo, io sono.59Diedero perciò di piglio a de' sassi per trarglieli: ma Gesù si nascose, e usci dal Tempio.

Note:

8,1:Se n'andò al monte Uliveto. Dove soleva passar le notti in orazione. Vedi s. Luca cap. XXI. 27., cap. XXII. 39.

8,5:Tu però che dici? Interrogazione maligna. Imperocchè avean detto, che nella legge era stato ordinato da Mosè, che l'adultera si lapidasse. Vero è, che nella legge (Levit. XX. 10. Deut. XXII. 22) si ordina solo in generale pena di morte contro gli adulteri; ma si crede, che la lapidazione fosse posta in uso come specie di morte più atroce, negli ultimi tempi della Sinagoga, ne'quali troppo ordinari erano divenuti simili delitti. Vogliono adunque dire con tale interrogazione: tu, che in tante cose diversamente da noi la legge interpreti, e tante novità introduci, che dici tu, che debba farsi di questa donna? È da notarsi, che quantunque il gius di punire di pena capitale fosse stato tolto loro dai Romani, nulladimeno talora il popolo anche senza sentenza de' magistrati si usurpava questo diritto come datogli da Dio stesso nella legge: lo che fecero in s. Stefano, e in s. Giacomo parente del Signore.

8,6:Per avere onde accusarlo. O presso i Romani come reo di lesa maestà, se avesse dichiarato esser lecito al popolo di lapidar questa donna, o presso al popolo, quando avesse deciso in contrario, come violatore della liberta, e disprezzator della legge.
Scriveva col dito su la terra. Quel che egli scrivesse, nè ha voluto dirlo l'Evangelista, nè concordi sono i Padri nel divisarlo. S. Girolamo crede, che scrivesse i peccati degli accusatori: altri che scrivesse qualche sentenza della Scrittura atta a confondere il falso loro zelo; altri finalmente quelle stesse parole, che disse loro in appresso: Quegli, che è tra voi senza peccato ec.

8,7:Quegli, che è tra voi ec. Rappella questi accusatori alla propria loro coscienza,e intima loro che debbano sentenziare sopra l'adultera, come vorrebbero, che sentenziato fosse sopra di loro, e sopra i loro peccati, affinchè non si dica, che vogliono atrocemente punire quello, che imitano continuamente. Non risponde a quello, che detto avevano della legge, perchè non avevano essi più l'autorità di punire di morte a tenore della medesima; e quanto al pretesto, che avrebber potuto opporgli, che per zelo della giustizia venivano a bramare la punizione de' delitti secondo le massime della legge, gli esorta a rientrare in se stessi, e ad esaminare i loro cuori, perchè vi avrebber trovato abbastanza di peccati, e di iniquità da pu nire. Così nè assolve la donna, nè la condanna, e senza impugnare la legge insegna, ed esalta la misericordia dovuta principalmente da' peccatori a chi pecca. Dalle quali cose appar manifesto, che non toglie Gesù Cristo l'au torità a' giudici, benchè peccatori, di fare l'uffizio loro, gastigando i rei secondo le leggi.

8,9:E' rimase solo Gesù. Co' suoi Apostoli, e pochi altri discepoli, essendosene andata tutta la gente, che si era adunata in occasione di un fatto sì strepitoso.

8,11:Nemmen io ti condannerò. Non esercito io l'uffizio di giudice, ma di salvatore.
Non peccar più. Perchè nissuno credesse (dice s. Agostino) che non condannandola le permetta di peccare. Gli antichi Padri osservarono in questa donna una figura della Chiesa, la quale formarsi doveva delle nazioni idolatre convertite al Vangelo. La misericordia usata a queste da Dio non doveva essere di mal cuore sofferta da' Giudei, se a se stessi riflettevano, e a' pessimi loro costumi.

8,12:La luce del mondo. Non de' soli Giudei, ma di tutte le genti, e di tutti gli uomini, Is. XLIX. 6.
Non camminerà al buio. Nelle tenebre dell'errore, e nell'ignoranza di quello, che più importa di sapere, ma goderà del benefizio di quella luce, la quale il cammino insegna della vita eterna.

8,14:E idonea la mia testimonianza; perchè so, ec. Non può rigettarsi la mia testimonianza nella materia, di cui si tratta, che è la mia missione. Io so, che venuto sono da Dio, di cui son figliuolo, e so, che a Dio ritorno per rendergli conto dell'uffizio impostomi di suo amba sciadore presso degli uomini. Queste cose voi non potete saperle, se non da me. Che se in tal ministero tutti i miei passi sono stati diretti al bene degli uomini; se nulla ho cercato per me medesimo; se tutta la gloria delle opere da me fatte è stata sempre da me riferita a colui, che mi ha mandato; se molto ho patito per adempire la mia legazione; se finalmente nell'annunziare agli uomini la volontà del Padre nulla ho detto, che degno non sia della maesta, e della santità di Dio, chi può aver coraggio di rigettare la testimonianza di un tale ambasciadore?

