Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Giovanni 7


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Va come di nascosto alla festa de' Tabernacoli, e dimostra la verità della sua dottrina contro i Giudei, e come ingiustamente lo calunniavano per aver risanato un uomo in sabato. Chiama a se quelli, che han sete. Le turbe diversamente parlano di lui. I ministri mandati per prenderlo, udita la sua predicazione, lo laudano; ed anche Nicodemo prendendo la difesa di lui è vituperato da' Pontefici, e da' Farisei.

1Dopo di ciò andava Gesù scorrendo per la Galilea: conciossiachè non voleva andare nella Giudea, perché Giudei cercavano di farlo morire.2Ed era imminente la festa de' Giùdei, i Tabernacoli.3Dissero pertanto a lui i suoi fratelli: Partiti di qui, e vattene nella Giudea, affinchè anche que' tuoi discepoli veggano le opere, che tu fai.4Imperocché nissuno, che cerchi d'essere acclamato dal pubblico, fa l'opere sue di nascosto: se tu fai tal cose, fatti conoscere dal mondo:5Imperocché i suoi fratelli non credevano in lui.6Quindi disse loro Gesù: Non ancor venuto il mio tempo: ma per voi è sempre tempo.7Non può il mondo odiare voi: ma odia me; perché io fo vedere, che l'opere sue sono cattive.8Andate voi a questa festa, io non vo a questa festa: perché ancora non è empito il mio tempo.9Detto ciò, si trattenne egli nella Galilea.10Ma andati che furano i suor, fratelli, allora andò anche egli alla està non pubblicamente, ma quasi di soppiatto.11Or i Giudei cercavan di lui il di della festa, e dicevano: Dov'è colui?12E un gran sussurro facevasi di lui tra le turbe. Gli uni dicendo: Egli è persona dabbene. Altri: No, ma seduce il popolo.13Nissuno però parlava di lui con libertà per paura de' Giudei.14Ma scorsa la metà dei dì festivi, andò Gesù nel tempio, e predicava.15E ne stupivano i Giudei, e dicevano: Come mai costui sa di lettera senza avere imparato?16Rispose loro Gesù, e disse: La mia dottrina non è mia, ma di lui, che mi ha mandato.17Chi vorrà adempire la di lui volontà, conoscerà, se la dottrina sia dì Dio, ovvero parli io da me stesso.18Chi parla di proprio suo movimento, cerca la sua propria gloria: ma chi cerca la gloria di colui, che lo ha mandato, questi è verace, e non è in lui iniquità.19Non diede egli Mosè a voi la legge: e niuno di voi osserva la legge?20Perché cercate voi di uccidermi? Rispose la turba, e disse: Tu se' indemoniato: chi cerca d'ucciderti?21Rispose Gesù, e disse loro: Io feci una sola cosa, e tutti ne fate un gran dire.22Per altro Mosè diede a voi la circoncisione (non che ella venga da Mosè, ma bensì da' Patriarchi), e voi circoncidete in giorno di sabato.23Se circoncidesi l'uomo nel giorno di sabato per non iscioglier la legge di Mosè: ve la piglerete voi meco, perché ho sanato tutto l'uomo in giorno di sabato?24Non giudicate secondo l'apparenza; ma giudicate con retto giudizio,25Dicevano pertanto alcuni Gerosolimitani: Non è questi colui, che cercano di uccidere?26Ed ecco che pubblicamente ragiona, e non gli dicono niente. Hann'eglino forse veracemente conosciuto i principi, che egli sia il Cristo?27Noi però sappiamo, donde esca costui: il Cristo poi quando sia, che venga, nissuno sa, donde esca.28Alzava adunque Gesù la voce insegnando nel Tempio, e dicendo; E conoscete me, e conoscete, donde esca io sia: ed io non son venuto da me, ma è verace colui, che mi ha mandato, cui voi non conoscete.29Ma io lo conosco: perché sono da lui, ed egli è, che mi ha mandato.30Cercavano perciò di prenderlo: ma nissuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era per anco venuta.31Molti però del popolo credettero in lui, e dicevano: il Cristo, quando verrà, farà egli forse maggior numero di prodigj di quello, che questi fa?32Sentirono i Farisei, che tali erano nel popolo i sussurri riguardo a lui: e i Farisei, e i principi (de' sacerdoti) mandarono de' ministri, perché lo pigliassero.33Disse adunque loro Gesù: Per poco sono ancora con voi: e a lui me ne vo, che mi ha mandato.34Cercherete di me, e non mi troverete: e dove io sono, non potete venir voi.35Dicevan perciò tra di loro i Giudei: Dove mai è per andare costui,che noi noi troveremo? Anderà forse tra le disperse nazioni, e predicherà a' gentili?36Che parlare è questo, che ci fa: mi cercherete, e non mi troverete: e dove son io, non potete venir voi?37Ma nell'ultimo giorno, il grande della solennità, stavasi Gesù in piedi e ad alta voce diceva: Chi ha sete, venga a me, e beva.38A chi crede in me, scaturiranno (come dice la Scrittura) dal seno di lui fiumi di acqua viva.39Or questo egli lo diceva riguardo allo spirito, che erano per ricevere quelli, che credevano in lui; imperocché non sia ancora stato dato lo spirito, perché non ancora era stato glorificato Gesù.40Molti perciò di quella moltitudine avendo udito questi suoi sermoni, dicevano: Questi è veramente un Profeta.41Altri dicevano: Questi è il Cristo. Altri poi dicevano: Ma verrà egli il Cristo dalla Galilea?42Non dice la Scrittura: che dal seme di David, e dal castello di Betlemme, dove abitava David, verrà il Cristo?43Nacque adunque per riguardo, a lui scissura nella moltitudine.44E alcuni di essi volevano pigliarlo: ma nessuno gli mise le mani addosso.45Ritornarono pertanto i ministri ai Farisei, e ai principi de' sacerdoti; i quali disser loro: Perchè non l'avete voi menato?46Risposero i ministri: Nissun uomo ha parlato mai, come quest' uomo.47Ma i Farisei rispeser loro: Siete forse stati sedotti anche voi.48V'ha forse alcuno de' principali, o de' Farisei, che abbia creduto in lui?49Ma questa turba, che non intende la legge, è maledetta.50Disse loro quel Nicodemo, il quale era stato di notte tempo da Gesù, ed era del loro ceto:51La nostra legge condanna ella forse un uomo prima di averlo sentito, e di aver saputo quel, ch'ei si faccia?52Gli risposero, e dissero: Sei forse anche tu Galileo? Esamina le Scritture,e vedrai, che non è uscito Profeta dalla Galilea.53E se ne tornò ciascheduno a casa sua.

Note:

7,1:Perchè i Giudei cercavano ec. Intendasi de' capi, o de' principali della nazione.

7,2:I Tabernacoli. Questa solennità era stata istituita per rammemorare quel tempo, in cui il popolo d'Israele aveva in luoghi ermi, e deserti sotto la protezione del Signore abitato nelle tende all'uso militare. Vedi Levit. v.23.

7,3:I suoi fratelli. Possono con questo nome intendersi generalmente i parenti della ss. Vergine.
Partiti di qua. Da un paese ignobile, e oscuro, se si paragoni con Gerusalemme, e colla Giudea.
Affinchè anche que' tuoi discepoli. Tutti coloro, i quali in quel paese divenuti sono tuoi discepoli, e fautori.

7,5:Non credevano in lui. Quantunque facessero stima de' suoi miracoli, non credevano però ai suoi insegnamenti; e se desideravano, che ei fosse conosciuto, e riverito dagli uomini, nol desideravano, se non per fini bassi e temporali

7,6:Non è ancor venuto il mio tempo. Non è ancora tempo per me d'essere glorificato, perchè debbo prima patire, ed essere umiliato. Quanto a voi altrimenti va la bisogna: è sempre tempo per voi di cercare la grazia degli uomini, e i vantaggi della vita presente, alle quali sole cose pensate, e per questo mi andate sollecitando di farmi vedere, e conoscere dal mondo: così elude le loro premure, e li confonde con far loro conoscere, che leggeva ne' loro cuori i fini tutti mondani, da' quali si lasciavan condurre.