8,15:Voi giudicate secondo la carne. I vostri giudizi riguardo alla mia persona sono diretti dalle vostre passioni.
Io non giudico nissuno. Nel tempo, che voi seguendo i pravi affetti vostri temerariamente giudicate di me, e mi condannate, io, che tante ragioni avrei di condannarvi, nè vi giudico, nè vi condanno, perchè non è questo il tempo della vendetta, ma della misericordia.

8,16:Io non son solo: ec. Provata la verità della mia missione, tutto quello, che io dico, o fo, dee riputarsi come detto, e fatto dal Padre, che mi ha mandato.

8,17:La testimonianza di due persone ec. Se tanto vale di due uomini il sentimento, e l'assenso, quanto dee più valutarsi l'assenso di Dio, e del Messo di Dio.

8,18:Sono io, ec. Vale a dire, uno, nella cui vita nulla han potuto trovare di riprensibile i miei nemici; uno, la cui predicazione non altro spira, che l'onore di Dio, la pietà, la santità de' costumi, la felicità eterna di tutti gli uomini.

8,19:Dov' è tuo Padre? Gesù avea bastantemente gia di chiarato più volte, che egli era Figliuolo di Dio; mostrano di non avere ben inteso, perchè lo dica più apertamente, per prender quindi motivo di calunniarlo.

8,20:Nel gazofilacio. Vedi Marc. XII. 4.

8,24:Se non crederete, che io sono. Quello, che già più volte vi ho detto.
Morrete ne' vostri peccati. Accenna la rovina di Gerusalemme, e l'eccidio di tutta la nazione. Non verra certamente (dice egli ) nissun medico di me migliore alla cura de' vostri mali. Se non volete esser sanati da me, non è per voi più speranza di guarigione.

8,25:Il Principio. Io, che vi parlo, sono Dio, principio di tutte le cose. Tale è il senso di questo versetto nella Volgata: il senso del testo Greco, quantunque un po' oscuro, è questo: disputate quanto a voi pare sopra l'esser mio; io per me costante sono nel dichiararmi quello che fin da principio dissi di essere, il Cristo, il Figliuolo di Dio.

8,26:Ma colui, che mi ha mandato, è verace. Potrei parlare della vostra perfidia, della vostra superbia, dell'odio, che ingiustamente nudrite contro di me; ma tutto questo è stato predetto dal Padre mio nei suoi profeti: egli, che è verace in tutto quello, che ha detto, è altresì giusto per prender vendetta de' vostri eccessi.

8,28:Allora conoscerete, ch'io son quell'io. Dopo che io sarò stato alzato da voi in croce, mi conoscerete vincitor della morte nella risurrezione, Dio de' cieli, e degli Angeli nella mia ascensione, fondatore della nuova Chiesa nella missione dello Spirito santo, e finalmente giusto, e terribil giudice di tutti quelli, che saranno stati ribelli alla mia dottrina, negli orrendi disastri, e sciagure, onde saranno da me puniti anche in questa vita.

8,29:Colui, che mi hn mundato, è con me. Benchè mandato da lui nel mondo, non sono però separato da lui. Egli è meco e in quanto sono Dio, e una stessa cosa con lui, e in quanto son uomo, non inteso ad altro che ad ubbidire perfettamente a' suoi voleri.

8,30:Molti credettero in lui; ma con fede assai debole, come si vedrà in appresso.

8,32:E la verità vi farà liberi. Liberi dalla tirannia del demonio, e dal dominio durissimo de' vizi, e delle passioni.

8,35:Or il servo non istà per sempre nella casa. Non avete ragion di vantarvi tanto di essere discendenti di Abramo: imperocchè il posto, che voi tenete nella Chiesa di Dio, non lo avete se non a tempo, come Ismaele nella casa di Abramo. La vera, e perfetta libertà non può esservi data se non dal figliuolo, il quale abita nella casa come padrone, ed erede,e ha diritto e di vendere, e di liberare i servi, che vuole.

8,37:So, che siete figliuoli di Abramo. Secondo la carne.
Perchè non cape in voi ec. Per la vostra durezza di cuore, e per la vostra ostinata perfidia non date ricetto alla mia parola.

8,38:Appresso al vostro padre. Chi sia questo loro padre, si dice apertamente nel versetto 44. Qui Cristo parla in modo da tenergli sospesi.

8,40:Cercate di uccider me, uomo, che vi ho detto ec. Due cose nota Cristo in costoro molto contrarie allo spirito, e a' sentimenti di Abramo: primo, l'odio del prossimo fino a volerne la morte; secondo, il disprezzo della verità, e di quella verità, che è da Dio rivelata per lume, e magistero degli uomini.