7,8:Io non vo a questa festa. Il testo originale dice io non vo ancora; nondimeno seguendo ancor la Volgata possiamo affermare, che Gesù Cristo con dire io non vo a questa festa intese del primo giorno della solennità. Imperocchè questa durava otto interi giorni, de' quali il primo, e l'ottavo solamente erano sacri e solenni; ne' sei di mezzo era lecito di lavorare. Gesù adunque non essendo andato a Gerusalemme, se non quando era passata la metà degli otto giorni de' tabernacoli, non si trovò per conseguenza alla prima festa.

7,10:Quasi di soppiatto. Se fosse andato dalla Galilea a Gerusalemme accompagnato da quelle turbe, che ordinariamente lo seguitavano, avrebbe ciò acceso maggior mente contro di lui l'invidia, e l'astio de' suoi nemici: per questo volle fare questo viaggio occultamente.

7,13:Nissuno però parlava di lui con libertà. Intendesi ciò de' discepoli, e fautori di Cristo, i quali si guardava no di far palese il concetto, che avevano di lui.

7,16:La mia dottrina non è mia. Non è stata acquistata da me mediante il mio studio, e industria; ella è stata in me trasfusa dal Padre; e quale io la ho ricevuta, tale la annunzio, e la predico.

7,17:Chi vorrà adempire la di lui volontà, conoscerà, ec. Per riconoscere come celeste, e divina la dottrina, che io insegno, non fa di mestieri se non di volere sinceramente ubbidire a Dio, di far tacere le passioni del vostro cuore, e particolarmente l'odio, che ingiustamente nudrite contro di me. Quando ciò voi facciate, conoscerete facilmente che Dio è, che in me parla e vi istruisce.

7,18:Chi parla di proprio suo movimento, ec. Chiunque senza essere stato mandato da Dio si pone ad istruire gli uomini, nol fa certamente, se non per acquistarsi gloria, o altri umani vantaggi. Per lo contrario chi nel suo ministero dimenticando totalmente se stesso, non altro cerca, che la gloria di Dio, costui certamente è degno di fede, ed è incapace di tradire i suoi uditori.

7,19:Non diede egli Mosè a voi la legge: e niuno di voi osserva la legge? La primaria accusa degli Ebrei contro Cristo era, che egli non faceva conto della legge, perchè guariva i malati in giorno di sabato. Ma e cone, dice egli, tanto zelo mostrate contro di me, fino a volermi uccidere, perchè mi credete violatore della legge del sabato e nel tempo medesimo la stessa legge di Mosè vi fate lecito di trasgredire voi, quanti siete?

7,20:Rispose la turba. Il popolo semplice non informato dei malvagi disegni dei nemici di Cristo si offende al sentire, come egli accusa la nazione di tramare la sua morte. Quindi gli replica, che non altri, che il demonio può metter in cuore a lui sospetto sì reo. Possiam ben credere, che alla plebe avvezza a rispettare la dignità, e la apparente virtù de' suoi magistrati e de' seniori paresse incredibile, che alcuno vi fosse in tutta Gerusalemme capace di macchinar la morte di Gesù Cristo. Con tuttociò Gesù Cristo e con la sua vita, e con le opere, che aveva fatte, erasi meritato tanta venerazione, che non doveva essere con tanta temerità rigettata la sua assertiva, e molto meno doveva essere rigettata con una risposta di tanta villania e dispregio.

7,21:Rispose Gesù, e disse. A tanto strapazzo corrisponde Gesù col seguitare a istruirli. Il miracolo, di cui qui si parla, è quello del paralitico, cap. v.

7,22:Per altro Mosè diede a voi la circoncisione (non che ella venga da Mosè, ma bensi da' Patriarchi), ec. Voi menate tanto romore per aver io sanato un uomo in giorno di sabato, perchè dite, che ciò facendo ho trasgre dito la legge di Mosè. Ma anche la circoncisione, benchè fosse stata ordinata da Abramo, Isacco, Giacobbe secondo il comando di Dio, nondimeno passa tra voi per isti tuita da Mosè, perchè veramente da lui ancora prescritta fu nella legge. Or non circoncidete voi in giorno di sabato per ubbidire alla legge di Mosè, ogni volta, che l'ottavo giorno dopo la nascita di un fanciullo cade in sabato? Se permette Mosè la circoncisione in sabato per benefizio del fanciullo, si dovra credere, che egli vieti di rendere la salute ad un uomo per mezzo d'un miracolo fatto in giorno di sabato?

7,23:Ho sanato tutto l'uomo. Ho sanato un uomo per duto in tutte le parti del suo corpo, e occupato intera mente dalla paralisia. Ovvero: lo ho sanato e nell'anima, e nel corpo. Così Agost., Grisost., ec.

7,24:Non giudicate secondo l'apparenza. Non badate nel sentenziare delle azioni altrui alla sola esterna superficie delle cose; ma internatevi nello spirito della legge: separate da' vostri giudizi l'odio, il favore, gli umani rispetti: altrimenti ingiuste saranno le vostre sentenze, e in cambio di veri zelatori della legge vi farete conoscere per prevaricatori ingiusti della medesima legge.

7,27:Il Cristo poi quando sia, che venga, nissuno sa, ec. Gli Ebrei confondevano insieme quello, che leggeva no ne' profeti, delle due generazioni del Cristo, l'una temporale e visibile, nascosta l'altra, e incomprensibile. Quindi si vede, che correva tra essi voce, che egli fosse per apparir di repente tra gli uomini, senza che si sapes se di quali genitori fosse egli nato.

7,28:E conoscete me, e conoscete, ec. Non potete ignorare, chi io mi sia, avendo sotto i vostri occhi le mie opere, la mia vita, i miei miracoli, la mia dottrina, e potendo paragonare tutto questo con i caratteri del Messia descritti già da' profeti.

7,29:Sono da lui, ed egli è, che mi ha mandato. In quanto Dio sono stato generato dal Padre: quanto a quello, che io sono secondo la carne, da lui sono stato spedito a benefizio degli uomini. Queste due cose io so, e che sono per natura figliuolo di Dio, e che da Dio sono stato mandato.

7,30:La sua ora non era per anco venuta. Fino a quest'ora stabilita nel consiglio di Dio il furore de' nemici di Cristo era trattenuto, e raffrenato dalla mano dell'Onnipotente.

7,33:Per poco sono ancora con voi. A questi suoi arrabbiati nemici fa ora manifesta Cristo la sua divinità in due maniere: primo, con dichiarar loro, che conosceva tutti i tentativi, che facevano per levarlo dal mondo, con che dimostra sè essere scrutatore de' cuori; secondo, con far loro intendere, che dovendo egli, e volendo morire per la salute del mondo, la sua cattura, e la sua morte non succederà un momento prima del tempo stabilito dal Padre suo; che frattanto pensassero, agissero, imperversassero a lor talento, voleva egli trattare con essi di ciò, che importava tanto pel proprio loro bene, e adempire il suo ministero. Queste parole, nelle quali risplende e la sapienza, e la potenza infinita di Cristo, furono dette circa sei mesi prima della sua morte.

7,34:Cercherete di me, e non mi troverete. Perseguitati dall'ira del celeste mio Padre, e ridotti in estreme calamità in gastigo dell'orrendo delitto da voi commesso contro la mia persona, vi ricorderete un giorno di me, e rammentandovi la mia pazienza, e la mia carità, bramerete di avermi tra voi per ricevere da me consiglio, consolazione, e soccorso; ma indarno lo bramerete: imperocchè sarete separati per sempre da me, e dall'amor mio, e dalla protezione del celeste mio Padre.

7,35:Anderà forse tralle disperse nazioni. Questo luogo in diversi modi s'intende, e si espone dagl'Interpreti, e sarebbe lunga cosa, e men confacente al fine, che proposto ci siamo in questo nostro lavoro, il dire tutti i motivi, pe' quali abbiamo alle altre tutte preferita questa interpretazione. I Giudei non credevano, che i Gentili potesser mai esser fatti degni di udire la parola del Signore, considerandoli come maladetti, e abbandonati da Dio. Quindi dicono costoro per ironia, e per dispre gio: pensa egli forse, vedendo come la sua dottrina non è molto tra noi applaudita, di andar a predicarla tra le impure nazioni, alle quali (tolto l'esempio di Giona) non si è udito giammai in Israele, che alcun profeta sia stato mandato a portar la luce del vero Dio?