8,41:Non siamo di razza di fornicatori. Siamo veramente figliuoli di Abramo anche moralmente, e secondo lo spirito; imperocchè non siamo come i Gentili, che adorano molti dei: adoriamo come Abramo, un Dio solo, cui chiamiamo nostro padre. Ognun sa, che ne'profeti gli idolatri sono chiamati fornicatori, e adulteri, perchè lasciato il vero Dio a molti falsi numi rendevano onore.

8,43:Per qual cagione non intendete voi ec. Nuovo argomento, col quale dimostra, non esser vero, che sia Dio loro Padre. Io, che non altro fo, che spiegarvi la volontà del Padre, pare nondimeno a voi, che io sia quasi barbaro. Il mio linguaggio non è intelligibile per voi. E perchè questo? Perchè non potete abbracciar di cuore la dottrina, che v'insegno, che è pur dottrina del Padre.

8,44:Avete per padre il Diavolo. I vostri costumi, le vostre massime vi manifestano per figliuoli non di Abramo, nè di Dio, ma del Diavolo.
Quegli fu omicida. Dimostra che sono figliuoli del Diavolo per que' due caratteri loro propri, da' quali avea sprovato non esser essi veri figliuoli d'Abramo. Il Diavolo odia gli uomini, e fu omicida di tutto il genere umano ofin da principio; conciossiachè per l'invidia, che egli concepì contro l'uomo creato da Dio in tanta dignità, ne procurò la caduta, e la morte. Secondariamente il Diavolo è nemico della verità, e fin da quando peccò, e si ribellò alla verità, è proprio di lui il mentire. Così con la bugia sedusse la prima donna, e della bugia si serve di continuo per sedurre gl'incauti di lei figliuoli.

8,46:Chi di voi mi convincerà di peccato? Non si niega fede a uno che parli, se non perchè sia indegno di esser creduto. Ditemi, se siavi in me peccato, che meritevole mi renda di esser tenuto per impostore.

8,47:Chi è da Dio. Chi è guidato dallo spirito di Dio, ed è perciò veramente degno del nome di figliuolo di Dio.

8,48:Tu sei un Samaritano. Vale a dire, un nemico della legge di Mosè, e della religione dei padri nostri.

8,51:Non vedrà morte in eterno. Conseguirà una vita sempre libera ed esente da morte.

8,52:Abramo mori, e i profeti. Abramo, e i profeti, che osservarono la legge, e i comandamenti di Dio, morirono; e tu dici, che chi osservera i tuoi insegnamenti, non morirà. Imperocchè affascinati dall'odio contro di Cristo non volevano intendere di qual morte parlasse.

8,54:Se io glorifico me stesso. Se io attribuisco a me quello che è d'altri, e se il mio proprio onore cerco in quello, che io dico, un tale onore non è da valutarsi per niente, Ma v'ha chi dell'onor mio ha pensiero, e questi è il Padre mio, il quale in tanti modi ha voluto fin ora glorificarmi, e molto più mi glorificherà in avvenire.

8,56:Sospirò di vedere questo mio giorno: lo vide, ec. Sospirò Abramo di veder i giorni di Cristo incarnato, con versante con gli uomini, esaltato dopo la morte di croce e divenuto capo di un popolo immenso acquistato col sangue suo, e composto di tutte le nazioni della terra. E tutto questo vide, benchè da lungi, per particolare rivelazione da Dio concessa alla sua fede. Vedi Heb. XI. 13.

8,57:Tu non hai ancora cinquant'anni. Non parlano di cinquant'anni, perchè sapesser, che Cristo fosse di simile età, alla quale certamente egli non arrivò essendo costante l'opinione, che egli non oltrepassò i trentaquattro anni; ma nel dubbio degli anni, che potesse avere, largheggiarono piuttosto, dicendo: diasi, che tu sia verso i cinquant' anni, come puoi tu nondimeno aver veduto Abramo? Può essere ancora, che i travagli continui di Cristo, e la vita laboriosa, e penitente da lui menata, lo facesser comparire di maggior età, che non era.

8,58:Prima che fosse fatto Abramo, io sono. Come Figliuolo di Dio io sono e prima di Abramo e avanti a tutte le cose. Non dice io era, ma io sono, dinotando cosi la costante immobile eternità del suo essere.

8,59:Diedero perciò di piglio a de' sassi. Il furor di costoro nacque o dall'aver creduto violata da Cristo la dignità di Abramo, e il rispetto dovuto a quel patriarca, o dal sentirlo dichiararsi apertamente per lddio; onde riputandolo un bestemmiatore, tentarono di lapidarlo secondo la legge. Levit. XXIV. 16.
Ma, Gesù si nascose. Si nascose miracolosamente, come in s. Luca, cap. IV. 30.