7,37:Ma nell'ultimo giorno, il grande. L'ottavo giorno riguardato da' Giudei come più solenne del primo.
Stavasi Gesù in piedi. Molte volte quando parlava, stava a sedere; adesso si sta in piedi sì per essere più facilmente udito, e veduto da tutti, e sì ancora per trattare con maggior efficacia di cosa d'infinito rilievo.
Chi ha sete, venga a me, e beva. In quel giorno ottavo de' tabernacoli il popolo con gran pompa andava ad attignere l'acqua dal fonte di Siloe, e in mezzo ai canti, e ai suoni portavala al tempio. Da questa cerimonia prese Gesù occasione di parlare di un'acqua molto migliore, di quella stessa cioè, della quale avea ragionato una volta colla Samaritana. Chi ha sete (dice egli) della vera giustizia, de' veri beni, della vera felicità, venga da me, e sarà dissetato.

7,38:Scaturiranno... dal seno di lui fiumi ec. Questi fiumi di acqua viva sono i doni dello Spirito santo, diffuso ne'cuori de' fedeli dopo la morte di Gesù Cristo. Alludendo dunque Cristo alla cerimonia già riferita, vienea dire agli Ebrei: tanta festa si fa da voi per un po'di acqua attinta dal Siloe, perchè la riguardate come simbolo della legge, della quale andate gloriosi. Or sappiate, che le acque del Siloe sono ne'profeti simbolo non tanto della legge, quanto dei doni dello Spirito santo, i quali dati sono alla fede, e non provengono dalla legge; e sappiate ancora, che la copia di questi doni in coloro, che in me crederanno, non ad altra immagine potrà uguagliarsi, che a quella di fiumi grandi, e perenni, i quali ricchi, e doviziosi di acque allaganò,e ricuoprono le più vaste campagne.

7,39:Non era ancora stato dato lo spirito. Dovea Cristo salire glorioso al cielo, vinta, e debellata la morte, prima che si spandesse lo spirito del Signore sopra la terra, affinchè tutti intendessero, che i doni di questo Spirito erano frutto della passione, e della morte del Salvatore.

7,41:Verrà egli il Cristo dalla Galilea? No certamente. I profeti avevano detto, che il Messia doveva uscire dalla tribù di Giuda della stirpe di David, e nascere in Betlemme. Ma perchè dunque non vanno costoro a far ricerca, dove, e di qual famiglia Gesù fosse nato? Non era tanto difficile il rinvenire con sicurezza la verita. Cosi avrebber riconosciuto la falsità dell'opinione popolare, che lo faceva Galileo, e non avrebbero avuto più pretesti per rimanersi dal seguitarlo, e adorarlo come vero Messia.

7,46:Nissuno uomo ha parlato mai, ec. Non dicono di aver avuto paura delle turbe, dalle quali era circondato Gesù; ma di non aver ardito di offenderlo per la commozione, che producevano nel loro cuore le sue parole animate da uno spirito, e da una sapienza superiore all'umana.

7,52:Vedrai, che non è uscito ec. Riflettasi al vivo ritratto, che qui ci presenta l'Evangelista di un animo accecato dalla passione: Nicodemo aveva detto, che la legge non permette di condannare alcuno, se non dopo di averlo disaminato, e dopo aver conosciuto i capi dell'accusa intentata contro di lui. A riflessioni sì giuste, e sensate questi magistrati si gravi, e tanto zelanti della giustizia nulla rispondono, ma per deprimere Gesù Cristo, e per sopraffar Nicodemo si volgono a metter fuora un argomento il più debole, il più meschino, che immaginare si possa. Suppongono in primo luogo, che Gesùi è infallibilmente Galileo; indi aggiungono, che la Galilea non ha mai dato profeti: come se impossibile fosse a Dio il comunicare il suo spirito ad un uomo, perchè nato in un paese a giudizio di costoro vile, e spregevole. Ma chi non riconoscerà fino a qual segno erano dominati dallo spirito di menzogna, e di errore, ove si dica, che dalla Galilea erano usciti (e nol potevano essi ignorare ) il profeta Nahum, il profeta Giona, e probabilmente ancor Malachia, per non dire, che molti altri profeti a noi ora ignoti do vetter uscire da un paese assai vasto, che era parte cosi grande del regno d'Israele, il qual regno sappiamo aver avuto gran numero di profeti. Vedi. I. Reg. XVIII. 4. E una profetessa dello stesso paese ella è quell'Anna, di cui s. Luca cap. II.; imperocchè il padre di lei era della tribù di Aser, la qual tribù era nella Galilea.